Tuesday, January 28, 2020

Negli ultimi mesi...

Questo post riassume, in maniera imprecisa, parziale e prolissa, uno dei motivi per cui Alice non ha avuto tanto il tempo (o la voglia?) di passar di qui a raccontare durante gli ultimi mesi.

Il punto é che, come tutti i genitori, anche Alice e il Grinta peccano di supponenza.
Perché insomma, dai, lo Gnomo ha 6 anni, quindi lo conoscono bene!
Lo Gnomo é quello che discetta sulla differente posizione del bacino tra gli eurischi e gli ornitischi.
Lo Gnomo é quello che, a 3 anni, prendeva il gessetto e scriveva D I P L O D O C O sul muro.
Lo Gnomo é quello che nonostante la zeppola e tre lingue che si pigliano a pugni nel cervello azzecca i congiuntivi e le subordinate in italiano.
Lo Gnomo é quello che passa il tempo a farsi leggere libri come non ci fosse domani.

Lo Gnomo é anche quello che si indispone se non si fa la strada abituale da casa al supermercato.
É quello che quando loro hanno ospiti si trasforma in un dinosauro del pleistocene e passa i primi 10 minuti nascosto, o a fare versi imbarazzanti (poi passati i 10 minuti attacca il suo repertorio da Piero Angela, eh, ma gli incontri, e i saluti, oh, i saluti non sono decisamente il suo forte).
Lo Gnomo é un po' Furio, vuole le robe precise, nette, gli piacciono i calendari, i programmi della giornata, l'organizzazione della settimana.

Quindi, quando a settembre ha cominciato la scuola, Alice e il Grinta erano assolutamente pronti al suo rifiuto verso l'incognito, alle crisi per entrare, allo spirito goth-emo da "nessuno mi ama, nessuno mi vuole bene, non mi capiscono e mi tirano le bucce di mandarino, non mi chiamo lo Gnomo, mi chiamo Calimero".
Ma non erano preparati al fatto che, per lo Gnomo, la scuola sarebbe stata difficile.
Si immaginavano che sarebbe andato a succhiare il midollo del sapere con la foga di un vampiro della Transilvania, che avrebbe magari rintronato la maestra di domande e puntini sulle i, che avrebbe avuto fame di lettere, numeri, storie...
Invece per lo Gnomo, la scuola é dura.
Fino al "Mi annoio" e al "Non mi piace" loro erano prontissimi. Avevano liste di buoni motivi, di discorsi motivazionali, di esercizi, di modi per rendere il tutto giocoso, Mary Poppins scansati...
É quando sono arrivati a:
"IO sono troppo lento"
"É troppo difficile per me, e quando é difficile allora faccio altro, e sono meno triste"
"Non voglio scrivere, non voglio leggere"
"mamma, io non riesco"
che loro si sono trovati impreparati.
Ed in effetti, vederlo mentre fa i compiti alle volte é come vedere un salmone, ubriaco marcio, che risale la corrente, culo in avanti. 'Na fatica infinita.
'Na fatica anche per Alice che, purtroppo per lo Gnomo, alle 18.30 di sera quando rientra a casa ha ancora le aspettative da maestra... ma la pazienza ai minimi storici.
E ci sono 'sti dannati compiti da fare.
E ci sono dei giorni che anche le robe che la sera prima lui faceva per gioco, senza sforzo, tra una forchettata di pasta al pesto e l'altra, quando diventano COMPITI si rivelano essere insuperabili.


"Gnomo, ieri giocavi a trovare i doppi dei numeri, ti ricordi?"
"Uff... Sí"
"Bene, qui dobbiamo fare la STESSA cosa. Varda che fortuna! Sei bravissimo a 'sta roba! Dimmi, quanto é il doppio di 8?"
[ passano 3 minuti durante i quali lo Gnomo gioca con la matita, fa cadere la gomma, perde quasi l'equilibrio, osserva le venature del tavolo, sbava... e Alice in silenzio ma con la mascella che stride invoca la SANTA pazienza e si ripete "staicalmastaicalmastaicalma..."]
"Gnomo? Qui é il pianeta terra che si chiede, perplesso, quanto sia il doppio di 8! Vogliamo sapere! Il popolo non puó piú aspettare!"
"10?"
"..."
"Adesso non mi ricordo,  magari ci penso un po'..."
"no, Gnomo, non é un dilemma filosofico né un trattato di etica... é matematica, amore. Non ci devi pensare. Devi solo contare. Conta, figlio mio.  Conta quel che vuoi, le dita, le matite, i dinosauri... conta e dimmi il doppio di 8"
"20?"
"Gnomo, quale é il doppio di 10..."
"20"
"Ok, quindi siamo d'accordo che NON puó essere il doppio di 8..."
"19? "
"Oddio mi sta venendo un tic all'occhio... Gnomo, non é la ruota di Napoli, non stai cercando il terno... 8 + 8... quanto faaa?"  [ la frase di Alice termina con un tono da troll che decisamente, lei lo sa, non aiuterá a mettere il discepolo a suo agio, a rassicurarlo della sua inequivocabile intelligenza e capacitá matematica... e infatti lo Gnomo si accascia sul tavolo come un calamaro inerme sulla battigia]
"Uff... 5. O 12... O 17."
"Ma perché anche non ventordici e quarantindici giá che ci siamo!"
"uff..."
"Gnomo [ nonlodirenonlodirenonlodire che lo sai che é pedagogicamente orrido e concretamente inefficace...] resteremo qui fino a quando non abbiamo finito i compiti, e se non finiamo in tempo non potrai - inserisci qui qualsiasi cosa appetibile che Alice spera di usare come carota - dai, che ja famo... 8 + 8..."
"NUUUOOOOOO... - inserisci qui crisi di disperazione all'eventualitá di perdere la qualsiasi cosa appetibile che Alice ha usato come carota -"
"Gnomo, invece di farti partire il boccino, senti, secondo me ce la facciamo a fare tutto... se ti muovi e smetti di tergiversare e ti metti con la testa - e le mani - a contare per dirmi quanto fa 8 + 8!!"
"Non lo So quanto fa 8 +8! "
"Perfetto, é un mistero, l'enigma misterioso, il mistero enigmatico il misterico enigmico... il fossile da ritrovare...andiamo a scoprire quanto fa 8+ 8..."
"Non é un fossile, non é divertente. Sono stufo. Comunque é 16"
"SÍ! Oddio sí, é 16! Scriviamolo, sulla pietra, sulla roccia, a imperitura memoria..."
"Fatto"
"Gnomo, quello é un geroglifico. Ora lo cancelli e lo scrivi bene, piccolino, carino, e con amore, come piace ai francesi, dai..."
"non ho la gomma"
"Te la trovo, te ne porto 5... guai a te se ti alzi da questo tavolo! Che chissá dove vai a finire..."
"Ecco, ho fatto"
"No, piú piccolo, riscrivilo di nuovo"
"l'ho giá scritto"
"puoi fare meglio, amore sembra ancorai l cartellone pubblicitario dell'Operá... "
[ passano 2 minuti, durante i quali lo Gnomo é spalmato sul suo quaderno, e con una lentezza da moviola scrive il fatidico numero]
"bravissimo, ora il prossimo..."
E si prosegue con gli altri 10 esercizi.
10.
Cioé loro 'sti compiti che dovrebbero durare 10 minuti per il resto della popolazione li dilaniano per 50 minuti, anche un'ora.
Quando hanno sconfitto i calcoli, la scrittura e la lettura, sono entrambi simpatici come un crampo notturno.
E il giorno dopo si ricomincia.

Si aggiunga, a tale trafila, anche il fatto che nessuno di loro ha alcuna conoscenza di cosa voglia la scuola francese, e soprattutto, perché?
Tipo che qui si scrive in corsivo, in righe che ad Alice paiono da amanuense certosino.
Tipo che dobbiamo riscrivere la stessa frase millemila volte. Frasi anche un po' difficili da inserire in una conversazione di tutti i giorni: Tipo :"La nonna mangia con la mummia vicino al lago" (ma che gente frequenta sta nonna?!).

Su suggerimento della maestra sono andati in ordine sparso da una psicologa, da una psicomotricista, da una logopedista.
- "é chiaramente ipersensibile", sentenzia la psicologa
- "ha un'attenzione molto fragile" sentenzia la psicomotricista
- "gli mancano dei suoni, deve rinforzare la muscolatura... ma soprattutto é ansioso" sentenzia la logopedista.
- "é tutta roba che sapevamo giá... la domanda é: cosa dobbiamo fare? Ci trasferiamo su un'isola deserta e lo faccio studiare contando i coralli e scrivendo in geroglifici dinosaurici?"chiede perplessa Alice.

Lo Gnomo, dal canto suo, commenta cosí : "Mamma, nella scuola di quando ero piccolo (ovvero la scuoletta montessori) ero libero. Facevo come volevo, quello che volevo, potevo decidere... Qui non sono mai libero. Devo fare solo quello che decidono gli altri... ma io, io quand'é che decido?"

Dalla Comune Parigina di Bakunin é tutto,  passiamo la linea allo studio.

Alice scuolizzatrice

Sunday, January 26, 2020

La Marsigliese. Per una introduzione allo spirito splatter sin da piccoli...

Gennaio del primo anno di scuola elementare.
Alle seconda pagina del quaderno delle poesie dello Gnomo, varda chi ci arriva:


"Questa é una canzone, mamma, é LA canzone proprio della Francia, lo sai?"
"Sí, amore, ogni paese ne ha una, di canzone, si dicono inni e..."
"Mamma, ma che é l'étendard?"
"Lo stendardo?  È come una bandiera..."
"E perché sanguina?"
"Non é lui che sanguina, ma é sporco di sangue, perché gli stendardi li si portava quando si andava a fare la guerra, e..."
" E cosa vuole dire égorger?"
"..."

Aió,  francesi, calma! Che Alice lo capisce che qui si va giú presto e duro di nazionalismo, ma allora sceglietevi un inno un po' meno sanguinolento, per mille baguettes sgozzate e tiepide!


Alice marsiglizzatrice

Sunday, January 5, 2020

2020

Cosí come sono al momento vergati sul muro della loro cucina, ecco qui riuniti tutti i desideri e buoni auspici della famiglia per il 2020.
Per il  punto "dinosauro vivo in giardino" sará un pelino dura... ma in quanto a "libri" e "cioccolata" siamo partiti alla grande!




Alice capodannizzatrice