Tuesday, May 31, 2016

Razzismi

L'Italia e' un paese razzista.
Rassegnatevi.
E' sufficiente guardare 20 minuti di un varieta', la bassezza delle battute, le allusioni con cui vengono date le notizie, gli stereotipi, i dialoghi... E' sufficiente origliare in fila alla posta. Si sentono cose che manco Hitler nei momenti di gloria.
E' sufficiente guardare i commenti e i meme nei social.
E' un paese razzista.
Cosi' razzista che se glielo dici ti dicono:
 "Ehhh... non sai stare allo scherzo",
"Che noiosa...  Si fa per scherzare! Ma fattela una risata!"
E invece Alice non ci trova un cazzo da ridere.

L'america, invece...

Pure.

L'america e' un paese razzista.
E' la terra della opportunita', certo, ma principalmente se siete bianchi.
Meglio se siete educati. Possibilmente dalla buona Vecchia Europa.
Rassegnatevi.
Pure li' nella patria del melting pot e del politically correct, il razzismo c'e'. Ed e' forte.
Ma non e' come in Italia, no. E' un razzismo diverso, per certi versi piu' spaventoso.
Per capirlo non e' sufficiente farsi un giro alle poste o guardare la tv (anche se Trump aiuta eh, e da' voce ad una tipologia di americano che fa paura paura)... Occorre guardare le statistiche.
In realta' basterebbe parlare con un afroamericano, o con un latino, con quelli che ogni giorno vivono sulla loro pelle la discriminazione... ma poi magari pensate che quella e' la personale personalissima percezione un po' vittimista di un nero pigro, o di un latino lamentoso, e allora Alice vi parla delle statistiche.

In america il 14.3% della popolazione e' nero (per nero si intende sia black che mixed race).
Ci sono piu' neri in prigione che neri iscritti all'universita'.
1 nero su 3, nel corso della sua vita, finira' in prigione.
In America,  c'e' questa cosa chiamata racial profiling, per qui se sei nero, inevitabilmente, le tue probabilita' di essere fermato dalla polizia sono 5 volte piu' alte.
In New York City, il 23% della popolazione e' nero, eppure la meta' dei  fermi e delle perquisizioni effettuate dalla polizia sono su neri.
Essere fermati dalla polizia e' un fastidio per un bianco, e' un pericolo per un nero.

In America, i genitori neri educano i figli e li preparano, perche' sappiano cosa fare quando (non se, ma quando) la polizia li fermera', per strada, in un negozio, in macchina, all'ingresso di un cinema.
Qui un video bellissimo e tristissimo, per i parlanti inglese, le 10 regole per sopravvivere se fermati dalla polizia. Soprattuto la numero 7 viene insegnata ai bambini a partire dai 9 anni:



In America, pre-adolescenti e adolescenti neri vengono brutalizzati dalla polizia.
Questa ragazzina ha rifiutato di posare il cellulare, il professore ha chiamato la polizia per spaventarla... e il poliziotto decide di risolvere il problema cosi (notare il terrore e la paralisi dei compagni di classe)


Questa ragazzina di 14 anni viene fermata perche' va in bicicletta, col fratello, nel parcheggio di un centro commerciale (invece che sulla strada). Al minuto 0:50 le cose degenerano. Il fratello resta a guardare, sapendo che se provasse a intervenire peggiorerebbe solo le cose.


Questi ragazzini (tra i 14 e i 17 anni) sono fermati e arrestati perche' erano in una piscina (dove erano stati invitati per una festa di compleanno) ma secondo chi ha fatto la telefonata alla polizia non erano autorizzati. Nel dubbio la polizia li ha gettati per terra ed ha puntato pistole cariche, che si sa, gli adolescenti neri armati di bikini e asciugamano da spiaggia sono peggio dei terroristi islamici.



Questa famiglia invece sta andando via da una piscina, i ragazzi e le ragazze (minorenni) sono accompagnati dalla madre di uno di loro. Gli hanno rifiutato l'accesso alla piscina perche' uno dei ragazzi non aveva l'abbigliamento adeguato e stanno tornando a casa a prenderlo... e nel frattempo viene chiamata la polizia, che risponde cosi' (Al minuto 1:20). La ragazzina lanciata contro l'auto avra' la manibola fratturata, su altre due hanno usato il teaser, su una lo spray:

In America, ogni anno, ragazzini neri muoiono per "incidenti". Per mano della polizia.
Come Tamir Rice, che aveva 12 anni. Freddato in mezzo alla strada, da un poliziotto che ha sparato prima ancora di fermare la macchina. Lasciato a terra per 4 minuti prima che qualcuno decidesse di  praticargli le manovre di primo soccorso. Sua sorella, accorsa sul posto per gli spari, quando ha cercato di avvicinarsi al fratello e' stata gettata a terra e  arrestata.

In America, come in Italia, come in tutta Europa e in tanti altri posti, c'e' quello che si chiama White Privilege.
Alice ce l'ha.
E se siete bianchi ce l'avete anche voi.
E' nostro, di nascita, e non lo perderemo mai. Non c'e' modo di perderlo.
E' nostro perche' siamo nati bianchi.
E' nostro e ci protegge dalla brutalizzazione, dalla discriminazione, dal razzismo istituzionalizzato del mondo occidentale. E' come il bigliettino del Monopoli, non fa magie eh, ma ci permette di uscire dai guai piu' facilmente, di ritirare i 20 dollari senza passare dal via, di uscire di prigione gratis.
E nostro e fa si' che se ci fossimo stati noi, al posto di Tamir, la polizia avrebbe prima urlato e intimato di mettere le mani in alto, non ci avrebbe mai freddato cosi', a noi o ai nostri figli bianchi.
Se fossimo stati noi, su quella bicicletta, probabilmente non saremmo mai stati fermati, o ce la saremmo cavata con un rimprovero.
Se fossimo stati noi, a fare le dure e a sfidare il professore tenendo il cellulare, non ci avrebbero mai sbattuto per terra come bestie davanti ad una classe di adolescenti terrorizzati.
L'unica cosa buona, del white privilege, e' che una volta che scopri di averlo, una volta che ti rendi conto dell'incredibile fortuna sfacciata ti e' toccata per nascita, puoi usarlo.
Ed e' un po' come un ombrello, non tanto grande eh, ma ci puoi di sicuro riparare dalla pioggia chi ti passa accanto.
E se invece non te ne rendi conto, passi il tempo a domandarti come mai tutti gli sfigati sono sempre bagnati.

La differenza tra l'America e l'Italia e' che in America se ne parla, di razzismo, di white privilege, e della brutalita' della polizia.
Che in America questa roba orribile la si guarda in faccia.
In Italia invece il consiglio e' ancora di rilassarsi e di farsi 2 risate.
Alice non ci trova niente da ridere, ne da una parte ne' dall'altra dell'oceano.

Alice ombrellizzatrice

Monday, May 30, 2016

Thursday, May 26, 2016

Il consolato d'Itali'

Pimpa va al mercato.
Spotty va a scuola.
Peppa Pig va dal dottore.
Masha e l'Orso vanno al mare.
Alice e il Grinta vanno al Consolato Italiano.
Tutti in viaggio nel mondo della fantasia e del surreale.

Sai che sei al consolato italiano quando nella sala d'aspetto trovi 30 copie di una rivista gratuita super cattolica.
Ci manca un gonfiabile del papa che dondola a fare da decorazione ma sicuro che ci stanno gia' pensando.

Sai che sei al consolato italiano quando la guardia all'ingresso, a cui spieghi la situazione e il fatto che a te serve il rinnovo in emergenza e no, non hai un appuntamento, ti fa entrare non tanto per ragioni logiche ma perche' avete parlato per 5 minuti di Torino e di Carmagnola, e lui e' di Bari ma sua cugina sta a Carmagnola e li' c'e' il peperone. "e vabbe', non dovrei eh... ma che siete simpatici, entrate va..."

Torneranno al consolato a fine mese. Sperem in ben.

Alice consolatrizzatrice



Tuesday, May 24, 2016

Di Quaglie e Anatre II (un P.S. al post precedente)

Come detto nei commenti, Alice sulla conferenza in se' non e' che pensasse di poter dire molto, piu' che altro perche' sull'argomento ne sa, appunto, quanto una Quaglia ne puo' sapere di Anatre...
Pero' perche' no? Magari c'e' qualche anatra che la illumina e che ha voglia di fare quattro chiacchiere sull'anatrita'!

 Dunque ecco l'Alice-pensiero al riguardo, a gruppi di tre, come i 33 trotterellanti trentini di Trento, su quello che ha sentito e quel che ha pensato. ...
E venga avanti chi ha voglia di dire la sua, che siate papere, quaglie, faggiani o porcellini d'India:

 Le Critiche: 

1) Si tratta dell'ennesimo "Problema da Primo Mondo". Nel senso che mentre ci sono paesi in cui il tasso di mortalita' per parto e' uno a sette (e quindi sarebbe anche il caso di capire cosa intendiamo per parto naturale, che se si tratta di lasciarci le penne senza accesso a strutture mediche equipaggiate anche no, grazie, artificialita' tutta la vita), noi che invece abbiamo a disposizione cliniche, tracciati, sale per i cesarei e Terapie Intensive Neonatali, vorremmo che il parto fosse "affidato" e gestito in primo luogo non dai medici ma dalla partoriente (una eco de "il corpo e' mio e lo gestisco io").
 Trovare un equilibrio tra il "non sputo nel piatto in cui mangio" e il "non faccio il pollo da batteria che partorisce a comando imbottito di medicinali" e' immagino difficile.

2) C'era durante la conferenza un alone oleoso di new age e sono rimbalzate nell'aria frasi che contenevano roba tipo Madre natura, la Lupa dentro Ognuna di Noi, e Istinto Materno, che provenivano pero' principalmente dal pubblico, gli interventi erano, o almeno tentavano, di essere il piu' possibile collegati a dati e studi.

3) Sarebbe bello saperne di piu' della formazione delle Femmes Sage (levatrice in italiano?)... Chi sono? Da dove vengono? Perche'? Chi le controlla, chi le valuta? Chi le prepara? Una facolta', dei medici, un'associazione, Mago Oronzo, Priscilla Sibilla? Chi?

Le Cose Che Non Sapeva: 

1) I dati e gli studi dicevano che oltre l'80% dei parti in Francia avviene con epidurale. Che le pare in effetti una percentuale altissima.
I dati dicevano che viene spesso meno l'informazione al paziente: una serie di manovre, anche invasive, non vengono "annunciate" o spiegate, vengono fatte e bona.
 Sarebbe bello che gli ospedali avessero un protocollo su come comunicare con le partorienti (che puo' variare da ospedale a ospedale, ma almeno che chi ci va sappia cosa aspettarsi).

2) Per garantire la salute e la buona riuscita di un parto ci sono alcuni elementi che sono stati messi in atto, nel corso degli anni, per facilitare non la partoriente ma il personale medico (spingere sdraiate su un lettino non e' effettivamente la posizione piu' ottimale, ma un ostetrica ha bisogno di visuale per fare bene il proprio lavoro).
 Inoltre in reparto c'e' in genere un'ostetrica per 3 o 4 partorienti in contemporanea, quindi e' difficile ottenere attenzione individualizzata.

3) Viene consigliato di fare un "piano di parto", una sorta di dettagliata descrizione del proprio Parto dei Sogni, cosa si vuole, cosa non si vuole, cosa succede e chi lo fa etc. etc... e metterlo per iscritto e portarselo all'ospedale.

 Le Cose Interessanti delle Maison de Naissance: 

1) Quella visitata, pur essendo indipendente e autonoma, e' DENTRO all'ospedale. Sotto al reparto di Ostetricia. Nel corridoio c'e' un ascensore che porta direttamente nel reparto, se qualcosa sembra complicarsi in 1 minuto netto si e' in ricovero.

2) Non sembra un ospedale: ha letti, ha giochi, ha spazio per l'intera famiglia, ha vasche, palloni, fasce, sbarre a cui appendersi, ha una cucina e un frigo in ogni stanza, insomma, e' un ambiente molto piu' rassicurante e rilassante che non le tradizionali sale parto.

3) C'e' selezione all'ingresso: Se la gestazione e' difficile, se il parto si prospetta complicato, se insomma la gravidanza non risulta assolutamente "normale" dall'inizio alla fine non si ha accesso alla maison de naissance.

3bis) [perche' fa le regole e le infrange] La Sage Famme segue solo un parto alla volta. E resta li' con te tutto il tempo. Quindi si ha un'attenzione individualizzata. Inoltre la Famme Sage ti segue anche prima, durante la gravidanza, quindi quando arrivi al parto siete due vecchie amiche di bisboccia... e ti segue dopo, perche' poi quando torni a casa dopo 12 ore circa (prima rispetto all'ospedale) lei viene con te, ti segue anche per il post parto, giornalmente o comunque a tua discrezione.


 Insomma l'Alice-pensiero e' che piuttosto che creare maisons de naissance sarebbe meglio e piu' efficace investire per "umanizzare" un pochino gli ospedali, e si farebbe cosa buona per tutti, contenendo i rischi e garantendo un parto piu' sereno.
Robe tipo rivedere le strutture e le pratiche, fornire formazione psicologica al professionale, magari inserire le Fammes Sage all'interno del personale ospedaliero come supporto psicologico, o creare una figura analoga che si occupi dell'aspetto emotivo, e del dopo, con visite a domicilio.
Una ostetrica nella tavola rotonda diceva ad un certo punto una cosa molto interessante (forse. Ma magari invece Alice non ha capito una mazza perche' la tipa aveva un francese super parigino e velocissimo...). Che quando si e' in situazioni intense, c'e' inevitabilmente una "deumanizzazione" del paziente, nel senso che lei diceva: Per fare bene il mio lavoro, ci sono momenti in cui devo concentrarmi su quel che faccio, quel che devo fare e come lo devo fare... e quindi alle volte mi "disconnetto" dal paziente per concentrarmi sulla mia pratica. Se non lo facessi, non riuscirei a fare un lavoro altrettanto buono. Altre volte invece e' importante per me avere un contatto con la paziente, per capire come aiutarla, per comprendere cosa sta succedendo. 

Ecco, questi erano i suoi appuntini scarabocchiati in franco-italo-analfabtetico

 Alice anatrizzatrice

Monday, May 23, 2016

di quaglie e anatre

Le colleghe la invitano ad una conferenza.
Chiamandola al telefono.
Lei non ci capisce un tubazzo, perche' il telefono e' la sua kriptonite cerebrale... lei prende un telefono in mano e le vanno in cortocircuito i neuroni, ma le e' chiaro che parlera' Catherine Dolto, una delle pediatre in voga qui, una che ha diffuso l'Haptonomie (chissa' se e' tradotta in Italia?! Ce l'avete?) nonche' figlia di Francoise Dolto.
Alice quindi, curiosa, decide di andarci.
L'incontro e' in una delle aule universitarie di un ospedale.
La sala e' gremita di donne tra i 25 e i 35, parecchie accompagnate da neonati in fascia.
La conferenza,  ora le e' chiaro, e' sul parto.
Sulla medicalizzazione del parto.
Sul diritto alla scelta.
Sul corpo della donna.
Sulle conseguenze del parto per la madre e per il bambino.
Sull'immensa influenza esercitata dal modo in cui veniamo al mondo su quello che sara' il resto della nostra vita.
Sul potere dei ginecologi.
Sulle violenze psicologiche.
Sulle implicazioni sociologiche del parto.
E sulla nascita, in Francia, delle prime 10 Maisons de Naissance, luoghi alternativi agli ospedali dove partorire.
A seguire, visita e accesso appunto alla maison de naissance, tante stanze, alcune attrezzate con giochi per gli eventuali bimbi piu' grandi, con ai muri una mostra fotografica bellissima sui primi travagli e parti avvenuti li'.
E' stato intensissimo, interessantissimo, e Alice ha pure preso appunti.
C'e' stato solo un momento di panico.
Quando ad un certo punto hanno iniziato a chiedere, un po' a caso ai partecipanti, informazioni sulle loro varie esperienze di parto e gravidanza... e lei si e' guardata in giro ed ha improvvisamente avuto l'impressione di essere una quaglia ad un convegno di anatre.
E' andata via imparando un sacco di cose sulle anatre, ed e' stata davvero contenta.

Ed ha pensato che e' un peccato, che alle volte uno fa gia' cosi' fatica a sfamare e far crescere le proprie passioni (nel suo caso la cioccolata, i libri per bambini, la pedagogia, lo Gnomo, le panchine al sole, le tisane (perche' si, lei in realta' ha 94 anni emmezzo), i video in stop motion e i graffiti) e ci si perde un sacco di cose. Perche' semplicemente non ci toccano.
Tipo che adesso ha pensato che dovrebbe, che so, una volta al mese, andare a sentire una conferenza su qualcosa di cui non conosce una fava. Per farsi sorprendere un po'. Per scoprire cose che vanno oltre il suo ombelico. Per andare a fare la quaglia tra i fenicotteri, o i fagiani, o i colibri', ecco.

Si accettano consigli, se volete offrirle una conferenza al buio.

Alice conferenzizzatrice.

(Una tavola rotonda sulla prostata? Epperche' no!)

Friday, May 20, 2016

Parigi tra le Pagine

Visto che tra poco qui si sbaracca, Alice sta selezionando i libri che avranno l'onore di seguirli dall'altro capo dell'oceano e quelli che invece resteranno a riposo, accoccolati nelle scatole (avvolti in pluriball e infiocchettati in buste di plastica ermeticamente sigillate per prevenire ogni possibile rischio di infiltrazione) qui in Parì.

E si è resa conto di aver creato una sorta di sottocategoria, ovvero i librì di Parì.
Visto che ci tiene a condividere le sue inutili passioni, ve li presenta... Ecco quindi 10 libri per bambini su Pari' (ok... 10 e qualcheccosa ma non stiamo a formalizzarci suvvia).
E se non vi interessano i libri per bambini scappate ora o tacete per sempre.

1)  Un Leone a Parigi.
Ne aveva già parlato (giusto? Boh... straparla talmente che non si ricorda più!) ma ve lo ripresenta:
Un leone prende il treno e va a spasso per Parigi, che all'inizio non je piace mano un po', poi finisce per non trovarla malaccio e alla fine decide di mettere le tende su un comodo piedistallo che si trova nel bel mezzo di una piazza.Noi il Leone siamo andati a trovarlo, ovviamente, in Place Denfert-Rochereau... non proprio sugli itinerari turistici ma ne vale la pena, e spesso mentre andiamo a spasso lo Gnomo si ricorda se quello che siamo guardando è uno dei posti dove è passato il leone.
L'autrice è Allemagna, il formato è bellissimo perchè grande, e con lettura in verticale.


2)  Paris s'envole:

Questo Alice ce l'ha autografato, è un gioiellino che lo Gnomo può toccare solo sotto stretta supervisione perchè super fragile...
La storia non è nulla di che, la Tour Eiffel si annoia e va a farsi una passeggiata (cosa che si verifica in almeno altro 3 diversi libri per bambini)... ma tutte le illustrazioni sono intagli nero su bianco, ed Alice ha una passione per i libri così e li colleziona compulsivamente.

3) Let's Go Hugo
Non è proprio su Parigi, ed è un regalo della famiglia ammergana dello Gnomo, quindi è un inglese, ma è ha un posto speciale a casa loro... E' la storia di Hugo, che vive nei giardini di Luxemburg e che preferisce restare con i piedi a terra perchè a paura di volare. Notare i baffetti alla francese di Hugo!




 4, 4 emmezzo, 5, 6)  POP POP... POP UPZ!
Alice ha un'ossessione per i pop-up, ha pure fatto dei corsi per capire come funzionano ed imparare a farli... poi le sono bastati due giorni per scordare tutto ma si è divertita come una pazza!
E di pop-up parigini ce n'e' davvero tantissimi:

- Paris, di Roi e Bessard:
grande formato (ma c'e' pure tascabile) molto ben fatto, divertente, pieno di dettagli...
- ... c'è anche la versione notturna fluorescente, per gli amanti della movida!




- Paris pop-up con mappa... per unire l'utile al dilettevole!
- Paris librino a fisarmonica... piccolo, tascabile, per avere uno skyline immaginario da guardare e riguardare




7) 750 ans en Paris
La storia di Parigi osservando semplicemente un palazzo!
Bellissimo, per adulti, certo, ma tutti gli adulti hanno bisogno di un bell'albo illustrato, che diamine!



8) Paris
Questo libro e' di Claude Ponti.

 
Claude Ponti sta alla letteratura per l'infanzia come la cioccolata sta al mondo dei dolci. Questo libro qui e' per adulti, ma allo Gnomo piace lo stesso, e poi, se illustrato e scritto da lui, pure il bugiardino dell'Imodium diventa pura poesia.


9) Madame Eiffel
Perchè un tocco di romanticismo non fa mai male.



10) Petiti Blues dans Paris
Perche' e' bene avere anche un po' di romantiche foto in bianco e nero, mica solo illustrazioni!












+ 5 cosine per giocare un pochino (o del come Alice sia incapace di limitarsi)


1) Paris en Pyjamarama
Questo lo adoravano i nani della scuoletta... stroboscopico e psichedelico quanto basta:




 2) Mon Livre animeè Paris 
Questo non è nulla di che, ma ci piace perchè ci ha le linguette e le rotelline da girare e lo Gnomo si esalta a sapere i nomi dei posti e a riconoscere dove è stato... e poi è pieno di macchine, autobus e metropolitane, quindi che cosa chiedere di più a un libro?!?










3) Paris Secret
Un album da colorare con dentro, oltre a vedute parigine, robe strane tipo millemila paia di scarpe, teiere e tisane, pesci, macchine fotografiche... dicono che gli albi da colorare siano la nuova moda, che mentre una volta si faceva l'uncinetto o la maglia con la lana d'alpaca adesso ci si mette giu' con le matite Giotto e gli acquarelli a colorare negli spazi... pare sia una roba super-zen. Alice non ci ha ancora provato, lei e' mancina, scrive la lista della spesa e viene fuori tutta sbavata e inchiostrata... ma se voi volete provare l'ebbrezza poi venite a raccontarle come e' andata!






4)  Henri va a Paris
Un gioiellino della grafica, tradotto anche in italiano:


5) Paris vs. New York.
Un giochino da graphic designer ma divertente... tra tutte il fatto che ripropongono una mappa di Parigi con al posto degli arrondissement i quartieri di new York... e viceversa. Secondo l'autrice la banliù dove abitano loro è Staten Island. Il che ci azzecca.
E poi c'e' la prova scientifica del fatto che a Pariggi i cieli sono griggi.




Buona passeggiata tra le pagine parigine!

Alice sbirciatrice (di libri, di citta', di cose e di cioccolatini)

Wednesday, May 18, 2016

scià (altrimenti detto chat)

Uscendo dalla toperie, lungo la strada per la stazione che fanno ogni mattina Alice e lo Gnomo, c'è il "Gatto della finestra".
Il gatto della finestra è un felino scruscioso e miagoloso, che alle volte c'è e alle volte non c'è.
Se non c'è, il resto della strada Alice e lo Gnomo la passano a creare congetture su dove diamine possa essere sto benedetto gatto.
Se invece c'è allora bisogna mettere una mano contro il vetro, e il Gatto della finestra, come ubbidendo a un riflesso incondizionato, inizierà la danza dello struscio e resterà a rotolarsi davanti a voi fino a quando non perderà l'equilibrio e cascherà giù dal poggiolo in un groviglio di tende.
Il gatto della finestra è spesso causa di ritardi e di treni persi, non che frequente ispiratore di bestemmie che Alice fa scricchiolare tra i denti.
D'altro canto il gatto della finestra è uno di quei contrattempi che fanno bene alla vita.
Perchè ti costringe a rallentare il passo e ti dice "ma te cosa cacchio corri a fare?". Il gatto della finestra ti ricorda anche che, non sempre eh, ma ogni tanto è proprio bene guardare il mondo dalla saggia prospettiva di chi è al di sotto del metro d'altezza.

Alice ve lo impresta, il Gatto della finestra, e vi augura di trovare anche voi, ogni mattina, un piccolo piacevole contrattempo

miauuuuuu....



Alice gattizzatrice


P.s. Oh, aspettate eh, mica Alice è diventata improvvisamente Pollyanna che sniffa margherite e buse di mucca... le mattine nevrasteniche da super-ritardo e ululati si limita ad attraversare la strada e tanti saluti al gatto... mhuahahahaha!! (Alice ritardatrice)


Monday, May 16, 2016

o'r'vuar

Ultimo giorno alla creche per Alice.
Genitori, bimbi, regali, cioccolata, e lei che fa la Madonna piangente con in braccio il bambino di turno. Li ha inzuppati tutti come savoiardi per il tiramisu.

Certi giorni li avrebbe lanciati contro il muro come freccette da bar, o scossi con veemenza e determinazione come fanno le bertucce dal culo rosso per capire se i cocchi sono maturi.
Ma le mancheranno dannatamente.
Maledetti loro.


Alice salutatrice


P.s. e comunque sappiate che si, c'e gente pagata per rotolarsi assieme a dei bambini nelle vasche di palline colorate...


Thursday, May 12, 2016

strategie traslocative

Conversazione tra Alice e  Vaga-Conoscente Americana:
"Ahh!! quindi ora torni negli USA!"
"Si, ma solo per 10 mesi..."
"E la casa qui a Parigi?"
"La topaia? Va smantellata... sara' un po' complicato perche' prenderemo un deposito qui a Parigi e poi spediremo qualche cosina in ammeriga... insomma dovremo un po' smembrare il tutto..."
"Ah! Ma e' facile, devi fare cosi', l'ho letto un un libro fichissimo..."
"Dimmi! Svelami il segreto dell'organizzazione, perche' io non riesco nemmeno ad appaiare i calzini e tutto cio' che mi attende mi pare una tredicesima fatica di Ercole. Al cubo!"
"Te prendi in mano ogni singolo oggetto e chiudi gli occhi..."
"..."
"Se questo oggetto ti trasmette gioia o pace lo tieni, senno' lo butti"
"..."


Ora Alice vorrebbe capire chi diamine e' che abbraccia un paio di pantaloni o un mestolo e viene squassato da brividi di gioia. (Eppero' in mutande per Prinstonnz non ci potra' andara e la minestra non e' che puo' versarla con le mani...) pero' e' pure curiosa, magari e' perche' non ha ancora trovati i pantaloni e il mestolo giusto, diamine!
Qualcuno di voi fidi quattro lettori conosce questo benedetto libro? Qualcuno di voi ha moti d'amore e di commozione verso le proprie ciabatte o gli asciugamani da bidet?

Alice traslocatrice

P.s. Che se dovesse chiudere ora gli occhi impacchetterebbe esclusivamente lo Gnomo, il Grinta e i suoi libri... 

Tuesday, May 10, 2016

Il lato Oscuro della Ricerca Economica

Un economista bizzarro, uno di quelli che scribacchia le stesse cose astruse del Grinta, ha creato un panedemonio su un volo americano.

La vicina l'ha notato scrivere concentrato minacciose equazioni e immaginando simboli satanici in aramaico antico, ha dichiarato di sentirsi male ed ha richiesto che il volo, gia' pronto in pista, ritornasse al gate.
Li' ha detto che il suo vicino scriveva cose sospette e temeva fosse un terrorista e aveva avuto paura per la sua vita. E brava, lei, che come ben sa il Mago Oronzolo, se uno scrive la giusta combinazione di rune sataniche puo' scatenare l'inferno con un semplice diagramma di Venn del dito medio. Inserito nel simbolo dell'infinito al quadrato.

L'FBI ha interrogato il truce economista che ha mostrato le sue equazioni matematiche tra il perplesso e il confuso.
Il volo e' ripartito, con ore di ritardo, l'economista ha fatto le pagine dei giornali... e la matta non si sa dove sia adesso, ma e' certo che e' a piede libero, sappiatelo.

Ci sarebbe da ridere, se non venisse da piangere.

Alice economizzatrice

Sunday, May 8, 2016

Lo sbarco

Loro negli ultimi giorni sbarcavano in Normandia, sapevatelo.
Lo Gnomo durante il viaggio ha imparato a dire "pale eoliche" e "campi di colza" (Ma che belli sono i campi di colza???)
Hanno viaggiato su stradine sperdute grazie ad un gps bucolico e romantico che si ostinava a mandarli in camporella (nonostante fossero 3 bambini e 4 adulti stipati in una macchina da sette).
Hanno scoperto spiagge lunghissime e bellissime, con i paguri che si nascondono e i granchietti che fanno i tunnel per scappare alla bassa marea...
Hanno mangiato crepes e bevuto sidro.
Alice si e' insolata ed e' morta per una notte intera... era rimasta cosi' impegnata a gettare lo Gnomo nel secchio di protezione solare 120 di testa ogni 5 minuti che si e' scordata di  mettersi che so, un berretto.
Hanno deciso che la Normandia e la Bretagna sono fatte apposta per loro, e che vanno rivisitate, per almeno due settimane, attrezzati di costumino e cremina solare.


Alice Normanna- bretagnizzatrice

p.s.
In allegato un po' di foto non richieste!








Unico neo: una strana pasta in bianco con prosciutto che lo Gnomo ha saggiamente osservato con Italico sospetto:




Monday, May 2, 2016

pasiensa

Per l'arrivo della primavera nella scuoletta aveva in ballo tremila idee e progetti (seminare l'orto, costruire e colorare delle casette per gli uccelli, creare un muro sonoro - con somma disperazione dei vicini - portare i bimbi a vedere la mediateca...). E nonostante la capa buttasse sabbia tra gli ingranaggi Alice aveva ormai la benedizione di colleghe e genitori e quindi sarebbe andata come un treno e si sarebbe divertita come una pazza...

Sarebbe.

Perche' oggi, quando Alice ha chiesto casualmente quanti giorni di vacanza avesse ancora da usare, la capa le ha risposto: "Guarda, volevo proprio parlartene, purtroppo il tuo contratto scade il 31 maggio, ma non ci sono i soldi per pagarti le ferie che hai accumulato, devi prenderle.Tutte. Ho fatto un calcolo, e quindi finisci di lavorare il prossimo mercoledi'".

I genitori ancora non lo sanno, e le colleghe nemmeno.

Ci e' rimasta un pochino male, perche' e' stata proprio una super-silurata.
Poi alla fine si e' detta che pazienza, meglio cosi' dai, avra' piu' tempo per ciondolare per le vie di Parigi, per sorseggiarsi lunghi caffe' e divorare libri, per fare foto insulse e mangiare quantitativi imbarazzanti di croissants e cafe' gourmant.

E allora si, le brucia un pochetto, ma alla fine si consolera'.
E quindi questo e' l'inno della sua giornata, ve lo regala, che magari ne avete bisogno pure voi:
Al minuto 0.28 e' lei.




Alice don't care-atrice

Fun-espace o Funes-pace?

Non vedete l'ora di sghignazzare per l'eternita'? Ecco l'agenzia funebre che fa per voi!
Per un aldila' di burloni, sempre-allegri e amanti dei giochi di parole.


Alice ci passa davanti tutti i giorni per andare alla creche, e tutti i giorni si immagina gente che trucca i morti da pagliacci, con nasi posticci, scarpone colorate e sopracciglie alla Peo Pericoli e dove le bare sono con forme bizzarre: a ciambella, o banana, o sommergibile dei Beatles...


Alice funeralizzatrice