Intanto...
La Mater è atterrata.
Ha portato con sé la solita valigia (fatta di anti-materia e pelle essiccata di Mary Poppins) e ne ha tirato fuori mille pensieri dal sapore e il colore di casa.
Ha passeggiato per le strade ripetendo il suo solito mantra che già aveva coniato quando era venuta a visitarli a Niu Iorke: "proprio come nei film!!"
Ha partecipato, nella preskool dello Gnomo, alla celebrazione di Dwali, la festa delle luci, ed ha socializzato con una nonnina di New Dheli che deve averla trovata simpatica visto che all'uscita la Mater aveva un sacchettino pieno di roba speziata e di dolcini indiani (ed ha giurato ad Alice di non averli rubati).
Ha scoperto l'esistenza dei Malls. Luoghi non luoghi come gli aeroporti o le sale d'attesa del dentista tutti uguali tranne per le insegne. E passa il tempo a dire: "Ma qui ci siamo già stati?" ed Alice passa il tempo a raccontarle una geografia inesistente, fatta di cose da comprare:
No, Mater: qui ci prendiamo la frutta e la verdura, nell'altro cerchiamo i detersivi... e in quello in cui andiamo domani cercheremo il frullatore.
La Mater ha passato 45 minuti in reverente ammirazione dell'acquario della biblioteca assieme allo Gnomo, ed ha letto millemila libri traducendoli dall'inglese in un pittoresco italiano fatto di vocine e di esclamazioni tipo: Ma Santa Mucca!"
Lo Gnomo l'ha dichiarata sua proprietà.
Domani si danno alla preparazione dei costumi (tutta una ricostruzione di scala della barriera corallina... c'è chi fa il presepe vivente, loro fanno i pesci fuor d'acqua)... vista la carenza di tempo, e le scarse doti sartoriali di Alice, sarà già un miracolo se lo Gnomo ne avrà uno.
Intanto, però, è successa una cosa invisibile ma palpabile: Alice ha lasciato il volante, la mollato la mater alla guida e si è messa sul lato passeggero. Ora, e per le prossime due settimane, la trovate lì, godersi il panorama dal finestrino dell'esistenza e non pensare a nulla.
Alice rilassatrice.
Saturday, October 29, 2016
Wednesday, October 19, 2016
Adottiva o non-adottiva?
Premessa:
Alice è una mamma aggettivata. E' una mamma Adottiva. Non ha figli biologici, non ne avrà mai, non sa come sia avere figli biologici e sta bene così.
Quindi, partiamo dal presupposto che lei parla senza sapere, e che non saprà mai.
Ma visto che ha una bocca, e le piace delirare e straparlare e impicciarsi, e un po' in fondo questa cosa la tocca (solo per metà, però!) lei dice la sua.
Voi, ovviamente, siete i benvenuti a dire la vostra.
Secondo Alice una mamma adottiva è diversa da una mamma biologica. Ed un figlio adottivo è diverso da un figlio biologico.
Bon.
L'ha scritto.
Ora. Alice non pensa che ci sia una classifica.
Non è che se sei andata a cercartelo in Papua Guinea e l'ho voluto per 10 anni e blablablabla... lo ami di più.
Non è che se te lo sei tenuto in pancia e l'hai allattato e hai tagliano il cordone ombelicale e ha gli occhi di tuo nonno e i piedi di tuo marito... lo ami di più.
Non è una cosa che ha a che vedere con l'amore.
O con il legame.
O con la gioia.
L'amore è uguale.
L'amore non c'entra una mazza.
Il punto è che l'amore non è tutto.
E' una cosa che ha a che vedere con dove metti lo sguardo, con che strumenti metti in valigia per prepararti ad essere una buona mamma, con i libri che sono sul tuo comodino o nella tua libreria.
E' una cosa che ha a che vedere con le diverse domande che tuo figlio farà, avrà, ascolterà e porterà a casa.
E' una cosa che ha a che vedere con il ricordarsi, sempre, e riconoscere, sempre, che questo figlio è tuo. E non solo. Anzi, che forse tuoi, come dicono tutte quelle menate dell'arco e della freccia e del fiume, non lo sono mai, i bambini... ma che questo bimbo è partito da altrove, che l'arco non sei tu, te al massimo sei aria, o corrente, o rutto di muflone, ed hai la fortuna di soffiare e vederlo andare lontano fin dove vuole arrivare.
E' una cosa che ha a che vedere con l'onorare una famiglia e una cultura in cui spesso non sei cresciuto, e che imparerai con lui (Spesso. Non sempre. Perchè ci sono anche adozioni di familiari, o adozioni domestiche).
E' una cosa che ha a che vedere con il fare spazio.
Non so più chi o dove, ma da qualche parte si usava mettere un piatto in tavola per eventuali ospiti, viandanti, gente di passaggio. Ecco, è un po' il ricordarsi e l'impegnarsi per tenere un piatto in tavola, davanti ad una sedia che alle volte, purtroppo è vuota. E' garantire a tuo figlio, adottivo, quello spazio lì. Un posto emotivo (e se si è fortunati anche fisico) per quella famiglia primordiale, o prima, o biologica, o naturale, chiamatela come volete.
E' ricordarsela.
E' ricordargliela.
Ad ascoltare le voci dei bimbi adottati, che ora bimbi non sono più ed hanno 30, 40, 50 anni, il dono più grande che gli si può fare è una cosa davvero semplice. E' non fare finta che non siano adottati.
E quindi no, secondo Alice una mamma adottiva non è uguale ad una mamma biologica.
Amano dello stesso amore irrazionale e viscerale, né più né meno, ma il loro lavoro è diverso.
E non basta l'amore! In cosa mai nella vita basta l'amore?!
Serve lavoro, che diamine.
Alice si è un po' stufata di questa favola bella per cui "con l'ammmore si supera tutto"... Amore amore... Baglioni, non hai capito una mazza! Perchè se c'è l'amore e poi manca la pazienza, l'attenzione, l'empatia, l'ironia, l'energia, la voglia di migliorare, di capire, di esserci, di incazzarsi, di chiedersi scusa, di provare, di ridere, di consolare, di ricominciare da capo domani... Che cacchio ce ne facciamo dell'amore?!? Lo accartocciamo nei baci perugina.
Se nel giardino avete una pianta di limoni ed un'orchidea solo una bestia del giardinaggio come Alice potrebbe dire: "ma sì, in fondo sono sempre piante, no? Le si cura tutte allo stesso modo! Semplicemente amale! E poco importa se a loro serve un terreno diverso, se uno vuole l'ombra l'altra la luce, se sopportano temperature diverse... Amatele! vedrete che meraviglia!"
(Ed Alice infatti lo fa. E l'orchidea muore dopo 48 ore, il bonsai si secca dopo 5 giorni e la desertificazione avanza).
E prima che lo diciate voi lo dice Alice:
Ogni figlio, biologico o adottato, è diverso, unico irripetibile. Si sa.
Pure due gemelli omozigoti sono diversi, unici, irripetibili nel loro sentire e vedere il mondo. Si sa.
E probabilmente ogni orchidea è diversa, unica e irripetibile.
Detto questo, non ha senso insistere e trattarla come una pianta di limoni.
E' un'orchidea.
Una splendida, meravigliosa orchidea.
E se non ne riuscite ad apprezzarne e riconoscerne l'unicità, forse vi conviene semplicemente coltivare limoni, e farvi una limonata.
Alice adoratrice
p.s. E se vi interessa il tema, Slicing Potato qui racconta, molto meglio di me, questo "sentirsi mamme adottive"
Alice aveva scritto, un mesetto fa, questa cosa qui.
C'erano stati un sacco di commenti interessanti, tra cui un paio di amici virtuali che l'avevano fatta rimuginare a lungo, soprattutto sull'idea di mamma (e punto) e di mamma adottiva... è la stessa cosa? E' uguale?
Si?
No?
Forse?
Questo post è il risultato sconclusionato di tutto quel rimuginare.
(Qui una diapositiva di Alice che medita).
Alice è una mamma aggettivata. E' una mamma Adottiva. Non ha figli biologici, non ne avrà mai, non sa come sia avere figli biologici e sta bene così.
Quindi, partiamo dal presupposto che lei parla senza sapere, e che non saprà mai.
Ma visto che ha una bocca, e le piace delirare e straparlare e impicciarsi, e un po' in fondo questa cosa la tocca (solo per metà, però!) lei dice la sua.
Voi, ovviamente, siete i benvenuti a dire la vostra.
Secondo Alice una mamma adottiva è diversa da una mamma biologica. Ed un figlio adottivo è diverso da un figlio biologico.
Bon.
L'ha scritto.
Ora. Alice non pensa che ci sia una classifica.
Non è che se sei andata a cercartelo in Papua Guinea e l'ho voluto per 10 anni e blablablabla... lo ami di più.
Non è che se te lo sei tenuto in pancia e l'hai allattato e hai tagliano il cordone ombelicale e ha gli occhi di tuo nonno e i piedi di tuo marito... lo ami di più.
Non è una cosa che ha a che vedere con l'amore.
O con il legame.
O con la gioia.
L'amore è uguale.
L'amore non c'entra una mazza.
Il punto è che l'amore non è tutto.
E' una cosa che ha a che vedere con dove metti lo sguardo, con che strumenti metti in valigia per prepararti ad essere una buona mamma, con i libri che sono sul tuo comodino o nella tua libreria.
E' una cosa che ha a che vedere con le diverse domande che tuo figlio farà, avrà, ascolterà e porterà a casa.
E' una cosa che ha a che vedere con il ricordarsi, sempre, e riconoscere, sempre, che questo figlio è tuo. E non solo. Anzi, che forse tuoi, come dicono tutte quelle menate dell'arco e della freccia e del fiume, non lo sono mai, i bambini... ma che questo bimbo è partito da altrove, che l'arco non sei tu, te al massimo sei aria, o corrente, o rutto di muflone, ed hai la fortuna di soffiare e vederlo andare lontano fin dove vuole arrivare.
E' una cosa che ha a che vedere con l'onorare una famiglia e una cultura in cui spesso non sei cresciuto, e che imparerai con lui (Spesso. Non sempre. Perchè ci sono anche adozioni di familiari, o adozioni domestiche).
E' una cosa che ha a che vedere con il fare spazio.
Non so più chi o dove, ma da qualche parte si usava mettere un piatto in tavola per eventuali ospiti, viandanti, gente di passaggio. Ecco, è un po' il ricordarsi e l'impegnarsi per tenere un piatto in tavola, davanti ad una sedia che alle volte, purtroppo è vuota. E' garantire a tuo figlio, adottivo, quello spazio lì. Un posto emotivo (e se si è fortunati anche fisico) per quella famiglia primordiale, o prima, o biologica, o naturale, chiamatela come volete.
E' ricordarsela.
E' ricordargliela.
Ad ascoltare le voci dei bimbi adottati, che ora bimbi non sono più ed hanno 30, 40, 50 anni, il dono più grande che gli si può fare è una cosa davvero semplice. E' non fare finta che non siano adottati.
E quindi no, secondo Alice una mamma adottiva non è uguale ad una mamma biologica.
Amano dello stesso amore irrazionale e viscerale, né più né meno, ma il loro lavoro è diverso.
E non basta l'amore! In cosa mai nella vita basta l'amore?!
Serve lavoro, che diamine.
Alice si è un po' stufata di questa favola bella per cui "con l'ammmore si supera tutto"... Amore amore... Baglioni, non hai capito una mazza! Perchè se c'è l'amore e poi manca la pazienza, l'attenzione, l'empatia, l'ironia, l'energia, la voglia di migliorare, di capire, di esserci, di incazzarsi, di chiedersi scusa, di provare, di ridere, di consolare, di ricominciare da capo domani... Che cacchio ce ne facciamo dell'amore?!? Lo accartocciamo nei baci perugina.
Se nel giardino avete una pianta di limoni ed un'orchidea solo una bestia del giardinaggio come Alice potrebbe dire: "ma sì, in fondo sono sempre piante, no? Le si cura tutte allo stesso modo! Semplicemente amale! E poco importa se a loro serve un terreno diverso, se uno vuole l'ombra l'altra la luce, se sopportano temperature diverse... Amatele! vedrete che meraviglia!"
(Ed Alice infatti lo fa. E l'orchidea muore dopo 48 ore, il bonsai si secca dopo 5 giorni e la desertificazione avanza).
E prima che lo diciate voi lo dice Alice:
Ogni figlio, biologico o adottato, è diverso, unico irripetibile. Si sa.
Pure due gemelli omozigoti sono diversi, unici, irripetibili nel loro sentire e vedere il mondo. Si sa.
E probabilmente ogni orchidea è diversa, unica e irripetibile.
Detto questo, non ha senso insistere e trattarla come una pianta di limoni.
E' un'orchidea.
Una splendida, meravigliosa orchidea.
E se non ne riuscite ad apprezzarne e riconoscerne l'unicità, forse vi conviene semplicemente coltivare limoni, e farvi una limonata.
Alice adoratrice
p.s. E se vi interessa il tema, Slicing Potato qui racconta, molto meglio di me, questo "sentirsi mamme adottive"
Sunday, October 16, 2016
Usanze e costumi
Per essere sicura, ed avere il tempo di creare l'abituale obbrobrio artigianale, Alice questa settimana ha posto allo Gnomo, un giorno sì e uno no, sempre la stessa domanda :
Alice: "Gnomo da cosa vuoi travestirti per Halloween?"
Gnomo: Da Nemo.
Alice: "Gnomo da cosa vuoi travestirti per Halloween?"
Gnomo: Da Nemo. E papà è Crush, la tartaruga.
Alice: "Gnomo da cosa vuoi travestirti per Halloween?"
Gnomo: Da Nemo. E papà è Crush, la tartaruga. E tu sei l'anemone.
Alice: "Gnomo da cosa vuoi travestirti per Halloween?"
Gnomo: Da Nemo, poi papà è Crush tartaruga, tu sei l'anemone... e la nonnina un pesce di profondità. Ma contento.
Ora Alice ha smesso di chiederlo, perchè sennò finisce che l'intera famiglia più la popolazione di Mirafiori Sud si ritrova convocata per la creazione di un diorama vivente della barriera corallina.
Alice anemonizzatrice.
Alice: "Gnomo da cosa vuoi travestirti per Halloween?"
Gnomo: Da Nemo.
Alice: "Gnomo da cosa vuoi travestirti per Halloween?"
Gnomo: Da Nemo. E papà è Crush, la tartaruga.
Alice: "Gnomo da cosa vuoi travestirti per Halloween?"
Gnomo: Da Nemo. E papà è Crush, la tartaruga. E tu sei l'anemone.
Alice: "Gnomo da cosa vuoi travestirti per Halloween?"
Gnomo: Da Nemo, poi papà è Crush tartaruga, tu sei l'anemone... e la nonnina un pesce di profondità. Ma contento.
Ora Alice ha smesso di chiederlo, perchè sennò finisce che l'intera famiglia più la popolazione di Mirafiori Sud si ritrova convocata per la creazione di un diorama vivente della barriera corallina.
Alice anemonizzatrice.
Sunday, October 9, 2016
Deliri e Follie...
C'era un Tamarro delle Giostre (presente? Il tipo con il bomber che passa il pomeriggi sul Tagadà per vedere le mutande delle ragazze con la gonna? Quello che spende 45 euro nel punching-ball?) che a furia di sbattere sulle auto-scontro aveva perduto il senso di realtà (e l'olfatto).
E poi c'era la mia prof. di matematica delle superiori, quella che puzza un po' di naftalina, ha l'aria da arpia ma alla fine ti dà la caramellina alla violetta quando arrivi alla fine della funzione.
I due erano al bar, e tentavano invano di discutere le notizie di Cronaca Qui, ma il Tamarro delle Giostre tirava il cornetto e urlava "poppatemelo!" "E' un gomblotto!" mentre la prof. di Matematica sospirava e cercava di regalargli un vocabolario.
Alice ha guardato il dibattito Hillary-Trump.
E' arrivata alle 22.50 con un senso di nausea e una voglia di picchiare qualcuno fortissima.
E comunque, lei vorrebbe istituire una nuova regola per cui se un candidato interrompe l'altro c'è uno Scuzzettatore Professionista (o Battitore del Dibattito?) che lo mena. Ma forte.
Alice dibattitrice
E poi c'era la mia prof. di matematica delle superiori, quella che puzza un po' di naftalina, ha l'aria da arpia ma alla fine ti dà la caramellina alla violetta quando arrivi alla fine della funzione.
I due erano al bar, e tentavano invano di discutere le notizie di Cronaca Qui, ma il Tamarro delle Giostre tirava il cornetto e urlava "poppatemelo!" "E' un gomblotto!" mentre la prof. di Matematica sospirava e cercava di regalargli un vocabolario.
Alice ha guardato il dibattito Hillary-Trump.
E' arrivata alle 22.50 con un senso di nausea e una voglia di picchiare qualcuno fortissima.
E comunque, lei vorrebbe istituire una nuova regola per cui se un candidato interrompe l'altro c'è uno Scuzzettatore Professionista (o Battitore del Dibattito?) che lo mena. Ma forte.
Alice dibattitrice
Pumpkin patch
Lo Gnomo ha visto delle zucche decorate al supermercato ed ha fatto esplicita richiesta: "Pure io voglio fare la faccia sul panpink!"
E quindi ieri lui e Alice andarono alla fattoria qui vicino, dove si pagano 8 dollari per entrare e si viene proiettati in un mondo parallelo, un luogo tipo il rifugio del Quintino Sella... che tenta di spacciarsi per Mirabilandia, con lucine, giochi, musicisti e giri in trattore.
Arrivati davanti al pumpkin patch Alice disse: "Gnomo, eccoli, ora scegline uno"
"Certo!"
E lo Gnomo partì alla velocità della luce, manco il pumpkin lo stesse chiamando come l'anello di Frodo...
E non ritornò.
Restò al fondo del campo per tipo 30 minuti a allineare e organizzare le quadriglie e gli allineamenti, creando mandala monocromatici ma molto geometrici.
"Gnomo, ne prendiamo uno solo..."
"Si si... ma prima bisogna guardarli per bene... non li ho visti ancora tutti... Oh! Guarda un po' questo qui!"
...
Una volta ricreata la mappa topografica degli arrondissement di Parigi con le zucche arancioni ha scelto la più grossa in assoluto e ci si è seduto dicendo: "Questa è proprio perfetta. Ora sediamoci a guardarli per bene".
Vi abbiamo presentato: "Lo Zen e la Contemplazione dell'Orto".
(Qui sotto lo Gnomo che Balla con i Pumpkins)
Alice zuccatrice
(Prossimamente una diapositiva della zucca-futurista-astratta)
E quindi ieri lui e Alice andarono alla fattoria qui vicino, dove si pagano 8 dollari per entrare e si viene proiettati in un mondo parallelo, un luogo tipo il rifugio del Quintino Sella... che tenta di spacciarsi per Mirabilandia, con lucine, giochi, musicisti e giri in trattore.
Arrivati davanti al pumpkin patch Alice disse: "Gnomo, eccoli, ora scegline uno"
"Certo!"
E lo Gnomo partì alla velocità della luce, manco il pumpkin lo stesse chiamando come l'anello di Frodo...
E non ritornò.
Restò al fondo del campo per tipo 30 minuti a allineare e organizzare le quadriglie e gli allineamenti, creando mandala monocromatici ma molto geometrici.
"Gnomo, ne prendiamo uno solo..."
"Si si... ma prima bisogna guardarli per bene... non li ho visti ancora tutti... Oh! Guarda un po' questo qui!"
...
Una volta ricreata la mappa topografica degli arrondissement di Parigi con le zucche arancioni ha scelto la più grossa in assoluto e ci si è seduto dicendo: "Questa è proprio perfetta. Ora sediamoci a guardarli per bene".
Vi abbiamo presentato: "Lo Zen e la Contemplazione dell'Orto".
(Qui sotto lo Gnomo che Balla con i Pumpkins)
Alice zuccatrice
(Prossimamente una diapositiva della zucca-futurista-astratta)
Tuesday, October 4, 2016
How I met your brother
Ha la tua stessa fossetta.
I tuoi stessi occhi incredibilmente blu.
Lo stesso serafico approccio alla vita.
L'hai guardato tenendoti a debita distanza.
E' in assoluto il primo bebè che ti capita di osservare.
Hai chiesto "perchè non parla?" "perchè non mangia?" "perchè non cammina?" "...ma è contento?"
L'hai studiato avvicinandoti piano, soprattuto quando stava a saltellare nel bouncer.
L'hai accarezzato e baciato, ma solo quando era in braccio a me, per poi scappare a nasconderti emozionato tra le gambe di qualcuno.
I regali più che darglieli glieli hai lanciati o paracadutati vicino.
E' stato un primo incontro proprio un po' da voi.
Discreto.
L'augurio è che questo sia il primo di tanti incontri.
Perchè crescerete, Gnomo.
Non so se uguali, o diversi.
Ma spero che nella sua vita ci sia sempre un posto per te. E che, nella tua, ci sia sempre un posto lui.
Alice auguratrice
I tuoi stessi occhi incredibilmente blu.
Lo stesso serafico approccio alla vita.
L'hai guardato tenendoti a debita distanza.
E' in assoluto il primo bebè che ti capita di osservare.
Hai chiesto "perchè non parla?" "perchè non mangia?" "perchè non cammina?" "...ma è contento?"
L'hai studiato avvicinandoti piano, soprattuto quando stava a saltellare nel bouncer.
L'hai accarezzato e baciato, ma solo quando era in braccio a me, per poi scappare a nasconderti emozionato tra le gambe di qualcuno.
I regali più che darglieli glieli hai lanciati o paracadutati vicino.
E' stato un primo incontro proprio un po' da voi.
Discreto.
L'augurio è che questo sia il primo di tanti incontri.
Perchè crescerete, Gnomo.
Non so se uguali, o diversi.
Ma spero che nella sua vita ci sia sempre un posto per te. E che, nella tua, ci sia sempre un posto lui.
Alice auguratrice
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