Thursday, November 30, 2017

quando le montagne (di germi) vanno da Maometto

Italia.
Bambino malato? 
Lo lasci in pigiama, ti fai un caffè, chiami il medico che viene a casa a visitarlo e che ti fa il foglio giustificativo per il lavoro. 
Fine.


Francia.
Bambino malato? 
Chiami 3 medici che ti dicono che non hanno posto, ne trovi uno con un buco, trascini il bambino (con 39.4 di febbre e l'allegria contagiosa di un guerriero dell'Apocalisse) fuori dal letto, lo vesti, lo imbraghi, lo carichi su un autobus, lo lasci a pascolare in una sala d'aspetto per 40 minuti, dove è pieno di micro bambini e te hai il terrore che il tuo diffonda la peste e potessi lo avvolgeresti nel domopack come un arancino da asporto, lo spogli, te lo visitano, ti fanno il foglio giustificativo per il lavoro e ti rimandano a casa dicendo: "mi raccomando, deve risposarsi".
...
Dici?

Poi, visto che a noi ci piace fare le cose in grande, becchi pure la PRIMA nevicata dell'anno, che dura esattamente il tempo necessario per coprire la distanza dalla fermata dell'autobus alla porta del dottore.

Fortuna che domani è venerdì.

Alice brontolatrice

14 comments:

  1. ehm, io sto in Italia ma la pediatra col cavolo che viene a casa, è già tanto se ti risponde al telefono e ti fa un primo consulto a voce mentre ti fissa l'appuntamento. Ma comunque il bambino/a con 39.4 di febbre ce lo/a devi portare. E farlo aspettare nella sala d'aspetto con altri suoi compari pure malati (perchè la mia pediatra è Santa ed avanti e cerca di non mischiare i malati con le visite filtro ai bimbi sperabilmente sani)

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    1. Ma noooooo!!!
      Ma allora io sono l'ultima generazione ad avere il dottore che veniva a casa?!?
      Tristessaa.....

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  2. Mi spiace toglierti un'illusione ma visite pediatriche a domicilio non si fanno più nemmeno in italia da anni, gli ultimi domiciliari che ho fatto riguardavano bimbi non trasportabili con leucemie, ossigeno dipendenti o con gravi sindromi

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    1. Ecco, vedi? Mi crolla un mito!
      Alimentato anche da fatto che noi, quando siamo stati in Italia "da stranieri" ed abbiamo avuto bisogno di un pediatra, abbiamo sempre ricevuto il medico a casa (ovviamente pagato, e mica poco)... e nel mio immaginario di Pollyanna quella era la normalità italica! :(

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  3. Sabato e' venuto a casa il medico belga in bicicletta a visitarmi Attila che aveva il vomito a proiettile e il febbrone...non vedevo un medico a domicilio dal 1979 credo :-D

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    1. Via! Tutti ad ammalarsi in Olanda!! Tra l'altro, il medico in bicicletta è un super figo, una roba da telefilm anni '50! Spero Attila stia meglio, un abbraccio da un lato all'altro di questo fiume di svomitazzamento!

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  4. Confermo: le visite a domicilio io non le ho mai viste. Ho tre figli e li ho sempre dovuti portare in studio dalla pediatra, magari anche lei attenta a non mischiare i malati con i sani, ma nulla di più! Se la situazione sembra essere troppo grave per lo studio pediatrico l'indicazione è di portarli direttamente al pronto soccorso, ma mai assistiti "ai domiciliari" ;)

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    1. Marina, che tristezza! A me pare una roba talmente controproducente... pensavo fosse una follia francese, invece è una follia dei tempi che avanzano evidentemente!

      :(

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  5. "Deve riSposarsi"? :D Lapsus freudiano? Spero di no per il Grinta! ;)

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  6. Milano, Italia, anno del Signore 2017
    Sono una bimba un po' cresciuta, nata nel 1965. Soffro di una forma grave di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). In preda a grave crisi respiratoria, una mattina dello scorso luglio chiamo il medico, disperata. Non sono in grado di camminare per casa, figuriamoci andare a piedi o in macchina nello studio del medico. Non respiro, mi sento morire, ho i bronchi completamente ostruiti. Chiamo il medico chiedendogli di venire a visitarmi a casa. Mi risponde "si faccia ricoverare". Replico che non posso, che vivo sola, che non so a chi affidare il gatto così, su due piedi, se mi tengono in ospedale, ma che ho bisogno di cure immediate. Mi risponde "Va be', allora vengo oggi pomeriggio". Chiedo a che ora e mi dice "Non lo so". Attendo, paziente (letteralmente!), fino a sera, ma il medico non viene. La mattina dopo sto pure peggio e sto medito di chiamare l'ambulanza, nascondere il mio gatto nella borsa e portarmelo in ospedale (only kidding). Attendo un'altra giornata intera, ma il medico non arriva. Verso le sette di sera gli telefono: il cellulare squilla più volte, ma lui non mi risponde. Passa la notte: un inferno in cui credo di morire. La mattina dopo lo chiamo in studio e finalmente lo trovo. Non si scusa neppure, risponde a monosillabi. Sono un po' alterata. Finalmente nel pomeriggio viene. Mi inietta cortisone, mi prescrive mille farmaci che non so chi mandare a comprare, anche perché devo prima passare a ritirare la ricetta fatta al computer nel suo studio. Mi prescrive l'ossigeno. Che arriva, dopo mille telefonate incazzate (fatte da una che non riesce a respirare) solo al quarto giorno, quando ormai mi sento spacciata.
    Questa è l'Italia, baby.

    (NB: l'ultima visita a domicilio fatta in giornata di un medico di base risale, credo, al 1975, quando avevo dieci anni e vivevo ancora nelle Langhe, con l'aria buona.)

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    1. mamma mia, che storia terribile!
      Spero che tu stia meglio, un abbraccio a te... e al tuo gatto.

      Alice abbracciatrice

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    2. Grazie, cara. Ora va un po' meglio, ma la BPCO è una brutta bestia. Seguo sempre il tuo blog con piacere e interesse. Io e Odino De Gattis ricambiamo l'abbraccio!

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    3. È quello che si intravede nella foto del mio avatar, by the way.

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edddaì, blatera un po' con me!