GIUGNO
PREMESSA (che non c'entra molto)
L'Elfo e il mondo della scrittura in corsivo (l'unica scrittura accettabile nelle scuole francesi) sono due rette parallele tendenti all'infinito.
Se da un lato é un'enciclopedia ambulante e logorroica, che vomita 5 termini tecnici al secondo, e in grado anche di dirti COME si scrivono le parole... nel momento in cui gli tocca schiacciarle e intrappolarle sul foglio è un disastro.
Le lettere scappano, salgono, scendono fregandosene del rigo che dovrebbe tenerle a bada. Si ingrossano come dirigibili o si accavallano e schiacciano una sull'altra come su un autobus nell'ora di punta, perdono pezzi lungo la strada, si invertono, ne scompaiono due e ne arriva una che non c'era.
Le E diventano L, le A diventano O; la T ribelle e stilosa mette il trattino al contrario come il cappellino di Eminem, la M perde perennemente una gamba la G si ritrova sempre riflessa e sottosopra... insomma, per rilegge una riga scritta dall'Elfo serve una Stele di Rosetta.
Non solo, ma tutto prende dei tempi lunghi, lunghissimi. Tutto prende un sacco di energia, e di frustrazione, e di fastidio, e quindi ogni parola si trasforma in una guerra.
Da un anno una logopedista e l'Elfo si incontrano, al giovedì alle 11.30, alleati per epiche battaglie contro la lingua francese. Che comunque, se uno è disgrafico, è una bella merda di lingua, diciamocelo.
Da un anno quindi, al giovedì, Alice va a prendere l'Elfo a scuola, vanno dalla logopedista, mangiano un panino sul bus, passano da casa e poi lei lo rilancia dentro la scuola giusto in tempo prima della campanella di fine dell'intervallo.
SVOLGIMENTO
È l'inizio di giugno; c'è aria di primavera, ed è giovedì. Alice e l'Elfo sono stati dalla logopedista, passano da casa come al solito ma quando è il momento di rientrare a scuola, l'Elfo si presenta alla porta, con aria vaga...
e con addosso un vestitino a fiori.
"Elfo, già lo sai, non a scuola"
"Mamma, ci ho pensato bene, ci ho pensato tutta la notte... e sono pronto. Voglio mettere il vestito per andare a scuola"
"Elfo, son contenta che tu sia pronto, davvero... ora bisogna preparare gli adulti però, quindi prima mi fai parlare con il direttore e la tua maestra, e quando loro dicono che non c'è problema tu metti il vestito"
"che sciocchezza! C'è un sacco di persone che mettono il vestito a scuola e la maestra non dice nulla"
"Elfo, lo so, ma ne abbiamo parlato, non fare l'avvocato. Discuto con il preside e poi potrai mettere il vestito... tu sei pronto, perfetto! Fammi preparare anche gli adulti"
"Allora domani" concede rabbioso " domani me lo metto"
"no, lo metti quando gli adulti sono pronti anche loro, ora levalo, dai, e andiamo che è tardi"
Davanti alla porta c'è il preside "Eccolo lì, mamma, tu gli parli e glielo dici, eh, che io domani metto il vestito..."
"sei logorroico e martellante... sì, gli parlo! Ora entra in classe"
"... buongiorno preside. Le rubo un minuto... lo vede quell' Elfo? Domani vuole venire con un vestito. Gli ho detto che serviva la vostra autorizzazione... Che famo, l'accendiamo?"
Il preside di sicuro si accende perché diventa un bel bel rosso carminio, ma non perde un colpo:
" capisco, certo, certo, mi dia solo 48 ore di tempo, mando un'email a tutto il personale scolastico, lo preparo, se hanno domande hanno il tempo di venire a vedermi... magari la sua maestra ne parla anche un attimo in classe e poi via, può venire con auel che vuole"
Alice ringrazia, riparte e pensa che meglio di così non poteva andare.
All'uscita della scuola la maestra dell'Elfo ferma Alice, per un colloquio d'urgenza:
Mai successo prima ( l'Elfo é uno con la testa fra le nuvole, che si distrae, che fa rotolare le matite a terra, cade dalla sedia... ma che a scuola tiene sempre un basso profilo, ama le regole, ha orrore delle punizioni e soprattutto gli fanno paura i gesti vuolenti, quindi quando c'è zuffa in cortile lui parte nella direzione opposta).
Mentre saliamo le scale, in italiano, chiede all' Elfo : "Tu sai perchè mi vuole parlare? Siamo nei guai?"
"Quando sono tornato in classe ho alzato la mano, mi sono messo in piedi ed ho detto che da domani verrò a scuola con un vestito, che lo dicevo così erano preparati, e lo sapevano... e che avevo il diritto di mettermi quello che volevo"
Alice lo guarda con un misto di incredulità e ammirazione: "ma ti avevo detto che parlavo con il preside..."
"E io ho parlato con la maestra, così siamo a posto, no mamma?"
Voilà.
Dopo una chiacchierata a 4 (è arrivato pure il preside) sono usciti di lì ed erano un po' emozionati.
Che a pensarci; tutto 'sto casino per un vestito e millemila adulti che devono pianificare, preparare, discutere... fa ridere, mancol'Elfo volesse andare a scuola nnudo, che diamine... piú che un vestito pareva 'na rivoluzione.
E comunque la nostrq piccola rivoluzione é che da giugno l'Elfo i vestiti se li mette pure per andare alla scuola nella banliù, e se ne fotte delle prese in giro e anzi, delle volte sa attaccare dei pipponi strepitosi sulla libertà individuale e sul diritto di vestirsi come ci fa stare bene.
Sempre con il ruggente leopardato... |
... resta da risolvere sto problemino del leopardato....
Alice vestitizzatrice.