Tuesday, May 1, 2018

Italianitá

Alice é italiana. Ma non vive in Italia da oltre 10 anni, ed ha fatto 4 traslochi intercontinentali.
Lo Gnomo é americano, ma anche tante altre robe.
Vivono in Francia da 9 mesi.
Sono stati in America per 8 anni.
Sono insomma un po' confusi.

Su un post di Slicing, c'era un commento interessante che chiedeva: "Come mai é importante, per voi italiani all'estero, trasmettere l' "italianitá?" Perché é importante che i vostri figli sentano l'Italia come il loro paese? Come mai ci tenete a raccontare il 25 aprile a 'sti scriccioli?"

Alice aveva iniziato a rispondere lí, poi, visto che é affetta da diarrea verbale, si é detta "meglio andare a delirare a casa mia che stare qui e scrivere commenti lunghi quanto il bugiardino dell'antibiotico..."
E quindi, in onore della festa dei lavoratori, ecco qui il suo sproloquio.



Alice, appunto, é italiana. 
E pure lei, come Gaber, si dice "Per fortuna o putroppo lo sono".



É cresciuta con gli odori, i ritmi, i suoni, le feste e le tradizioni italiane. Prima di andarsene mica lo sapeva eh, mica ci faceva caso... era una roba sottile e invisibile come la fotosintesi clorofilliana, per dire. Mica stai lí a pensarci! Respiri e basta.

Anzi, diciamo che Alice é un po' come una sardina.
Fino a quando stava nel suo grosso, immenso banco di pesci, in cui erano tutte uguali l'una all'altra, mica si faceva le pippe pensando all' unicitá del suo essere sardina, alla sua sardinitudine... É quando si é ritrova sola, un punticino che brillava nel mare, che si é resa conto che magari gli altri pesci non brillavano mica come lei, che non erano come lei, che non mangiavano quello che mangiava lei, che non nuotavano come lei, che mica nell'oceano esistono solo le sardine!  Che tante cose che lei attribuiva alla "pescitudine"erano in realtà solo aspetti della "sardinitudine"... che oltre alle  sardine ci sono tonni, pesci pagliaccio, polipi...
E improvvisamente, lei che é sempre stata sardina, ma non le era mai fregato nulla di sapere cosa fosse... si é resa conto per la prima volta di esserlo, volente o nolente: "Diamine... Sono una sardina!? Sono proprio una sardina...azz".

Alice per esempio ha tutto un calendario interiore, che nessuno attorno a lei ormai riconosce piú:

- Gennaio é la Befana, questa sconosciuta, il carbone nero, la calza, e il suo compleanno festeggiato con il pandoro e il panettone (perché sono ancora in giro e sono il cibo degli Dei... ) e poi i giorni della Merla.
- Febbraio é il carnevale, con le bugie ripiene, i carri, i coriandoli, e la Caccia al Primino.
- Marzo a Torino é nebbia, pioggia, le prime giornate di sole... e una valanga di mimose per la festa della donna.
- Aprile pazzerello, vedi il sole e prendi l'ombrello, é  appunto il 25 aprile, e lei fin da piccola veniva portata in piazza, si andava alla manifestazione e poi si partiva tutti assieme a fare la grigliata con gli amici del Pater. 
- Maggio era la festa del Maglio, di nuovo la manifestazione in piazza, e poi lo struscio sotto i portici, il profumo dell'erba tagliata, i controviali che ritornano verdi.
- Giugno, fine della scuola! Gavettoni, giornate lunghe, il faló di San Giovanni, i fuochi dal ponte della Gran madre.
- Luglio é estate ragazzi, la piscina, le ginocchia sbucciate, il cemento che si fonde sotto le suole, la radio tutto il giorno, i primi concerti all'aperto e il cinema in piazza.
- Ferragosto era la cittá chiusa, le saracinesche abbassate, i temporali estivi e un gelato appiccicoso che cola.
- Settembre é l'odore della polvere ferrosa delle rotaie dei tram, mentre si aspetta alla fermata e ricomincia la scuola.
In autunno c'era a vendemmia e l'odore dei tini che stordiva, in inverno le caldarroste, che per pelarle ti facevi malissimo e ti si ficcavano le bucce sotto le unghie.
- Novembre, Tutti i Santi, il giro al cimitero, e poi piano piano giá si sentiva Natale che arrivava... 
-  Dicembre era Natale, i presepi, le letterine, Capodanno con il cenone e tutti a contare assieme alla tivú. 

E poi si ripartiva, in un tondo rassicurante e prevedibile di tempi e spazi scontati tra i quali é facile orientarsi.

Tutti i tanti riferimenti culturali che Alice ha sempre dato per "scontato"... sono italiani.
(Nel tempo si sono aggiunti tanto altri pezzi, toppe che di italiano non hanno nulla, ma questo é un altro post!)

Lei questo calendario (o almeno dei pezzetti) - assieme alle storie, ai suoni, alle canzoni, ai sapori che si porta dentro li racconta allo Gnomo, li spiega, prova a regalarglieli. 
Perché non condividerli, non raccontarli, non passarli allo Gnomo sarebbe come "nascondere" e tenere per sé un pezzo di lei. Un pezzetto che seppure piccolo, rappresenta tanto, tantissimo... un po' come le fondamenta di un edificio. Non é certo il TUTTO, e magari sono pure un po' malmesse... ma reggono la baracca.

Ecco.
Aggiungiamoci poi che lo Gnomo é adottato, che ha un altro paio di radici che vanno coltivate e curate e raccontante.
Aggiungiamoci che vivono in un posto "straniero" per tutti loro, ma che - si spera - col tempo lui sentirá come casa, e crescerá in questa una nazione e con questa lingua in cui si identificherá.
Alice spera che lo Gnomo crescendo si senta Francese, ma anche Italiano, Americano, Irlandese... Che sappia nuotare con delle Sardine, mangiare con i Pesci Pagliaccio, parlare con i Tonni...
Perché la sua speranza é che possa "capire" e sentirsi a casa in tutti i paesi in cui ha  qualcuno che lo ama...
E la sua paura é che possa non sentirsi a casa davvero da nessuna parte.


Alice Sardinizzatrice (e Italianizzatrice)

18 comments:

  1. :) E io invece in mezzo alle sardine ci sono finita veramente! Ogni tanto ti leggo Alice -izzatrice. Un saluto da una greca che è finita in Sardegna ma cerca comunque trasmettere la sua grecità, perché alla fine ognuno metta a tavola ciò che ha! E spero che i miei figli si sentano oltre che Sardi e Italiani, anche un po' Greci e un po' Nigeriani!

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    1. Ciao!! bello leggerti! :)

      Sí, credo che sia proprio come dici tu: "alla fine ognuno mette a tavola ció che ha"... e speriamo che i nostri bimbi abbiano molteplici radici, forti e profonde. Un abbraccio

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  2. Le radici sono per terra e per aria, sono ricordi e racconti di ricordi, sono sapori e colori che un po' ravviviamo e un po' sbiadiscono. Qualsiasi cosa diventeranno questi vostri bimbi iridati, sperano apprezzino lo sforzo di equilibrio che ha circondato le loro infanzie e che sappiano danzare su questi fili tesi tra le nazioni

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    1. Grazie Amanda. Come al solito hai le parole e le immagini giuste per spiegare il caos che ho in testa <3

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  3. Teneramente geniale e simpatica come sempre per descrivere sentimenti e sensazioni che sono certa si trovino in ogni sardina italiana che si rispetti, decisamente si trovano in me. Io oltre che essere italiana che vive all'estero da quasi tredici anni, sono anche un po' lenta e ci ho messo un po' a capire che i riferimenti culturali del mio compagno inglese erano piuttosto diversi dai kiei e viceversa e quindi ci sono stati non pochi intoppi nella comunicazione. Ogni tanto se ne esce con una canzone e mi chiede se me la ricordo...ma si dai, quella del programma per bambini che facevano alla tal ora e bla bla...beh in Italia no , non ce l'avevamo. E lui ...ma dai? Davvero? Facciamo ancora a gara a chi produce i biscotti più buoni, con i baiocchi non c'è storia...vince sempre la nostra bella Italia, almeno su questo! Lo gnomo sarà comodo e felice in ogni posto del mondo perché con una famiglia come la vostra non potrà essere altrimenti, ne sono certa.

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    1. hahaha! Sí anche noi ogni tanto, con i nostri amici americani, o turchi o francesi abbiamo quei momenti: "Ah, come in quella pubblicitá/spettacolo/fumetto... presente?" "ahemmm... no, da non non c'era credo" "Ah, giá, beh, fa niente... era divertente eh!" :-D

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  4. eccomi qua, grazie della risposta (che poi slicing l'ho scoperta leggendo te, quindi e' un po' un cerchio che si chiude). leggendoti mi sono trovata diversissima da te, io andando via ho sviluppato un forte disicanto su quella che, tra me e me, perdonami se sono brusca, retorica delle radici. mi sono liberata di molti fardelli, ho tenuto stretti tanti ricordi preziosi, non necessariamente italiani, ma profondamente legati alla mia infanzia. forse il punto e' che non mi ritrovo simili ai miei conterranei, di sicuro sono molto in conflitto con la mia storia familiare e cerco di distanziarmene, forse e' solo che tusei piu' serena nel ripensare alla tua vita da bambina, alla tua famiglia. le giornate come il 25 aprile in italia, o gli equivalenti in grecia, non mi commuovono piu', anzi. vivere in un altro paese mi ha reso molto piu' apolide per scelta, scettica rispetto a confini e celebrazioni nazionali. io desidero tantissimo che i miei figli non si sentano legati ad un paese, a un luogo fisico, vorrei che avessero chiaro che la nostra casa e' il mondo, la nostra responsabilita' e' il mondo, e non si sentissero piu' affini a qualcuno, piu' sardine, non so come dire...
    (che poi vivo una grande contraddizione perche', invece, tendo a considerare, criticare ed essere insofferente con la grecia tutta, in realta')
    anna

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    1. Boh, ma io avevo scritto un commento e poi e' sparito.

      In ogni caso, Alice e Anna, che belle questi post che rimbalzano di qua e di la' e moltiplicano la discussione.
      Io, per continuare, ho risposto da me con un nuovo post. Vi aspetto di la'.

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    2. Ciao Anna, grazie della risposta, e mi piace questo cerchio... che piú che chiudersi diventa una spirale che sale sale sale (ti ho risposto da Slicing :-D ) . Posso dirti che per esempio c'é giá una differenza importante tra me, cresciuta sempre tra gli stessi accenti e le stesse strade, e il Grinta, figlio di immigrati da oltre oceano, arrivato prima nel sud Italia degli anni 80 e poi piú tardi a Torino, che ha vissuto per periodi in altri paesi, che ha sempre avuto un piede un po' incastrato in altre culture e altre lingue. Io sento che QUEL posto é mio. Non ho bisogno di viverci, e non credo che sia migliore, anzi, né che mi sia piú affine... ma faccio molta meno fatica a muovermici, a capirne le sfumature, a "starci dentro con il pilota automatico".
      Sento soprattutto che ci sono cose che faccio o penso che sono legate a QUEL posto. Saperlo mi permette di accogliere modalitá e sfumature diverse: se non sapessi cosa é culturalmente legato all'Italia, se non sapessi che ci sono cose che faccio io in quanto inevitabilmente italiana... non saprei riconoscere che, chi fa in maniera diversa da me, non lo fa perché é scemo, o matto o stronzo, ma perché arriva con un altro linguaggio culturale e sociale. Per accettarlo, io ho bisogno di riconoscere e accettare, prima il mio, di linguaggio, e la mia - inevitabile - italianitá. Giá per il Grinta c'é una sconnessione maggiore. E infatti, se chiedi a lui, si é sentito molto piú a "casa" in USA, dove tutto il mondo é straniero e apolide e incasinato sparpagliato come lui, che in Italia, dove fino all'adolescenza gli sono sempre mancati dei codici e dei legami. Ed é stato da adolescente che comunque é andato a cercarsi le sue "radici" in Italia come altrove, perché di legami e radici ne abbiamo tutti prima o poi bisogno, magari per tranciarle piú avanti, o per estirparle e trapiantarle altrove!

      Io vorrei che lo Gnomo si sentisse affine alle sardine, ai tonni, ai cavallucci marini... ma per farlo deve - secondo me - capire che appunto ciascuno di loro ha un modo di guardare e affrontare il mare proprio e unico. E deve costruirsi il SUO modo di affrontare e guardare il mare.
      Perché non siamo tutti uguali. Siamo tutti diversi. Chi non vede le differenze nazionali, culturali, sociali secondo me si perde tutti i colori di questa favolosa barriera corallina.

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    3. premessa, ti chiami alice, parli di essere sardine e mi distraggo a furia di ridacchiare...(ma solo gli italiani distinguono tra alici e sardine?)
      seriamente, vedo molte differenze culturali e sociali, e nazionali, ovvio, non credo assolutamente che siamo tutti uguali. sono certa che certe differenze siano un valore aggiunto, non sono sicura, pero', che siano un valore le differenze legate ai confini nazionali, come non credo che tutte le tradizioni siano buone a prescindere,per intenderci. insomma, tra il temere o l'augurare ai miei figli che si sentano greci o italiani lo temo piu' he augurarlo. gli auguro di sentirsi slegati dal luogo di nascita loro, e ancor di piu' mio o di loro padre.
      (ho risposto anche da slicing)

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  5. alice ci sono delle volte che ti leggo e verrei lì ad abbracciarti e dirti "grazie", una pazza sconosciuta che ti sbaciucchia tutta perchè tiri fuori proprio queste parole meravigliose che raccontano di noi. Lo gnomo è proprio fortunato

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    1. Ohi ohi alessandra la chiusa è molto rischiosa, molto😱

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    2. Ciao Alessandra :) Grazie!

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    3. Amanda: lo sai che ti adoro, vero?! Meno male che ci sei e che mi strappi 'na risata... mi fai persino dimenticare dove ho seppellito l'ascia di guerra! :-D

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  6. ops ho usato "fortunato" a sproposito?se è così chiedo venia.... io però sento fortunata a poterti leggere.

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  7. Va a sapere perchè mi sono scese due lacrimucce...

    MaterB

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  8. Bella l'immagine delle sardine... rende perfettamente l'idea! E io pure, come te... una sardina che luccica nel mare straniero e che vuole trasmettere la sua italianità ai suoi due mostriciattolo americani! =)

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  9. Non sto facendo un buon lavoro con i miei figli, ma nel mio piccolo cerco di trasmettere la mia italianita', che per loro sarà solo una parte della loro identita' culturale ma ci tengo che ci sia ..

    E cmq pure se vivo all Estero da 9 anni, la settimana scorsa che ho rivisto i miei amici di infanzia dopo 6 anni, è stato un po come .. Ehm.. Tornare a casa. Meglio, come tornare in una casa che si conosce

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edddaì, blatera un po' con me!