Monday, September 28, 2009

c'è vita nel taschino?

Dopo essere andati a costruire il "giardino-grembiule", i vostri eroi hanno creato nella topaia un nuovo angolo botanico:



Al pian terreno trovate la salvia, inquilina burbera e solitaria, un'alcolizzata che sbevazza dalla mattina alla sera e che noi molestiamo ogni volta che prepariamo il petto di pollo.
Al primo piano i gerani, anziani ma ancora capaci di intendere e di volere, che vivono degli avanzi degli inquilini del piano di sopra ed evitano così che si allaghi il pavimento.
Nella depandance, la suite solare, la limonara, malata terminale che si tenta di rianimare con qualche bagno di sole ma che ogni giorno si ripiega un po' di più su sè stessa alla ricerca del senso della clorofilla e che si spreme per capire se sia nato prima il fiore o la foglia.
Ai piani superiori non sappiamo chi ci sia o se davvero ci sia qualcuno, perchè al momento sono solo sacche di terra umidiccia e scura.

Ora, come già vi avevo accennato, i vostri eroi non sanno che semi siano finiti dentro le varie taschine e ci son buone probabilità che abbiano mischiato specie incompatibili, semi destinati a sbocciare a marzo e bulbi che staranno in incubazione fino a giugno.
Tuttavia il Grinta ogni mattina si alza e, invece di andare in bagno a fare pipì, corre esaltato e ancora in costume adamitico a ispezionare le tasche alla ricerca di qualcosa di verde, mentre la sottoscritta lo prende per i fondelli ("Grinta, l'unica cosa che può nascere da lì dentro è una blatta. O un fossile di blatta").

Due giorni fa però Alice viene svegliata di soprassalto dalla mole del Grinta che salta sul letto e grida
"Sono padre! Sono padre!
... Vieni a vedere il frutto del mio seme!!
"
"..."



Ora partono le scommesse:
1) Sopravviverà il germoglio?

E soprattutto... è il germoglio di che?!?

Alice piantatrice

Ah! E urge trovare in fretta un nome per il coraggioso sputacchio (prima che muoia miseramente occore donare al germoglio una sua identità, un nome e magari pure un soprannome)... consigli?

Alice battezzatrice

Saturday, September 26, 2009

e te? Che ci metti nella borsetta?

Interno, vagone della metropolitana.
Alice è insonnolita, aggrappata al palo e floscia come una pezza, impegnata a pensare a massimi sistemi strettamente collegati in genere alle abluzioni mattutine ed alla colazione... cose tipo:

"Ma quante volte si può riciclare una bustina da tè?"
"Perchè i miei capelli sono ricci quando sono corti e sono lisci quando sono lunghi? Perchè non posso avere una bella via di mezzo tra lo stile rastafariano e quella da maria maddalena?"
"Perchè il pane americano non diventa MAI duro? Cioè, fa la muffa, diventa verde ma resta soffice e gommoso... lo fanno con l'impasto delle Morositas?"
"Perchè l'unghia del pollice è sempre così stronza da tagliare?"

Insomma, mentre è immersa nel suo filosofeggiare, Alice butta un occhio e vede qualcosa...


Non, non si è sbagliata.

Lo vedete?


Lo vedete?




Dai, lo vedete???







Nooo?





Ma come no???











Vabbè, vi aiuto, è l'ennesimo cane in borsetta:



Quindi, a distanza di oltre un anno, capisce che nulla è cambiato, smette di pensare ai suoi capelli, alle sue unghie dei piedi ed alla sua colazione e finisce per rimuginare sul suo vecchio progetto rivoluzionario.
Questo per dirvi: non stupitevi se d'ora in poi vi tartassero di foto di musi pelosi che sbucano da borse borsine e borsette... il mondo deve sapere.

Alice liberatrice

Wednesday, September 23, 2009

... sarà la sindrome premestruale?

Oggi, dalle 10.40 alle 10.44 ho pianto.

Fare l'inserimento di 10 bambini è tutta una questione di velocità, come in quel giochino con i buchi da cui spuntano i capini delle talpe e te li devi martellare il più in fretta possibile, presente?
La mission prevede due momenti:
Punto numero 1:
bloccare la fuga. Essere pronti allo scatto e agguantare il nano prima che arrivi al cancello e veda l'amato genitore nella sala d'aspetto.

Una volta catturata la preda, si ha circa 1 minuto di tempo in cui si deve assolutamente ottenere il Punto numero 2:
Trovare qualcosa, quasiasi cosa, che catturi l'attenzione e che distragga dal mono-pensiero "oddio-son-senza-mamma-ora-mi-lascio-morire-di-pianto-fame-e-stenti-finchè-non-torna", l'oggetto miracoloso può essere un rubinetto dell'acqua, un libro, un pezzo di stoffa, una canzoncina, un gioco di prestidirigirizzazione o dio che scende in terra.

Le cose sono più complicate quando il genitore è ancora nella classe, e allora passi il tempo a spostarlo da un angolo all'altro e da una seggiola a un cuscino e ti pare quasi di fare il vigile all'incrocio per la tangenziale "Tu vai là, tu invece spostati qui, te aspetta un attimo poi salta di due sedie e fai la giravolta"... chè l'idea è che se il genitore si muove il bambino non si fissa e soprattutto quando lo cerca deve spostarsi da un'area all'altra della classe.

Dicevo, oggi ho pianto (ci arrivo eh, ci giro un po' intorno ma ci arrivo).

Pippo è un nano con la mamma italoamericana, la mamma sta ancora nella classe perchè Pippo, che sembrava già a posto e tranquillo senza mamma per oltre un'ora, da 2 giorni ha le paturnie, ha capito che qui qualcuno tenta di fregarlo e sebbene vada in giro a giocare ogni 2 minuti controlla che la madre non se ne sia andata alla chetichella.

Siamo quasi alla fine del primo gruppo della giornata, i bambini sono in cerchio mentre Minnie tenta di leggere un libro ( e i gemelli intanto tentano di tuffarsi di nuovo nella creta), io ho appena catturato Memole, l'ho mesmerizzata con un nastro rosso e quando ci sediamo in cerchio assieme agli altri la scena è la seguente:
Pippo, tenuto in braccio da Veterana, singhiozza paonazzo e urla "mamma-mamma-mummy-mummy" (per essere sicuro che non ci siano fraintendimenti linguistici); fuori dal cerchio, seduta su una seggiola dalla parte opposta, la mamma di Pippo fissa un punto nel vuoto e resta immobile, con solo un lieve tremito nelle mani.
Veterana mi spiega: "Ho detto alla mamma che non deve guardarlo e non deve parlargli, che deve fare finta di niente"
"..."
Pippo sguscia via dalla presa di Veterana, si aggrappa alle gambe della mamma e, soffocato dai singhiozzi, balbetta "mummy, mummy", Veterana lo riprende, Pippo si accascia, la madre stringe le mascelle, ha gli occhi lucidi e si dondola ritmicamente ma continua a fissare un punto nel vuoto. Pippo non si capacita e mentre Veterana lo tiene nel cerchio non smette di piangere fino alla fine dell'incontro.
La mamma all'uscita è stremata e piange.

Io resto in classe a preparare per il secondo gruppo di nani.

E piango. Piango per tutti e 4 i minuti che ho di intervallo tra un branco di nani e l'altro, ma l'ultimo minuto lo conservo per togliermi un paio di sassolini:
"Alice, che succede?"
"Veterana, mai più"
"ma..."
"Veterana, vedila un un po' così: te hai 2 anni, sei in un posto nuovo con gente nuova e tanti nani che piangono, hai le paturnie, cerchi tua madre e tua madre, chissà per quale misterioso motivo, sembra entrata in una trance nirvanica, non ti sente, non ti tocca e non ti guarda nemmeno... ora te, che già eri un po' sconfortata, come ti senti a vedere tua madre che gioca ad avere un ictus? E soprattutto, l'hai vista la madre? L'hai visto il livello di stress? Se io ora ti ordinassi di tornare a casa e fare finta che il tuo fidanzato non esiste, se ti ordinassi di ignorarlo mentre urla e piange, te come ti sentiresti? Ti pare normale?"
"Eh, ma allora..."
"E ma allora se la madre sta in classe, sta in classe. Sennò, per averla e costringerla a fare la bella statuina mente il figlio le piange accanto la si manda fuori, che almeno ha più senso per entrambi"
"Ma tu ti stai preoccupando della madre, noi dobbiam pensare a Pippo. Tu ti stai immedesimando troppo"
"Veterana non mi psicanalizzare, se la madre di Pippo sta male non aspettarti che Pippo stia bene. Se la madre di Pippo va in crisi credi che Pippo non lo capisca? Che senso ha averli entrambi sotto stress? Mai Più"
"Mai più?"
"Mai. Più. Piuttosto domani mandiamo via la mamma e ce lo teniamo che urla per un'ora, ma questa cosa di oggi era innaturale, inutile e gratuita"


Nel pomeriggio ricevo una e-mail dalla mamma di Pippo:
"Oggi per me è stata dura, davvero dura. Ma prometto che seguirò i vostri consigli perchè mi fido di voi."



E io mi faccio un'altro piantino.
Che ad avercene, di mamme così.

Alice lacrimatrice

Tuesday, September 22, 2009

Farewell Eustachio!

La direttrice della Scuola Reggyo riceve una e-mail dai genitori di Eustachio, 22 mesi ospite della nostra ridente classe (ha ha ha ... ha ha ha...).
E' una e-mail con 12 punti.
12 osservazioni di cose che non li convincevano, non andavano o li lasciavano perplessi.
Tra i 12 punti c'erano cose del tipo:
"Non capiamo perchè le insegnanti insistano per convincere i bambini a giocare con la creta. Non vedo nulla di educativo nel lanciare pezzi di argilla per terra o contro i muri, noi non faremmo mai fare una cosa del genere a Eustachio e non vogliamo che lo faccia a casa... e voi??? (con tanto di 3 punti interrogativi)"
"Le insegnanti hanno sgridato un bambino che piangeva"
"Le insegnanti hanno detto ad un bambino che piangeva, in modo secondo noi sgarbato, di prendere un fazzoletto e soffiarsi il naso. Questi bambini non hanno nemmeno 2 anni, come potete pretendere che sappiano fare una cosa del genere?"
"Che tipo di detersivo usate sul tappeto? E ogni quanto lo pulite? Perchè Eustachio è allergico a tutta una serie di prodotti e l'altro giorno aveva degli sfoghi sulle guance"
"Eustachio ha tentato di lasciare la classe 3 volte, ed IO ho dovuto fermarlo e riportarlo indietro... cosa succederà quando le insegnanti avranno non 6 bambini ma 12?"
"Quand'è che le insegnanti inizieranno a fare davvero qualcosa con i bambini? Non paghiamo tutti questi soldi perchè Eustachio giochi con dei pezzi di cartone, del fango o delle pietre"
"Eustachio, nel corso della settimana, ha fatto sempre le stesse cose, la scuola dovrebbe essere un posto originale, invece ci sembra noiosa e ripetitiva"
"La lettura del libro al mattino è noiosa, lunga e non interessa a nessuno"
"I maschi e le femmine utilizzano lo stesso bagno? Non ci sono porte nè separazioni?"
"La hall di ingresso, dove dobbiamo aspettare l'inizio delle lezioni, è piccola, e i bambini di 3 anni maltrattano quelli di 2 anni. Non vogliamo che Eustachio subisca questi soprusi"

La risposta della direttrice è stata:
"Chiaramente questa non è la scuola che fa per voi e la nostra filosofia educativa non è in armonia con le vostre aspettative. Venite pure domani a riprendervi il vostro assegno e le cose di Eustachio, grazie."


La cosa divertente è che la mamma è venuta O F F E S I S S I M A sibilando "non mi aspettavo di essere buttata fuori in questo modo oltraggioso!"


A' bbella!? E che te credevi?
Che te teniamo a te e quella sòla de tu figghio così te cè denunci tutte quante ar'meno 'na volta alla settimana?!

Alice festeggiatrice (... che almeno per sta volta la denuncia l'abbiamo scampata! Che chi credete che fosse quella che ha detto al nano le brucianti parole "Vai a prendere un fazzoletto per soffiarti il naso pleaze"? Che poi, il nano di 2 anni il naso se lo soffia eccome, baluba, devi vedere che belle trombette e che sbausci di lumaca che sa fare!)

Sunday, September 20, 2009

un giardino in tasca

Dopo l'orto-barca con tanto di galline l'avventura tra i giardini segreti continua.
Questo sabato i vostri eroi hanno partecipato ad un work shop dal titolo "Costruisci anche tu il tuo giardino mobile!"
... e visto che forse forse alla scuola Reggyo han approvato il progettino mobile-garden... vuoi mica perdertelo?!
I partecipanti dovevano portare la loro piattaforma di locomozione (un cestino della bicicletta, un carretto, una carriola quel che volevano)... in un paio d'ore, nel bel mezzo della strada, sotto lo sguardo curioso dei passanti e degli automobilisti hanno preso vita:

IL GIARDINO VELEGGIANTE



IL GIARDINO CICLISTA


IL GIARDINO LAVANDINO-MOBILE



... e molti altri.

Visto però che i vostri eroi a casa non avevano nè carretti nè carriole o carrozzelle, han deciso di partecipare realizzando un "giardino-grembiule", ottimo da indossare durante la preparazione di manicaretti, chè permette di aggiungere al volo una fogliolina di basilico o un rametto di rosmarino:


(Ovviamente non si ricordano più cosa hanno seminato nelle varie saccoccie, ma vabbè, al massimo condiranno l'arrosto con la maggiorana e si faranno un tè di cicoria...)

Alice coltivatrice

Saturday, September 19, 2009

restyling

Dopo essere rimasti accampati con torri di libri, mobilia ereditata da amici in partenza e tonnellate di montabili in truciolato made Ikea per quasi un mese, il Grinta è stato folgorato, il suo corpo è stato posseduto dallo spirito un interior design incompreso ed ha finalmente deciso di riordinare la topaia.

Così il risultato è che sono sparite le piramidi di libri dal pavimento, i mobili ereditati sono stati disposti secondo i precetti del feng shui ed il nostro divano storico, quello che l'idraulico argentino ci aveva regalato inpietosito dalla nostra condizione di emigrandi squattrinati e senza mobili, un bellissimo divano stile anni '70, in legno e lana spelacchiosa, un pezzo d'epoca che dava un tocco di stile alla topaia... è stato gettato in mezzo alla strada: "E' grosso, scomodo e poi tanto ho versato caffè e birra sui cuscini non sfoderabili. Fa schifo".
Ora, a dare tocco e stile alla topaia c'è una novità raffinata:
il nostro nuovo "Angolo Blu"



... sì, vabbè, ho messo il risalto colore, ma anche dal vivo non crediate che l'impatto sia meno intenso... se passa di qui un pubblicitario Ikea, noi vogliamo almeno una percentuale!




Alice coloratrice

P.s. dietro il termosifone, potete vedere due cuscini del divano anni '70 scampati alla defenestrazione, chè li ho strappati dalle mani del Grinta al grido di "Almeno questi lasciameli!" "Per farne che?" "Non lo so, ma so che ne ho bisogno bisogno bisognissimo")

P.p.s. la copertina sopra al divano è una gentile offerta della Luftansa... oh, voi non rubate mai nulla?!

Thursday, September 17, 2009

...e dopo?

Dopo una giornata teribbile,
in cui due bambini sono già in lacrime dopo manco 10 minuti al grido di "Mammy, dove sei, mammy?!", perchè le mamme han pensato bene di andarsene senza dire nulla alla prole nè tanto meno a noi,
una giornata in cui la più minuta di tutte le nostre nane si è spatarrata da una sedia,
una giornata in cui il nano-bostik (non mi staccherete per nulla al mondo dalla mia mattre) ha pianto attaccato al collo della mamma (intendiamoci, un pianto di quelli lagnosissimi, senza lacrime vere eh, ma che dicono "mi gira un sacco il culo e non ci ho mica voglia di stare qui),
una giornata in cui il gemello più indemoniato ha passato il tempo a tentare la fuga e la sottoscritta a riacchiapparlo e lui a piangere, poi a ritentare la fuga, la sottoscritta a riacchiapparlo, e lui a piangere... e insomma, avete capito, no?
Una giornata in cui mentre io mi allenavo a fare la scattista per i 100 metri a nano libero l'altro gemello, indisturbato e sotto lo sguardo amorevole della madre, riversava chili di carta dentro il cesso che ovviamente si è intasato ed ha straripato... (nel frattempo la bellissima mamma bionda, sorrideva e rideva orgogliosa di cotanta creatività e intraprendenza vichinga),
una giornata in cui pure Memole, spirito avventuroso e coriaceo, ha pianto come una disperata per circa 5 minuti perchè la sua amichetta del cuore, che è nella sezione accanto dei trenni, non poteva stare da noi,
una giornata in cui Pancrazio ha provato il lancio delle pietre dalla casetta rialzata ed ha pianto urlando a pieni polmoni quando gli è stato proibito di lanciarsi dal soppalco in un possibile spettacolare volo pindarico... ecco, dopo una giornata così, voi cosa fareste?

IO vorrei un grappino. Almeno.
Alice collassatrice

Tuesday, September 15, 2009

quattro polli in barca

Mi son dimenticata di raccontarvi la mia domenica, e lo so che vi stavate strappando le pellicine delle unghie (come si chiamano già? Cotiche, cotule, cutole? Chi lo sa venga avanti volontario pleaze) per contenere l'irrefrenabile curiosità.
Che poi, noi in genere alla domenica facciamo due cose:
ci spiaggiamo sulle superfici morbide della casa (praticando una sorta di balletto tra i due divani e il talamo);
Trascorriamo ore su Santo Skype con il parentado e gli amici (che io parlo circa due ore con la Mater, un ora con il Pater - se non deve scappar via per cucinare l'ennesimo banchetto, ballare l'ultimo tango, pedalare l'ennesima salita, partire per l'intrepida escursione ecc ecc - poi un oretta con l'amica di turno, un'altra ora con i soceri, un 40 minuti con uno a caso che in genere non è mai in linea e all'improvviso eccolo lì e cosa vuoi? Vuoi non chiamare e non rompergli i marroni? Ecco. Ora fate voi il conto di quante minchiate posso sparare nell'etere in una normale domenica)


Ma questa domenica no, questa domenica, sotto un cielo grigio e bigio che sembrava di essere a Torino a novembre, incuranti della pioggia e del vento i vostri eroi sono andati alla barca col giardino.

Spiego?
Spiego.

Una manica di artisti fricchettoni ha deciso di vivere su una chiatta e di farci sopra un orto.
La chiatta gira attorno all'isola di Manhattan e attracca nei parchi della città per eventuali visite e presentazioni.
Domenica la barca era nel Bronx, attraccata qui:



La barca ha un enorme padiglione, ereditato da una installazione artistica (quella cosa che sembra un enorme fungo spora bianco)


Ed una struttura in ferro a cupola adibita a giardino per la coltivazione idroponica (che a me sembrava il nome di un droide di Star Wars e invece vuol solo dire questo)

La ciurma, 3 pazzi in totale, vive a tempo pieno sulla barca auto-sostenibile (l'energia arriva dai pannelli solari) ed ha le cabine sul ponte


Il padiglione domenica ospitava un meeting tematico che Alice ha immediatamente trovato intrigantissimo:
"Come tenere una gallina in città"
Perchè sulla barca di son pure le galline:

(un Grinta allarmato ha già posto il veto, ma se voi siete interessati posso fornirvi un sacco di dritte: come educarle, come mantenere costante la produzione delle uova, come togliere l'uovo dal culo della gallina quando resta incastrato, cosa darle da mangiare...)
Ma quello che ha elettrizzato Alice è il Mobile Garden:




Domani alla riunione della scuola lo decanterà come strumento didattico imprescindibile, fondamentale e tipico del metodo Reggy Emilianz e vediamo che succede...
Alice coltivatrice

Monday, September 14, 2009

first day!

Ed arrivano.
A scaglioni di 5/6 per volta, scortati da mamme papà e tate, per "esplorazioni" di 45 minuti a gruppo.
Pancrazio ha uno sguardo smarrito e disperato e piange per tutto il tempo in cui si sta in cerchio. Poi scopre la cucinetta e le pietre e per 20 minuti buoni è talmente assorto a preparare sformatini al quarzo che pare la Clerici alla Prova del Cuoco.
Teodorico arriva con un paio di enormi occhiali da sole calati sul naso, ha l'incedere di John Belushi e si dichiara proprietario ufficiale della casetta sopraelevata: cuscinate e dolore a chiunque tenti di approcciarsi alle scale.
I due gemelli... madre mia i due gemelli! Due vichinghi biondissimi, inarrestabili, incontenibili, a cui i genitori non hanno mai detto di no ed infatti quando gli dici "No, non puoi mettere le mani nella tazza del cesso" ti guardano perplessi e indignati e ti scansano a capate e spintoni per tornare a rimirare quel piccolo limpido lago artificiale.

Ma la mia preferita è Memole. Asiatica, con due codini minuscoli ai lati che la fanno sembrare un fumettino manga.
Non ha paura di nulla.
Non si ferma davanti a nulla.
Ha tenuto testa con un sorriso ed uno sguardo deciso agli spintonamenti dei vichingi ed alle manate di Todorico... concentra in sè la calma di un monaco zen, la resistenza di un caterpillar e l'inarrestabilità di un cataclisma metereologico.

Domani nuovo giro...
Nel frattempo, vi presento il morto che abbiamo in classe:







Il babbo dei vichinghi, indicando il mare di creta nel mini atelier, incita il suo figliolo all'esplorazione esclamando ai figliuoli: "Oooh... che cosa c'è lì? Che sarà mai?"
Il biondo lancia una rapida occhiata e con aria esperta dichiara:
"Trash!" poi sguscia via, schiva il mio placcaggio e si rilancia all'esplorazione del water.
Mi sa che c'è un po' di confusione.
Alice trash-atrice

Friday, September 11, 2009

cari, vi presento i miei

Visto che la scuola è a Tribeca, quartiere di giovani ricchi, le madri e i padri che vengono alla presentazione della scuola sembrano le comparse ad un cocktail di Sex& the City: sono giovani, belli, abbronzati, biondi, sorridenti e sicuri di sè. Vestono firmato, si muovono eleganti e sempre a loro agio, fanno larghi sorrisi e risatine acute.
In mezzo a tutto questo, io sono scura, pallida, sudata, muta e con una potentissima acidità di stomaco che sta per evolvere in una gastrite spastica.


Quando i genitori arrivano nella sezione ci sono 28 paia di occhi puntati su Minnie, la mia coraggiosa collega, che per l'occasione sfoggia un aggressivo tailleur e una camicetta da hostes della Luftansa.
Il parentado la accerchia, e cala un silenzio carico di aspettative.
Io nel frattempo faccio finta di allacciarmi le scarpe. Lentamente. Molto. Lentamente.
Minnie, con fare spigliato e con aria da guida turistica capisce che se la deve cavare da sola, presenta la classe, si inventa un discorso sulla scelta dei materiali e degli spazi, li invita ad andare in giro e a fare domande e se la cava alla stra-grande... poi si volge verso di me, che sto nascosta dietro il papà più alto del gruppo e butta lì un: "Alice, se vuoi aggiungere tu qualcosa"
28 paia di occhi si volgono verso di me.
La salivazione viene bruscamente interrotta e tutto quel che riesco a dire è "Welcome everybody!"E vi giuro che la pronuncia e l'accento sono quelli di un pastore sardo appena sbarcato a Ellis Island.

Il branco di genitori si sparpaglia (ma non poi di tanto, visto che la classe e minuscola) ed alcuni mi abbordano a gruppetti per domande e rassicurazioni varie...
qui ci sono le migliori:

"quindi tu sei italiana?"
"Si"
"Mammmma mmmìa"
"Eh"
"Ah ah ah! Bbuona Pizza, Bbuona"
"..."


"Ciao, sono la mamma di Pancrazio"
"Molto lieta"
"Guarda, volevamo parlarti un attimo, perchè vedi, la prossima settimana io e mio marito saremo via. E' la prima volta che andiamo via tutti e due e lasciamo Pancrazio da solo con la nonna e la nanny"
"Ah"
"Quindi immagino che l'inserimento sarà traumatico. Traumaticissimo. Insomma, può darsi che piangerà per tutto il tempo. Anzi, ne sono sicura."
"Guarda, mamma di Pancrazio, valuta magari un attimino... se pensi che per Pancry l'inserimento possa essere troppo stressante senza di voi possiamo aspettare ed iniziare la settimana successiva..."
"Eh, ma così perde una settimana di scuola"
"..."
"Ti lascio i nomi della nonna e della nanny, così sai a chi darlo all'uscita"



"ciao, sono la mamma di Teodorico"
"Piacere"
"Guarda, io sono un po' spaventata"
"Immagino, si tratta di un momento importante per te e Teodorico, il primo distacco..."
"no, no, non è questo"
"A no?"
"No, è che Teodorico, guarda è un bravissimo bambino, gentile, curioso, magari un po' assertivo..."
"Bene, che fortuna!"
"Però ogni tanto attraversa delle crisi, capisci? E magari, per una settimana intera, morde, tira i capelli e mena lanciano le macchinine di legno. Quindi sono spaventata. Per gli altri bambini"
"Ah, ecco"

E volevamo mica farci mancare il vichingo di turno no?

Ma la cosa più divertente di tutte è stata vedere le facce dei genitori quando sono entrati nel mini-atelier:
Io e Collega Sopravvissuta abbiamo spalmato a terra circa 15 chili di argilla rossa, un enorme isola vulcanica da spacioccare (quando la sera l'abbiamo coperta con i panni umidi e il telo nero, per evitare che seccasse, pareva una grassa mucca morta)... il commento più frequente davanti alla distesa fangosa è stato "Oh. My. Gosh." E c'era chiaramente dello sgomento nelle loro facce perfette.

Alice infangatrice

Tuesday, September 8, 2009

le jeux sont fait!

So finalmente chi saranno le mie colleghe di sezione:

Una è la Super Fica, la ragazza con cui ho fatto il colloquio. E' una cosina minuta, con capelli lunghi e neri e grandi occhi scuri. Sembra un po' un topolino, quindi la chiameremo Minnie.

L'altra è Lei, la Robinson Crusoe della scuola, l'unica insegnate sopravvissuta alla falcidiazione dell'anno precedente (ed io ho fatto decine di macumbe, ho acceso ceri votivi e invocato il potere degli elfi nella speranza di essere in sezione con lei!).

Minnie sembra simpatica, pure lei non ha idea di cosa fare o cosa dire, ma ha quella magia propria degli americani che si chiama Self-confidence e che io manco so come sia fatta.
Lei invece, la Sopravvissuta, le idee le ha chiare: "Pensavo, per iniziare l'anno, di mettere nel mini-atellier di arte solo creta, una montagna di creta. Nessuno strumento o utensile, almeno all'inizio. Così che possano manipolare solo con le mani, i piedi, il corpo... che ne dici?"
"E che te lo dico a fare, già mmè piaci!"

Resta il terrore della documentazione, della new-letter settimanale da scrivere ai genitori (scrivere? Io? In inglese?), di fare qualche boiata pazzesca all'inizio... ma per ora concentro il mio Sacro Panico per mercoledì pomeriggio, quando ci sarà l'incontro con i genitori dei nani. E io suderò come un lottatore di sumo in una sauna svedese e straparlerò peggio di Luca Giurato.









Ho la classe dei micro-nani di 2 anni.
Mai lavorato con nani di 2 anni.
Già mi cago addosso.

Alice angosciatrice

Monday, September 7, 2009

ti amo moment

PREMESSA

Ci son momenti della giornata in cui il Grinta fissa il vuoto ed entra in uno stato contemplativo tutto suo.
Se mi concentro mi sembra di vedere le rotelline del suo cervello che ruotano e si sente pure un certo cigolio arrigginito.
Durante lo stato contemplativo, capita che lo sguardo del Grinta si posi sulla sottoscritta.
A quel punto il Grinta dice una delle seguenti 2 frasi:
"Ti amo, sai?"
"La sai che sei bella?"

Le dice solo per dare aria alla bocca, intendiamoci, così, tanto per segnalare che il suo nervo ottico ha registrato la mia presenza nel suo campo visivo, ma i primi tempi lo trovavo molto romantico. Ora invece, dopo 5 anni di "Ti-amo-sai" & "Sai-che-sei-bella"...

IL FATTO

Stiamo passeggiando, ma il Grinta è nel suo solito stato contemplativo: pensa a diagrammi, equazioni, prove di esistenza e altre cose con numeri e formulette strane.
Volge lo sguardo verso di me e butta lì un distratto "Ti amo, sai?" poi, pensando di aver fatto il suo dovere, ricontempla il vuoto.
"Grinta, secondo me nel tuo cervello c'è un giradischi"
"Come?"
"Te ogni volta che pensi ai fatti tuoi e poi ti ricordi che ci sono metti su la "Ti-amo-sai compilation..."
"Te lo dico troppo spesso?"
"No, è che me lo dici con lo stesso tono sensuale e la stessa bruciate passione di quando mi informi che è arrivata la bolletta della luce o che devi tagliarti le unghie... non c'è mica bisogno"
"A sì?"
"Sì"
"..."
"..."
"Brutta Stronza"
"Prego?!?"

"Hai ragione. Da adesso anzichè ti-amo ti dico brutta-stronza, ti sputo e ti corco di mazzate. Vedrai che è pure più divertente!"


Oh, ma una via di mezzo?
Alice menatrice
(... che non pensiate che se la sia cavata senza un paio di cazzotti nei reni ben dati, eh!)

Sunday, September 6, 2009

germolandia

La lenta immersione nel mondo dell'Educazione Ammericana procede.
Ecco una breve lista delle nuove cose che ho imparato, la chiamerò
ALTRE ASSURDITA':

Nei bagni dei bambini, ma anche in quelli degli adulti, non ci sono asciugamani, solo distributori di salviettine usa-e-getta.
"Scusa, Siora Direttrice, ma a mmè di gettar via carta ogni volta che mi lavo le mani mi fa un po' strano... posso portarmi un asciugamano? Che così te risparmi e a me non sembra di lavorare in un Autogrill?"
"No, è contro le norme igieniche: il tuo asciugamano potrebbe essere toccato da altri, e virus mortali potrebbero diffondersi"
"..."


"I bambini devono dormire vestiti e con le scarpe addosso, è ordinato dalla normativa anti-incendio, perchè devono essere pronti per uscire in qualsiasi momento"
"..."

"Quando dovete cambiare un pannolino NON sollevate il bambino sul fasciatoio, ci sono delle apposite scalette per loro, li fate salire, li fate sdraiare e li cambiate. Non si può sollervarli. E' contro la legge"
"..."

"Se un bambino cade, se un bambino sbatte da qualche parte, se un bambino si fa un graffio... anche se non riporta alcun danno voi compilate questo modulo e riportate l'incidente: potrebbero esserci micro-lesioni o qualcosa e così vi tutelate da eventuali denunce"
"..."


Più passa il tempo e più mi sembra di entrare in un film di fantascienza, in una società germofobica e denuncio-fobica che manco Asimov se la sarebbe potuta immaginare.
Più passa il tempo e più divento sicura che, tra al massimo 6 mesi, sarò davanti ad un giudice ad implorare perdono.

Alice peccatrice

Wednesday, September 2, 2009

no, son sicura che il pacco di gianduiotti che ho mangiato la mattina non c'entra nulla...

Dopo il secondo giorno di training, Alice arriva a casa ridotta uno straccio.
E' in balia dei suoi tumultuosi succhi gastrici, ha la nausea, ha freddo, è sicura di aver contratto la febbre suina o quanto meno un tumore al cervello quindi si mette nel letto e pensa a come lasciare le sue ultime volontà.
Quando il Grinta arriva a casa trova sul letto un enorme involtino primavera agonizzante e indaga:
"Somatizzazione?"
"gemito"
"è stata una giornata intensa?"
"gemito"
"cosa ti spaventa?"
"Gemito"


Ora, ieri sera ero troppo impegnata a tenere stretto il sottile filo che mi legava alla vita (mbè, ogni tanto mi piace fare la Drama Queen!) quindi rispondo ora:

Pensare che che ci son buone probabilità che questi mi caccino a calci alla fine dell'anno è... inquietante (dico, 14 nuove insegnanti... su 15?! Capace che queste rinverdiscono il parco docenti tutti gli anni...)

Passare sette ore con gli occhi dilatati come quelli di un lemure, tentando di capire TUTTO, di decifrare TUTTI, di non perdere manco una delle sillabe masticate e sputacchiate che le mie 14 colleghe macinano senza sosta è... estenuante.

Voler dire qualcosa ma sapere di non avere le parole giuste per tradurla e quindi tacere è, soprattutto per una logorroica come me, estremamente... castrante.

Affrontare il corso di pronto soccorso e rendersi conto che TUTTE le tue risposte sono sbagliate è... frustrante.

Ascoltare per 2 ore il venditore del piano pensionistico, della polizza per il risarcimento in caso di incidente permanente e dell'assicurazione che ti ripaga in caso di tumore è di un deprimente che non avete idea.
E può pure essere imbarazzante, tipo quando il maledetto avvoltoio si guarda attorno, squadra noi 15 fanciulle tra i 24 e i 32 anni e con occhio clinico dichiara: "Considerate che entro i prossimi due anni, secondo le statistiche almeno 2 di voi avranno trascorso una degenza di 90 giorni in ospedale..." E mentre le mie colleghe fan toc-toc sul tavolo di legno (che qui è il legno a scacciare la sfiga) io mi lancio alla ricerca di un pezzetto di ferro e agguanto un bottone del giubbotto di jeans della direttrice didattica biascicando un "Scusi un attimo".

Detto questo, le colleghe sembrano tutte strepitose, le classi sono davvero belle e tutto va a puffaviglia.
Come mi passa la strizza magari riesco anche ad apprezzarlo meglio.

Alice ansiogenizzatrice

Ah, e ora vi metto alla prova, siete pronti?
Piccolo quiz di pronto soccorso americano:
Un bambino ha una spina nel piede o nella mano, cosa fate?
Un bambino inciampa e cade sbucciandosi un ginocchio e provocandosi un po' di escoriazioni, cosa fate?
Un bambino si rompe un braccio, cosa fate?

Venite volontari o vi chiamo io?