Che chissà come hai imparato a fregarmi, e pure quando ti corcherei di mazzate con una trave chiodata mi sconfiggi strappandomi una risata.
A te che nel letto russi, ti gratti, bruxi, ti rivolti come un tarantolato, mi rubi le coperte, mi strappi i cuscini, mi scagli fuori dal materasso. (eppure come è possibile che se non sei nel letto non dormo bene?!)
Che hai abbracci che paiono morse di wrestling.
Che mi sfami come facevano le madri degli anni '60, orgoglioso e severo ("mangia! Lo devi provare! Mangia, maledetta!").
Che mi fai gli agguati come i gatti facendo le facce da assassino.
Che per il tuo compleanno mi hai straziato talmente tanto che ti ho portato a mangiare l'asian fusion (e mai piu'. Quindi fattelo bastare, caro mio).
Che hai richiesto un paio di Converse, perchè vuoi "un travestimento da hipster" e quando le hai aperte, peggio che i bambini, hai detto: "Eh, ma io le volevo verde mela, o rosso peperone!" ("ma ci hai 31 anni, pirla! O mi stai già entrando nella crisi di mezza età?!")
Tante Angurie, Grinta, che te sei come le tome e le caciotte e la stagionatura ti dona!
Che meno male che ti ho trovato, che sennò non sarei davvero stata capace di inventarti.
Alice festeggiatrice