Thursday, January 26, 2017

Loser

Alice è andata a vedersi l'incontro in biblioteca di un autore per ragazzi.
Lui è Jerry Spinelli, lei lo conosce perchè le pagine di Stargirl ai tempi le inzuppò di lacrime, e pure Loser la fece un po' scricchiolare dentro.
Lei gli incontri con gli autori un po' li teme, e infatti non ci va spesso... perché insomma, è possibile pure che uno scriva storie belle ma poi sia una carogna infame, no?
Ci sono un sacco di cuochi che fanno torte bellissime e dolcissime e poi magari quando il ristorante è chiuso vanno a prendere a bastonate le foche, che ne sappiamo?!

E invece Alice è andata, si  è trovata davanti un Gandalf senza barba, con tanta voglia di chiacchierare... ma soprattutto un orda di ragazzini tra i 9 e i 13 anni che non avevano paura di alzare la mano e fare domande.

 Ad un certo punto, rispondendo ad una bambina minuta, hai circa 11 anni, a detto una cosa forse banale, ma bellissima:

"Voi andate a scuola per imparare ad eccellere, ad essere i migliori. Se io potessi inventare una scuola, nella mia scuola ci sarebbero classi come: "Fallimento per principianti" "Introduzione al fallimento" "tecniche avanzate di fallimento"... perchè vi insegnano a riuscire, a vincere, e vi insegnano che sapete fare il meglio... ma poi uscite da scuola, e al primo fallimento siete persi. Crollate, vi disperate, pensate di essere dei falliti.
Invece dalla mia scuola uscirebbe gente che quando poi va nel mondo se inciampa in un fallimento gli dice: "Eccoti qui! Vieni, camminiamo un po' assieme e insegnami qualcosa"... Perchè i fallimenti (nel suo caso quei 4 libri che scrisse inizialmente e che nessuno ha mai voluto... ha pubblicato il suo primo titolo a 41 anni) sono le pietre nel fiume che mi hanno permesso di saltellare fin qui, fino a voi".

E allora lei si augura, e vi augura... tanti fallimenti! Tanti strepitosi sbagli e casini che vi possano portare, saltello dopo saltello, dove sperate di andare, o dove nemmeno voi immaginavate di arrivare :)


Alice fallitrice

p.s.
(La giusta colonna sonora per questo post è questa canzone qui)








8 comments:

  1. Ma una via di mezzo no?
    Chiamiamola una questione di equilibrio. ;-)

    Rabb-it banalizzatrice.
    (Scusa per lo scopiazzamento del finale)

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  2. Ha perfettamente ragione.
    Ovviamente una risposta del genere è molto più appropriata se la si mette nel contesto del sistema scolastico americano.
    Ora, ne sono fuori da un po' ma qui in Italia per fortuna non c'è (almeno credo) questa spinta al "primeggiare assolutamente a tutti i costi" che permea il sistema USA fin dal kindergarten.

    Bello però che ci sia qualcuno cielo dice pubblicamente; magari domani gli levano la cittadinanza vista l'aria che tira ma bello davvero!

    ---Alex

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  3. era la cosa che avevo più bisogno di sentire, grazie

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  4. Non sono un'insegnante fissata con il far primeggiare però condivido il concetto che bisogna preparare gli alunni ad affrontare il fallimento.

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  5. Mi hai talmente affascinato in poche righe che ho acquistato i due volumi al volo.. ti saprò dire :). Mi sembra un'ottima lezione per me che sono diventata mamma da poco. Spero di imparare a regalare a mia figlia la capacità di sbagliare, di fallire ma soprattutto quella di ricominciare.. non a caso il mio verso preferito di poesia è quello di If di Kipling che dice
    If you can force your heart and nerve and sinew
    To serve your turn long after they are gone,
    And so hold on when there is nothing in you
    Except the Will which says to them: ‘Hold on!

    Grazie :)

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  6. ecco mi hai fatto venire in mente la mia Prof di italiano delle medie che disse " a me importa poco se cinque di voi che andranno poi al liceo non impareranno perfettamente il latino, a me importa che tutti voi collaboriate perché venire a scuola sia un piacere, perché a scuola tutti imparino a camminare per il mondo, e a rispettare il prossimo, specie quelli che a 13 anni (allora era ancora così) smetteranno di studiare e andranno a lavorare"
    Non finirò mai di ringraziare Anna Maria Montanari

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  7. Bellissimo io lessi questo da ragazzina: Una casa per Jeffrey Magee

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  8. Mi ha fatto venire in mente un ricercatore con cui ho parlato recentemente, un fiore all'occhiello della McGill, il quale mi diceva che lui, nel selezionare gli studenti e i post-doc del suo laboratorio, non prende mai quelli che hanno un cv perfetto, ma quelli in cui c'e' almeno un voto non alto, o un periodo di interruzione degli studi o un cambio di rotta. "Gli studenti perfetti" dice, "non sanno affrontare un fallimento o un problema. Quelli che non hanno un cv perfetto so per certo che hanno imparato piu' strategie per far fronte a situazioni difficili. Sono loro quelli giusti per fare ricerca". Eravamo in macchina e volevo fargli l'applauso...

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edddaì, blatera un po' con me!