Gli Amici di Maria sono una scuola super figa montessoriana che costa quanto un post dottorato a Prinzton.
Alice ha cominciato a lavorarci la scorsa settimana, ed è un po' come avere una doppia esperienza dissociativa... nel senso che se da un lato una serie di robe, manie e modalità ammerigane le sono familiari, e le ritornano a galla... in questa scuola c'è poi lo Spirito di Maria che aleggia e rende il tutto comunque bizzarro.
Tipo che nelle classi per la maggior parte del tempo, non vola una mosca.
Ora.
Alice, negli ultimi 10 anni ha fatto passi da gigante, che quando era giovane e sbarbina e fresca di università e lavorava nelle scuole materne italiche pareva un venditore di pesce al mercato di porta palazzo (urlava, cantava, ballava, saltellava il ballo del qua qua con cotanta foga che pareva ci avesse le molle sotto le scarpe, insomma, faceva più casino e disordine lei dei bambini), ma ecco, negli ultimi anni invece ha fatto passi da gigante, e pare una quieta e pacifica beghina di campagna. Sorride e non si scompone manco quando i nani le sputano in faccia e girano la testa a 360 gradi in senso antiorario.
Ma gli Amici di Maria... Oh, quelli stanno a tutto un altro livello. Parliamo di contemplatori buddisti, di suore di clausura con il voto del silenzio.
Parliamo di classi in cui non solo le maestre bisbigliano, ma pure i bambini.
Di sezioni di 3enni, 4enni e 5quenni in cui ci si muove a rallentatore, per mantenere basso il livello di eccitazione, per indurre calma e pace e quite... ci manca solo che le educatrici si mettano in piedi e dondolino come pendoli con fare ipnotico.
Alice ha fatto anche il turno nel dormitorio, dove un totale di 20 bambini dall'anno ammezzo ai 3 fa la nanna assieme.
Nella scuoletta francese i risvegli erano in genere una roba per cui spesso qualcuno si svegliava entusiasta e occorreva portarlo fuori in fretta e furia prima che partisse cantando la marsigliese...
Questi al risveglio tirano su il capino, le sorridono, le fanno ciao con la mano e si rimettono giù, in silenzio, aspettando che lei (con calma e leeeentezza) si avvicini al lettino e gli dia il permesso di alzarsi e uscire fuori dal dormitorio.
La dedizione con cui spingono le sedie sotto al tavolo ogni singola volta che si alzano è impressionante. Cioè, Alice fa fatica a ricordarselo, loro vanno in automatico come nelle catene di montaggio.
A parte quindi un po' di perplessità sul fatto che 'sti bambini paiono un pelino compressi, va detto che hanno nelle varie sezioni una caterva di roba interessante, bella e curiosa da fare (millemila travasi, puzzle, cose da lavare, grattugiare, tagliare, spalmare, organizzare, piegare, martelli, chiodi, costruzioni, pinze, torri...) che le piacciono e che si sta segnando, imparando e studiando... poi vabbè, lei è una lamentona, e criticona, e quindi ecco... in tutta questa roba, quel che manca, alla fine, è uno spazio per un po' di fantasia.
Non esiste nulla per il gioco simbolico (né cucinette, o bambole, o travestimenti), non esistono materiali non strutturati (che so, rotoli di carta igienica, sassi, legnetti, barattoli e tutte quelle menate che possono diventare quel che diamine ti pare), nessun materiale artistico a disposizione (tranne un cavalletto con della pittura. Ma c'è solo un colore. Il colore del mese. Quindi o come Picasso ti piace il giallo e decidi di fare Girasoli e campi di grano, o aspetti maggio)... tutto quel che è disponibile è univoco, ha un unico scopo, un unico modo per giocarci, un unica soluzione giusta.
(Scusate, lo può dire? Qui? Piccolo piccolo?
Ecchepppalle!)
Quindi ora Alice ha un piano. Diabolico. Per il suo futuro.
Scriverà sul suo CV he ha lavorato in questa scuola montessoriana, nella speranza che da qualche parte in Francia o nei paesi del Nord qualcuno se la caghi... e poi, una volta assunta, la distruggerà dall'interno.
KABOOM!
Nome in codice: AIRAM... la nemesi di Maria.
Alice de-montessorizzatrice