Ieri si passeggiava per le strade di Broccolino in compagnia di Sherazade, l'amica turca, e della sua mamma, venuta in visita ormai in partenza.
Ad un certo punto la mamma si ferma, si inchina, guarda qualcosa a terra, mormora in turco e poi riparte sorridendo.
Alice è perplessa, e Sherazade le spiega: "Ogni giorno, conta il valore delle monetine che vede in giro per strada"
"Ma non l'ha mica raccolta"
"No, le lascia sempre a terra, spera che a trovarle sia qualcuno povero... però le piace sapere che in giro per le strade c'è una piccola fortuna che aspetta di essere trovata"
Sunday, March 31, 2013
Saturday, March 30, 2013
Consigli di Lettura dall'Altro lato del Confine
Alice legge in maniera selvaggia e incontrollata, legge di tutto, ma ha una insana passione per la letteratura per ragazzi, colleziona albi illustrati, pop-up e (cosa talvolta considerata riprovevole nella cerchia del lettori forti) divora anche libri per adolescenti.
Anzi, onestamente molti dei migliori libri che ha letto rientrano nella categoria letteratura per ragazzi, e stanno lì, in scaffali poco navigati, nascosti ai più.
Ieri, in uno dei suoi regolari giri in libreria mentre addocchiava un paio di nuovi pictures book da mettere nella lista dei desiderata, l'ha visto. L'ha visto farle chiaramente l'occhiolino dallo scaffale "best sellers".
Lettrici fidate ne avevano scritto e parlato benissimo, ma Alice non si decideva.
Perchè era dello stesso autore di Cercando Alaska, e quando qualcuno scrive qualcosa di così bello poi è difficile non deludere le aspettative.
Perchè Cercando Alaska le aveva strizzato le viscere.
Ed avava pianto parecchio, ed era uno di quei libri che quando li finisci è un po' come se un amico è partito e se n'è andato, e da un lato ti senti pieno ma dall'altro ti senti vuoto.
Alice ieri si è schiantata in The Foult in Our Stars.
L'ha preso in mano ieri, il 29 marzo, alle 4 del pomeriggio. Ha letto un paio di righe e in un attimo si è ritrovata a pagina 39, dove è il 29 marzo, ed è il 33esimo mezzo compleanno della protagonista.
Si è quindi arresa all'evidenza, ha letto nei segni astrali letterari, si è seduta per terra ed ha continuato a leggere, è arrivata a pagina 117 ed ha pianto.
Si è soffiata il naso, è andata alla cassa, ha pagato, si è seduta in un caffè ed ha dato spettacolo sghignazzando e singhiozzando a momenti alterni. Quando è arrivata a pagina 313, ed ha capito che era era finito, e non avrebbe più saputo nulla di Hazel, erano le 10 di sera, ed ha pianto ancora un po'.
Perchè è un libro bellissimo e terribile, come e anche più di Alaska, scritto in maniera impeccabile.
Se andate in libreria, o in biblioteca, fate una follia: passate l'invisibile frontiera, valicate il confine e approdate davanti allo scaffale letteratura per ragazzi, ignorate i vampiri che vi scruteranno sensuali da millemila copertine, e prendetelo.
Magari non singhiozzerete, e non riderete in pubblico come Alice... ma ne vale la pena.
Alice umidificatrice (perchè a piangere sui libri si increspano le pagine)
Anzi, onestamente molti dei migliori libri che ha letto rientrano nella categoria letteratura per ragazzi, e stanno lì, in scaffali poco navigati, nascosti ai più.
Ieri, in uno dei suoi regolari giri in libreria mentre addocchiava un paio di nuovi pictures book da mettere nella lista dei desiderata, l'ha visto. L'ha visto farle chiaramente l'occhiolino dallo scaffale "best sellers".
Lettrici fidate ne avevano scritto e parlato benissimo, ma Alice non si decideva.
Perchè era dello stesso autore di Cercando Alaska, e quando qualcuno scrive qualcosa di così bello poi è difficile non deludere le aspettative.
Perchè Cercando Alaska le aveva strizzato le viscere.
Ed avava pianto parecchio, ed era uno di quei libri che quando li finisci è un po' come se un amico è partito e se n'è andato, e da un lato ti senti pieno ma dall'altro ti senti vuoto.
Alice ieri si è schiantata in The Foult in Our Stars.
L'ha preso in mano ieri, il 29 marzo, alle 4 del pomeriggio. Ha letto un paio di righe e in un attimo si è ritrovata a pagina 39, dove è il 29 marzo, ed è il 33esimo mezzo compleanno della protagonista.
Si è quindi arresa all'evidenza, ha letto nei segni astrali letterari, si è seduta per terra ed ha continuato a leggere, è arrivata a pagina 117 ed ha pianto.
Si è soffiata il naso, è andata alla cassa, ha pagato, si è seduta in un caffè ed ha dato spettacolo sghignazzando e singhiozzando a momenti alterni. Quando è arrivata a pagina 313, ed ha capito che era era finito, e non avrebbe più saputo nulla di Hazel, erano le 10 di sera, ed ha pianto ancora un po'.
Perchè è un libro bellissimo e terribile, come e anche più di Alaska, scritto in maniera impeccabile.
Se andate in libreria, o in biblioteca, fate una follia: passate l'invisibile frontiera, valicate il confine e approdate davanti allo scaffale letteratura per ragazzi, ignorate i vampiri che vi scruteranno sensuali da millemila copertine, e prendetelo.
Magari non singhiozzerete, e non riderete in pubblico come Alice... ma ne vale la pena.
Alice umidificatrice (perchè a piangere sui libri si increspano le pagine)
Wednesday, March 27, 2013
Dis-Educational Sistem
Da un post quaggiu' che in realta' discuteva di asili nidi negli USA e' nata
nei commenti un'appassionata discussione riguardo all'universita', all'istruzione e ai costi qui negli Stati Uniti.
Alice voleva scrivere di un bellissimo documentario, che si chiama "Waiting for Superman", che affronta proprio il problema dell'abissale differenza di qualita' che c'e' nelle high school, e di come sia difficilissimo, per chi nasce in un quartiere povero, riuscire ad uscirne, riscattarsi ed ottenere un'educazione di qualita'. E' spietato, onesto e bellissimo, guardatelo se vi capita!
Voleva scrivere di come qui ci sia una forbice molto piu' larga tra ricchi e poveri, e a dispetto del mito dell'uomo che si fa la propria fortuna da solo, la vita per chi nasce, cresce e vive in un quartiere difficile e' spesso segnata.
Come le cose sono molto piu' facili e lisce per "noi" expat auropei, che arriviamo dall'Italia e pur avendo un inglese orribile, e nessun tipo di contatto o raccomandazione, brandiamo lauree che non sono costate nulla, abbiamo alle spalle una preparazione universitaria spesso migliore e piu' approfondita... e troviamo qui porte aperte e opportunita' che sono invece impensabili per chi e' nato e cresciuto nei projects.
Poi ha pensato che non occorre nemmeno fare un esempio cosi' estremo, con Alice e la sua laurea da una parte ed un povero senza high school dall'altra, o uno di quei ragazzi dei documentari il cui futuro e' legato ad un biglietto della lotteria...
In fondo basta guardare come se la passa Alice e come se la passano le sue "simili", e le e' venuta subito in mente una chiacchierata che ha avuto un paio di settimane fa con una collega, proprio a proposito di università e differenze tra l'Ammeriga e l'Italia.
Ora lei lo sa che va tantissimo di moda sputare sull'università pubblica italiana, sui baroni, sulle classi sovraffollate, la mancanza di spazi, soldi risorse e tecnologie... eppure non c'è niente da fare, lei pensa di aver avuto un culo pazzesco a nascere e studiare in Italia.
Per intanto perchè considerato il ceto di appartenenza di Alice e la sua storia familiare (fatevi un filmino, una sorta di telenovela brasiliana ambientato in Piemonte, ecco), lei negli Usa non sarebbe mai andata oltre la high school. Forse manco quella.
Invece all'ombra della mole ha potuto studiare a gratis, anzi con borsa di studio, in una facoltà dove ha avuto abbastanza tempo libero tra le mani per poter lavorare, mantenersi, imparare cose, vedere ggente.
Quando ha finito l'università aveva alle spalle 6 anni di lavoro (si si, ci ha messo un'eternita' ad uscire dalle sabbie mobili universitarie!) e una barcata di esami, molti fatti da professori stanchi, svogliati e incompetenti, pochi fatti da soggetti professionali e preparati ed un paio di corsi che sono stati invece vere e proprie folgorazioni, tenuti da professori appassionati, contagiosi e pieni di energia. Già averne avuti due del genere le è sembrato un culo pazzesco.
Poi ha ricominciato a lavorare.
La sua collega ammerigana ha passato 3 anni in un'università (buona, privata e rinomata) dove non le è MAI stato richiesto di leggere un testo integrale di un pedagogista (si va avanti per sunti, dispense, articoli... 20 paginette e via, dicci la tua opinione su quel che hai letto). Si è scelta il suo curriculum, quindi ha fatto bellissime classi di fotografia, di danza e di arte tribale anzichè beccarsi metodologia della ricerca, o pedagogia speciale, o tecnologie dell'istruzione.
Le classi erano a frequenza obbligatoria, quindi la collega non ha esperienze lavorative nel curriculum per tutta la durata dell'università.
Ma soprattutto, quando ha finito l'università aveva alle spalle 150 mila dollari di debito.
Poi ha cominciato a lavorare.
Questo fa sì che adesso che lavorano alla scuoletta, e percepiscono lo stesso stipendio, Alice vive, la collega sopravvive.
Alice italianizzatrice
Alice voleva scrivere di un bellissimo documentario, che si chiama "Waiting for Superman", che affronta proprio il problema dell'abissale differenza di qualita' che c'e' nelle high school, e di come sia difficilissimo, per chi nasce in un quartiere povero, riuscire ad uscirne, riscattarsi ed ottenere un'educazione di qualita'. E' spietato, onesto e bellissimo, guardatelo se vi capita!
Voleva scrivere di come qui ci sia una forbice molto piu' larga tra ricchi e poveri, e a dispetto del mito dell'uomo che si fa la propria fortuna da solo, la vita per chi nasce, cresce e vive in un quartiere difficile e' spesso segnata.
Come le cose sono molto piu' facili e lisce per "noi" expat auropei, che arriviamo dall'Italia e pur avendo un inglese orribile, e nessun tipo di contatto o raccomandazione, brandiamo lauree che non sono costate nulla, abbiamo alle spalle una preparazione universitaria spesso migliore e piu' approfondita... e troviamo qui porte aperte e opportunita' che sono invece impensabili per chi e' nato e cresciuto nei projects.
Poi ha pensato che non occorre nemmeno fare un esempio cosi' estremo, con Alice e la sua laurea da una parte ed un povero senza high school dall'altra, o uno di quei ragazzi dei documentari il cui futuro e' legato ad un biglietto della lotteria...
In fondo basta guardare come se la passa Alice e come se la passano le sue "simili", e le e' venuta subito in mente una chiacchierata che ha avuto un paio di settimane fa con una collega, proprio a proposito di università e differenze tra l'Ammeriga e l'Italia.
Ora lei lo sa che va tantissimo di moda sputare sull'università pubblica italiana, sui baroni, sulle classi sovraffollate, la mancanza di spazi, soldi risorse e tecnologie... eppure non c'è niente da fare, lei pensa di aver avuto un culo pazzesco a nascere e studiare in Italia.
Per intanto perchè considerato il ceto di appartenenza di Alice e la sua storia familiare (fatevi un filmino, una sorta di telenovela brasiliana ambientato in Piemonte, ecco), lei negli Usa non sarebbe mai andata oltre la high school. Forse manco quella.
Invece all'ombra della mole ha potuto studiare a gratis, anzi con borsa di studio, in una facoltà dove ha avuto abbastanza tempo libero tra le mani per poter lavorare, mantenersi, imparare cose, vedere ggente.
Quando ha finito l'università aveva alle spalle 6 anni di lavoro (si si, ci ha messo un'eternita' ad uscire dalle sabbie mobili universitarie!) e una barcata di esami, molti fatti da professori stanchi, svogliati e incompetenti, pochi fatti da soggetti professionali e preparati ed un paio di corsi che sono stati invece vere e proprie folgorazioni, tenuti da professori appassionati, contagiosi e pieni di energia. Già averne avuti due del genere le è sembrato un culo pazzesco.
Poi ha ricominciato a lavorare.
La sua collega ammerigana ha passato 3 anni in un'università (buona, privata e rinomata) dove non le è MAI stato richiesto di leggere un testo integrale di un pedagogista (si va avanti per sunti, dispense, articoli... 20 paginette e via, dicci la tua opinione su quel che hai letto). Si è scelta il suo curriculum, quindi ha fatto bellissime classi di fotografia, di danza e di arte tribale anzichè beccarsi metodologia della ricerca, o pedagogia speciale, o tecnologie dell'istruzione.
Le classi erano a frequenza obbligatoria, quindi la collega non ha esperienze lavorative nel curriculum per tutta la durata dell'università.
Ma soprattutto, quando ha finito l'università aveva alle spalle 150 mila dollari di debito.
Poi ha cominciato a lavorare.
Questo fa sì che adesso che lavorano alla scuoletta, e percepiscono lo stesso stipendio, Alice vive, la collega sopravvive.
Alice italianizzatrice
Ieri Alice è andata a fare il suo turno mensile al Supermercato Cooperativo, dove tra l'altro, come prevedibile, sono già in debito di 3 ore lavorative, che il Grinta maledetto ha bigiato e non è andato a scaricare le cassette della frutta e della verdura quando doveva...
Alice è nel gruppo PROCESSING, quindi sta nel freddo scantinato, con addosso una bandana e un grembiule, e fa piccole dosi di robe che arrivano in grandi dimensioni:
Forme di formaggio che vanno tagliate, incellofanate e prezzate.
Olive di Cerignola che compaiono in barattoli alti quanto una ruota di tir vengono scolate, divise in confezioni piccine e prezzate.
Sacchi da 5 chili di spezie, tisane, aromi, fiori secchi, noccioline etc che vengono squarciati e smembrati in piccoli sacchettini...
Poi c'è tantissima frutta essicata da impacchettare e prezzare:mango, ananas, banana, pesche, albicocche, acini di roba piccola di vari colori (credo mirtilli, more, canditi di varia natur non meglio identificati...)...
Oggi Alice ha trovato il lavoro perfetto per il suo eventuale acerrimo nemico:
La divisione in sacchetti della papaya.
Perchè la papaya è peggio dell'edera, del vinavil, sella sfiga... si attacca, si compatta in un grumo impossibile da districare. Tanti pezzi di papaia secca sono come un blob, una creatura pensante solida e indistruttibile... e ci si impiega ORE solo per convincere una fettina di papaya ad abbandonare il mucchio ed accomodarsi in un pratico individuale sacchetto... la papaya è il male.
E adesso Alice la mangerà tantissimo, per puro dispetto.
Pure voi, gente, mangiate quella fetente della papaya!
Alice papayaizzatrice
Alice è nel gruppo PROCESSING, quindi sta nel freddo scantinato, con addosso una bandana e un grembiule, e fa piccole dosi di robe che arrivano in grandi dimensioni:
Forme di formaggio che vanno tagliate, incellofanate e prezzate.
Olive di Cerignola che compaiono in barattoli alti quanto una ruota di tir vengono scolate, divise in confezioni piccine e prezzate.
Sacchi da 5 chili di spezie, tisane, aromi, fiori secchi, noccioline etc che vengono squarciati e smembrati in piccoli sacchettini...
Poi c'è tantissima frutta essicata da impacchettare e prezzare:mango, ananas, banana, pesche, albicocche, acini di roba piccola di vari colori (credo mirtilli, more, canditi di varia natur non meglio identificati...)...
Oggi Alice ha trovato il lavoro perfetto per il suo eventuale acerrimo nemico:
La divisione in sacchetti della papaya.
Perchè la papaya è peggio dell'edera, del vinavil, sella sfiga... si attacca, si compatta in un grumo impossibile da districare. Tanti pezzi di papaia secca sono come un blob, una creatura pensante solida e indistruttibile... e ci si impiega ORE solo per convincere una fettina di papaya ad abbandonare il mucchio ed accomodarsi in un pratico individuale sacchetto... la papaya è il male.
E adesso Alice la mangerà tantissimo, per puro dispetto.
Pure voi, gente, mangiate quella fetente della papaya!
Alice papayaizzatrice
Monday, March 25, 2013
Sunday, March 24, 2013
L'avvocato della Visa (vi ricordate? Alice sta tentando di cambiare il suo visto e diventare la schiava della scuoletta) chiama Alice:
"Abbiamo quasi tutti i documenti, ma dobbiamo parlare"
Alice si siede, pensa cosa possa essere e fa lunghi respiri (forse hanno scoperto che durante il suo viaggio in Norvegia ha rubato nel villaggio di Babbo Natale?)
Alice: "Va bene"
Avvocato: "Allora, tutti i tuoi documenti e certificati le laurea e master sono stati approvati, e per le leggi migratorie risulti altamente qualificata, praticamente un'insegnante certificata" (le insegnati hanno bisogno, per lavorare nella scuola pubblica, di un certificato statale, ottenuto tramite un test e un esame).
Alice: "Ottimo! Vuol dire che son figa, giusto?"
Avvocato: "Sì, ma il tuo salario non è credibile"
Alice: "Come?"
Avvocato: "Il tuo salario. Non va bene. E' troppo basso"
E c'era bisogno che venissi te a dirmelo? Che no lo sapevo da me?
Alice: "Come troppo basso? A voi che importa, scusate?"
Avvocato: "Eh, se sottoponiamo la richiesta di visa dichiarandoti insegnante altamente qualificata, il tuo salario è sotto il reddito minimo della categoria... dovresti prendere almeno 44 mila dollari all'anno"
Alice: "..."
Avvocato: "Non è che il tuo capo ti dà un aumento?"
Alice: "Ah ah mhua ahahaha!!!"
Avvocato: "..."
Alice: "Stai scherzando, vero?!"
Avvocato: "..."
Alice: "Non stai scherzando"
Quando l'avvocato ti ordina di ottenere un aumento che si fa, esattamente!?!
Alice sotto-pagatrice
"Abbiamo quasi tutti i documenti, ma dobbiamo parlare"
Alice si siede, pensa cosa possa essere e fa lunghi respiri (forse hanno scoperto che durante il suo viaggio in Norvegia ha rubato nel villaggio di Babbo Natale?)
Alice: "Va bene"
Avvocato: "Allora, tutti i tuoi documenti e certificati le laurea e master sono stati approvati, e per le leggi migratorie risulti altamente qualificata, praticamente un'insegnante certificata" (le insegnati hanno bisogno, per lavorare nella scuola pubblica, di un certificato statale, ottenuto tramite un test e un esame).
Alice: "Ottimo! Vuol dire che son figa, giusto?"
Avvocato: "Sì, ma il tuo salario non è credibile"
Alice: "Come?"
Avvocato: "Il tuo salario. Non va bene. E' troppo basso"
E c'era bisogno che venissi te a dirmelo? Che no lo sapevo da me?
Alice: "Come troppo basso? A voi che importa, scusate?"
Avvocato: "Eh, se sottoponiamo la richiesta di visa dichiarandoti insegnante altamente qualificata, il tuo salario è sotto il reddito minimo della categoria... dovresti prendere almeno 44 mila dollari all'anno"
Alice: "..."
Avvocato: "Non è che il tuo capo ti dà un aumento?"
Alice: "Ah ah mhua ahahaha!!!"
Avvocato: "..."
Alice: "Stai scherzando, vero?!"
Avvocato: "..."
Alice: "Non stai scherzando"
Quando l'avvocato ti ordina di ottenere un aumento che si fa, esattamente!?!
Alice sotto-pagatrice
Saturday, March 23, 2013
Incontri pre-natali nel nuovo millennio
E' ora di andare a casa, le mamme si ammassano nell'atrio della scuoletta, Alice fa la scortatrice di nani (due, tre alla volta, riconsegna la prole, scambia un paio di frasi, riparte per portare il nuovo carico e via di seguito). Per ultima arriva la mamma di Riccolo Pazzo.
Ricciolo pazzo, buffa e chiacchierina, picchietta sulla pancia della madre, incinta. Anzi, incintissima.
Lei ha due anni, ed ha da poco ha realizzato che lì dentro ci nuota un bambino, e che prima o poi (più prima che poi) salterà fuori per giocare con lei.
Meglio iniziare a presentarsi, probabilmente.
mentre Alice cambia due chiacchiere con la madre Ricciolo pazzo si pianta davanti al pancione:
"Toc toc! Hallo?! Hallooo? HALLOOO?!"
Fissa la pancia seria, poi alza lo sguardo sulla madre, fa spallucce alzando i palmi delle mani verso l'alto e dichiara :"He hung up!"* e si allontana verso nuovi lidi.
Alice sghignazzatrice
*"Hung up" = "Ha riattaccato (il telefono)"
Ricciolo pazzo, buffa e chiacchierina, picchietta sulla pancia della madre, incinta. Anzi, incintissima.
Lei ha due anni, ed ha da poco ha realizzato che lì dentro ci nuota un bambino, e che prima o poi (più prima che poi) salterà fuori per giocare con lei.
Meglio iniziare a presentarsi, probabilmente.
mentre Alice cambia due chiacchiere con la madre Ricciolo pazzo si pianta davanti al pancione:
"Toc toc! Hallo?! Hallooo? HALLOOO?!"
Fissa la pancia seria, poi alza lo sguardo sulla madre, fa spallucce alzando i palmi delle mani verso l'alto e dichiara :"He hung up!"* e si allontana verso nuovi lidi.
Alice sghignazzatrice
*"Hung up" = "Ha riattaccato (il telefono)"
Thursday, March 21, 2013
Quel momento della pausa pranzo in cui...
... Addenti ingnara e distratta il tuo bel filetto di pane e prosciutto e ti ritrovi in bocca una scheggia di legno appuntita, lunga mezzo indice.
E passi il resto del pranzo ruminando piano piano come una mucca nel terrore che il morso successivo contenga un bullone, un bottone o un dente si squalo.
(Perchè sì, ti sei presa un potente spaghetto, ma hai pure una fame dannata, e il filetto con il prosciutto è tutto quel che hai da mangiare!)
Alice ruminatrice
E passi il resto del pranzo ruminando piano piano come una mucca nel terrore che il morso successivo contenga un bullone, un bottone o un dente si squalo.
(Perchè sì, ti sei presa un potente spaghetto, ma hai pure una fame dannata, e il filetto con il prosciutto è tutto quel che hai da mangiare!)
Alice ruminatrice
Wednesday, March 20, 2013
:)
Oggi è l'International Day of Happines, quindi buona felicità a tutti e beccatevi questo.
Perche' la felicita' va condivisa, ed e' contag
iosa.
Alice felicizzatrice
Perche' la felicita' va condivisa, ed e' contag
iosa.
Alice felicizzatrice
Monday, March 18, 2013
Run run run...
Allora, ricapitolando, il Grinta ha corso per 3 ore, 34 minuti e un po' di secondi.
Le
ultime 6 miglia (quindi circa gli ultimi 8-9 chilometri) li ha fatti
con sentimenti forti e alterni, convinto per un miglio di morire, sicuro
durante il miglio successivo di farcla e di essere un gran fico,
certissimo il miglio successivo di essere prossimo alla morte e via di
seguito.
All'arrivo ha preso alla cieca qualsiasi cibo gli è stato offerto: banane, pretzel, hot dogs, gatorade, caffè, mele, barrette energetiche... ha passato dieci minuti pensando: machicazzomelhafattofare?!?
Poi si è ricomposto ed è comparso al cospetto di Alice, tenendosi stretta la sua medaglia, con lo sguardo da pazzo, avvolto nella coperta termica che lo faceva sembrare un burrito da asporto. perchè sappiatelo, un maratoneta alla fine della gara sembra il Re dei Burritos.
Cosa faceva Alice nel frattempo?
Per intanto riusciva, non si sa come, a ritrovarsi bloccata DENTRO la maratona, ed a camminare circondata da aitanti maratoneti per circa 5 miglia, quando finalmente ha abbandonato il percorso ed è tornata tra i civili.
Poi ha passato 3 ore e 34 minuti a cercare il Grinta. Perchè non avendo nessun aggeggino tecnologico o telefono intelligente, non ha potuto scaricare l'applicazione che ti permette di seguire il tracciato del tuo corridore lungo il percorso. Quindi i due beoti si son dati 4 appuntamenti, in base ai tempi che il Grinta immaginava di fare, in luoghi pescati a caso, da una mappa di una una città che non conoscevano.
Il risultato è stato che Alice prima è rimasta intrappolata dentro la maratona, poi si è persa, poi è finita nelle sterpaglie in compagnia di un paio di homeless, si è fatta chilometri a piedi e miglia in metropolitana, ha applaudito metà dei maratoneti ma il Grinta mica l'ha visto.
Quindi capace pure che le abbia mentito, e anzichè essersi fatto la maratona ha passato 3 ore e 34 minuti in una Sturbucks in compagnia di un frappuccino, per dire.
Dopo di chè, il resto è storia. Una storia fatta principalmente di zoppicamenti e bolle ai piedi:
Il Grinta, guardando l'avvallamento del marciapiede all'incrocio pedonale: "Dannazione, un'altra ripida discesa per le mie gambine affaticate"
Il Grinta, mentre arranca attraversando una strada LIEVEMENTE in salita, con un dislivello di circa 5 cm: "Questa ripida collina mi uccide! e poi dicono che Washington è in pianura!?"
Alice 5 minuti dopo, davanti ad una crepa nel cemento: "Amore, mi raccomando, attento al crepaccio".
Alice maratonizzatrice
Run, Forrest, run!! |
All'arrivo ha preso alla cieca qualsiasi cibo gli è stato offerto: banane, pretzel, hot dogs, gatorade, caffè, mele, barrette energetiche... ha passato dieci minuti pensando: machicazzomelhafattofare?!?
Poi si è ricomposto ed è comparso al cospetto di Alice, tenendosi stretta la sua medaglia, con lo sguardo da pazzo, avvolto nella coperta termica che lo faceva sembrare un burrito da asporto. perchè sappiatelo, un maratoneta alla fine della gara sembra il Re dei Burritos.
super eroi, presidenti e altre strane creature del mondo Maratonico |
Cosa faceva Alice nel frattempo?
Per intanto riusciva, non si sa come, a ritrovarsi bloccata DENTRO la maratona, ed a camminare circondata da aitanti maratoneti per circa 5 miglia, quando finalmente ha abbandonato il percorso ed è tornata tra i civili.
Poi ha passato 3 ore e 34 minuti a cercare il Grinta. Perchè non avendo nessun aggeggino tecnologico o telefono intelligente, non ha potuto scaricare l'applicazione che ti permette di seguire il tracciato del tuo corridore lungo il percorso. Quindi i due beoti si son dati 4 appuntamenti, in base ai tempi che il Grinta immaginava di fare, in luoghi pescati a caso, da una mappa di una una città che non conoscevano.
Il risultato è stato che Alice prima è rimasta intrappolata dentro la maratona, poi si è persa, poi è finita nelle sterpaglie in compagnia di un paio di homeless, si è fatta chilometri a piedi e miglia in metropolitana, ha applaudito metà dei maratoneti ma il Grinta mica l'ha visto.
Quindi capace pure che le abbia mentito, e anzichè essersi fatto la maratona ha passato 3 ore e 34 minuti in una Sturbucks in compagnia di un frappuccino, per dire.
... alla rierca della maratona perduta! |
Il Grinta, guardando l'avvallamento del marciapiede all'incrocio pedonale: "Dannazione, un'altra ripida discesa per le mie gambine affaticate"
Il Grinta, mentre arranca attraversando una strada LIEVEMENTE in salita, con un dislivello di circa 5 cm: "Questa ripida collina mi uccide! e poi dicono che Washington è in pianura!?"
Alice 5 minuti dopo, davanti ad una crepa nel cemento: "Amore, mi raccomando, attento al crepaccio".
Alice maratonizzatrice
Saturday, March 16, 2013
3.34. 41
Il tempo ottenuto dal Grinta alla sua prima maratona.
Nonche' il tempo passato da Alice a perdersi in giro per zone di Washington sconosciute e abbandonate, alla ricerca disperata del suo corridore preferito.
4. Gli appuntamenti che si erano dati: al miglio 5, al miglio 11, e al miglio 20... E naturalmente all'arrivo. Fossero riusciti a farne uno!
Comunque e' vivo.
E cammina.
Fa pure il turista.
E' Alice che da' segni di cedimento.
Ora svengono un momento sul letto... ma prossimamente arrivano le foto e una serie di inevitabili storielle tragicomiche.
Alice corritrice (ampresso al Grinta eh, ma comunque un po' a corso pure lei, che vi credete!?)
Nonche' il tempo passato da Alice a perdersi in giro per zone di Washington sconosciute e abbandonate, alla ricerca disperata del suo corridore preferito.
4. Gli appuntamenti che si erano dati: al miglio 5, al miglio 11, e al miglio 20... E naturalmente all'arrivo. Fossero riusciti a farne uno!
Comunque e' vivo.
E cammina.
Fa pure il turista.
E' Alice che da' segni di cedimento.
Ora svengono un momento sul letto... ma prossimamente arrivano le foto e una serie di inevitabili storielle tragicomiche.
Alice corritrice (ampresso al Grinta eh, ma comunque un po' a corso pure lei, che vi credete!?)
Friday, March 15, 2013
Cosa da non chiedere durante i colloqui con le maestre dei vostri nani
Al primo posto:
"Ma mio figlio è più bravo/intelligente/sveglio/socievole/linguisticamente articolato/popolare/intellettualmente preparato... degli altri bambini?"
La risposta pedagogica:
Ciascun nano è diverso, speciale, fatto a modo suo. Non si possono fare paragoni nè classifiche valutative. Hanno 2 anni, hanno tempi, modi di imparare e interessi diversi e molto personali.
La risposta del cuore (data più o meno in versione originale ad una mater particolarmente assillante e pressante):
Ma che te frega?!? Cioè, sul serio, se ti dico che il tuo nano è sveglio, felice, socievole, curioso... che te frega di metterlo in competizione con gli altri 30? Vince il gagliardetto della sezione?
Ma poi siamo mica alla fiera delle vacche, che stiamo a comparare, soppesare, valutare la varietà del mercato!
La risposta cattiva:
No. Suo figlio è un pirla, se ne faccia una ragione.
Al secondo posto:
"Ma quando imparerà a leggere e scrivere?"
La risposta pedagogica:
Ha 2 anni. Imparerà come tutti entro i 5-6 anni, a seconda dei suoi interessi, dei suoi gusti e della sua curiosità verso il mondo dell lettere e della scrittura... Non è il caso di preoccuparsi ora e di tirar fuori le flash cards. Leggetegli libri, raccontategli storie, dategli pastelli, pennelli e matite e lasciate che si diverta.
La risposta del cuore (data in originale ad un pater particolarmente polemico, Alice è molto fiera dell'esempio della foca, che ha zittito il soggetto):
Ma che te frega? Cioè, secondo te se impara a leggere e scrivere a 3 anni poi si mette a comporre sonetti in endecasillabi e leggere il New York Times? Cosa se ne fa di quel tipo di conoscenza?
Quel che dicono, che i nani sono spugne, è vero. E' tutto vero. Il tuo nano 3enne può imparare a memoria tutte le capitali del mondo, la tavola degli elementi, i numeri da 1 a 100, i pianeti, il catalogo dell'Ikea con i nomi e le musure dei mobiletti. E poi? Cosa se ne fa? Che cosa gli hai dato? E' come insegnare alla foca a tenere la palla in bilico sul naso: si può fare, e magari è pure divertente da vedere, ma alla foca che gliene viene?
Insegnali piuttosto qualcosa che possa utilizzare per scoprire qualcosa di nuovo, per crearsi un SUO sapere, insegnagli ad imparare, insegnagli il piacere di capire le cose per conto suo, con la sua testa, insegnagli ad osservare, toccare, guardare per davvero.
La risposta cattiva:
Mai, signora. Mai.
Al terzo posto:
"Ma quando gli insegnerete ad usare il gabinetto?"
la risposta pedagogica:
C'è poco da insegnare, occorre che il nano prenda coscienza del proprio corpo e degli stimoli, non possiamo "insegnargli" a sentire la vescica e gli sfinteri.
Se sono interessati e incuriositi possono utilizzare il bagno, provare a sedercisi sopra, abbassare e alzare i pantaloni, combattere contro i bottoni e le cerniere, giocare a tirare l'acqua, lavarsi le mani, fare le bolle con il sapone... possono imparare tutti i tanti complicati pezzetti che servono per poi davvero usare il gabinetto, ma poi bisogna pazientare ed aspettare che il nano sia pronto.
La risposta cattiva:
Mai, signora. Mai.
Le parent Teacher Conferences sono finite, andate in pace.
Tutti i vari genitori competitivi, assillanti ed esigenti sono pregati di tornare nelle proprie gabbie, grazie.
A quelli normali, con le loro normali paranoie e preoccupazioni: grazie di esistere.
A quelli rilassati, consapevoli di avere un duenne e non uno studente di Yale: Alice vi ama. Tantissimo.
Alice colloquiatrice
"Ma mio figlio è più bravo/intelligente/sveglio/socievole/linguisticamente articolato/popolare/intellettualmente preparato... degli altri bambini?"
La risposta pedagogica:
Ciascun nano è diverso, speciale, fatto a modo suo. Non si possono fare paragoni nè classifiche valutative. Hanno 2 anni, hanno tempi, modi di imparare e interessi diversi e molto personali.
La risposta del cuore (data più o meno in versione originale ad una mater particolarmente assillante e pressante):
Ma che te frega?!? Cioè, sul serio, se ti dico che il tuo nano è sveglio, felice, socievole, curioso... che te frega di metterlo in competizione con gli altri 30? Vince il gagliardetto della sezione?
Ma poi siamo mica alla fiera delle vacche, che stiamo a comparare, soppesare, valutare la varietà del mercato!
La risposta cattiva:
No. Suo figlio è un pirla, se ne faccia una ragione.
Al secondo posto:
"Ma quando imparerà a leggere e scrivere?"
La risposta pedagogica:
Ha 2 anni. Imparerà come tutti entro i 5-6 anni, a seconda dei suoi interessi, dei suoi gusti e della sua curiosità verso il mondo dell lettere e della scrittura... Non è il caso di preoccuparsi ora e di tirar fuori le flash cards. Leggetegli libri, raccontategli storie, dategli pastelli, pennelli e matite e lasciate che si diverta.
La risposta del cuore (data in originale ad un pater particolarmente polemico, Alice è molto fiera dell'esempio della foca, che ha zittito il soggetto):
Ma che te frega? Cioè, secondo te se impara a leggere e scrivere a 3 anni poi si mette a comporre sonetti in endecasillabi e leggere il New York Times? Cosa se ne fa di quel tipo di conoscenza?
Quel che dicono, che i nani sono spugne, è vero. E' tutto vero. Il tuo nano 3enne può imparare a memoria tutte le capitali del mondo, la tavola degli elementi, i numeri da 1 a 100, i pianeti, il catalogo dell'Ikea con i nomi e le musure dei mobiletti. E poi? Cosa se ne fa? Che cosa gli hai dato? E' come insegnare alla foca a tenere la palla in bilico sul naso: si può fare, e magari è pure divertente da vedere, ma alla foca che gliene viene?
Insegnali piuttosto qualcosa che possa utilizzare per scoprire qualcosa di nuovo, per crearsi un SUO sapere, insegnagli ad imparare, insegnagli il piacere di capire le cose per conto suo, con la sua testa, insegnagli ad osservare, toccare, guardare per davvero.
La risposta cattiva:
Mai, signora. Mai.
Al terzo posto:
"Ma quando gli insegnerete ad usare il gabinetto?"
la risposta pedagogica:
C'è poco da insegnare, occorre che il nano prenda coscienza del proprio corpo e degli stimoli, non possiamo "insegnargli" a sentire la vescica e gli sfinteri.
Se sono interessati e incuriositi possono utilizzare il bagno, provare a sedercisi sopra, abbassare e alzare i pantaloni, combattere contro i bottoni e le cerniere, giocare a tirare l'acqua, lavarsi le mani, fare le bolle con il sapone... possono imparare tutti i tanti complicati pezzetti che servono per poi davvero usare il gabinetto, ma poi bisogna pazientare ed aspettare che il nano sia pronto.
La risposta cattiva:
Mai, signora. Mai.
Le parent Teacher Conferences sono finite, andate in pace.
Tutti i vari genitori competitivi, assillanti ed esigenti sono pregati di tornare nelle proprie gabbie, grazie.
A quelli normali, con le loro normali paranoie e preoccupazioni: grazie di esistere.
A quelli rilassati, consapevoli di avere un duenne e non uno studente di Yale: Alice vi ama. Tantissimo.
Alice colloquiatrice
Monday, March 11, 2013
Alice c'è.
E' viva, iperattiva, piena di energia che non sa bene da dove arrivi, (beh, il jet-lag aiuta eh!) si sente come uno di quei giochini che si caricano a molla a cui hanno appena dato un'intero giro di vite... poi prima o poi si ferma, e lì sarà un casino, perchè poi alle volte Alice gira gira gira perchè se sta ferma pensa, e se pensa si invortica e si incasina.
Nel frattempo ha le parent teacher conferences, quegli orribili 2 giorni in cui si ritrova a lavorare dalle 8 del mattino alle 9 di sera, dove oltre ad asciugare nasi, redimere risse, lanciare pittura nel mini-atelier, cantare le canzoni dei Beatles a squarciagola e inseguire nani in fuga deve anche incontrare per 15 minuti tutti e 60 i genitori dei 30 nani della sua classetta, e a ciascuno di questi genitori raccontare le prodezze e le incredibili puffaviglie fatte dalla loro prole...
Per rendere le cose più frizzanti apre quindi un concorso:
Quanti dei genitori le faranno una di quelle odiose domande del tipo:
"Ma le lettere le riconosce?"
"Ma quando imparerà a scrivere il suo nome?"
"Ma è destro o mancino? Perchè non si decide!"
"Fino a che numero contano gli altri bambini?"
E quante volte Alice dovrà ripetere: "Signò. Ha. Due. Anni. Perchè non lo lasciamo vivere un po', così vediamo che cosa esce fuori? Se continuate a imbottirlo di roba, nozioni e test vien fuori una Treccani psicopatica".
Si accettano scommesse e numeri nell'ordine delle due cifre.
Alice spazientatrice
E' viva, iperattiva, piena di energia che non sa bene da dove arrivi, (beh, il jet-lag aiuta eh!) si sente come uno di quei giochini che si caricano a molla a cui hanno appena dato un'intero giro di vite... poi prima o poi si ferma, e lì sarà un casino, perchè poi alle volte Alice gira gira gira perchè se sta ferma pensa, e se pensa si invortica e si incasina.
Nel frattempo ha le parent teacher conferences, quegli orribili 2 giorni in cui si ritrova a lavorare dalle 8 del mattino alle 9 di sera, dove oltre ad asciugare nasi, redimere risse, lanciare pittura nel mini-atelier, cantare le canzoni dei Beatles a squarciagola e inseguire nani in fuga deve anche incontrare per 15 minuti tutti e 60 i genitori dei 30 nani della sua classetta, e a ciascuno di questi genitori raccontare le prodezze e le incredibili puffaviglie fatte dalla loro prole...
Per rendere le cose più frizzanti apre quindi un concorso:
Quanti dei genitori le faranno una di quelle odiose domande del tipo:
"Ma le lettere le riconosce?"
"Ma quando imparerà a scrivere il suo nome?"
"Ma è destro o mancino? Perchè non si decide!"
"Fino a che numero contano gli altri bambini?"
E quante volte Alice dovrà ripetere: "Signò. Ha. Due. Anni. Perchè non lo lasciamo vivere un po', così vediamo che cosa esce fuori? Se continuate a imbottirlo di roba, nozioni e test vien fuori una Treccani psicopatica".
Si accettano scommesse e numeri nell'ordine delle due cifre.
Alice spazientatrice
Wednesday, March 6, 2013
Aliciosofia
«Ma io non voglio andare fra i matti», osservò Alice.
«Be', non hai altra scelta», disse il Gatto «Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.»
«Come lo sai che sono matta?» disse Alice.
«Per forza,» disse il Gatto: «altrimenti non saresti venuta qui.»
_ _ _
Alice rise: "è inutile che ci provi, non si può credere a una cosa impossibile."
"Oserei dire che non ti sei allenata molto", ribattè la Regina. "Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz'ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione."
Da Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, Lewis Carroll, 1865.
Perchè c'è proprio chi ha il nome che si merita.
Alice Alicizzatrice
«Be', non hai altra scelta», disse il Gatto «Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.»
«Come lo sai che sono matta?» disse Alice.
«Per forza,» disse il Gatto: «altrimenti non saresti venuta qui.»
_ _ _
Alice rise: "è inutile che ci provi, non si può credere a una cosa impossibile."
"Oserei dire che non ti sei allenata molto", ribattè la Regina. "Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz'ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione."
Da Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, Lewis Carroll, 1865.
Perchè c'è proprio chi ha il nome che si merita.
Alice Alicizzatrice
Monday, March 4, 2013
Tra due settimane il Grinta corre la sua prima maratona.
Ha le lacrimucce agli occhi, come i bimbi quando gli si dice che finalmente li si porta a Disneyland a incontrare pluto e paperino.
Ovviamente si allena come un maniaco, beve fiumane d'acqua, segue una dieta a base di brontosauro e bambù, ha comprato un container di integratori di sali e minerali al gusto banana e mango.
Purtroppo il Grinta è un corridore silenzioso, uno di quelli che quando corre non si ascolta la musichetta ma sta attento alla coordinazione, la respirazione la sudorazione e chissà cosa. Peccato perchè c'era questa application che sarebbe stata perfetta:
(ENDING SOON!) - SPECIAL NEW YEAR'S RESOLUTION SALE: 50% OFF!
You tie your shoes, put on your headphones, take your first steps outside. You’ve barely covered 100 yards when you hear them. They must be close. You can hear every guttural breath, every rattling groan - they’re everywhere. Zombies. There’s only one thing you can do: Run!
Zombies, Run! is an ultra-immersive running game and audio adventure, co-created with award-winning novelist Naomi Alderman. We deliver the story straight to your headphones through orders and voice recordings - and when you get back home, you use the supplies you’ve collected while running to build and grow your base.
( Allaciati le scarpe, mettiti le cuffe e fai il primo passo fuori. Hai appena fatto fatto 100 iarde quando li senti. Devono essere vicini. Puoi sentirne i respiri gutturali, ogni rantolante gemito, sono ovunque. Zombies. C'è solo una cosa da fare: CORRI!
Zombies, run, un gioco per correre super coinvolgente, un avventura da ascoltare co-creata bla bla bla).
Voi però magari approfittatene, o corridori! (Aspe'... Ma davvero ci son corridori che passan da qui?!?!)
Alice incitatrice
P.S. Gli slogan! Alice già vi aveva chiesto di spremervi le meningi e pensare a possibili slogan per i 10.000 stricioni che farà al Grinta Corridore... ora è la vostra ultima chance! Fatevi avanti, strateghi del marketing dalla rima dadaista!
Ha le lacrimucce agli occhi, come i bimbi quando gli si dice che finalmente li si porta a Disneyland a incontrare pluto e paperino.
Ovviamente si allena come un maniaco, beve fiumane d'acqua, segue una dieta a base di brontosauro e bambù, ha comprato un container di integratori di sali e minerali al gusto banana e mango.
Purtroppo il Grinta è un corridore silenzioso, uno di quelli che quando corre non si ascolta la musichetta ma sta attento alla coordinazione, la respirazione la sudorazione e chissà cosa. Peccato perchè c'era questa application che sarebbe stata perfetta:
(ENDING SOON!) - SPECIAL NEW YEAR'S RESOLUTION SALE: 50% OFF!
You tie your shoes, put on your headphones, take your first steps outside. You’ve barely covered 100 yards when you hear them. They must be close. You can hear every guttural breath, every rattling groan - they’re everywhere. Zombies. There’s only one thing you can do: Run!
Zombies, Run! is an ultra-immersive running game and audio adventure, co-created with award-winning novelist Naomi Alderman. We deliver the story straight to your headphones through orders and voice recordings - and when you get back home, you use the supplies you’ve collected while running to build and grow your base.
( Allaciati le scarpe, mettiti le cuffe e fai il primo passo fuori. Hai appena fatto fatto 100 iarde quando li senti. Devono essere vicini. Puoi sentirne i respiri gutturali, ogni rantolante gemito, sono ovunque. Zombies. C'è solo una cosa da fare: CORRI!
Zombies, run, un gioco per correre super coinvolgente, un avventura da ascoltare co-creata bla bla bla).
Voi però magari approfittatene, o corridori! (Aspe'... Ma davvero ci son corridori che passan da qui?!?!)
Alice incitatrice
P.S. Gli slogan! Alice già vi aveva chiesto di spremervi le meningi e pensare a possibili slogan per i 10.000 stricioni che farà al Grinta Corridore... ora è la vostra ultima chance! Fatevi avanti, strateghi del marketing dalla rima dadaista!
Sunday, March 3, 2013
Il giorno di San Valentino in nano Lancillotto ha portato nella classetta 3 mazzetti di fiori per le maestrine, ed è tornato a casa un po' attapirato perchè il mazzetto da lui scelto con i fiorellini arancioni e verdi non aveva potuto essere consegnato causa irreperibilità di Alice, maestra vagabonda.
Venerdì, ad aspettare un'Alice spettinata e in pieno jat-leg, a scuola c'era un piccolo bouquet di fiori freschi arancioni e verdi, i suoi colori preferiti, stretto tra le dita di un silenzioso Lancillotto che ha finalmente recapitato il suo omaggio floreale nonchè il dono migliore immaginabile: un sorriso un po' emozionato e poi un abbraccio stratosferico con rincorsa.
Ad Alice si è gonfiato il cuore come 'na zampogna e sotto lo sguardo perplesso di Lancillotto e della mamma di Lancillotto si è defilata in bagno per riguadagnare compostezza.
Perchè lei dai ritorni italici ne esce sempre dura e coriacea come un bunet.
Alice bunettizzatrice
Venerdì, ad aspettare un'Alice spettinata e in pieno jat-leg, a scuola c'era un piccolo bouquet di fiori freschi arancioni e verdi, i suoi colori preferiti, stretto tra le dita di un silenzioso Lancillotto che ha finalmente recapitato il suo omaggio floreale nonchè il dono migliore immaginabile: un sorriso un po' emozionato e poi un abbraccio stratosferico con rincorsa.
Ad Alice si è gonfiato il cuore come 'na zampogna e sotto lo sguardo perplesso di Lancillotto e della mamma di Lancillotto si è defilata in bagno per riguadagnare compostezza.
Perchè lei dai ritorni italici ne esce sempre dura e coriacea come un bunet.
Alice bunettizzatrice
Saturday, March 2, 2013
Ita-lì
E' tornata.
(no comment sul viaggio, che partire è un po' morire ma pure ritornare mica è 'na passeggiata!)
Comunque Alice in Italia di italico ha trovato:
La neve. Perchè sebbene sia scampata alla tempesta Nemo profeta in Patria, in patria appunto si è beccata la città sploverata di zucchero ed ha potuto creare un bellissimo mostro di neve.
Un nipotino nuovo di zecca, e questa cosa strepitosa che è la ziitudine.
Il concorsone per le maestre di materna ed elementare rimandato per maltempo, e buona parte delle sue amiche impegnata a ballare la macarena pensando ai giorni extra per ripassare.
(Che certa gente ha ancora lo stesso culo che aveva a 15 anni e pure a 30 saltano le programmate!)
Gli abbracci di quelle persone, poche ma buone, il cui calore conosci ormai da sempre. E ci volevano, diamine.
Il festival di Sanremo, con Toto Cotugno che canta con l'armata rossa Sono un Italiano Vero (una roba talmente surreale che manco dopo un''indigestione di peperonata di cozze le sarebbe mai venuta in mente).
La nonna di città, con il naso tuffato nello schermo del computer, intenta a imparare come navigare perchè "così poi ti chiamo con Skype!"
Torino, il camminare per strade e geografie che le stanno nel palmo della mano, e ad ogni angolo inciampare in un ricordo: lì in quel giardino Alice ha 6 anni, davanti a quel portone ne ha 18, laggiù a quella fermata del tram 16, in quel bar con gli stessi tavolini quasi 24. E oggi se ne sente 83.
Le bugie di carnevale. Che costano quanto il plutonio. E pesano sullo stomaco uguale.
L'odore delle case in cui è cresciuta, che tutte le volte se lo dimentica, e quando lo ritrova si chiede come a fatto a restarne senza.
Millemila negozi che lei si ricordava... ormai chiusi. E millemila nuovi negozi di sigarette elettroniche aperti (Ma perchè? Ma che è successo?)
Il Pater, che fa grissini in cucina e ascolta tango.
Un esercito a sorpresa di grillini, tutti con la stessa speranza: "Così cambia qualcosa, nuova gente, nuove idee!" (un po' lo stesso ritornello con cui Alice ricorda l'orda di Berlusconiani alle urne nel '94...)
La focaccia di Recco di piazza castello. Qualcuno per favore la importi in ammeriga, perchè senza viver non si può.
San Valentino, con i semafori invasi da venditori di rose.
Il papa che va in pensionamento anticipato, e tutti lì a discuterne davanti ai cornetti e alle schiume del cappuccino.
La Mater, sempre con la stessa grinta e lo stesso sorriso. Lei in pensionamento mai.
La nonna dei monti, con il suo bastone, la sua produzione inarrestabile di coperte-a-righe-di-lana-multicolore-fatte-al-crochet e con gli occhi blu ancora da bambina furbetta.
Tanti bellissimi libri per bambini e albi illustrati nuovi. Robe così belle e introvabili che Alice era terrorizzata all'idea di perdere la valigia... e se li è scammellati come bagaglio a mano, sfidando i controlli, la forza di gravità e un paio di altre leggi fisiche (un trolley da 16 chili, un piccolo ariete da sfondamento, un meteorite che avrebbe potuto uccidere qualcuno perforando la cappelliera).
I nani. Non quelli della scuoletta ma quelli delle amiche, finalmente annusati e abbracciati.
Le elezioni, tutte. Con i dibattiti, le battute, il circo triste e rumoroso che anzichè migliorare peggiorato (o forse è solo che Alice si sta assuefando ai modi politically correct ammerigani, e ci sta prendendo gusto?).
Il mercato di Porta Palazzo. Tutto.
Ed è un po' strano, perchè da un lato ha la sensazione che non sia cambiato nulla... dall'altra tutto è un po' diverso, estraneo, incomprensibile e un po' più grigio.
Si chiama schizzofrenia, giusto?
Alice ritornatrice
(no comment sul viaggio, che partire è un po' morire ma pure ritornare mica è 'na passeggiata!)
Comunque Alice in Italia di italico ha trovato:
La neve. Perchè sebbene sia scampata alla tempesta Nemo profeta in Patria, in patria appunto si è beccata la città sploverata di zucchero ed ha potuto creare un bellissimo mostro di neve.
Un nipotino nuovo di zecca, e questa cosa strepitosa che è la ziitudine.
Il concorsone per le maestre di materna ed elementare rimandato per maltempo, e buona parte delle sue amiche impegnata a ballare la macarena pensando ai giorni extra per ripassare.
(Che certa gente ha ancora lo stesso culo che aveva a 15 anni e pure a 30 saltano le programmate!)
Gli abbracci di quelle persone, poche ma buone, il cui calore conosci ormai da sempre. E ci volevano, diamine.
Il festival di Sanremo, con Toto Cotugno che canta con l'armata rossa Sono un Italiano Vero (una roba talmente surreale che manco dopo un''indigestione di peperonata di cozze le sarebbe mai venuta in mente).
La nonna di città, con il naso tuffato nello schermo del computer, intenta a imparare come navigare perchè "così poi ti chiamo con Skype!"
Torino, il camminare per strade e geografie che le stanno nel palmo della mano, e ad ogni angolo inciampare in un ricordo: lì in quel giardino Alice ha 6 anni, davanti a quel portone ne ha 18, laggiù a quella fermata del tram 16, in quel bar con gli stessi tavolini quasi 24. E oggi se ne sente 83.
Le bugie di carnevale. Che costano quanto il plutonio. E pesano sullo stomaco uguale.
L'odore delle case in cui è cresciuta, che tutte le volte se lo dimentica, e quando lo ritrova si chiede come a fatto a restarne senza.
Millemila negozi che lei si ricordava... ormai chiusi. E millemila nuovi negozi di sigarette elettroniche aperti (Ma perchè? Ma che è successo?)
Il Pater, che fa grissini in cucina e ascolta tango.
Un esercito a sorpresa di grillini, tutti con la stessa speranza: "Così cambia qualcosa, nuova gente, nuove idee!" (un po' lo stesso ritornello con cui Alice ricorda l'orda di Berlusconiani alle urne nel '94...)
La focaccia di Recco di piazza castello. Qualcuno per favore la importi in ammeriga, perchè senza viver non si può.
San Valentino, con i semafori invasi da venditori di rose.
Il papa che va in pensionamento anticipato, e tutti lì a discuterne davanti ai cornetti e alle schiume del cappuccino.
La Mater, sempre con la stessa grinta e lo stesso sorriso. Lei in pensionamento mai.
La nonna dei monti, con il suo bastone, la sua produzione inarrestabile di coperte-a-righe-di-lana-multicolore-fatte-al-crochet e con gli occhi blu ancora da bambina furbetta.
Tanti bellissimi libri per bambini e albi illustrati nuovi. Robe così belle e introvabili che Alice era terrorizzata all'idea di perdere la valigia... e se li è scammellati come bagaglio a mano, sfidando i controlli, la forza di gravità e un paio di altre leggi fisiche (un trolley da 16 chili, un piccolo ariete da sfondamento, un meteorite che avrebbe potuto uccidere qualcuno perforando la cappelliera).
I nani. Non quelli della scuoletta ma quelli delle amiche, finalmente annusati e abbracciati.
Le elezioni, tutte. Con i dibattiti, le battute, il circo triste e rumoroso che anzichè migliorare peggiorato (o forse è solo che Alice si sta assuefando ai modi politically correct ammerigani, e ci sta prendendo gusto?).
Il mercato di Porta Palazzo. Tutto.
Ed è un po' strano, perchè da un lato ha la sensazione che non sia cambiato nulla... dall'altra tutto è un po' diverso, estraneo, incomprensibile e un po' più grigio.
Si chiama schizzofrenia, giusto?
Alice ritornatrice
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