Thursday, February 18, 2016

SanScemo

Lo scorso sabato Alice (assieme ad una coppia di amici altrettanto bizzarri quanto lei e il Grinta) ha visto la finale Sanremo, dopo tipo 3 ere geologiche che non le capitava di vedere il teatro dell'Ariston.
E' stato bellissimo fare un salto nel Nazional popolare.
E' un po' come andare a rivedere un posto dopo 10 anni: e' lo stesso ma anche no... e' cambiato ma e' sempre lo stesso.

Alcune riflessioni inutili... e momenti che portera' con se':

1) Renato Zero, in stato confusionale, che ringrazia il suo camerino, dove probabilmente aveva lasciato un paio di neuroni.

2) Alice non e' piu' abituata all'ironia machista e maschilista italiana, lo sketch in cui c'e' il pirla di turno che fissa le tette della velina con aria spersa e bava alla boca le ha fatto venire il vomito, e le varie battute con riferimenti a piselli vari ed erezioni idem. Forse e' che invecchia, e diventa una suora di clausura, forse e' che e' vivere in paesi in cui non e' permesso trattare una donna come se fosse una preda da letto e' un esperienza inebriante e ci si e' abituata in fretta.

3) Patty Pravo e' ancora viva. Anche se le hanno impiantato sul collo la testa di una Barbie lasciata un po' troppo vicino al fuoco e in procinto di sciogliersi. Patty, ti amo uguale.

4) Gli Stadio partecipano (e vincono?) con una canzone dedicata alla figlia. Analizziamo il testo:
E mi dirai che un padre 
Non deve piangere mai 
Non deve arrendersi mai 
Tu mi dirai che un uomo 
Deve sapere proteggersi… 

La figlia cresce con il padre che evidentemente le insegna che l'omo e' fico, duro e puro, non deve chiedere mai e ha da puzza'.

Un giorno mi dirai 
Che un uomo ti ha lasciata e che non sai 
Più come fare a respirare, a continuare a vivere 
Io ti dirò che un uomo 
Può anche sbagliare lo sai 
Si può sbagliare lo sai 
Ma che se era vero amore 
È stato meglio comunque viverlo 

Quando il fidanzato la molla, e lei e' affranta e disperata, il padre le spiega che dai, poretto, puo' sbagliare anche lui, perdoniamolo, sto cojone, pure se ti ha fatto le corna, o si e' venduto i denti della nonna per giocare al videopocker, 'son ragazzi, figlia, zitta e porta pazienza... e anzi ringrazia che ti si e' pigliata per un pochino, dai!
Che insomma, e' bello fare una canzone con un messaggio alla figlia, ma magari senza dirle cazzate, ecco.

5) E infine Carlo Conti decide di fare della tv progresso:

"Ho visto in carcere i bambini con le mamme detenute. I più piccoli non devono pagare le colpe dei grandi: questo è un mio pensiero personale, perché li ho visti con i miei occhi"

Caro Carlo Conti,
Quei bambini stanno li' proprio per evitare che paghino le colpe commesse dai grandi.
Quei bambini stanno li' proprio per evitare che, a un genitore che ha commesso un reato ma che ha comunque il pieno possesso delle capacita' genitoriali, venga portato via un figlio. Come negli USA. E che ad un figlio venga portata via la madre. Come negli USA.
Caro Carlo Conti, un bambino in carcere subisce certamente un danno, ma subirebbe un danno assai maggiore se venisse separato dalla madre e instituzionalizzato.
Un bambino in carcere e' un bambino con una mamma.
La soluzione non e' semplicemente togliere i bambini dalle carceri. La soluzione e' creare, come gia' ci sono in altri paesi, strutture detentive apposite per le madri e i loro figli.
E magari era a questo, eh, che tu pensavi.
Ma se te vai in televisione a dire una roba cosi', in un paese cosi', almeno dillo bene, diamine.


Alice Sanremizzatrice


7 comments:

  1. Poche rispetto alle necessità, ma le strutture alternative al carcere per le madri detenute ed i loro bambini ci sono anche qui, per fortuna.
    Di Sanscemo ho visto solo la borsa di Noemi la prima sera e aveva un rosso di capelli un po' più umano rispetto a quelli fluo degli anni precedenti, e un pezzo della Ferilli fatta da Virginia Raffaele, il resto è sentito dire compresa la faccia da avatar, ma tinta carne e non blu, di Patty Pravo

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  2. ah ah! non ho il coraggio di guardarne neppure uno stralcio ma immagino benissimo... signur...

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  3. Il punto 2) lo condivido appienissimo!!! Anche a me capita, ed anche a me e' successo di vedere all'improvviso con occhi nuovi, lavati da anni all'estero, scene che in Italia ancora sono normali e pure comiche.
    A Natale i miei mi raccontavano una scena del film di Checco Zalone, in cui c'era evidentemente una battuta simpaticissima sulle relazioni omosessuali. Me la son fatta ripetere tre volte perche' proprio non la capivo.

    Il punto 5) dovresti trovare davvero il modo di scriverlo ancora più pubblicamente che qui sul tuo blog. Una lettera ad un giornale? Il Sig. Gramellini o il Sig. Serra potrebbe essere interessati, credo.

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  4. E' vero, in Italia il sexual harrassment anziché essere punito viene celebrato.

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  5. Non l'ho visto, ma leggere il tuo riassunto è stata sicuramente un'esperienza migliore!

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  6. Infatti, l'unica cosa decente di sanscemo era Virginia Raffaele, ma ne ho visti solo due pezzettini perchè il resto era insopportabile...

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  7. anche a me succede questa cosa del punto 2. Peraltro ho riascoltato delle canzoni italiane della mia infanzia e sono rimasta un po' stupita di averle mai potute amare, visto quello che dicono. Dunque mi ritrovo anche nel punto 4.

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edddaì, blatera un po' con me!