Da quando siamo arrivati a Niu Iorc il nostro nido d'ammore ha conosciuto incredibili miglioramenti, sebbene ad un arredatore di interni partirebbe un embolo alla vista di cosa abbiam ammucchiato a vanvera nella nostra camera e cucina.
Non che io abbia mai avuto dei gusti ricercati in fatto di mobilia, anzi. In genere apprezzo più o meno le stesse cose che potrebbero piacere alla già citata 15enne fricchettona...
Posso dire che adoro i tappeti e i cuscini (ma non quelli da studio notarile eh!) e questo fa sì che per me la casa ideale debba somigliare il più possibile all'interno di una tenda beduina o, ancora meglio ad una "zona morbida" da asilo nido, dove se anche cado rimbalzo su un supercuscino a forma di barbapapà e torno in piedi.
I miei acquisti da italica castellana li facevo rigorosamente all'ikea o al mercatino dell'usato, le due grandi salvezze dei poveri.
Adesso che siamo nella Grande Mela, invece, abbiam deciso di esagerare e di sperimentare nuove forme di acquisto.
E ci siamo lanciati nell'accattonaggio.
La maggior parte del nostro mobilio è stata raccattata casualmente durante la notte dalla munnezza dei nostri vicini. Una sera alla settimana infatti gli ammericani trascinano fuori dalle loro case pezzi di arredamento, li accatastano sul marciapiede e li lasciano lì.
Quella sera, io e El Grinta facciamo la strada di casa con un andatura molto più lenta e con sguardo calcolatore scannerizziamo i vari mucchi:
"Guarda Grinta! Una sedia da ufficio!"
"Si ma non mi piace... e poi non ha la rotellina, vedi?" Dice El Grinta che ormai sembra che abbia passato la sua vita da Granato Mobili, nella periferia, a intarsiare comò e inchidare armadi.
"Allora guarda questa cassettiera, che ne dici?"
"Mmmmh.. troppo grande... e poi ha 6 cassetti. Che ce ne facciamo di sei cassetti?"
"Epperò come fai il difficile! Guarda!! C'e uno sgabello da bar! Lo vogliamo?"
"NO, non ce ne facciamo proprio nulla. E poi è evidente che è sfondato"
El Grinta in versione arredatore è un pistino noiosino e fastidiosino.
Ma nonnostante esiga solo il meglio per la nostra maison, e mantenga alti standard qualitativi, siamo riusciti, con il MeMu, ovvero il "Metodo munnezza", a arredare buona parte della dimora, visto che da settembre ad oggi, pezzetto per pezzetto, abbiamo trovato:
1 divano
1 tavolo
2 sedie (diverse tra loro)
1 poltrona
1 tavolino basso di vimini
1 comodino da nonna
1 minuscola e pericolante libreria
1 porta televisore sempre in stile nonna belarda
1 forno a microonde (che funziona, solo che è un modello molto minimalista con un solo tasto: "Apri", e una manopololina con 2 funzioni: "Scalda" & "Scongela")
Insomma, l'80% del nostro arredo ha soggiornato tra le strade della city. Quindi posso dire in tutta onestà che il nostro è un'arredamento molto molto molto metropolitano.
Ed è quello che ho riferito alla greca-bionda mentre, sfogliando una rivista di arredamento di classe, mi chiedeva "Come ho arredato la casa"... e la sfido a contraddirmi!
(Ah! Se ve lo state chiedendo, il nostro talamo nuziale è questo che che la versione ammericana di questo... ma se guardate bene, tra i due Grankulla c'è una GranDifferenza... la notate?)
Alice arredatrice
Beh, si, quello americano è sottile come un'acciuga.
ReplyDeletesì, appunto, lo spessore del futon :-)
ReplyDeletela mia prima casa l'avevo arredata con le cassette della frutta dipinte di bianco e foderate di carta a fiori.
il letto era una tavola di truciolare con quattro laterizi sotto e il materasso sopra.
il tavolo era un'asse di multistrato con due cavalle e le sedie erano quelle del bricocente, pieghevoli.
nei momenti meno opportuni rovinavano di schianto sotto il peso degli ospiti.
:-D
... brave! Lo so, come giochino da settimana enigmistica era molto molto facile :)
ReplyDeleteAlga: Anche una nostra sedia ha ceduto, ma per fortuna sotto il peso del Grinta (che comunque si è spaventato un sacco!)