Io non so, ma a me il ritorno in patria scatena sempre sentimenti contrastanti.
Che da un lato non vedi l'ora, e brami facce amiche e abbracci familiari, mozzarelline e cappuccini libri illustrati in italiano e passeggiate tra i campi di cicorie...
e dall'altro, come riassume sinteticamente il Grinta "è un po' dù cojoni".
Che io non lo so come va agli altri, ma a noi in genere succede così: dopo aver preso i biglietti inizia un vorticoso giro di telefonate:
1)
"Amica del cuore, vengo in Italia ad agosto!"
"Beello! Allora dai, ci facciamo due-tre giorni in montagna, io te e i tuoi nipoti adottivi, che ormai a furia di vederti solo su skype pensano che te sia bidimensionale!"
"OK! "
2)
"Mater, torno in Italia ad agosto!"
"Che bello! Io allora prendo le ferie, così stiamo assieme e mi racconti gli ultimi sei mesi, e poi magari andiamo nel campeggio spartano e sperduto che ci piace tanto, a fare un po' di vita selvaggia!"
"Meraviglioso! Prepara la tenda!"
3)
"Oh, babbo! Torno in Italia eh! Ad agosto arrivo!"
"Ottimo! Che qui io vorrei liberare la tua vecchia stanza e buttare via 10 scatoloni di roba... devi venire e fare ordine eh, che ho trovato persino dei barattoli di polvere, guarda..."
"Padre, quella è sabbia, non provare a buttare nulla, manco un batuffolo di lanugine o ti incenerisco la bicicletta e le tue scarpe da tango"
"vabbè, dai, ma quindi vieni? Allora magari mi prendo un paio di giorni di ferie e andiamo a camminare su quella parete rocciosa dove gli stambecchi si cacano addosso dalle vertigini..."
"Uh, che culo!"
"E poi magari ti porto con me a ballare il tango, che ormai sono un professionista"
"Ecco, un paio di serate di tango potrebbero rivelarsi estremamente imbarazzanti per me che son flessuosa come un cric... ma almeno non rischio di sfracellarmi dentro un chiacciaio o di spatellarmi contro le rocce di un dirupo. Famo il tango"
4)
"Amica che abiti lontano, torno in italia per le vacanze!"
"Bene! Allora ti aspetto qui, vieni a trovarmi vero? Perchè io non posso muovermi ma se non vieni ci resto male!"
"Sto già arrivando, non temere!"
5)
"Suoceri torniamo per l'estate, contenti?"
Suocera: "Perfetto perfetto perfetto! Allora questa volta dovete dormire da noi, che c'è la stanzetta apposta e abbiam comprato apposta il divano letto, eh, non avete più scuse, dovrete stare almeno una settimana a casa nostra!"
Suocero: "Quando? Quando? Quando? Che io compro dei biglietti last minute e facciamo una vacanza di 3 giorni in qualche bel posto nel sud Italia! Quando? Quando? Quando? Mi devo organizzare, devo preparare, devo pianificare... e poi il Grinta deve aiutarmi a svasare le 47 piante del balcone e a portare la roba che c'è in cantina nella soffita e la roba della soffitta giù in cantina... "
"Va bene, faremo tutto!"
A questo aggiungeteci:
La nipote sbirulina con la quale esigo almeno un weekend
Le amiche dei tempi andati con cui urge un caffè per rattoppare gli ultimi sei mesi
La nonna con il femore rotto da andare a trovare almeno un po' di volte
La nonna dei monti da andre a visitare in cima ai colli
Gli amici del Grinta, (che sebbene minimal pure lui ha una vita sociale, eh)
Un rinnovo di patente scaduta
Una visita medica
Almeno 3 incursioni dalle mie libraie preferite a vedere cosa è capitato tra gli scaffali mentre io ero lontana
Ora frullate il tutto e aggiungete ancora:
un pizzico di senso di straniamento,
due tazze di ansia da prestazione,
imburrate abbondantemente con sensi di colpa e di inadeguatezza (oddio non ho fatto questo, non son stato abbastanza con quello, non ho nemmeno sentito quell'altra ecc ecc)
poi sfidate le leggi fisiche del tempo e dello spazio e comprimete il tutto in 13 giorni.
et voillà.
Alice viaggiatrice
Tuesday, June 30, 2009
Monday, June 29, 2009
Pippi House
La Pippi ha una nuova dimora.
Ha trovato un super affare.
La casa della Pippi, tecnicamente, è sul confine del ricercato e raffinato Upper West Side, il quartiere dove famiglie bianche e ricche, come quelle della Peppa, si comprano i loft e gli appartamenti da 10.000 dollàri al mese.
In pratica, invece, è in un quartiere di dominicani che ancora resistono e che stanno un questa zona-cuscinetto tra le case dei manager rampanti e quelle dei neri e dei latinoamericani di Harlem.
Sotto casa della Pippi c'è un gran viavai di omoni con il cavallo dei pantaloni alle ginocchia e di macchine con la musica a tutto volume. Davanti al suo ingresso ci sono grosse donnone dominicane che giocano al bingo in mezzo al marciapiede, su un tavolo pericolante, gridando a squarciagola e facendosi grasse risate:
La casa è piccina ma bella, lungo le scale salgono enormi zaffate di marijuana e si sente il vociare dei vicini.
"Dai, va bene, no? E' un quartiere vivace, ma io sono una donna vivace!"
"Pippi, basta che sia sicuro, oltre che vivace, eh!"
"Ieri notte ho sentito degli spari... ma forse erano solo dei petardi molto molto potenti, ecco. Non essere negativa! Magari facevan le prove per il 4 Luglio, nooo?"
"..."
La Pippi ora ha 2 coinquilini che resteranno con lei, e dovrà trovarne altri 2.
I due inquilini presenti al momento non sono proprio il massimo:
All'inizio non andavano daccordo tra loro: si facevano i dispetti,
si pisciavano sui letti vicendevolmentee saccheggiavano l'uno la dispensa dell'altro. Ora invece si sopportano, dividono la stessa stanza ma tentano comunque di evitarsi e si parlano il meno possibile.
Uno è il Guercio, un soggetto affetto da gigantismo, un marcantonio enorme con un occhio un po' iniettato di sangue, ma ha l'aria paciosa.
L'altro è lo Sfregiato, è snello e nervoso, arriva dalla vita di strada ed ha delle cicatrici sul petto che fan proprio un po' paura.
La Pippi dividerà la stanza con loro.
Forse anche il letto.
"Pippi, ma ci vai daccordo con 'sti due?"
" 'nsomma... sai che io quelli così non li sopporto mica tanto..."
"Pippi, ma... se tentano di intrufolarsi nelle tue lenzuola?"
"No problem, li prendo calci e li caccio via dalla stanza"
Il GUERCIO è questo:
(La penna è per darvi il senso delle porporzioni... che pare 'na pantera!)
Lo SFREGIATO è quest'altro:
(che sono entrambi gatti di strada, ma questo è arrivato solo 4 mesi fa ed ha ancora le ferite delle ultime battaglie)
La stanza presa dalla Pippi infatti era in super-offerta perchè la padrona ha bisogno di una cat-sitter che per un anno si prenda cura dei due guerrieri pelosi.
Ora, considerando che la Pippi, nata e cresciuta tra i monti, ha generato una sorta di fastidio per tutti gli animali domestici tenuti tra quattro mura... il Guercio e lo Sfregiato avranno tempi duri, duri, duri.
Alice miagolatrice
Ha trovato un super affare.
La casa della Pippi, tecnicamente, è sul confine del ricercato e raffinato Upper West Side, il quartiere dove famiglie bianche e ricche, come quelle della Peppa, si comprano i loft e gli appartamenti da 10.000 dollàri al mese.
In pratica, invece, è in un quartiere di dominicani che ancora resistono e che stanno un questa zona-cuscinetto tra le case dei manager rampanti e quelle dei neri e dei latinoamericani di Harlem.
Sotto casa della Pippi c'è un gran viavai di omoni con il cavallo dei pantaloni alle ginocchia e di macchine con la musica a tutto volume. Davanti al suo ingresso ci sono grosse donnone dominicane che giocano al bingo in mezzo al marciapiede, su un tavolo pericolante, gridando a squarciagola e facendosi grasse risate:
La casa è piccina ma bella, lungo le scale salgono enormi zaffate di marijuana e si sente il vociare dei vicini.
"Dai, va bene, no? E' un quartiere vivace, ma io sono una donna vivace!"
"Pippi, basta che sia sicuro, oltre che vivace, eh!"
"Ieri notte ho sentito degli spari... ma forse erano solo dei petardi molto molto potenti, ecco. Non essere negativa! Magari facevan le prove per il 4 Luglio, nooo?"
"..."
La Pippi ora ha 2 coinquilini che resteranno con lei, e dovrà trovarne altri 2.
I due inquilini presenti al momento non sono proprio il massimo:
All'inizio non andavano daccordo tra loro: si facevano i dispetti,
si pisciavano sui letti vicendevolmentee saccheggiavano l'uno la dispensa dell'altro. Ora invece si sopportano, dividono la stessa stanza ma tentano comunque di evitarsi e si parlano il meno possibile.
Uno è il Guercio, un soggetto affetto da gigantismo, un marcantonio enorme con un occhio un po' iniettato di sangue, ma ha l'aria paciosa.
L'altro è lo Sfregiato, è snello e nervoso, arriva dalla vita di strada ed ha delle cicatrici sul petto che fan proprio un po' paura.
La Pippi dividerà la stanza con loro.
Forse anche il letto.
"Pippi, ma ci vai daccordo con 'sti due?"
" 'nsomma... sai che io quelli così non li sopporto mica tanto..."
"Pippi, ma... se tentano di intrufolarsi nelle tue lenzuola?"
"No problem, li prendo calci e li caccio via dalla stanza"
Il GUERCIO è questo:
(La penna è per darvi il senso delle porporzioni... che pare 'na pantera!)
Lo SFREGIATO è quest'altro:
(che sono entrambi gatti di strada, ma questo è arrivato solo 4 mesi fa ed ha ancora le ferite delle ultime battaglie)
La stanza presa dalla Pippi infatti era in super-offerta perchè la padrona ha bisogno di una cat-sitter che per un anno si prenda cura dei due guerrieri pelosi.
Ora, considerando che la Pippi, nata e cresciuta tra i monti, ha generato una sorta di fastidio per tutti gli animali domestici tenuti tra quattro mura... il Guercio e lo Sfregiato avranno tempi duri, duri, duri.
Alice miagolatrice
Saturday, June 27, 2009
Ansa dell'ultim'ora
Vamos A La Playa. Stop.
Abbiamo I Biglietti.
Vacanze In Italia.
Stop.
Preparate Mozzarelline e Gelati.
Stop.
Alice felice
P.s. ho qui sulla punta della lingua il discorso di dimissioni-vaffanculo per il super manager gayo ma, onde evitare ripercussioni sull'ultima busta paga, mi toccherà aspettare il momento propizio per scatarrare tutte le mie frustrazioni.
Abbiamo I Biglietti.
Vacanze In Italia.
Stop.
Preparate Mozzarelline e Gelati.
Stop.
Alice felice
P.s. ho qui sulla punta della lingua il discorso di dimissioni-vaffanculo per il super manager gayo ma, onde evitare ripercussioni sull'ultima busta paga, mi toccherà aspettare il momento propizio per scatarrare tutte le mie frustrazioni.
temporali eccezionali
Ieri pomeriggio, mentre noi si continuava l'operazione di sterminio domestico, il sole è andato via all'improvviso:
Dopo un temporale strepitoso, con tuoni e fulmini, con grandine e folate di vento che scompigliavano gli alberi il cielo era così:
E un sacco di fulmini cascavano ancora proprio dove c'è la fine dell'arcobaleno.
Poi tutto è stato invaso da una strana luce arancione-viola, e gli alberi eran arancione-viola, le case era arancione-viola, io ponte era arancione-viola... persino la faccia del Grinta e la cioccolata che mangiavo alla finestra erano arancione-viola...
Se qualcuno ha una spiegazione...
perchè io avevo già tirato fuori il ketchup ed ero pronta a qualcosa del genere:
(Che non è ancora uscito, ma nel frattempo potete leggervi l'albo illustrato per bambini, che è un classico molto bello assai)
Alice violizzatrice
Dopo un temporale strepitoso, con tuoni e fulmini, con grandine e folate di vento che scompigliavano gli alberi il cielo era così:
E un sacco di fulmini cascavano ancora proprio dove c'è la fine dell'arcobaleno.
Poi tutto è stato invaso da una strana luce arancione-viola, e gli alberi eran arancione-viola, le case era arancione-viola, io ponte era arancione-viola... persino la faccia del Grinta e la cioccolata che mangiavo alla finestra erano arancione-viola...
Se qualcuno ha una spiegazione...
perchè io avevo già tirato fuori il ketchup ed ero pronta a qualcosa del genere:
(Che non è ancora uscito, ma nel frattempo potete leggervi l'albo illustrato per bambini, che è un classico molto bello assai)
Alice violizzatrice
Friday, June 26, 2009
Dopo Chernobyl II
Ok, prima o poi la smetterò di parlare di blatte.
Il fatto è che tra 5 giorni due italiche amiche planeranno nella topaia, per un soggiorno di 2 settimane, ed una in particolare ha il terrore degli insetti. E te vagli a spiegare che in fondo 'sti scarrafoni son talmente grossi che possono passare senza problemi come mammiferi, o quanto meno come rettili.
Comunque, visto che qui siamo in cerca di aspetti positivi, bicchieri mezzi pieni e altri lati della medaglia, vorrei far presente che le blatte fanno bene all'ammore.
Che io quando vedo il Grinta a petto nudo, con in mano il Raid Power, che avvolto in una nube chimica va in avanscoperta nella cucina infestata sento un moto d'orgoglio e ammirazione.
Che quando il mio Rambo Entomologo si arrampica sulle sedie armato di spruzzino di ammoniaca al grido di "Non mi sfuggi, perchè io sono La Legge" io capisco che ho sposato un vero Maschio Alfa.
Che quando io mio CSI detective (Cucarachas Sterminator Invincibbile) studia i cadaveri, confronta tra loro i diversi decessi e giunge a sconvolgenti conclusioni capisco che ho proprio fatto bene a farlo studiare, sto benedetto ragazzo.
Del tipo che ha scoperto che le blatte del lavandino e quelle che alle volte compaiono dalla parti del tavolo son due specie diverse: "Forse potremmo educarle all'odio razziale, scatenare una guerra territoriale e fare in modo che si massacrino tra loro!" Esclama il mancato peace-keeper dell'Onu.
Alice ammaestratrice (di blatte razziste)
Che poi, chissà se a furia di farci inalazioni di Raid quotidiane qui non finisca come quel povero tapino del romanzo di Kafka, con antenne e esoscheletro?
Sarà un caso, ma mi son spuntati due rasta ai lati che potrebbero benissimo essere un principio di antenne.
Il fatto è che tra 5 giorni due italiche amiche planeranno nella topaia, per un soggiorno di 2 settimane, ed una in particolare ha il terrore degli insetti. E te vagli a spiegare che in fondo 'sti scarrafoni son talmente grossi che possono passare senza problemi come mammiferi, o quanto meno come rettili.
Comunque, visto che qui siamo in cerca di aspetti positivi, bicchieri mezzi pieni e altri lati della medaglia, vorrei far presente che le blatte fanno bene all'ammore.
Che io quando vedo il Grinta a petto nudo, con in mano il Raid Power, che avvolto in una nube chimica va in avanscoperta nella cucina infestata sento un moto d'orgoglio e ammirazione.
Che quando il mio Rambo Entomologo si arrampica sulle sedie armato di spruzzino di ammoniaca al grido di "Non mi sfuggi, perchè io sono La Legge" io capisco che ho sposato un vero Maschio Alfa.
Che quando io mio CSI detective (Cucarachas Sterminator Invincibbile) studia i cadaveri, confronta tra loro i diversi decessi e giunge a sconvolgenti conclusioni capisco che ho proprio fatto bene a farlo studiare, sto benedetto ragazzo.
Del tipo che ha scoperto che le blatte del lavandino e quelle che alle volte compaiono dalla parti del tavolo son due specie diverse: "Forse potremmo educarle all'odio razziale, scatenare una guerra territoriale e fare in modo che si massacrino tra loro!" Esclama il mancato peace-keeper dell'Onu.
Alice ammaestratrice (di blatte razziste)
Che poi, chissà se a furia di farci inalazioni di Raid quotidiane qui non finisca come quel povero tapino del romanzo di Kafka, con antenne e esoscheletro?
Sarà un caso, ma mi son spuntati due rasta ai lati che potrebbero benissimo essere un principio di antenne.
Wednesday, June 24, 2009
meditation
Alle volte è bene prendersi un po' di spazio per sè,
Staccare con lo stress,
Concentrarsi sul respiro,
Meditare,
Elevarsi
hhOOOMMMMMMhhh
... epperò...
no, niente eh, è che anche se il Buddha è ovunque e la pace è dentro di noi, per instaurare il contatto consmico con l'energia della terra e l'essenza della vita io consiglierei un posto meno delirante di Broadway all'angolo con Grand Street, ecco, almeno non rischi che un tizio con lo skateboard ti incida un chakra con le rotelle:
Alice Yoghizzatrice
Staccare con lo stress,
Concentrarsi sul respiro,
Meditare,
Elevarsi
hhOOOMMMMMMhhh
... epperò...
no, niente eh, è che anche se il Buddha è ovunque e la pace è dentro di noi, per instaurare il contatto consmico con l'energia della terra e l'essenza della vita io consiglierei un posto meno delirante di Broadway all'angolo con Grand Street, ecco, almeno non rischi che un tizio con lo skateboard ti incida un chakra con le rotelle:
Alice Yoghizzatrice
Monday, June 22, 2009
Paura Bianca
Oggi la vostra eroina va dal dentista.
Ora, il dentista sta ad Alice come la Kriptonite sta a Superman.
Il dentista è per lei l'uomo nero, la paura atavica, il Male in camice bianco, il perfido Jocker di Batman armato di trapano e scalpellino.
Ma andiamo con ordine:
Alice aveva circa 5 o 6 anni e i denti davanti non ne volevano sapere di spaccare la gengiva e presentarsi al mondo.
Così un macellaio sorridente e vestito di bianco torturò l'innocente bambina per un'oretta buona, smaciullando la gengiva, ravanando in giro per il palato superiore e estirpando la dentatura come se fosse un cespo di radicchio e mettendola al suo posto.
Una volta strattonati fuori dalla gengiva, quelli che avrebbero dovuto essere due piccoli dentini perlacei si rivelarono ingombranti zanne da castoro. Quando vennero posizionate come di dovere si guardarono, si trovarono detestabili, e crebbero tentando di stare il più possibile lontano l'una dall'altra.
Memore del macellaio in camice bianco Alice si guardò bene dal chiedere un apparecchio per i denti e questi crebbero con un loro personalissimio ordine, che ricorda un po' quello dei 44 gatti in fila per 6 col resto di 2.
A 16 anni, la base della piramide alimentare di Alice era costituita da merendine al cioccolato, caramelle gommose e big buble gum alla fragola. Secondo alcuni questo potrebbe essere stato un elemento decisivo che determinò l'avvento di una carie dal diametro di una quercia e che quindi condannò la sottoscritta ad una traumatica devitalizzazione.
La devitalizzazione del suddetto dente fu un processo di circa 3 mesi.
Per 3 mesi Alice andò dal dentista una volta alla settimana, questa volta una donna bionda, bella e dalla voce zuccherosa. La Barbie-odontotecnica per 3 mesi le piantò aghi e aghetti in bocca, spiegandole come, visto che il suo dente era fatto strano e un po' contorto, il processo sarebbe stato un lento avanzare per tentativi ed errori alla ricerca della Radice Perduta. Una roba tanto effimera e inafferrabile quanto il Graal (in compenso, ogni volta che piantava l'ago e beccava la gengiva, la sottoscritta schizzava sulla sedia come una molla).
Al terzo mese Alice scappò.
Non si fece mai più vedere, non pagò mai Barbie e trovò uno nuovo cavadenti che, per molti meno soldi e in modo rapito e indolore, le strappò via il dente strano e la rese la donna più felice del mondo.
Quando il nuovo dentista iniziò a parlare di viti, impianti, ponti e cose strane e costosissime Alice si diede nuovamente alla fuga, si tenne il buco e lo chiamò Pino.
Poi vennero altri amici per Pino, perchè Alice dal dentista ci andava solo quando sbatteva le capate contro il muro dal dolore, ed a quel punto in genere c'era ben poco da salvare, e una volta cavata via la maceria Alice fuggiva a gambe levate lasciando dietro di sè una scia di conti, fatture e calchi dentali inutili.
Ora che Alice è qui negli USA, però , il Grinta è stato irremovibile: tocca andare dal dentista, per una visita di controllo "Così magari a 40 avrai ancora almeno un paio di denti in bocca".
E Alice, che vuole dimostrare di essere una donna matura e responsabile, ha detto "Certo, niùn problema!".
La visita è stata prenotata a febbraio.
Di settimana in settimana Alice ha sempre trovato una scusa plausibile per rinviare, ma capirete bene che, dopo quasi 5 mesi, anche una donna con una incredibile fantasia e una eccezionale risorsa di balle esaurisce TUTTE le giustificazioni plausibili.
E purtroppo durante la notte nessuna dannata astronave aliena è venuta a prelevarmi.
Quindi vado.
Anche perchè il Grinta, per essere sicuro che io non scappi, mi ci porta trascinandomi per la collottola.
Pensatemi.
Orcomondo, ho già il cagotto da anzia.
Alice fuggitrice (e chissà che pure sta volta...)
Ora, il dentista sta ad Alice come la Kriptonite sta a Superman.
Il dentista è per lei l'uomo nero, la paura atavica, il Male in camice bianco, il perfido Jocker di Batman armato di trapano e scalpellino.
Ma andiamo con ordine:
Alice aveva circa 5 o 6 anni e i denti davanti non ne volevano sapere di spaccare la gengiva e presentarsi al mondo.
Così un macellaio sorridente e vestito di bianco torturò l'innocente bambina per un'oretta buona, smaciullando la gengiva, ravanando in giro per il palato superiore e estirpando la dentatura come se fosse un cespo di radicchio e mettendola al suo posto.
Una volta strattonati fuori dalla gengiva, quelli che avrebbero dovuto essere due piccoli dentini perlacei si rivelarono ingombranti zanne da castoro. Quando vennero posizionate come di dovere si guardarono, si trovarono detestabili, e crebbero tentando di stare il più possibile lontano l'una dall'altra.
Memore del macellaio in camice bianco Alice si guardò bene dal chiedere un apparecchio per i denti e questi crebbero con un loro personalissimio ordine, che ricorda un po' quello dei 44 gatti in fila per 6 col resto di 2.
A 16 anni, la base della piramide alimentare di Alice era costituita da merendine al cioccolato, caramelle gommose e big buble gum alla fragola. Secondo alcuni questo potrebbe essere stato un elemento decisivo che determinò l'avvento di una carie dal diametro di una quercia e che quindi condannò la sottoscritta ad una traumatica devitalizzazione.
La devitalizzazione del suddetto dente fu un processo di circa 3 mesi.
Per 3 mesi Alice andò dal dentista una volta alla settimana, questa volta una donna bionda, bella e dalla voce zuccherosa. La Barbie-odontotecnica per 3 mesi le piantò aghi e aghetti in bocca, spiegandole come, visto che il suo dente era fatto strano e un po' contorto, il processo sarebbe stato un lento avanzare per tentativi ed errori alla ricerca della Radice Perduta. Una roba tanto effimera e inafferrabile quanto il Graal (in compenso, ogni volta che piantava l'ago e beccava la gengiva, la sottoscritta schizzava sulla sedia come una molla).
Al terzo mese Alice scappò.
Non si fece mai più vedere, non pagò mai Barbie e trovò uno nuovo cavadenti che, per molti meno soldi e in modo rapito e indolore, le strappò via il dente strano e la rese la donna più felice del mondo.
Quando il nuovo dentista iniziò a parlare di viti, impianti, ponti e cose strane e costosissime Alice si diede nuovamente alla fuga, si tenne il buco e lo chiamò Pino.
Poi vennero altri amici per Pino, perchè Alice dal dentista ci andava solo quando sbatteva le capate contro il muro dal dolore, ed a quel punto in genere c'era ben poco da salvare, e una volta cavata via la maceria Alice fuggiva a gambe levate lasciando dietro di sè una scia di conti, fatture e calchi dentali inutili.
Ora che Alice è qui negli USA, però , il Grinta è stato irremovibile: tocca andare dal dentista, per una visita di controllo "Così magari a 40 avrai ancora almeno un paio di denti in bocca".
E Alice, che vuole dimostrare di essere una donna matura e responsabile, ha detto "Certo, niùn problema!".
La visita è stata prenotata a febbraio.
Di settimana in settimana Alice ha sempre trovato una scusa plausibile per rinviare, ma capirete bene che, dopo quasi 5 mesi, anche una donna con una incredibile fantasia e una eccezionale risorsa di balle esaurisce TUTTE le giustificazioni plausibili.
E purtroppo durante la notte nessuna dannata astronave aliena è venuta a prelevarmi.
Quindi vado.
Anche perchè il Grinta, per essere sicuro che io non scappi, mi ci porta trascinandomi per la collottola.
Pensatemi.
Orcomondo, ho già il cagotto da anzia.
Alice fuggitrice (e chissà che pure sta volta...)
Sunday, June 21, 2009
traslochi, pistole e fiocchi di neve
La Pippi è stata ammessa ad un prestigiosissimo corso per diventare una prestigiosissima dottora linguistica!
Quindi ora esulta e si prepara a due anni di studio matto e disperatissimo.
Ovviamente è anche un po' spaventata ma si fa forza: sebbene le ginocchia le cedano un po' e un brivido di terrore le scorra lungo la schiena la Pippi, con mano tremante e il cuore nelle scarpe, si accenderà un prestito d'onore a notevole densità di zeri per pagarsi il super-master. (I prestiti d'Onore, che in Italia non so se ci sono, sono quelli per studenti, dove te vai alla banca e dichiari: "Sono un pezzente, ma voglio fare la scuola da avvocato così sarò ricco sfondato, se mi date i soldi io poi, quando avrò un rinomato studio, ve li ridò un pochetto per volta". In genere hanno tassi umani e soprattutto non richiedono garanti esterni).
Non solo, ma a questo punto la Pippi abbandona la sua casetta nel Queens e si trasferisce.
Ad Harlem.
Cosa che renderà la distanza tra me e lei immutata ma che certamente conferirà alla sua vita un ulteriore dose di surrealtà.
Ora sta cercando casa, e vaga come una piccola mosca bianca nel Nord dell'Isola di manhattan.
"Pippi, come va la caccia alla nuova dimora?"
"Ho visitato 3 monolocali e 2 stanze con coinquiline"
"bene! "
"Il posto comunque mi piace un sacco! E poi sono gentili... sono solo neri e latini... uno mi ha detto "Ciao, FioccoDiNeve", non è coccolo? E le coinquiline mi han detto che certo, visto che sò bianca, e soprattutto fimmena, se esco la sera devo tornare con il taxi"
"..."
"E però il monolocale no, non lo prendo, che uno era circondato da case bruciate e senza manco i tetto e faceva proprio un po' paura... l'altro era un piano terra, con accanto due enormi grattacieli di case popolari, e poi ho i ladri che mi entrano persino dalla tubature del bagno... e l'ultimo non me lo danno perchè non ho una busta paga, e risulto disoccupata"
"..."
"Però la casa con le coinquiline non sembra male!"
"Pippi? Dimmi, dov'era la casa dove il tipo gentile ti ha chiamato FioccoDiNeve?"
"In via degli assassinidovesiammazzanoinpienogiorno"
"!!"
Ora, visto che la Pippi è il mio unico spirito affine in questa grande enorme città, è ovviamente nel mio bieco interesse preservarne l'incolumità e assicurarmi che non finisca impallinata durante una sparatoria tra i Guerrieri della Notte e le gang rivali
Ho appena mandato alla Pippi la mappa degli omicidi di New York
(se volete giocarci pure voi, scoprirete come nascere nero e a Brooklyn è una di quelle cose che complica parecchio la tua esistenza e riduce di molto le tue speranza di vita, checchè se ne dica del paese delle libertà e delle mille opportunità e bla barabà babbà)
E ovviamente la casa in questione visitata dalla Pippi è esattamente in quell'isolato dove, almeno una volta all'anno, qualcuno si ammazza in pieno giorno a suon di proiettili.
Alice ansiogenizzatrice
Quindi ora esulta e si prepara a due anni di studio matto e disperatissimo.
Ovviamente è anche un po' spaventata ma si fa forza: sebbene le ginocchia le cedano un po' e un brivido di terrore le scorra lungo la schiena la Pippi, con mano tremante e il cuore nelle scarpe, si accenderà un prestito d'onore a notevole densità di zeri per pagarsi il super-master. (I prestiti d'Onore, che in Italia non so se ci sono, sono quelli per studenti, dove te vai alla banca e dichiari: "Sono un pezzente, ma voglio fare la scuola da avvocato così sarò ricco sfondato, se mi date i soldi io poi, quando avrò un rinomato studio, ve li ridò un pochetto per volta". In genere hanno tassi umani e soprattutto non richiedono garanti esterni).
Non solo, ma a questo punto la Pippi abbandona la sua casetta nel Queens e si trasferisce.
Ad Harlem.
Cosa che renderà la distanza tra me e lei immutata ma che certamente conferirà alla sua vita un ulteriore dose di surrealtà.
Ora sta cercando casa, e vaga come una piccola mosca bianca nel Nord dell'Isola di manhattan.
"Pippi, come va la caccia alla nuova dimora?"
"Ho visitato 3 monolocali e 2 stanze con coinquiline"
"bene! "
"Il posto comunque mi piace un sacco! E poi sono gentili... sono solo neri e latini... uno mi ha detto "Ciao, FioccoDiNeve", non è coccolo? E le coinquiline mi han detto che certo, visto che sò bianca, e soprattutto fimmena, se esco la sera devo tornare con il taxi"
"..."
"E però il monolocale no, non lo prendo, che uno era circondato da case bruciate e senza manco i tetto e faceva proprio un po' paura... l'altro era un piano terra, con accanto due enormi grattacieli di case popolari, e poi ho i ladri che mi entrano persino dalla tubature del bagno... e l'ultimo non me lo danno perchè non ho una busta paga, e risulto disoccupata"
"..."
"Però la casa con le coinquiline non sembra male!"
"Pippi? Dimmi, dov'era la casa dove il tipo gentile ti ha chiamato FioccoDiNeve?"
"In via degli assassinidovesiammazzanoinpienogiorno"
"!!"
Ora, visto che la Pippi è il mio unico spirito affine in questa grande enorme città, è ovviamente nel mio bieco interesse preservarne l'incolumità e assicurarmi che non finisca impallinata durante una sparatoria tra i Guerrieri della Notte e le gang rivali
Ho appena mandato alla Pippi la mappa degli omicidi di New York
(se volete giocarci pure voi, scoprirete come nascere nero e a Brooklyn è una di quelle cose che complica parecchio la tua esistenza e riduce di molto le tue speranza di vita, checchè se ne dica del paese delle libertà e delle mille opportunità e bla barabà babbà)
E ovviamente la casa in questione visitata dalla Pippi è esattamente in quell'isolato dove, almeno una volta all'anno, qualcuno si ammazza in pieno giorno a suon di proiettili.
Alice ansiogenizzatrice
Friday, June 19, 2009
lo studente commovente
Qualche giorno fa in libreria comparve un vecchietto cieco (un cieco, eh, di quelli con il bastone bianco, non un tizio di Praga) in cerca di audiolibri in italiano.
Il vecchietto capitò alla supplì in uno di quei giorni in cui l'ascensore era in vacanza.
Così andai a prendermelo sotto e ci facemmo le scale a braccetto (e al ritorno per poco non mi si spataccava come una sogliola, ma vabbè), e intanto lui raccontava di come avrebbe tanto tanto tanto voluto imparare l'italiano ma, essendo cieco, era un casino perchè non poteva ovviamente leggersi un libro da solo, e poi pure quando si ascoltava la radio gli serviva qualcuno che gli traducesse le cose che non capiva ecc ecc.
Poi, mentre tornavamo di sotto, sempre a braccetto:
"Ma senti, signorina, te dove abiti?"
"Lasci perdere, io sto nel profondo sud di Brooklyn"
"Davvero? E in quale quartiere?"
"Nel quartiere della topaia, perchè?"
"Ma pure io! Pure io!" (E qui per l'appunto mancava poco e mi cascava giù dalla rampa, chè per l'emozione mi ha saltato un gradino e l'ho rancato per la giacchetta al pelo)
"Eh. Bene, ma facciamo attenzione che non la voglio sulla coscienza!"
"Possiamo vederci? Si? Così mi dai lezioni di italiano!"
"Va bene!" E intanto nella testa sento il ding-ding-ding del registratore di cassa che si fa i conti. (40 dollari all'ora? 30? No, magari 20... Anzi, mejo 30, checcacchio, che io sò maestra, ciò er pezzo de carta... famolo fruttà nno?!)
Ieri il vecchietto mi chiama, e ci diamo appuntamento per stamattina alle 11.00, davanti alla biblioteca.
Ora, durante il nostro primo contatto, così come durante la telefonata, non si è mai parlato di soldi, compensi o tariffe orarie, ma, mi dico io, penserà mica che lo faccio aggratis, no?
Così oggi, per due ore, il vecchietto mi racconta (per lo più in inglese ma ogni tanto qualcosa ci scappava pure in italiano) tutta la sua tristissima vita, di come sia stato abbandonato dai genitori quando aveva due anni, abbia vagato per famiglie affidatarie terribili di tutti i tipi e di come a scuola le maestre lo abbiano sempre odiato perchè non capirono mai che era ciecato come una talpa e pensarono fosse solo un fannullone... e insomma, una roba che Oliver Twist al confronto sembra Lapo Elkann.
Ad un certo punto io annuncio che me ne vado, lui sorride, si fa ancora accompagnare fino a casa (una bella villettina a tre isolati dalla topaia), mi abbraccia con calore e mi dice: "Allora a presto! La prossima volta porto un libro in italiano così me lo leggi, si?"
"Certo. Volentieri"
E se ne va.
Ora ho il Grinta che mi strazia l'anima ("Ma come? Ma sei pazza? Ma stai scherzando? Che? Davvero non ti sei fatta pagare?? Ma allora io, che ho studiato economia tutti questi anni ... ma non ti ho proprio insegnato niente? Ok, adesso ti faccio un paio di grafici e ti dimostro che dare lezioni gratuite di italiano porta al collasso economico non solo della nostra famiglia ma del mondo intero. Hai un pezzetto di carta?"),
Che ci avrà pure ragione ma io dico, dove la trovo la faccia per chiedere dei soldi a 'sto qui che sembra uscito dalla fantasia di De Amicis?
Alice ceditrice (altresì detta cuordibudino)
P.s. Oh, comunque il Chai Tea Latte preso al bar me l'ha pagato lui, eh!
Il vecchietto capitò alla supplì in uno di quei giorni in cui l'ascensore era in vacanza.
Così andai a prendermelo sotto e ci facemmo le scale a braccetto (e al ritorno per poco non mi si spataccava come una sogliola, ma vabbè), e intanto lui raccontava di come avrebbe tanto tanto tanto voluto imparare l'italiano ma, essendo cieco, era un casino perchè non poteva ovviamente leggersi un libro da solo, e poi pure quando si ascoltava la radio gli serviva qualcuno che gli traducesse le cose che non capiva ecc ecc.
Poi, mentre tornavamo di sotto, sempre a braccetto:
"Ma senti, signorina, te dove abiti?"
"Lasci perdere, io sto nel profondo sud di Brooklyn"
"Davvero? E in quale quartiere?"
"Nel quartiere della topaia, perchè?"
"Ma pure io! Pure io!" (E qui per l'appunto mancava poco e mi cascava giù dalla rampa, chè per l'emozione mi ha saltato un gradino e l'ho rancato per la giacchetta al pelo)
"Eh. Bene, ma facciamo attenzione che non la voglio sulla coscienza!"
"Possiamo vederci? Si? Così mi dai lezioni di italiano!"
"Va bene!" E intanto nella testa sento il ding-ding-ding del registratore di cassa che si fa i conti. (40 dollari all'ora? 30? No, magari 20... Anzi, mejo 30, checcacchio, che io sò maestra, ciò er pezzo de carta... famolo fruttà nno?!)
Ieri il vecchietto mi chiama, e ci diamo appuntamento per stamattina alle 11.00, davanti alla biblioteca.
Ora, durante il nostro primo contatto, così come durante la telefonata, non si è mai parlato di soldi, compensi o tariffe orarie, ma, mi dico io, penserà mica che lo faccio aggratis, no?
Così oggi, per due ore, il vecchietto mi racconta (per lo più in inglese ma ogni tanto qualcosa ci scappava pure in italiano) tutta la sua tristissima vita, di come sia stato abbandonato dai genitori quando aveva due anni, abbia vagato per famiglie affidatarie terribili di tutti i tipi e di come a scuola le maestre lo abbiano sempre odiato perchè non capirono mai che era ciecato come una talpa e pensarono fosse solo un fannullone... e insomma, una roba che Oliver Twist al confronto sembra Lapo Elkann.
Ad un certo punto io annuncio che me ne vado, lui sorride, si fa ancora accompagnare fino a casa (una bella villettina a tre isolati dalla topaia), mi abbraccia con calore e mi dice: "Allora a presto! La prossima volta porto un libro in italiano così me lo leggi, si?"
"Certo. Volentieri"
E se ne va.
Ora ho il Grinta che mi strazia l'anima ("Ma come? Ma sei pazza? Ma stai scherzando? Che? Davvero non ti sei fatta pagare?? Ma allora io, che ho studiato economia tutti questi anni ... ma non ti ho proprio insegnato niente? Ok, adesso ti faccio un paio di grafici e ti dimostro che dare lezioni gratuite di italiano porta al collasso economico non solo della nostra famiglia ma del mondo intero. Hai un pezzetto di carta?"),
Che ci avrà pure ragione ma io dico, dove la trovo la faccia per chiedere dei soldi a 'sto qui che sembra uscito dalla fantasia di De Amicis?
Alice ceditrice (altresì detta cuordibudino)
P.s. Oh, comunque il Chai Tea Latte preso al bar me l'ha pagato lui, eh!
Wednesday, June 17, 2009
stalker
Ve lo ricordate Paul, l'uomo con il pallino?
Paul è un vecchietto pazzo, un cliente abituale del diner greco dove teoricamente lavoravo, e invece praticamente rovesciavo i vassoi, sbagliavo le ordinazioni e scoprivo il mondo oscuro dell'alimentazione americana.
Paul con il pallino gira sempre con una giacca a vento rossa, in estate e in inverno.
Paul ha sempre un cappellino da baseball calato sulla folta chioma bianca e scompigliata...
ed ha sempre una pallina da tennis in tasca.
Il suo gioco preferito è lanciare la pallina da tennis e prenderla al volo; quando ci riesce si aspetta dagli spettatori un tripudio di applausi e complimenti (Cose che riuscivo a dire pure io durante i primi mesi qui, tipo: "Ohmugod Paul, you are sooo fast!" o "Veeeery Gooood" e compagnia bella).
Paul, chissà perchè, ha deciso che io son simpatica.
Da quando ho lasciato il diner Paul compare al terzo piano della Supplì circa una volta al mese, in maniera imprevedibile ma costante. Come le mestruazioni. .
Il dialogo è sempre lo stesso:
"Ciao! Non ti ho più vista al diner!!!!" (Paul quando parla urla un po' e sputazza un pochetto)
"Eh, no, Paul, lavoro qui e sono stata un po' indaffarata... come stai?"
"Bene! Ho appena lanciato la palla, qui, fuori dal negozio... peccato che non mi hai visto!!!"
"Un'altra volta, quando passerò dal diner, mi farai vedere, ok?"
"Ho fatto progressi, sai? Ora la lancio altisssimaaa!!!" esclama lanciando le braccia per aria e guardando il soffitto
"Ci credo, ci credo!"
"I tuoi giorni liberi sono il sabato e il lunedì?"
"Sì, Paul, son sempre gli stessi, non son cambiati dall'altro mese"
"Allora passo a trovarti ancora, eh!, Ora vado ciaaaooo!"
"Ciao Paul, buon lancio eh!"
Ora in effetti era dai primi di maggio che Paul e la sua palla non comparivano.
Pensavo di aver perso il mio stalker.
Invece no!
Ieri Paul, ha telefonato.
Alla Supplì.
Per spiegarmi che non poteva venire, perchè aveva il raffreddore, ma che comunque lanciava la palla con vigore ed energia e mi spettava, come da un anno a questa parte, al diner per mostrarmi i progressi.
Ora, io son contenta, eh, ma a mmè viene un po' difficile spiegare al super Manager chi fosse quel tipo al telefono che chiedeva di me e parlava di palle...
Alice catalizzatrice (di matti)
Paul è un vecchietto pazzo, un cliente abituale del diner greco dove teoricamente lavoravo, e invece praticamente rovesciavo i vassoi, sbagliavo le ordinazioni e scoprivo il mondo oscuro dell'alimentazione americana.
Paul con il pallino gira sempre con una giacca a vento rossa, in estate e in inverno.
Paul ha sempre un cappellino da baseball calato sulla folta chioma bianca e scompigliata...
ed ha sempre una pallina da tennis in tasca.
Il suo gioco preferito è lanciare la pallina da tennis e prenderla al volo; quando ci riesce si aspetta dagli spettatori un tripudio di applausi e complimenti (Cose che riuscivo a dire pure io durante i primi mesi qui, tipo: "Ohmugod Paul, you are sooo fast!" o "Veeeery Gooood" e compagnia bella).
Paul, chissà perchè, ha deciso che io son simpatica.
Da quando ho lasciato il diner Paul compare al terzo piano della Supplì circa una volta al mese, in maniera imprevedibile ma costante. Come le mestruazioni. .
Il dialogo è sempre lo stesso:
"Ciao! Non ti ho più vista al diner!!!!" (Paul quando parla urla un po' e sputazza un pochetto)
"Eh, no, Paul, lavoro qui e sono stata un po' indaffarata... come stai?"
"Bene! Ho appena lanciato la palla, qui, fuori dal negozio... peccato che non mi hai visto!!!"
"Un'altra volta, quando passerò dal diner, mi farai vedere, ok?"
"Ho fatto progressi, sai? Ora la lancio altisssimaaa!!!" esclama lanciando le braccia per aria e guardando il soffitto
"Ci credo, ci credo!"
"I tuoi giorni liberi sono il sabato e il lunedì?"
"Sì, Paul, son sempre gli stessi, non son cambiati dall'altro mese"
"Allora passo a trovarti ancora, eh!, Ora vado ciaaaooo!"
"Ciao Paul, buon lancio eh!"
Ora in effetti era dai primi di maggio che Paul e la sua palla non comparivano.
Pensavo di aver perso il mio stalker.
Invece no!
Ieri Paul, ha telefonato.
Alla Supplì.
Per spiegarmi che non poteva venire, perchè aveva il raffreddore, ma che comunque lanciava la palla con vigore ed energia e mi spettava, come da un anno a questa parte, al diner per mostrarmi i progressi.
Ora, io son contenta, eh, ma a mmè viene un po' difficile spiegare al super Manager chi fosse quel tipo al telefono che chiedeva di me e parlava di palle...
Alice catalizzatrice (di matti)
Sunday, June 14, 2009
Dopo Chernobyl
Qualche anno fa, per incrementare il raccolto di riso della Cina Comunista, il Partito decise di sterminare un fastidioso uccello che si divorava i semini e che banchettava nelle risaie. Sparpagliarono in giro per lo stato cacciatori dalla mira infallibile, utilizzarono veleni e ultra suoni e sterminarono talmente tanti uccelli mangia-riso da estinguere la specie.
L'anno successivo il raccolto cinese fu uno dei più terribili: l'uccellino in questione era il principale cacciatore del super-insetto-maledetto-divoratore-di-riso, quello che, senza più predatori naturali, banchettò selvaggiamente e divorò buona parte del raccolto prima ancora che germogliasse.
Gente mi sa che, con quella infausta fumigazione, ho commesso lo stesso errore del compagno Mao.
Ora, prima della fumigazione ad infestare la topaia c'erano le blatte-satellite-Sky, quelle con le antenne luunghe luuunghe, quelle dannatamente veloci ma che ogni tanto giocano a fare i camaleonti.
Quelle che quando accendi la luce loro sono lì in bella vista che si stagliano sul bianco dell'intonaco della cucina.
Immobili.
E a me pare quasi di sentirle, con le zampette incrociate in posizione zen, che ripetono il loro mantra "Sono una macchiolina di salsa al pomodoro, sono una macchiolina di salsa al pomodoro, nessuno farà caso a me, sono uno schizzino di unto hooommmm...".
Ora no.
Ora abbiamo una nuova specie.
Più grossa.
Più scura.
Con antenne più corte.
Che quando accendi la luce schizza da tutte le parti ed ha probabilmente gli occhi paizzati sulla corazza, perchè vede le ciabatte in arrivo e le dribbla maglio di Pelè e Kakà.
O le radiazioni chimiche hanno creato la blatta-mutante, o queste hanno preso il posto dei vecchi co-inquilini appena deceduti. In tempi record.
Fatto sta che è 2 giorni che io giro in assetto da guerriglia e faccio le imboscate notturne in cucina.
Mi sa che mi sto americanizzando: il mio vicino di casa probabilmente ha una pistola sotto il cuscino... io dormo con il raid Max accanto al letto.
Ad ognuno i suoi nemici.
Alice sterminatrice
P.s. queste blatte potrebbero riuscire lì dove tutte le razionali e insistenti motivazioni del Grinta hanno fallito: convincere la sottoscritta a cambiare casa, trovare un buco più piccolo, più buio, più caro... ma più vicino alla Grande Mela e senza blatte. E magari di nuovo a un piano alto, così evitiamo di cadere dalla padella alla brace e finire a dividere la dispensa con i topi, ecco.
L'anno successivo il raccolto cinese fu uno dei più terribili: l'uccellino in questione era il principale cacciatore del super-insetto-maledetto-divoratore-di-riso, quello che, senza più predatori naturali, banchettò selvaggiamente e divorò buona parte del raccolto prima ancora che germogliasse.
Gente mi sa che, con quella infausta fumigazione, ho commesso lo stesso errore del compagno Mao.
Ora, prima della fumigazione ad infestare la topaia c'erano le blatte-satellite-Sky, quelle con le antenne luunghe luuunghe, quelle dannatamente veloci ma che ogni tanto giocano a fare i camaleonti.
Quelle che quando accendi la luce loro sono lì in bella vista che si stagliano sul bianco dell'intonaco della cucina.
Immobili.
E a me pare quasi di sentirle, con le zampette incrociate in posizione zen, che ripetono il loro mantra "Sono una macchiolina di salsa al pomodoro, sono una macchiolina di salsa al pomodoro, nessuno farà caso a me, sono uno schizzino di unto hooommmm...".
Ora no.
Ora abbiamo una nuova specie.
Più grossa.
Più scura.
Con antenne più corte.
Che quando accendi la luce schizza da tutte le parti ed ha probabilmente gli occhi paizzati sulla corazza, perchè vede le ciabatte in arrivo e le dribbla maglio di Pelè e Kakà.
O le radiazioni chimiche hanno creato la blatta-mutante, o queste hanno preso il posto dei vecchi co-inquilini appena deceduti. In tempi record.
Fatto sta che è 2 giorni che io giro in assetto da guerriglia e faccio le imboscate notturne in cucina.
Mi sa che mi sto americanizzando: il mio vicino di casa probabilmente ha una pistola sotto il cuscino... io dormo con il raid Max accanto al letto.
Ad ognuno i suoi nemici.
Alice sterminatrice
P.s. queste blatte potrebbero riuscire lì dove tutte le razionali e insistenti motivazioni del Grinta hanno fallito: convincere la sottoscritta a cambiare casa, trovare un buco più piccolo, più buio, più caro... ma più vicino alla Grande Mela e senza blatte. E magari di nuovo a un piano alto, così evitiamo di cadere dalla padella alla brace e finire a dividere la dispensa con i topi, ecco.
Saturday, June 13, 2009
weekend coi morti
Dopo la serata romantica, per compensare un po' ci siamo dati al genocidio.
Qui una breve testimonianza:
IL DIETRO LE QUINTE:
L'intera giornata è stata divorata dai preparativi per sganciare la bomba atomica in casa:
Visto che la zona maggiormente infestata è la cucina, e visto che la bomba atomica è altamente tossica, abbiamo dovuto spostare tutto il cibo, il vasellame e compagnia bella nella stanza da letto.
Visto che la bomba è inoltre altamente infiammabile, le istruzioni suggerivano di staccare il frigorifero.
Visto che il nostro frigorifero è (miracolosamente) pieno grazie all'ultima spesa al Supermercato Fricchettone, abbiamo deciso di spostarlo in camera da letto e tenerlo attaccato lì, tra la presa della sveglia e quella della lampadina da letto.
Il Grinta, all'idea di avere il frigo in camera e di potersi acchiappare un birrozzo stando spanciollato sul letto, ci ha fatto un pensierino ed ha proposto di mantenere la sistemazione per almeno un paio di giorni. La sottoscritta ha infranto il suo sogno: non ho intenzione di dover scavalcare un frigorifero per poter scendere dal letto. Grazie.
In compenso, durante lo spostamento del frigo, abbiamo trovato il traforo del Frejus dal quale passano probabilmente le orde di blatte... un pertugio grande 3 dita, nel quale ho riversato litri di candeggina e ammoniaca (voglio che muoiano lentamente e in preda ad atroci dolori, voglio).
La fumigazione chimica richiede di abbandonare la topaia per 4 ore, ritornare, aprire le finestre e lasciare areare per un'ora prima di rioccupare la dimora.
Durante le 4 ore siamo andati all'IKEA a mangiarci le polpette svedesi.
Io ho conquistato un coso a forma di pellicano, il Grinta una professionale bilancia elettronica.
Dopo una diatriba durata 2 anni c'è stata una rapida risoluzione e abbiamo anche comprato le tende, ma questa (dico, quella della diatriba e della rapida risoluzione) e una storia lunga e anche un po' imbarazzante e non credo che ve la racconto.
Il Grinta ha giocato al coraggioso esploratore quando, dopo le 4 ore, ha dovuto fare l'incursione nella topaia per aprire le finestre e scappare nuovamente fuori: si è pittato la faccia come un marine ammericano ed ha strisciato per la cucina facendo il passo del coguaro.
L'ulteriore ora di attesa l'abbiam passata su una panchina, mentre io mi preparavo ad affrontare scenari apocalittici tipo:
Una moquette di scarafaggi morti.
Oppure peggio.
Una moquette ondeggiante di scarafaggi agonizzanti.
Oppure ancora peggio.
Manco un mezzo scarafaggino morto, perchè la bomba chimica anzichè ammazzarli li ha mutati geneticamente in Super-Skar, Blatte indistruttibili con l'esoscheletro in plutonio, grandi quanto un topo, aggressive e combattenti.
E via discorrendo per un'allegra oretta in simpatia.
Al nostro ingresso:
Tanfo notevole.
3 scarafaggini deceduti in cucina.
2 scarafaggini (vivi e arzilli) in camera, probabilmente felici della vacanza nella stanza soleggiata.
Che dire?
Non fanno più il buon gas nervino di una volta.
Alice sterminatrice (fallita)
Qui una breve testimonianza:
IL DIETRO LE QUINTE:
L'intera giornata è stata divorata dai preparativi per sganciare la bomba atomica in casa:
Visto che la zona maggiormente infestata è la cucina, e visto che la bomba atomica è altamente tossica, abbiamo dovuto spostare tutto il cibo, il vasellame e compagnia bella nella stanza da letto.
Visto che la bomba è inoltre altamente infiammabile, le istruzioni suggerivano di staccare il frigorifero.
Visto che il nostro frigorifero è (miracolosamente) pieno grazie all'ultima spesa al Supermercato Fricchettone, abbiamo deciso di spostarlo in camera da letto e tenerlo attaccato lì, tra la presa della sveglia e quella della lampadina da letto.
Il Grinta, all'idea di avere il frigo in camera e di potersi acchiappare un birrozzo stando spanciollato sul letto, ci ha fatto un pensierino ed ha proposto di mantenere la sistemazione per almeno un paio di giorni. La sottoscritta ha infranto il suo sogno: non ho intenzione di dover scavalcare un frigorifero per poter scendere dal letto. Grazie.
In compenso, durante lo spostamento del frigo, abbiamo trovato il traforo del Frejus dal quale passano probabilmente le orde di blatte... un pertugio grande 3 dita, nel quale ho riversato litri di candeggina e ammoniaca (voglio che muoiano lentamente e in preda ad atroci dolori, voglio).
La fumigazione chimica richiede di abbandonare la topaia per 4 ore, ritornare, aprire le finestre e lasciare areare per un'ora prima di rioccupare la dimora.
Durante le 4 ore siamo andati all'IKEA a mangiarci le polpette svedesi.
Io ho conquistato un coso a forma di pellicano, il Grinta una professionale bilancia elettronica.
Dopo una diatriba durata 2 anni c'è stata una rapida risoluzione e abbiamo anche comprato le tende, ma questa (dico, quella della diatriba e della rapida risoluzione) e una storia lunga e anche un po' imbarazzante e non credo che ve la racconto.
Il Grinta ha giocato al coraggioso esploratore quando, dopo le 4 ore, ha dovuto fare l'incursione nella topaia per aprire le finestre e scappare nuovamente fuori: si è pittato la faccia come un marine ammericano ed ha strisciato per la cucina facendo il passo del coguaro.
L'ulteriore ora di attesa l'abbiam passata su una panchina, mentre io mi preparavo ad affrontare scenari apocalittici tipo:
Una moquette di scarafaggi morti.
Oppure peggio.
Una moquette ondeggiante di scarafaggi agonizzanti.
Oppure ancora peggio.
Manco un mezzo scarafaggino morto, perchè la bomba chimica anzichè ammazzarli li ha mutati geneticamente in Super-Skar, Blatte indistruttibili con l'esoscheletro in plutonio, grandi quanto un topo, aggressive e combattenti.
E via discorrendo per un'allegra oretta in simpatia.
Al nostro ingresso:
Tanfo notevole.
3 scarafaggini deceduti in cucina.
2 scarafaggini (vivi e arzilli) in camera, probabilmente felici della vacanza nella stanza soleggiata.
Che dire?
Non fanno più il buon gas nervino di una volta.
Alice sterminatrice (fallita)
Friday, June 12, 2009
Avenue Q
E così, dopo quasi due anni nella città delle lucine, finalmente l'abbiamo fatto.
Con la scusa dell'anniversario, e con l'attenuante che il Ginta ha trovato dei biglietti a metà prezzo, quindi potremo comunque arrivare fino alla fine del mese, abbiam deciso che il momento era propizio.
E siamo andati al nostro primo spettacolo a Broadway.
Per non incidere ulteriormente il nostro budget abbiamo fatto una romantica cena a base di panini alla frittata preparati da casa mangiati lungo la strada mentre andavamo a vedere questo:
Che è una parodia al tritolo di questo:
Ma molto, molto molto politically incorrect.
Talmente politically incorrect che la coppia dietro di noi ad un certo punto voleva andarsene a metà spettacolo.
Talmente politically incorrect che il Grinta era al settimo cielo e medita di andarlo a rivedere.
E tanto per cominciare ha iniziato a memorizzarsi il testo di due canzoncine che probabilmente saranno il suo cavallo di battaglia per le prossime settimane nonchè l'indesiderata colonna sonora alla mia vita domestica:
Internet is for porn
If you were gay
Io invece ho deciso che mi compro un puppet e imparo a fare il puparo come loro, perchè sono strepitosi!
Alice attrice
P.s. Elmo? Piccolo scarafaggio rosso? Scateni in me istinti omicidi che manco ti immagini. Potresti registrare una puntata del tuo show Sesame Street in cui, in preda ad atroci dolori, muori? Grazie.
Con la scusa dell'anniversario, e con l'attenuante che il Ginta ha trovato dei biglietti a metà prezzo, quindi potremo comunque arrivare fino alla fine del mese, abbiam deciso che il momento era propizio.
E siamo andati al nostro primo spettacolo a Broadway.
Per non incidere ulteriormente il nostro budget abbiamo fatto una romantica cena a base di panini alla frittata preparati da casa mangiati lungo la strada mentre andavamo a vedere questo:
Che è una parodia al tritolo di questo:
Ma molto, molto molto politically incorrect.
Talmente politically incorrect che la coppia dietro di noi ad un certo punto voleva andarsene a metà spettacolo.
Talmente politically incorrect che il Grinta era al settimo cielo e medita di andarlo a rivedere.
E tanto per cominciare ha iniziato a memorizzarsi il testo di due canzoncine che probabilmente saranno il suo cavallo di battaglia per le prossime settimane nonchè l'indesiderata colonna sonora alla mia vita domestica:
Internet is for porn
If you were gay
Io invece ho deciso che mi compro un puppet e imparo a fare il puparo come loro, perchè sono strepitosi!
Alice attrice
P.s. Elmo? Piccolo scarafaggio rosso? Scateni in me istinti omicidi che manco ti immagini. Potresti registrare una puntata del tuo show Sesame Street in cui, in preda ad atroci dolori, muori? Grazie.
Thursday, June 11, 2009
celebration moment II
E così siamo ancora qui.
Al nostro anniversario del Cotone.
Sopravvissuti vicendevolmente.
Con ancora un sacco di voglia di accappigliarci.
E adesso, in questa ricorrenza, credo sia giunto il momento di fare i conti.
Così uso questo piccolo spazio pubblico per lavare i miei panni in piazza e chiedere pubblicamente scusa al Grinta:
Mi spiace se ieri sera ho gridato come un'aquila, ma la prossima volta che ti dico che ci sono 4, dico 4 scarafaggi che passeggiano nel lavello, grandi quanto un mignolo, talmente grandi da avere persino delle espressioni facciali, potresti essere un po' più rapido nel venire a soccorrermi?
Io là sotto non ci vado.
Piuttosto incenerisco la monnezza sulla scala antincendio.
Scusa se ti condanno ad una vita di gelato al cioccolato. Solo al cioccolato. Ma quando capirai che nessun gusto può competere con la sensualità del cacao mi sarai grata.
Scusa se ti faccio sempre cucinare a te. Ma lo faccio per il tuo bene, così non ti lamenti e non borbotti, e almeno mangi quello che te piace.
Prendilo come un atto di altruismo e generosità.
Scusa se non ti permetto di andare a tagliarti i capelli da un parrucchiere e mi ostino a sforbiciarteli io. Se vuoi puoi dare a me i 25 dollari del talgio e della piega.
Scusa se non mi strappo i baffi con la frequenza che tu vorresti. Ma prova te, caro mio, e poi vediamo quanta voglia hai di farlo mensilmente.
Per il resto, a parte queste piccole imperfezioni, direi che non puoi lamentarti di nulla, chè qui ci hai una mogliettina perfetta, ecco.
E se ti comporti bene, capace che ti sopporto ancora un po' e arriviamo pure a celebrare le nozze di cuoio!
Ah, e scusami in anticipo, che sto per arrivare di là e svegliarti a stilettate nello sterno
...così impari a rubarmi il cuscino bbono durante la notte, eh!
Alice celebratrice
Al nostro anniversario del Cotone.
Sopravvissuti vicendevolmente.
Con ancora un sacco di voglia di accappigliarci.
E adesso, in questa ricorrenza, credo sia giunto il momento di fare i conti.
Così uso questo piccolo spazio pubblico per lavare i miei panni in piazza e chiedere pubblicamente scusa al Grinta:
Mi spiace se ieri sera ho gridato come un'aquila, ma la prossima volta che ti dico che ci sono 4, dico 4 scarafaggi che passeggiano nel lavello, grandi quanto un mignolo, talmente grandi da avere persino delle espressioni facciali, potresti essere un po' più rapido nel venire a soccorrermi?
Scusa se prendo sempre io il cuscino buono e ti lascio quello di polistirolo. Potremmo evitare questa violenta lotta serale se tu riconoscessi, finalmente e una volta per tutte, che il cuscino bbono spetta a me.
Scusa se ti mando sempre a te a fare la lavatrice nel sotterraneo. Comprenderai che a me quel posto buio, pieno di topi e male illuminato fa paura... e scusa se mando sempre te a buttare l'immondizia nel sotterraneo, ma come ti dicevo, a me fa paura. Quindi è inutile che mi lasci i sacchetti davanti alla porta, sul tavolo della cucina o nel letto.Io là sotto non ci vado.
Piuttosto incenerisco la monnezza sulla scala antincendio.
Scusa se ti condanno ad una vita di gelato al cioccolato. Solo al cioccolato. Ma quando capirai che nessun gusto può competere con la sensualità del cacao mi sarai grata.
Scusa se ti faccio sempre cucinare a te. Ma lo faccio per il tuo bene, così non ti lamenti e non borbotti, e almeno mangi quello che te piace.
Prendilo come un atto di altruismo e generosità.
Scusa se non ti permetto di andare a tagliarti i capelli da un parrucchiere e mi ostino a sforbiciarteli io. Se vuoi puoi dare a me i 25 dollari del talgio e della piega.
Scusa se non mi strappo i baffi con la frequenza che tu vorresti. Ma prova te, caro mio, e poi vediamo quanta voglia hai di farlo mensilmente.
Per il resto, a parte queste piccole imperfezioni, direi che non puoi lamentarti di nulla, chè qui ci hai una mogliettina perfetta, ecco.
E se ti comporti bene, capace che ti sopporto ancora un po' e arriviamo pure a celebrare le nozze di cuoio!
Ah, e scusami in anticipo, che sto per arrivare di là e svegliarti a stilettate nello sterno
...così impari a rubarmi il cuscino bbono durante la notte, eh!
Alice celebratrice
Wednesday, June 10, 2009
il planetario domestico
Sono viva eh.
Solo che le ore nella Caverna-Libreria sono peggio della Kriptonite. Soprattutto ora che l'unica collega senza il polistirolo nel cervello, la Patti, se ne è andata in vacanza per 2 settimane.
Sono sola e abbandonata, mi tocca fare i doppi turni per coprirla e in più mi ritrovo con quella palla al piede dell'Inglese.
Qui c'è un ruotamento di pianeti che non vi dico....
Ce le ho così, ormai. In formato galattico.
Alice piagnucolatrice
Solo che le ore nella Caverna-Libreria sono peggio della Kriptonite. Soprattutto ora che l'unica collega senza il polistirolo nel cervello, la Patti, se ne è andata in vacanza per 2 settimane.
Sono sola e abbandonata, mi tocca fare i doppi turni per coprirla e in più mi ritrovo con quella palla al piede dell'Inglese.
Qui c'è un ruotamento di pianeti che non vi dico....
Ce le ho così, ormai. In formato galattico.
Alice piagnucolatrice
Monday, June 8, 2009
x-treme bookstore
Da una settimana a questa parte l'80% delle lampadine del terzo piano ha dato forfeit.
Gli scaffali dei libri italiani sono avvolti in una intimistica penombra, i clienti scelgono i libri andando a tentoni, accarezzando le copertine alla ricerca di un rilievo braille e io sbatto contro gli spigoli dei tavoli che è una bellezza.
E vabbè.
Da 4 giorni a questa parte l'ascensore della Supplì è fuori servizio.
Ora, in situazioni normali si assiste quotidianamente al seguente dialogo:
"Avete qualcosa su questo argomento?"
"Certo signora, c'è una sezione dedicata al terzo piano"
"AL TERZO PIANO?! No, non voglio salire fin lassù!"
"... Guardi che abbiamo un fantastico ascensore anni '40..."
"No. Non ho tempo. Me lo faccia portare giù da qualcuno"
e...
rooom!
Teletrasporto!
Con il potere dell'ascensore la sottoscritta compare con un bel carrellino contenente tutti i libri che te, culo pesante, vuoi consultare.
Facile.
Da quando l'ascensore non c'è si assiste al seguente dialogo:
"Avete quacosa su questo argomento?"
"Certo signora, c'è una sezione dedicata al terzo piano"
"AL TERZO PIANO?! No, non voglio salire fin lassù!"
"non si preoccupi, abbiamo la schiava del terzo piano che le porterà direttamente qui la torre di libri a cui lei vuole dare un'occhiata"
e...
cloppete cloppete cloppete
ecco arrivare la sottoscritta in versione piccola sherpa, con 4 tomi sotto le ascelle a una pila di tascabili in equilibrio sulla testa.
Che poi van riportati su, perchè ci fosse mai una volta che se li comprino per davvero.
Maledetti. Maledetti tutti.
E vabbè.
Ieri, l'aria condizionata del terzo piano è morta.
I pochi aitanti clienti (4. Di numero.) che si sono avventurati fino alle somme vette e hanno affrontato intrepidi la scala di marmo arrivati in cima si aggrappavano boccheggianti al corrimano, paonazzi e affannati, lanciavano uno sguardo perplesso agli scaffali in penombra, non capendo cosa c'entrasse l'illuminazione da night club con la libreria e sclamavano "Soooo Hot!" (Ma và? A me lo dici?! Che sto qui dalle 10 del mattino? Che sto per disidratarmi e diventare polvere e lanugine? Che lascio una lumacosa bava di sudore lungo il pavimento?) e poi, con le ultime forze rimaste, strisciavano nuovamente via verso i piani bassi, bramando luce e aria fresca..
Quindi, riassumendo:
Non ho clienti.
Scarpino su e giù per le scale per la metà del tempo.
L'altra metà del tempo sto in un fornetto deLonghi, privo di finestre, che raggiunge la tropicale temperatura di 34-35 gradi.
In penombra.
Alle 3 ho chiesto se potevo avere un'amaca per fare la siesta.
Non concessa.
Domani piglio quella nullità del Collega iNglese e lo nomino mio personale sventolatore di foglie di palma.
Alice sudatrice
P.s. comunque verso le 5 del pomeriggio, quando iniziavo ad avere le allucinazioni e sognavo piscine, spiagge caraibiche, vasche da bagno e ruscelli di montagna uno dei manager mosso a pietà è venuto a portarmi un ventilatore.
Che ho abbracciato per le succesive tre ore di lavoro.
A fine giornata mi son presa, l'avreste mai detto? Un colpo di freddo.
E vabbè.
Gli scaffali dei libri italiani sono avvolti in una intimistica penombra, i clienti scelgono i libri andando a tentoni, accarezzando le copertine alla ricerca di un rilievo braille e io sbatto contro gli spigoli dei tavoli che è una bellezza.
E vabbè.
Da 4 giorni a questa parte l'ascensore della Supplì è fuori servizio.
Ora, in situazioni normali si assiste quotidianamente al seguente dialogo:
"Avete qualcosa su questo argomento?"
"Certo signora, c'è una sezione dedicata al terzo piano"
"AL TERZO PIANO?! No, non voglio salire fin lassù!"
"... Guardi che abbiamo un fantastico ascensore anni '40..."
"No. Non ho tempo. Me lo faccia portare giù da qualcuno"
e...
rooom!
Teletrasporto!
Con il potere dell'ascensore la sottoscritta compare con un bel carrellino contenente tutti i libri che te, culo pesante, vuoi consultare.
Facile.
Da quando l'ascensore non c'è si assiste al seguente dialogo:
"Avete quacosa su questo argomento?"
"Certo signora, c'è una sezione dedicata al terzo piano"
"AL TERZO PIANO?! No, non voglio salire fin lassù!"
"non si preoccupi, abbiamo la schiava del terzo piano che le porterà direttamente qui la torre di libri a cui lei vuole dare un'occhiata"
e...
cloppete cloppete cloppete
ecco arrivare la sottoscritta in versione piccola sherpa, con 4 tomi sotto le ascelle a una pila di tascabili in equilibrio sulla testa.
Che poi van riportati su, perchè ci fosse mai una volta che se li comprino per davvero.
Maledetti. Maledetti tutti.
E vabbè.
Ieri, l'aria condizionata del terzo piano è morta.
I pochi aitanti clienti (4. Di numero.) che si sono avventurati fino alle somme vette e hanno affrontato intrepidi la scala di marmo arrivati in cima si aggrappavano boccheggianti al corrimano, paonazzi e affannati, lanciavano uno sguardo perplesso agli scaffali in penombra, non capendo cosa c'entrasse l'illuminazione da night club con la libreria e sclamavano "Soooo Hot!" (Ma và? A me lo dici?! Che sto qui dalle 10 del mattino? Che sto per disidratarmi e diventare polvere e lanugine? Che lascio una lumacosa bava di sudore lungo il pavimento?) e poi, con le ultime forze rimaste, strisciavano nuovamente via verso i piani bassi, bramando luce e aria fresca..
Quindi, riassumendo:
Non ho clienti.
Scarpino su e giù per le scale per la metà del tempo.
L'altra metà del tempo sto in un fornetto deLonghi, privo di finestre, che raggiunge la tropicale temperatura di 34-35 gradi.
In penombra.
Alle 3 ho chiesto se potevo avere un'amaca per fare la siesta.
Non concessa.
Domani piglio quella nullità del Collega iNglese e lo nomino mio personale sventolatore di foglie di palma.
Alice sudatrice
P.s. comunque verso le 5 del pomeriggio, quando iniziavo ad avere le allucinazioni e sognavo piscine, spiagge caraibiche, vasche da bagno e ruscelli di montagna uno dei manager mosso a pietà è venuto a portarmi un ventilatore.
Che ho abbracciato per le succesive tre ore di lavoro.
A fine giornata mi son presa, l'avreste mai detto? Un colpo di freddo.
E vabbè.
Sunday, June 7, 2009
grande schermo
Ieri sera siamo andati al cinema.
Il cinema di quartiere.
Perchè pure qui, nel profondo sud di Broccolino, abbiamo il cine, eh.
Il nostro cinema è vicino, si trova a circa 10 isolati dalla topaia.
Il nostro cinema, sebbene sia vicino, giace in una zona ad alta densità di latinos e arabi, e quindi è circondato da locali nei quali fumare il narghilè e ascoltare musica araba e da tequilerie..
Il nostro cinema è bellissimo, sembra uscito da un film: è un luuungo e stretto corridoio di cemento mal illuminato con ai lati le porte delle sale, che sono piccole, spoglie e un po' sbilenche.
Assieme a noi nella sala c'era una coppietta di giovani fidanzatini infrattati e una famiglia con al seguito circa 6 figli (dai 3 anni ai 12). Tutti latino-americani.
Durante la proiezione i momenti pregnanti venivano sottolineati dalla mamma della ciurma all'urlo di: "Haay Margarita!"
Uno dei 6 nani invece ha sottotitolato la maggior parte del film, spiegandolo a qualche fratello.
Nei momenti divertenti, sebbene nella sala fossimo un totale di 12 persone, esplodevano boati partecipativi.
E visto che siamo andati a vedere questo, la visione è stata molto scoppiettante:
Da ieri sera abbiamo deciso: almeno una serata al mese nel cinemino di quartiere non ce le toglie nessuno, che io a fare questo viaggio negli anni '20 mi sono divertita tantissimo!
Alice spettatrice
Il cinema di quartiere.
Perchè pure qui, nel profondo sud di Broccolino, abbiamo il cine, eh.
Il nostro cinema è vicino, si trova a circa 10 isolati dalla topaia.
Il nostro cinema, sebbene sia vicino, giace in una zona ad alta densità di latinos e arabi, e quindi è circondato da locali nei quali fumare il narghilè e ascoltare musica araba e da tequilerie..
Il nostro cinema è bellissimo, sembra uscito da un film: è un luuungo e stretto corridoio di cemento mal illuminato con ai lati le porte delle sale, che sono piccole, spoglie e un po' sbilenche.
Assieme a noi nella sala c'era una coppietta di giovani fidanzatini infrattati e una famiglia con al seguito circa 6 figli (dai 3 anni ai 12). Tutti latino-americani.
Durante la proiezione i momenti pregnanti venivano sottolineati dalla mamma della ciurma all'urlo di: "Haay Margarita!"
Uno dei 6 nani invece ha sottotitolato la maggior parte del film, spiegandolo a qualche fratello.
Nei momenti divertenti, sebbene nella sala fossimo un totale di 12 persone, esplodevano boati partecipativi.
E visto che siamo andati a vedere questo, la visione è stata molto scoppiettante:
Da ieri sera abbiamo deciso: almeno una serata al mese nel cinemino di quartiere non ce le toglie nessuno, che io a fare questo viaggio negli anni '20 mi sono divertita tantissimo!
Alice spettatrice
Friday, June 5, 2009
Na' tazzuriella 'e caffè
Ieri alla Supplì c'era un finto incontro con un finto autore per promuovere un finto libro.
Una nota marca di caffè, per promuovere la sua nuova linea di caffè freddo in lattina (bleach!) ha deciso infatti di utilizzare la Supplì come set cinematografico.
Nessuno ha pensato di avvisare le schiave del terzo piano.
Così, mentre io, per 8 dollari lordi all'ora, ero sommersa da 10 scatole di libri in spagnolo, con prezzatrice in pugno come unica arma, la fattura tra i denti, impolverata e impegnata a costruire torri di Pisa cartacee e a fare la dea Kalì tra le scatole, il telefono e la cassa a 5 metri da me modelli appositamente pagati (100 dollari per la giornata) facevano finta di essere ad un evento mondano, sghignazzavano e facevano smorfie entusiastiche mentre sorseggiavano lattine di caffè freddo e sgranocchiavano tartine.
Se l'invidia incenerisse sarebbero tutti morti.
In compenso gli organizzatori ci han lasciato tonnellate di lattine ghiacciate. Che sono state tutte spazzolate via in un battibaleno, con leggerezza e noncuranza, come se fossero succhi di frutta.
L'intera ciurma della Supplì, all'ora di chiusura, manifestava tic nervosi e e scatti di ipercinesi immotivati, segni evidenti di overdose da caffeina.
Alice bevitrice
Una nota marca di caffè, per promuovere la sua nuova linea di caffè freddo in lattina (bleach!) ha deciso infatti di utilizzare la Supplì come set cinematografico.
Nessuno ha pensato di avvisare le schiave del terzo piano.
Così, mentre io, per 8 dollari lordi all'ora, ero sommersa da 10 scatole di libri in spagnolo, con prezzatrice in pugno come unica arma, la fattura tra i denti, impolverata e impegnata a costruire torri di Pisa cartacee e a fare la dea Kalì tra le scatole, il telefono e la cassa a 5 metri da me modelli appositamente pagati (100 dollari per la giornata) facevano finta di essere ad un evento mondano, sghignazzavano e facevano smorfie entusiastiche mentre sorseggiavano lattine di caffè freddo e sgranocchiavano tartine.
Se l'invidia incenerisse sarebbero tutti morti.
In compenso gli organizzatori ci han lasciato tonnellate di lattine ghiacciate. Che sono state tutte spazzolate via in un battibaleno, con leggerezza e noncuranza, come se fossero succhi di frutta.
L'intera ciurma della Supplì, all'ora di chiusura, manifestava tic nervosi e e scatti di ipercinesi immotivati, segni evidenti di overdose da caffeina.
Alice bevitrice
Thursday, June 4, 2009
risvegli
La sveglia suona.
La sottoscritta, con la faccia stropicciata, cerca di darsi una lavata e, per fare finalmente contento il Grinta, tenta anche di strapparsi gli antiestetici peli superflui che germogliano sul labbro superiore... il Grinta, che adora essere partecipe al momento dello strappo, tira via con talmente tanta foga che il contraccolpo ribalta la morta-di-sonno nella vasca da bagno.
Poi la tapina tenta di farsi un bidet-in-vasca (che qui la mattina l'acqua calda è una variabile indipendente), saltella compulsivamente su sè stessa alla ricerca della saponetta che, ormai ridotta alla platonica ombra di sè stessa, scivola e si nasconde (tra l'altro gli occhi cisposi e opachi di sonno non aiutano) e tra una piroetta e l'altra sbatacchia in giro procurandsi una nuova collezione di lividi, ora sembra quasi Pongo della carica dei 101.
Poi, ancora intontita (dal sonno e dalle mazzate che si è auto-inflitta) va sul tutubo e (si) vede (in) questo:
E ora partirà una querela, perchè non possono filmarmi senza il mio consenso.
Soprattutto non durante le mie abluzioni mattutine.
Alice sbadigliatrice
La sottoscritta, con la faccia stropicciata, cerca di darsi una lavata e, per fare finalmente contento il Grinta, tenta anche di strapparsi gli antiestetici peli superflui che germogliano sul labbro superiore... il Grinta, che adora essere partecipe al momento dello strappo, tira via con talmente tanta foga che il contraccolpo ribalta la morta-di-sonno nella vasca da bagno.
Poi la tapina tenta di farsi un bidet-in-vasca (che qui la mattina l'acqua calda è una variabile indipendente), saltella compulsivamente su sè stessa alla ricerca della saponetta che, ormai ridotta alla platonica ombra di sè stessa, scivola e si nasconde (tra l'altro gli occhi cisposi e opachi di sonno non aiutano) e tra una piroetta e l'altra sbatacchia in giro procurandsi una nuova collezione di lividi, ora sembra quasi Pongo della carica dei 101.
Poi, ancora intontita (dal sonno e dalle mazzate che si è auto-inflitta) va sul tutubo e (si) vede (in) questo:
E ora partirà una querela, perchè non possono filmarmi senza il mio consenso.
Soprattutto non durante le mie abluzioni mattutine.
Alice sbadigliatrice
Tuesday, June 2, 2009
buon viaggio Pippi!
Ieri era la festa di compleanno della Peppa.
I genitori peppiferi hanno rischiato un esaurmento nervoso durante la preparazione di cotanto evento mondano.
Hanno dovuto ordinare il cibo dalla pasticceria alla moda e i salatini e i tramezzini dal negozio organico bio-macrobiotico che fa le composizioni di frutta cromatiche. Poi han dovuto scegliere il miglior truccatore di facce e il più famoso scultore di palloncini.
Hanno anche dovuto escogitate un'attività da far fare ai bambini, perchè qui ogni festa deve essere tematica, e la mamma della Peppa ha deciso per qualcosa di originale e hippie.
Il Batik.
Ha deciso di far fare le magliette col batik a 20 nani di tre anni.
Che non possono sporcarsi perchè indossano vestiti francesi da centinaia di dollari e scarpe di seta o di camoscio firmate.
E che quindi, come unica azione attiva e partecipativa all'attività "facciamo il batik" hanno lanciato una maglietta dentro una bacinella tenendosi a debita distanza per evitare tragici schizzi.
Ovviamente, a strizzare magliette e risciaquarle la peppaFamily ci ha messo la Pippi, santa donna (che comunque sarà pure santa ma ha deciso di non finire martire ed ha dato le sue dimissioni come tata-schiava alla mercè della nana malefica).
"E' assolutamente indispensabile che tu ci sia, Pippi... la Peppa ci tiene e io ho bisogno di aiuto. Sarai alla postazione del batik fino all'1.00. Poi all'1.20 potrai andartene".
Il fatto che la Pippi, ieri alle 5.50 avesse un aereo per l'Italia era una quisquilla irrilevante.
I genitori della Peppa non sono stati in alcun modo sfiorati da pensieri del tipo: "forse forse, visto che sta per farsi un viaggio di 20 ore (aereo, cambio, aereo, navetta, stazione, pullman altro pullman) la Pippi gradirebbe partire pulita, non inlordata di batik" o ancora "Magari magari le lasciamo la mattina libera, così ha tempo di prepararsi con calma e mangiare pure qualcosa di caldo prima di imbarcarsi per 'sta traversata oceanica anzichè stare qui a guardare i bambini che si strafocano di cioccolata bio come oche da patè".
Non hanno nemmeno realizzato che quello zainetto ridicolo che la Peppa aveva sulle spalle era tutto il suo bagaglio, il necessario per 2 settimane di italianità, perchè in Peppalandia senza almeno un set di 3 valigie non si va manco a fare una scampagnata a Central Park (Giuro. E' partita con una zainetto più piccino di quelli da scuola. Roba che non ci sta dentro manco un paio di pantaoloni o un maglioncino. E infatti conteneva solo mutande e stoffe, perchè così la mamma le farà bellissimi vestiti per affrontare l'estate. Il resto dell'abbigliamento lo prenderà in prestito un po' dai fratelli e un po' dalla madre)
Non hanno nemmeno detto grazie.
Anzi, erano talmente stressati che non le hanno detto nemmeno Buongiorno o Ciao e non le han rivolto la parola per tutta la giornata.
Se c'è una giustizia divina ora, proprio ora, mentre la Pippi è sta riabbracciando la Pippi family dopo un'anno emmezzo di lontananza, la Peppa e i genitori della Peppa devono essere attaccati alle tazze del bagno per una intossicazione da cibo biologico. E la mamma della Peppa dovrebbe avere anche un bello sfogo purulento come reazione allergica al colorante di sto menga di Batik.
Alice makumbatrice
I genitori peppiferi hanno rischiato un esaurmento nervoso durante la preparazione di cotanto evento mondano.
Hanno dovuto ordinare il cibo dalla pasticceria alla moda e i salatini e i tramezzini dal negozio organico bio-macrobiotico che fa le composizioni di frutta cromatiche. Poi han dovuto scegliere il miglior truccatore di facce e il più famoso scultore di palloncini.
Hanno anche dovuto escogitate un'attività da far fare ai bambini, perchè qui ogni festa deve essere tematica, e la mamma della Peppa ha deciso per qualcosa di originale e hippie.
Il Batik.
Ha deciso di far fare le magliette col batik a 20 nani di tre anni.
Che non possono sporcarsi perchè indossano vestiti francesi da centinaia di dollari e scarpe di seta o di camoscio firmate.
E che quindi, come unica azione attiva e partecipativa all'attività "facciamo il batik" hanno lanciato una maglietta dentro una bacinella tenendosi a debita distanza per evitare tragici schizzi.
Ovviamente, a strizzare magliette e risciaquarle la peppaFamily ci ha messo la Pippi, santa donna (che comunque sarà pure santa ma ha deciso di non finire martire ed ha dato le sue dimissioni come tata-schiava alla mercè della nana malefica).
"E' assolutamente indispensabile che tu ci sia, Pippi... la Peppa ci tiene e io ho bisogno di aiuto. Sarai alla postazione del batik fino all'1.00. Poi all'1.20 potrai andartene".
Il fatto che la Pippi, ieri alle 5.50 avesse un aereo per l'Italia era una quisquilla irrilevante.
I genitori della Peppa non sono stati in alcun modo sfiorati da pensieri del tipo: "forse forse, visto che sta per farsi un viaggio di 20 ore (aereo, cambio, aereo, navetta, stazione, pullman altro pullman) la Pippi gradirebbe partire pulita, non inlordata di batik" o ancora "Magari magari le lasciamo la mattina libera, così ha tempo di prepararsi con calma e mangiare pure qualcosa di caldo prima di imbarcarsi per 'sta traversata oceanica anzichè stare qui a guardare i bambini che si strafocano di cioccolata bio come oche da patè".
Non hanno nemmeno realizzato che quello zainetto ridicolo che la Peppa aveva sulle spalle era tutto il suo bagaglio, il necessario per 2 settimane di italianità, perchè in Peppalandia senza almeno un set di 3 valigie non si va manco a fare una scampagnata a Central Park (Giuro. E' partita con una zainetto più piccino di quelli da scuola. Roba che non ci sta dentro manco un paio di pantaoloni o un maglioncino. E infatti conteneva solo mutande e stoffe, perchè così la mamma le farà bellissimi vestiti per affrontare l'estate. Il resto dell'abbigliamento lo prenderà in prestito un po' dai fratelli e un po' dalla madre)
Non hanno nemmeno detto grazie.
Anzi, erano talmente stressati che non le hanno detto nemmeno Buongiorno o Ciao e non le han rivolto la parola per tutta la giornata.
Se c'è una giustizia divina ora, proprio ora, mentre la Pippi è sta riabbracciando la Pippi family dopo un'anno emmezzo di lontananza, la Peppa e i genitori della Peppa devono essere attaccati alle tazze del bagno per una intossicazione da cibo biologico. E la mamma della Peppa dovrebbe avere anche un bello sfogo purulento come reazione allergica al colorante di sto menga di Batik.
Alice makumbatrice
Monday, June 1, 2009
io, me e me stessa
La giornata di ieri:
Sveglia alle 8.00
Attraversamento della città
Arrivo alla fiera alle 10.00
Divoramento di un muffin marcio e di una roba chimica che evocava al succo di arancia.
Bighellonaggio alla fiera, con 30 chili di cataloghi ancorati sulle spalle tipo mulo da soma.
Abbandono della fiera alle 3.00
Pisolino sull'erba umida fino alla 4.15.
Ri-attraversamento della città.
Arrivo alla topaia alle 6.00
Preparazione pic-nic.
1 ora seduta sull'erba umida ad aspettare il Grinta, che lui deve correre e fare giogging, dalle 7.00 alle 8.00.
Divoramento compulsivo dei 2 panini con il veggie-burger e la maionese in circa 12 secondi netti.
Malore.
Ritorno a casa per le 8.30.
Messa a letto per le 8.35.
Dalle 8.35 alle 12.00 segue il seguente delirio interno e silenzioso, silenziosisismo, giuro, tra un'Alice Ragionevole e un'Alice Catastrofista:
"Ecco, sto male di nuovo, merda. Come è possibile?"
"Sarà stanchezza"
"No, sarà che ho un tumore al cervello. E così si spiega anche la mia disgrafia galoppante! Lo sapevo, lo sapevo..."
"Ma nooo.. sarà che hai mangiato e c'era vento, e poi eri con il culo sull'erba bagnata e..."
"No, sarà che ora mi viene un embolo, guarda, non mi sento più il controllo dei piedi e delle mani, mi sento tropo debole per poter restare ancorata a questo solido corpo..."
"Stai iperventilando?"
"No, sto solo esalando i miei ultimi respiri"
"Se tu provassi a dormire..."
"Ci provo, ma qui mi sento tutta strana... Senti il mio cuore! Se poi muoio che fanno, mi riportano in Italia?"
"Eccheccacchio, famme toccà ferro... Dico perchè non ti calmi un..."
"E poi mi vien freddo dappertutto ma caldo alla faccia, e al collo... qui dietro le orecchie"
"E che vuoi che ssia!"
"I linfonodi. Sicuro che sono i linfonodi"
"..."
"Forse è un'infezione del sangue"
"..."
"Oppure un tumore. Magari è un tumore in qualche posto che manco so di avere"
"..."
"..."
"Attacco di panico?"
"Attacco di panico."
"Ci dormiamo su?"
"Eh!"
Ora, io vorrei scambiare due paroline con il mio inconscio incosciente:
Se c'è qualcosa di cui dobbiamo parlare, se c'è qualcosa che mi vuoi dire, se è il momento di far pulizia in qualche polveroso angolo traumatico, se hai deciso che dobbiamo far fronte a qualche atavica paura o a qualche rimozione mal fatta... per me va bene.
Davvero.
Solo, sei pregato di farlo mandandomi un messaggino onirico o donandomi un'illuminazione ad occhi aperti.
Ti sarei grata se potessi evitare di andare a pacioccare sul piano fisico e biologico, perchè Alice Ipocondriaca, come puoi vedere da te, sa fare perfettamente il suo lavoro senza che qualcuno le dia una mano.
Grazie.
Alice deliratrice
Sveglia alle 8.00
Attraversamento della città
Arrivo alla fiera alle 10.00
Divoramento di un muffin marcio e di una roba chimica che evocava al succo di arancia.
Bighellonaggio alla fiera, con 30 chili di cataloghi ancorati sulle spalle tipo mulo da soma.
Abbandono della fiera alle 3.00
Pisolino sull'erba umida fino alla 4.15.
Ri-attraversamento della città.
Arrivo alla topaia alle 6.00
Preparazione pic-nic.
1 ora seduta sull'erba umida ad aspettare il Grinta, che lui deve correre e fare giogging, dalle 7.00 alle 8.00.
Divoramento compulsivo dei 2 panini con il veggie-burger e la maionese in circa 12 secondi netti.
Malore.
Ritorno a casa per le 8.30.
Messa a letto per le 8.35.
Dalle 8.35 alle 12.00 segue il seguente delirio interno e silenzioso, silenziosisismo, giuro, tra un'Alice Ragionevole e un'Alice Catastrofista:
"Ecco, sto male di nuovo, merda. Come è possibile?"
"Sarà stanchezza"
"No, sarà che ho un tumore al cervello. E così si spiega anche la mia disgrafia galoppante! Lo sapevo, lo sapevo..."
"Ma nooo.. sarà che hai mangiato e c'era vento, e poi eri con il culo sull'erba bagnata e..."
"No, sarà che ora mi viene un embolo, guarda, non mi sento più il controllo dei piedi e delle mani, mi sento tropo debole per poter restare ancorata a questo solido corpo..."
"Stai iperventilando?"
"No, sto solo esalando i miei ultimi respiri"
"Se tu provassi a dormire..."
"Ci provo, ma qui mi sento tutta strana... Senti il mio cuore! Se poi muoio che fanno, mi riportano in Italia?"
"Eccheccacchio, famme toccà ferro... Dico perchè non ti calmi un..."
"E poi mi vien freddo dappertutto ma caldo alla faccia, e al collo... qui dietro le orecchie"
"E che vuoi che ssia!"
"I linfonodi. Sicuro che sono i linfonodi"
"..."
"Forse è un'infezione del sangue"
"..."
"Oppure un tumore. Magari è un tumore in qualche posto che manco so di avere"
"..."
"..."
"Attacco di panico?"
"Attacco di panico."
"Ci dormiamo su?"
"Eh!"
Ora, io vorrei scambiare due paroline con il mio inconscio incosciente:
Se c'è qualcosa di cui dobbiamo parlare, se c'è qualcosa che mi vuoi dire, se è il momento di far pulizia in qualche polveroso angolo traumatico, se hai deciso che dobbiamo far fronte a qualche atavica paura o a qualche rimozione mal fatta... per me va bene.
Davvero.
Solo, sei pregato di farlo mandandomi un messaggino onirico o donandomi un'illuminazione ad occhi aperti.
Ti sarei grata se potessi evitare di andare a pacioccare sul piano fisico e biologico, perchè Alice Ipocondriaca, come puoi vedere da te, sa fare perfettamente il suo lavoro senza che qualcuno le dia una mano.
Grazie.
Alice deliratrice
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