E sei reduce dal colloquio.
In una scuola normale.
Anzi, proprio bella: spaziosa, luminosa, con tanti giochi, un salone, un angolo pittura e uno spazio per lo story telling.
Con bambini normali.
Anzi, proprio simpatici, vivaci ma non isterici, nessun frignone, nessun iper-cinetico, nessun lamentoso. Un gruppo sveglio e curioso.
Con insegnanti normali.
Anzi, proprio bravi: pazienti, autorevoli, ironici, aperti, pieni di idee. I colleghi dei tuoi sogni.
Bellissimo.
Tutto
Eppeccato che hai fatto cagarissimo.
In breve: al primo colloquio la preside aveva detto "bel curriculum, vieni a trovarci un altro giorno, quando c'è la sezione, così vedi come lavoriamo"
Almeno, questo è quello che tu avevi capito.
Invece la preside aveva detto: "bel curriculum, vieni a fare UN'ATTIVITA' un altro giorno, quando c'è la sezione, così vediamo come lavori"
E te arrivi e non hai una mazza. Non hai preparato nesun Art Project, nemmeno una lettura, niente.
A così frughi nella borsa e l'unica cosa che trovi è il nuovo libro per bambini che ti sei complusivamente comprata e ti dici "Eccheccazzo, ho fatto laboratori di lettura per 5 anni di seguito, vuoi che non sia capace di acchiappare questa dozzina di nani con un bel libro?!"
E dimentichi che il libro è in una lingua a te ostica se non ostile, e che prima di una lettura ad alta voce ci si deve preparare, e finisci a balbettare davanti ai nani frasi palesemente sgrammaticate, a sudare peggio che in una sauna svedese e ad annaspare.
E non riesci a ricordarti i nomi di nessuno, perchè sono nomi incomprensibili, e quindi nel dubbio stai zitta.
E non sai dove siano le cose, e anzichè chiedere resti lì seduta e cerchi di mimetizzarti tra i duenni, con cui tra l'altro condividi il QI.
E senti le occhiate perplesse delle insegnanti e della preside e vorresti gridare "C'è uno sbaglio, questa non sono io, davvero!" e invece continui a startene dannatamente muta e sempre più in imbarazzo.
E quando il colloquio finisce con un politicamente corretto "Grazie, se saremo interessati le faremo sapere" te non sai se sorridere di sollievo perchè questa figura meschina è finalmente finita o piangere di disperazione perchè per una dannata volta che il lavoro lo volevi davvero e ti piaceva sei riuscita a rovinare tutto con le tue fottute mani.
Ora mi ripiglio, eh, giuro, ma nel frattempo temo che mi fumerò una sigaretta consolatoria.
Pensatemi così, avvolta in una nube di fumo depressivo a guardare nel vuoto e interrogarmi: "perchè sei così imbecille? Perchè?"
Alice rovinatrice
ecco, io non fumo, pero` ti capisco eh.
ReplyDeleteche in questi casi io, invece che attentare al mio apparato respiratorio, mi devasto il fegato.... puoi immaginarmi come quello piu` a sinistra di questi tre....
Per convincere sua moglie ad emigrare in America Fievel Toposki non faceva che ripeterle che le strade New York sono lastricate di dollari. Già nel porto di NY scendendo dalla nave si trovano davanti un centone. Lui si piega per raccoglierlo, ma la moglie: Non vorrai cominciare a lavorare dal primo giorno!
ReplyDeleteAnonimo.
io fossi in te aspetterei un po', prima di disperarmi.
ReplyDeletemagari ti chiamano, non è detto.
magari gli sei sembrata ok nonostante la balbuzie troglodita... ;-)
besos.
cavoli alice, non fare così! è difficile quello che stai cercando di fare, non è facile essere assunti qui e superare i colloqui, figurati laggiù pure da straniera!
ReplyDeletedaì, su!!! e poi non è mica detto (e non sarà l'unica scuola bella di NY! e la prossima volta arriverai preparatissima, pure se non ti chiedono di fare alcunchè!)
Aaaah, come ti capisco.
ReplyDeleteL'ultima volta che ho fatto una roba del genere (una figuraccia per una cosa che si supponeva dovessi saper fare e invece non sapevo fare proprio per una segaccia di niente) mi sono fusa a livello molecolare col divano del soggiorno e ho sospeso le funzioni cerebrali per cinque ore davanti a un divuddì di un cartone animato.
Probabilmente avevo anche in braccio un papero di peluche, ma siccome dopo quelle cinque ore i miei ricordi hanno cominciato a svanire non potrei dirlo con certezza. Infatti ora che ci penso non ricordo nemmeno quale fosse il divuddì.
La rimozione è la soluzione a tutto.
Batti un cinque, vai.
Rita
Kino, Ah, il caro Lebowski! :)
ReplyDeleteAnonimo :-D Ma sai che non me la ricordavo più questa scena?! Ah, che culo che son qui nella patria del formaggio free!
Alga grazie ma mi sa che per questa volta è proprio andata. Ma mica molliamo, eh.
Dancin' grazie! Ora cercherò un corso di inglese che non mi costi quanto un trapianto di cornea, che magari magari aiuta... nel frattempo continuo la ricerca forsennata!
Rita :-D nicotina cioccolata e un po' di sana autocommiserazione, che mix meraviglioso! Per la rimozione ci sto lavorando e ci sono quasi...
A parte il fatto che mi sono ri-sognata il colloquio e la prova e facevo ri-cagarissimo. Devo scambiare quattro paroline con quel lavativo del mio subconscio, credo. Che almeno si inventi incubi originali, e ccheccacchio!
Posso essere caustico?
ReplyDeleteSei talmente convinta di fare cagare che alla fine ti adegui alla tua convinzione invece di essere spontaneamente te stessa...
Fiducia in sé stessi, ci vuole...
Abbraccione!
---Alex