Tuesday, May 31, 2016

Razzismi

L'Italia e' un paese razzista.
Rassegnatevi.
E' sufficiente guardare 20 minuti di un varieta', la bassezza delle battute, le allusioni con cui vengono date le notizie, gli stereotipi, i dialoghi... E' sufficiente origliare in fila alla posta. Si sentono cose che manco Hitler nei momenti di gloria.
E' sufficiente guardare i commenti e i meme nei social.
E' un paese razzista.
Cosi' razzista che se glielo dici ti dicono:
 "Ehhh... non sai stare allo scherzo",
"Che noiosa...  Si fa per scherzare! Ma fattela una risata!"
E invece Alice non ci trova un cazzo da ridere.

L'america, invece...

Pure.

L'america e' un paese razzista.
E' la terra della opportunita', certo, ma principalmente se siete bianchi.
Meglio se siete educati. Possibilmente dalla buona Vecchia Europa.
Rassegnatevi.
Pure li' nella patria del melting pot e del politically correct, il razzismo c'e'. Ed e' forte.
Ma non e' come in Italia, no. E' un razzismo diverso, per certi versi piu' spaventoso.
Per capirlo non e' sufficiente farsi un giro alle poste o guardare la tv (anche se Trump aiuta eh, e da' voce ad una tipologia di americano che fa paura paura)... Occorre guardare le statistiche.
In realta' basterebbe parlare con un afroamericano, o con un latino, con quelli che ogni giorno vivono sulla loro pelle la discriminazione... ma poi magari pensate che quella e' la personale personalissima percezione un po' vittimista di un nero pigro, o di un latino lamentoso, e allora Alice vi parla delle statistiche.

In america il 14.3% della popolazione e' nero (per nero si intende sia black che mixed race).
Ci sono piu' neri in prigione che neri iscritti all'universita'.
1 nero su 3, nel corso della sua vita, finira' in prigione.
In America,  c'e' questa cosa chiamata racial profiling, per qui se sei nero, inevitabilmente, le tue probabilita' di essere fermato dalla polizia sono 5 volte piu' alte.
In New York City, il 23% della popolazione e' nero, eppure la meta' dei  fermi e delle perquisizioni effettuate dalla polizia sono su neri.
Essere fermati dalla polizia e' un fastidio per un bianco, e' un pericolo per un nero.

In America, i genitori neri educano i figli e li preparano, perche' sappiano cosa fare quando (non se, ma quando) la polizia li fermera', per strada, in un negozio, in macchina, all'ingresso di un cinema.
Qui un video bellissimo e tristissimo, per i parlanti inglese, le 10 regole per sopravvivere se fermati dalla polizia. Soprattuto la numero 7 viene insegnata ai bambini a partire dai 9 anni:



In America, pre-adolescenti e adolescenti neri vengono brutalizzati dalla polizia.
Questa ragazzina ha rifiutato di posare il cellulare, il professore ha chiamato la polizia per spaventarla... e il poliziotto decide di risolvere il problema cosi (notare il terrore e la paralisi dei compagni di classe)


Questa ragazzina di 14 anni viene fermata perche' va in bicicletta, col fratello, nel parcheggio di un centro commerciale (invece che sulla strada). Al minuto 0:50 le cose degenerano. Il fratello resta a guardare, sapendo che se provasse a intervenire peggiorerebbe solo le cose.


Questi ragazzini (tra i 14 e i 17 anni) sono fermati e arrestati perche' erano in una piscina (dove erano stati invitati per una festa di compleanno) ma secondo chi ha fatto la telefonata alla polizia non erano autorizzati. Nel dubbio la polizia li ha gettati per terra ed ha puntato pistole cariche, che si sa, gli adolescenti neri armati di bikini e asciugamano da spiaggia sono peggio dei terroristi islamici.



Questa famiglia invece sta andando via da una piscina, i ragazzi e le ragazze (minorenni) sono accompagnati dalla madre di uno di loro. Gli hanno rifiutato l'accesso alla piscina perche' uno dei ragazzi non aveva l'abbigliamento adeguato e stanno tornando a casa a prenderlo... e nel frattempo viene chiamata la polizia, che risponde cosi' (Al minuto 1:20). La ragazzina lanciata contro l'auto avra' la manibola fratturata, su altre due hanno usato il teaser, su una lo spray:

In America, ogni anno, ragazzini neri muoiono per "incidenti". Per mano della polizia.
Come Tamir Rice, che aveva 12 anni. Freddato in mezzo alla strada, da un poliziotto che ha sparato prima ancora di fermare la macchina. Lasciato a terra per 4 minuti prima che qualcuno decidesse di  praticargli le manovre di primo soccorso. Sua sorella, accorsa sul posto per gli spari, quando ha cercato di avvicinarsi al fratello e' stata gettata a terra e  arrestata.

In America, come in Italia, come in tutta Europa e in tanti altri posti, c'e' quello che si chiama White Privilege.
Alice ce l'ha.
E se siete bianchi ce l'avete anche voi.
E' nostro, di nascita, e non lo perderemo mai. Non c'e' modo di perderlo.
E' nostro perche' siamo nati bianchi.
E' nostro e ci protegge dalla brutalizzazione, dalla discriminazione, dal razzismo istituzionalizzato del mondo occidentale. E' come il bigliettino del Monopoli, non fa magie eh, ma ci permette di uscire dai guai piu' facilmente, di ritirare i 20 dollari senza passare dal via, di uscire di prigione gratis.
E nostro e fa si' che se ci fossimo stati noi, al posto di Tamir, la polizia avrebbe prima urlato e intimato di mettere le mani in alto, non ci avrebbe mai freddato cosi', a noi o ai nostri figli bianchi.
Se fossimo stati noi, su quella bicicletta, probabilmente non saremmo mai stati fermati, o ce la saremmo cavata con un rimprovero.
Se fossimo stati noi, a fare le dure e a sfidare il professore tenendo il cellulare, non ci avrebbero mai sbattuto per terra come bestie davanti ad una classe di adolescenti terrorizzati.
L'unica cosa buona, del white privilege, e' che una volta che scopri di averlo, una volta che ti rendi conto dell'incredibile fortuna sfacciata ti e' toccata per nascita, puoi usarlo.
Ed e' un po' come un ombrello, non tanto grande eh, ma ci puoi di sicuro riparare dalla pioggia chi ti passa accanto.
E se invece non te ne rendi conto, passi il tempo a domandarti come mai tutti gli sfigati sono sempre bagnati.

La differenza tra l'America e l'Italia e' che in America se ne parla, di razzismo, di white privilege, e della brutalita' della polizia.
Che in America questa roba orribile la si guarda in faccia.
In Italia invece il consiglio e' ancora di rilassarsi e di farsi 2 risate.
Alice non ci trova niente da ridere, ne da una parte ne' dall'altra dell'oceano.

Alice ombrellizzatrice

24 comments:

  1. In Italia c è il razzismo della razza cristiana e mi sto mangiando il telefono arghhhh

    ReplyDelete
  2. grazie per il bel post, amaro, ma molto utile e 'istruttivo'.

    ReplyDelete
    Replies
    1. grazie a te, Silvia, per aver trovato il tempo di passare e di leggere :)

      Delete
  3. Sigh...
    Sono cose che conosco benissimo e che fanno un male cane.

    ---Alex

    ReplyDelete
  4. Una mia ex studentessa americana, nera, vive da circa due anni a Milano e parla spesso della differenza tra Italia e Stati Uniti a riguardo del razzismo. Ti lascio il link ai suoi video, https://www.youtube.com/user/tiataylormakeup

    ReplyDelete
    Replies
    1. Eleonora, il video della tua ex alunna eà interessantissimo! Mi permetti di linkarlo? O svelerei una qualche tua identità segreta? :)
      Fa anche una distinzione in termini molto importante, che io in questo post ho un po' ignorato: che una cosa è il razzismo e un'altra è la xenofobia e la discriminazione... negli USA c'è la prima, in ITalia abbiamo le altre due... non meno brutte ma giustamente, come fa notare lei, diverse.
      Dimmi se posso e aggiungo il suo video nel post :)

      Delete
  5. che noi italiani siamo "white" agli occhi di un WASP è opinabile ...
    ti ricordi l'economista (torinese anche lui se non sbaglio) su un volo per Syracuse un paio di settimane fa?
    tra i commenti c'era quello di un cretino che sosteneva che lui avrebbe dovoto sapere che la sua fisionomia corrisponde a quella di coloroc he vengono "profiled" e agire di conseguenza ...

    ReplyDelete
    Replies
    1. Sì, hai ragione... poi è vero che nella lunga e variegata fila di tonalità che vanno dal nero Senegalese al Bianco finlandese l'economista era appena un paio di gradi sotto. E deteneva un passaporto europeo, cosa che i poliziotti sapevano già prima di farlo scendere. Fosse stato più scuro, o con un passaporto non europeo, credo che il suo trattamento sarebbe stato ancora diverso. E peggiore.

      Delete
    2. Kino: probabile (anzi sicuro) lo conosci già... ma mi sembrava appropriato e credo apprezzerai :)
      https://youtu.be/wkJOcpapKGI

      Delete
  6. ... non guardo i video, non ci riesco (le volte che e' capitato mi sono sentita male... e non e' ancora passata).
    riguardo al 'fatti una risata', guarda, capisco benissimo e non sai quante volte ho sentito questa frase. anche a proposito di altro... tipo battutacce sulle donne sul lavoro, battutacce sull donne in genere.
    e' una delle grandi ragioni per cui vivo meglio all'estero. certe cose non vengono dette cosi in pubblico, alla leggera e un 'fatti una risata' non esiste (qs perlomeno in 'pubblico'... poi a casa propria ognuno faccia quel che gli pare, per fortuna non sento).

    mamma mia.
    il white privilege. quanto e' vero.

    ReplyDelete
    Replies
    1. Dancinà si, il sessismo dilaga, e l'idea che commentarti le zizze sia un complimento e dovresti ancora dire grazie pure. Che tristessa...

      Delete
  7. Che tristezza, ma perchè?
    I video sono tutti terrificanti ma il primo, le dieci regole, ti distrugge l'anima.
    Sì, l'Italia è un paese razzista e la cosa che trovo più sconvolgente è che è un razzismo latente, che si manifesta in base all'abito che si indossa o al volume del portafoglio del non italiano.

    ReplyDelete
    Replies
    1. Si, confermi e spieghi meglio di me quello che la ragazza dice nel video linkato da Eleonora: in Italia è xenofobia e discriminazione. Se sei nera ma sei americana e paghi visa, non hai problemi... se sei sudafricana e vestita di stracci sei feccia pericolosa. La differenza non la fa la razza, ma l'essere diverso socialmente, non la fa il colore della pelle ma il livello economico che dimostri :(

      Delete
  8. L'Italia e' un paese razzista inconsapevole. Il mio compagno inglesemi dice sempre che certe cose in uk non sarebbero mai possibili come accadono in Italia perche' c'e' piu' consapevolezza ma anche piu' timore di non essere politically correct, di passare per razzisti e cosi avolte arrivano all'assurdo. Qui in Australia da bianca quale sono, non ho mai assistito a fenomeni di razzismo ma una mia amica caraibica che viene spesso approcciata in lingua sawili o viene scambiata per aborigena o a volte semplicemente le chiedono se parla inglese si risente tantissimo di questi episodi essendo vissuta a Londra per un decennio enon avendo mai avuto questi problemi. Io non penso che tutto sia razzismo pero', a volte e' solo ingenuita', ignoranza nel senso di non conoscenza. Anche a me dato che sono italiana, si rivolgono subito chiedendomi se non mi manca lamia famiglia che ovviamente danno per scontato sia grande, generosa e con a capo la mamma cuoca! Non mi offendo, sono stereotipi ma certo che in america la faccenda e'ben diversa. Gli episodi di razzismo sono forti, evidenti, spaventosamente ovvii e secondo me potrebbero portare ad una guerra civile.

    ReplyDelete
    Replies
    1. Solare, c'è una frase, in inglese, che secondo mo riporta molto bene il tipo di discriminazione subita in Italia e probabilmente anche in Australia: "a death by thousand paper cuts".
      Rende l'idea di tante, piccole e di per sè inoffensive allusioni (tipo appunto che uno non sappia parlare inglese, o assunzioni fatte solo sul colore della pelle), o battute infelici... che sommate tra loro creano un disagio enorme. Penso sia un po' così per la tua amica...

      Delete
  9. Purtroppo secondo il razzismo è frutto della ricchezza mal distribuita. Se tutti potessero permettersi un minimo di dignità nel vivere sarebbe diverso, forse in certo senso non vedremmo nemici che ci vogliono togliere quel poco di stabilita'. È uno dei miei tanti punti di vista.

    ReplyDelete
    Replies
    1. Secondo me intendevo

      Delete
    2. Nina, io credo negli USA sia radicato nei 300 anni di schiavitù, e nella fine di una segregazione che fino solo a 50 anni fa era fortissima. Hanno fatto passi da gigante ma per i neri e molte altro minoranze è ancora una società spesso invivibile.
      In Italia invece vedo proprio quel che dici tu: paura del diverso e timore di vedersi depredati.

      Delete
  10. Che brava sei stata, Alice, a riassumere in un post dei concetti cosi' complessi! Brava.
    E grazie.

    Il prossimo post sara' sul razzismo verso gli asiatici visti come model minority? ;)

    Robi

    PS "Meglio se siete educati." Immagino volessi dire istruiti, giusto? ;)

    ReplyDelete
    Replies
    1. Quello mi aiuti te a scriverlo! :)
      Mannaggia ai false friend... si, volevo dire istruiti!! Aspe' che correggo

      P.s. che MAI mi permetteri di fare "tone-policing" :-P

      Delete

edddaì, blatera un po' con me!