11 anni fa Alice andò dall'oculista: "Sei ipermetrope, metti questi occhiali più spesso che puoi, quando leggi o quando sei davanti ad uno schermo".
Alice prese gli occhiali, li infilò nella custodia e li portò fedelmente con sè.
Li mise una volta sola, decise che erano un orpello inutile e scomodo e continuò a portarseli in borsa come zavorra in caso di vento.
Dopo 11 anni Alice torna dall'oculista, perchè il Grinta campa un paio di dubbi sulle sue diottrie e soprattutto perchè è gratis, coperto dall'assicurazione sanitaria che svanirà non appena lascerà la Supplì, cioè tra una settimana (ah, sì... non ve l'ho detto? Ho dato le ufficiali ufficialissime dimissioni... e se mi è sfuggito è perchè ero troppo impegnata a ballare la macarena tra gli scaffali e a lanciare libri per aria come coriandoli...).
L'oculista la acceca con lucine, lucette e laser, le fa leggere una serie di numerini, la innaffia con delle gocce orticanti, probabilmente di acido solforico o verde-rame e la manda via dicendo: "Hai 10 decimi, torna tra un anno. Guarda che le gocce che ti ho dato dilatano la pupilla, quindi per due ore sarai sensibile alla luce".
Alice esce fuori felice e contenta di avere 10 decimi e si tuffa sul marciapiede arroventato dal sole di luglio.
Ed è cieca.
Chi la vede vagare per strada probabilmente la immagina colpita da una disgrazia terribile, un lutto, un lavatrice di bianchi con un calzino rosso, un male incurabile, un brufolo dentro il naso di quelli impossibili da schiacciare, una crisi depressiva che precede il suicidio.
Piange e con sguardo annacquato cerca a tentoni la metropolitana, strizza gli occhi e cammina con le braccia avanti per evitare i pali.
La cieca di Sorrento, per le successive due ore, viaggerà rasente ai muri cercando coni d'ombra che, essendo mezzogiorno di fuoco, non esistono.
Probabilmente ha le pupille grandi come tazzine di caffè e per la prima volta nella sua vita prova un immensa empatia verso le talpe, i pipistrelli e i pesci di profondità.
L'oculista crede davvero di rivederla tra un anno... il che vuol dire che, tra i tanti odontotecnici e dentisti da cui Alice è in fuga presto ci sarà anche un nuovo arrivato, in camice bianco pure lui ma armato di collirio.
Alice fuggitrice
eheh... secondo te come ti fotografano la retina, se non ti dilatano le pupille?
ReplyDeleteanch'io la prima volta che mi miser quel collirio mi sentii come se avessi un faro sparato dritto in faccia costantemente... pero` il mio oculista, da bravo, mi disse di venire accompagnato...
e non ne hai approfittato per guardarti allo specchio? avresti scoperto un'alice che ti guarda con occhi da manga....
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Kino, eh no mannaggia! Vagavo talmente a tentoni che non avrei trovato uno specchio manco a sbatterci! ma la prossima volta mi organizzo: occhiali da eclissi solare, bastoncino bianco da cieca e cane addestrato
ReplyDelete...
Qualcuno sa come si scrive VAI A CAGARE BRUTTO SPAM in idiotgrammi?