Il nanovomitino: quello che piange con talmente tanta passione, disperazione e furia che vomita. Addosso a te. Poi rutta e rimira perplesso il risultato della sua performance.
Il nanostraniero: quello che parla e piange solo in portoghese, con il quale rispolveri una sorta di esperanto fatto di pezzetti di spagnolo, italiano, segni, gesti, smorfie da mimo e qualche frase basilare che ti sei passata a memoria grazie a google translate e alla consulenza di un paio di amici brasiliani e che ti sei impressa sul braccio con un pennarello a punta larga... una roba mista di erre arrotolate e s soffici...
"mamae va voltar... vamos a brincar juntos... mira o carro... vamos a pasejar... vosse' quer o pogu de agua?"
Il nanoabituato: quello che lui va a scuola da quando ha un anno, quello che abbraccia la mamma al cancello, entra dentro e guarda perplesso il campo di battaglia che lo circonda, con nasi che colano, urla beduine e insegnanti che come polipi tentano di consolare al tempo stesso 3 o 4 bambini in una volta... il nanoabituato per fortuna fa spallucce e per i primi giorni si autogestisce, si prende un puzzle, o un paio di pastelli e a dispetto della follia che lo circonda si tuffa in una bolla di normalita'.
il nanoabituato genera in Alice tantissimi sensi di colpa.
Il nanomastice: quello che si avvinghia. Si avvinghia alle gambe della madre, al collo della babysitter, alle inferriate del cancello come manco un prigioniero di Guantanamo... il nano mastice va staccato con una serie di manovre che comprendono abbracci, sussuri e ferme prese di wrestling, sapientemente combinate assieme. Il nano mastice e' anche capace di contorsioni pazzesche: a comando si trasforma in una sostanza brodosa e scivolosa, una sorta di anguilla che scappa dalle mani, pronta a tutto pur di riguadagnare la postazione da cui e' stato scollato. Tra tutti i nani e' quello che richiede maggiore prestanza fisica.
La nanaurlatrice: quella che ha un acuto talmente potente che ti resta nelle orecchie e rieccheggia come una campana tibetana anche quando lei se ne e' gia' andata. Mentre il nanovomastice rifugge, la nana urlatrice ti segue fedele, a pochi centimetri di distanza, ovunque tu vada, perche' vuole mettere bene in chiaro quel che pensa, e non vuole che tu ti perda manco uno strillo.
Quando la nana urlatrice si placa, il silenzio che segue e' l'ottava meraviglie del mondo. Se non avete avuto a che fare con una nana urlatrice non potete capire quanto vera sia l'affermazione: "il silenzio e' d'oro" (ancora meglio del silenzio della nana urlatrice e' la risata della nana urlatrice, ma quella e' roba estremamente preziosa, e lei la elargisce con la dovuta parsimonia e soli a pochi eletti).
Il nanomotivazionale: e' il nano che "tries to hold it together", cioe' che tenta di farcela, con tutta la sua buona volonta'. E' il nano che non piange, ma e' comunque nel mezzo di un vortice di stress, e ansia non da poco, che per starci dentro si racconta nei minimi dettagli cosa succede, e se lo ripete, e te lo richiede, infinite volte...
"Mamma torna, vero?"
"Si, mamma torna, torna sempre"
"Torna presto..."
"Dopo la canzone dei saluti"
"Come ieri?"
"Come ieri, si"
"Mamma torna?"
"Si, mamma torna, torna sempre"
"Torna presto..."
"Dopo la canzone dei saluti"
"Come ieri?"
"Come ieri, si"
"Mamma torna?"
"Si, mamma torna, torna sempre"
(Ad infinitum).
Il nanomaestro. E' il fratello piu' grande, sta nella classe dei treenni (ma tra le due classi non ci sono muri) e quando vede il fratellino piu' piccino che si rotola disperato accorre, lo scuote, lo tira su, lo fissa negli occhi e gli fa un discorso motivazionale talmente potente che manco Braveheart... e alla fine non solo in nanetto si placa, ma Alice ha le lacrime agli occhi.
Bon.
Le due settimane di inserimento son passate.
Dalla prossima 28 dei nani di Alice verranno per la sessione intera. Ce ne sono ancora due da convincere delle bonta' e della figaggine della scuola, ma il risultato, se Alice si volta indietro e ripensa ai primissimi giorni, ha un che di miracoloso!