Tuesday, March 8, 2011

The winner is... Tutti voi, dai!

Oh, ma quante belle risposte!
Ah, che emozione!!
Intanto grazie a tutti voi nè, che siete stati proprio bravi e avete avuto voglia di delirare con me su sta roba... soprattutto a quei commentatori silenziosi che si son fatti avanti... ben arrivati! Mo vedete di non sparire di nuovo avvolti in un alone di mistero, vè!

Alice e' anche particolarmente fiera di se' perche', nel suo intento di oggettivita' ha giocato un po' sporco, ed ha reso la posizione che non condivide la piu' appetibile.
E qui per intanto rullo di tamburi e ola... oooohhh...  mega scoop!
 Alice e' la numero 1, la la nazista emotiva! Muha ha ha haaaa!
(Oh, non penziate che non lo sappia ne'! )

Ora pero' vi beccate tutta la filippica, siete pronti?
Ecco riassunto (più o meno, anzi no, mica tanto riassunto) in 3 punti perche' Alice e' ancorata con le unghie e coi denti alla posizione 1:

PRIMO
per la posizione 2 ogni emozione ha diritto di esistere, va accolta cosi' com'e' e al massimo e' importante lavorare sulle "azioni":
Tipo:
CiccioPuzzetta cade, io godo. E' un mio diritto godere. Pero' devo imparare a trattenere la risata e a passare il mercurio cromo, cosi' da essere socialmente  accettabile. Posso provare quello che mi pare, ma e' importante che le mie azioni, e solo quelle, siano "giuste", non importa se sconnesse da quel che penso, provo, credo.
Questo discorso per Alice e' da schizofrenici. A questo punto preferisce un bambino che ride in faccia a CiccioPuzzetta piuttosto che uno psicopatico che finge empatia senza provarla.

Alice non ci crede, che ogni emozione ha diritto di esistere, in qualsiasi situazione.
Certo, non e' possibile controllare la nascita di un'emozione, ci incazziamo, soffriamo, amiamo spesso senza apparenti motivi e ci danniamo la vita per questo... ma possiamo razionalizzare, empatizzare, cercare di capire da dove arriva l'emozione e modificarla, controllarla, capirla... insomma, rimboccarci le maniche e darci dentro di autocoscienza per smussare gli spigoli.
Ma gia' il solo "rimboccarsi le maniche" implica la consapevolezza che c'e' qualcosa su cui lavorare, che certe emozioni non sono cosi' sane, e quindi, detto parlando come si mangia, che sono "sbagliate". Se io vivo convinta che qualsiasi cosa provo va bene, non mi mettero' mai in discussione, non provero' mai a capire perche' mi arrabbio, mi spavento, mi schifo, perchè mi avvalgo del diritto di provare quel che mi pare, quando mi pare, con l'intensità che mi pare.
Ci sono emozioni che sono sbagliate perchè:
-non funzionano per noi (tipo quando amo una merda di uomo, o quando mi vergogno di me stessa)
-sono sconnesse con la realta' (quando mi arrabbio per qualcosa di sciocco o superficiale, o con qualcuno che non ha colpa solo per sfogarmi un po')
-non rispettano l'altro (tipo quando godo per sventure altrui o invidio qualcuno senza apparente motivo...).

Accettare che tutte le emozioni abbiano diritto di esistere e vadano rispettate ad Alice pare assai pericoloso.
(Ora gioco sporco, siete pronti?)
... va bene  disprezzare  i negri, gli zingari o la gente che non la penza come mme'? In fondo si tratta di un emozione, che colpa ci ho se mi sfranfuglia? (almeno finche' non vado in giro a dargli fuoco o a sterminarli con un kalashnikow, come specifica l'opzione numero 2)
... va bene di godere davanti a mia madre che piange? (Basta che faccia finta che mi spiaccia pero'!)
E' giusto se mi vergogno di me stessa perche' sono lesbica, o brutta, o grassa, o vecchia, o quel che vi pare? (purche' gli altri non se ne accorgano!)

Io credo che, se piu' gente ci ragionasse sopra, alle proprie emozioni, invece di prenderle come dati di fatto, che esistono, cristallizzati e intoccabili, le cose non sarebbero poi cosi' male.


SECONDO
La vergogna!
Tutte le college sono unite nel crede che la vergogna per le proprie emozioni sia qualcosa di terribile, che non va mai provato, che rovina l'autostima, che distrugge l'ego e la sicurezza.
La vergogna e' menzionata solo nell'opzione 1 perchè Alice è l'unica a ritenere che, vergognarsi delle proprie emozioni, non sia sempre 'na roba teribbile
(Questo non significa che Alice va in giro a dire "Sei geloso-sadico-iroso? Vergognati!" è nazista, ma mica pazza!)

Ora, famo un'esempio semplice:
Entro in metropolitana, c'e' un barbone accampato dentro. La prima reazione e' paura e disgusto: e grande e grosso, puzza di urina, ha un'infezione al piede scalzo e nero. Poi empatizzo, spendo un po' di tempo (mica poi tanto, anche solo 5 secondi) a pensare alla sua vita e mettermi nei suoi panni, e mi spiace per lui, e mi vergogno per il mio primo pensiero, perche' era istintivo, ma anche parecchio superficiale. A me' quella vergogna li' pare una cosa buona, qualcosa che mi aiuta a far meglio la prossima volta, non qualcosa che mi tarpa l'ego o mi rende insicura.
Ancora:
La mia amica ha un lavoro nuovo. Taaanta invidia, che' quel lavoro lo volevo anche io, e non e' giusto che lei ce l'abbia e io no,  io lo farei pure meglio di lei, perche' lei si' e io no?
Poi mi fermo, mi ricordo che e' la mia amica,  e come me probabilmente anche lei lo voleva tanto quel posto, e allora mi vergogno per essere meschina e provo a godere della sua gioia, ed ad essere un'amica migliore.
Ci sono casi in cui, si passa attraverso la vergogna e se ne esce fuori,  in un certo senso, migliori, o almeno un po' piu' cresciuti. Nel riconoscere i propri errori, la vergogna è uno stimolo potente, se dopo aver fatto una gran boiata mi vergogno, quell'emozione è un grosso stimolo a non farla più in futuro e a starci più attento.

TERZO
L'ultimo motivo per cui ad Alice non piace la posizione 2 e' che la trova disonesta:
Se davvero crediamo che le emozioni "sono" e che ciascuno ha il diritto di provare quel che glie pare, allora perche' "lavorare" sulle azioni?
Se io ho il diritto di essere contento quando tu cadi, perche' non posso pure ridere e prenderti per il culo?
Perche' e meglio provare una cosa e farne un'altra?
We are what we do. 

E soprattutto, come hanno notato in molti, le due posizioni "fanno" la stessa cosa.
In nessuno dei due casi si punta a "far vergognare" o a giudicare verbalmente. Entrambe le fazioni, come molti di voi hanno commentato, fan la stessa roba: avanti ad un nano che prova un'emozione "sbagliata", intervengono per aiutare a empatizzare, a mettersi nei panni dell'altro, a cercare di capire cosa ci sta dietro.
Ed è per questo che, secondo Alice, l'opzione due è una balla, perchè anche le maestre che abbracciano l'opzione 2 credono che ci siano emozioni "inappropriate" (sennò scusa, che intervieni a fare?), ma sostengono di lavorare solo sull'azione, e di lasciare al nano il diritto di provare quel che piu' crede.
Ad Alice pare un modo per non prendersi la responsabilità di quello che davvero si sta facendo, un far finta di non vedere. Questo soprattutto nella classe, davanti ai nani, perchè ci sono espressioni, intonazioni e modi di dire che comunque mandano un messaggio che è chiaro ed è "non sono felice di quello che stai facendo, vorrei che tu cambiassi" ed è una cosa forte, da usare con cautela e con buonsenso (ma questo anche in generale nelle relazioni con gli altri).
Se agiamo sulle azioni è perchè speriamo portino ad una modificazione dell'emozione che ne è all'origine, perchè riteniamo non sia sana, non sia "giusta" non sia costruttiva e bla bla rabla...
Oppure stiamo semplicemente crescendo una generazione di ipocriti.

Ancora un paio di cose:
Se uno cade e io rido perche' sono spaventato, la risata e' l'azione, ma lo spavento e' l'emozione, ed e', a mio parere, (nel mio catalogo nazi-emotivo) piu' che appropriata.
Un altro discorso e' se io godo come un riccio a vedere qualcuno ferito, ma trattengo la mia goduria, e esteriormente passo il fazzoletto e il mercurio cromo. In questo caso l'azione e' giusta, ma l'emozione e' sbagliata.
Va da se che nessuno intende "far vergognare" il nano in questione per l'emozione, ma Alice sa che, talvolta, quando il nano ripensa a quel che ha detto e fatto, la vergogna arriva comunque, e lei se ne prende la responsabilità.

Ultimo esempio poi la pianto, giuro, ma è successo proprio oggi e casca a puntino:
Prezzemolina e Barbie si tengono per mano, vanno in cerca di Svampita, le si piazzano davanti e partono con voce da coretto: "Vedi, tu non sei mia amica, io gioco solo con lei gne gne gnenee" Svampita incassa, in silenzio, le due sorridono ed iniziano un teatrino, a beneficio di Svampita, fingendo di non averla davanti: "Vero che siamo amiche?, Vero che lei non è amica nostra? Vero che non la facciamo mica giocare con noi?"
Quando Alice interviene, si limita a prendere le due Sbirule da parte, e chiede ad entrambe come si sentirebbero al posto di Svampita. Mentre  Barbie svicola e fa la vaga Prezzemolina è chiaramente a disagio e si vergogna. Quando Alice si allontana, senza ulteriori indicazioni o suggerimenti, Prezzemolina si avvicina a Svampita e sussura "Anche tu sei mia amica, sai, possiamo giocare assieme, te tieni la bamola e io la vesto".
C'è vergogna, eccome. Ed è stata Alice, per vie nemmeno molto larghe, a portare Prezzemolina a vergognarsi per aver umiliato un'altra persona gratuitamente. Se quella vergogna è il costo per una maggiore empatia e rispetto reciproco, a lei pare un prezzo ragionevole.

Alice nazi-emozionatrice

Ah! Menzione d'onore al commento di Giovanni Angelo ... sei ufficialmente il mio mito!
E ad Adoratrice per la poesia, bellerrima.
E ad Antonio Machado pure, perchè qui ho già detto abbastanza, ma è vero, c'è un enorme aspetto sociale e culturale che bisogna considerare.

E a tutti voi, se avete voglia di chiacchierare ancora, fatevi avanti, che 'sta "emotion-fight" andrà avanti ancora per molto... è stata ufficilamente dichiarata la discussione del mese!

17 comments:

  1. AMEN! Condivido e sottoscrivo.

    Fra l'altro io ce lo sapevo al 99.999999% che era pure la posizione tua. Pensavi mica di depistare il palbi con un semplice grassetto ? ;)

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  2. Uhm, posso fare la pignolina?
    Il caso di Prezzemolina e Barbie però coinvolge un'azione sbagliata e non un'emozione. L'azione va corretta eccome.

    Ieri pensavo anche che i bambini vivono in un mondo in cui ci sono cartoni animati o programmi in cui si ride delle disgrazie altrui. Prendiamo ad esempio Paperissima: ci sono un sacco di filmati in cui bambini si spataccano per terra cadendo dall'altalena o hanno altri "incidenti" simili e la reazione immediata è la risata. Tramite questi programmi non imparano l'empatia, vedono solo il lato comico del fatto. E quindi sono automaticamente portati a fare lo stesso nel mondo reale.
    Altro esempio,i cartoni di Willie il Coyote. Il poveretto subisce disgrazie una dietro l'altra e anche qui il meccanismo immediato è la risata.
    Poi secondo me bisogna fare i distinguo del caso. Se un bambino cade e gli viene un bernoccolo gli altri nanerottoli rideranno di primo acchito, perchè la cosa in sè è buffa dal loro punto di vista.
    Ma se il bambino sviene o ha qualcosa di più grave, non credo che i bambini riderebbero lo stesso. Proverebbero spavento e si preoccuperebbero per il loro compagno che sta male.
    Sono andata fuori tema? Sono stata prolissa? Ok, riprendo fiato e torno nel mio blog :)

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  3. carizzima, ci separa solo una cosa, non trascurabile, pero`.

    se tu identifichi con vergogna il momento in cui uno realizza "occacchio, ho fatto una cazzata", son d'accordo con te.

    per me pero` vergogna e` un po' piu` potente, come pensiero e` piu` "ommioddio SONO UNA MERDA" e questa secondo me non va bene.

    e` chiara la differenza?
    secondo me e` estremamente costruttivo far capire ad un bambino che ha sbagliato e che puo` rimediare.
    ma credo credo sia pericoloso insinuargli il dubbio che sia lui ad essere sbagliato.

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  4. D'accordissimissimo con te!! Ieri sera volevo commentare sostenendo la posizione 1, ma era la prima volta che capitavo qui e vedevo tutti così convinti della 2... che non c'ho avuto il coraggio, ecco. Sono proprio della tua stessa opinione, in tutto e per tutto. Vedo la posizione 2 un po' ipocrita, perché fa tanto "democrazia" ma in realtà non vuole ammettere che al mondo esistono le cose giuste e quelle sbagliate e che - ahimè - occorre correggerle. E comunque, sbagliamo tutti, tutti a volte siamo costretti a vergognarci di noi stessi, ma la cosa serve solo a renderci migliori!

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  5. sorry non ho tempo di leggere tutto il post :)

    io ovvio ho votato "sbagliato".. :)

    però mi pareva di aver capito che anche la 2 suggerisce che nonostante si provi un qualcosa che "non va bene" si debba essere consapevoli che le azioni debbano essere "corrette".

    a questo pensavo.

    secondo me le emozioni (per fortuna o purtroppo) non si possono controllare, ma le azioni si.

    e con le azioni si deve agire "bene".

    poi forse io pensavo anche al fatto che non ci si debba "vergognare" delle proprie emozioni. sarà che l'ho provato molto sulla mia pelle... che quindi si, razionalmente propendo per qs strada (della non vergogna).

    ma forse è anche perché le mie non erano "emozioni" deleterie per gli altri... ma solo per me stessa :)


    cmq cavoli, ero sicura fossi dalla parte del 2. ihih!

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  6. ah, ImperfectWife mi da il la (si capisce che non ho una mazza da fare?) per una cosa che proprio non mi piace del punto 2.

    questa visione delle emozioni come di parti del se che esistono e basta, su cui non e` giusto e non si puo` lavorare ... mi fa anche un po' paura.
    perche` vorrebbe dire, per esempio, che esistono persone intrinsecamente cattive. che non si possono cambiare. che e` giusto, utile e sensato eliminare.

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  7. E pure io ce lo sapevo! Lo hai anche rimarcato (come poi ha detto Pigrazia) qhando hai detto "se lei l'è l'unica bischera che la pensa così, o se magari è una roba culturale da imprinting italico". Quale sia la posizione italiana rispetto a quella americana è ormai STRAOVVIO per chi abbia letto un po' te o le avventure americane di Elastigirl. Nel mio caso ho letto e vissuto personalmente, quindi ero doppiamente avvantaggiato...
    Ad ogni modo, posso dire una cosa? Secondo me, se andiamo a scavare e circostanziare, scopriamo per l'ennesima volta che porre questioni del genere in termini di bianco o nero come fanno i 'mericani (e come ce l'avevi posta tu, maramalda!) non serve a nulla perché in realtà, sviscerate le cose come si deve, quasi tutti siamo su posizioni estremamente simili.
    E comunque: la prossima volta che un nano con il cerone, i capelli trapiantati e le scarpe col rialzo si becca un modellino del Duomo di Milano in faccia, mi ricorderò che certe emozioni vanno amorosamente coltivate (anche se magari gli passo un fazzoletto bagnato).

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  8. ma correggere le emozioni e' decidere al posto degli altri cosa devono sentire! e chi siamo io o te per dire che un bimbo deve essere educato ad essere empatico? o a non essere invidioso di un'amica, (ma di un'estranea va bene)? immagino ti riferisca a linee di massima, ma quello a cui l'educazione serve sono "comportamenti" sociali, non pensieri, sentimenti sociali.
    quello e' lavaggio del cervello, saremmo ancora tutti colonialisti, misogini, razzisti e monarchici se fossimo stati educati a sentire "il giusto" che viene normato dalle generazioni precedenti. (e' giusto per una bambina considerarsi in diritto di fare tutto quello che fanno i bambini maschi se le va? oggi a NY si, ieri o altrove no. allora il sentimento "giusto" a cui educarla e' normato da me e te, dai genitori, dal Padreterno, dalla legge?? e' la scuola etica, primo passo per lo stato etico, paura!)

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  9. ho lasciato dei commenti al posto di sotto.

    Dora in MD

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  10. @sullepunte: quindi tu non insegneresti a tuo figlio a non avere paura del buio? o a non arrabbiarsi (magari con se stesso e con gli altri) quando perde al gioco? o a non odiare uno perché più bravo di lui?

    suvvia, qui non si sta parlando di plasmare gente con lo stampino, ma di seguire la crescita di qualcuno e dare qualche indicazione ogni tanto e le indicazioni per forza di cose si danno in base a quello che si conosce e si condivide; se non fai così, stai facendo poco o niente (come faceva notare alice).

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  11. questa cosa di correggere le emozioni mi lascia veramente perplessa....

    se per esempio provo "amore" verso una persona, ma questa persona e' sbagliata per me, quello che posso fare e' razionalmente correggere le mie azioni (cercare di evitare questa persona ecc), ma non posso correggere il mio sentimento (se sai come fare, fammelo sapere che lo giro ad un'amica).

    se devo fare un esame ed ho paura, come faccio ad eliminare questa paura? poi razionalmente so che ho studiato, vado a fare l'esame e vedo che vado bene, e magari la prossima volta ho meno paura (ma non e' detto), e cmq intervengo sull'azione, non sull'emozione.

    se un'amica di un'amica viene e mi dice "ho fatto sesso usando il preservativo e sono rimasta incinta, e ora sono contenta", permetti che mi incazzo? ma razionalmente non mi permetterei mai di insultarla, anche per rispetto verso l'amica comune...ma nemmeno se fosse un'estranea l'insulterei :-)

    se una cammina con i sandali tra i cactus, nonostante il cartello diceva di non farlo, e poi si punge... dentro di me me la godo, ma ovvio che se ha bisogno di una mano glie la do'...

    non mi sento schizofrenica in tutto questo.... anzi, non capisco come potrei/dovrei fare per cambiare le mie emozioni.

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  12. Anche io, che ho letto tuuuutto il tuo blog da poco (a proposito, mi fai spaccare dalle risate: sei simpaticherrima!), avevo individuato la tua posizione! ;)

    Ricondivido e apprezzo le tue articolate argomentazioni!

    A. nr 2

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  13. Sappi che ancora sto qui a rimuginare sul tuo sporco giochetto e tentando di elaborare la mia personale posizione in merito (mi stanno dimagrendo le meningi per lo sforzo e non ho ancora avuto tempo di buttar giù un'elaborata analisi della cosa, per quanto te ne possa fregare uhahahah)...

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  14. A tutti: Grazie, bella 'sta chiacchierata!

    Palbi :-D Elementare Palbtzon, elementare... però riconoscerai che il grassetto è stato un tocco raffinatissimo!

    Nega: no, davvero, penserai mica che qui ci abbiam paura dei prolissi! Alice è una logorroica patologica!
    Non sei andata fuori tema, allora, prendiamo il caso di Sbirulina:
    L'azione è "ti dico che non ti sono amica", l'emozione è "Sono affascinata, intrigata, e assaporo la reazione di una persona quando la escludo, mi dà piacere il sapere che è triste perchè vuole essermi amica".
    E' un emozione che tutti abbiamo provato, credo, ci aiuta a sentirci forti, voluti, importanti.
    Detto questo, quando ti metti nelle scarpe dell'altro ti rendi conto che non è bello essere esclusi e allora provi a rimediare, credo.

    Kino: sì, la differenza è chiara, e qui per vergogna intendo "ho fatto una cazzata, vediamo di rimediare" L'altra io la chiamerei umiliazione più che vergogna, ovvero quando intendo farti sentire una merda totale. Quella, manco a dirlo, non viene contemplata. Almeno non prima di un PhD :-P

    ImperfectWife: :) Timidona! Che in fondo entrambe le posizioni, come dice Bostoniano qua sopra, se grattiamo e grattiamo sono più vicine di quel che sembra!

    Dancin' :) Son donna piena di sorprese, io! Ecco vedi, nel tuo caso, secondo me era la vergogna che hai provato sulla tua pelle, il sentimento che andava "corretto", razionalizzato, smussato e superato.. ancora più difficile quando fa male solo a noi, credo!

    Bostoniano :-D eheheh... dai che se non si estremizzava un po' che gusto c'era?! E sì, sono in realtà due posizioni molto vicine... ma siam riuscite a scannarci ugualmente ( oh, pure sulle modalità di discussione degli ammericani ci sarebbe da farco 45 post... si spaventano per un niente, vè!)

    Sullepunte: Vediamo...
    Le azioni sono frutto di emozioni e viceversa, giusto? Cioè, una persona normale soffre e sta male quando prova una cosa e ne fa, o ne deve fare, un'altra diversa e stonata da quel che sente.
    Io non voglio che i bambini imparino che è "bene" chiedere scusa dopo aver tirato il cazzotto. Io voglio che i bambini "vogliano" chiedere scusa dopo aver tirato il cazzotto (oh, poi possiamo aprire un'infinita parentesi sul fatto che in realtà, alle volte è bene e giusto tirare un cazzotto, ma questa è un'altra storia).
    Quando giudico le azioni, io DEVO guardare alle emozioni: un bambino che si arrabbia lo fa per mille motivi diversi, alcuni sono accettabili, altri no. Come faccio a non essere etica a scuola, in un contesto così sociale e pubblico?
    Ogni istante quello che faccio, soprattutto con nani così piccoli, con una capacità di verbalizzazione alle volte nulla, è guardare le azioni e cercare di capire cosa sta dietro, qual'è l'emozione, qual'è la spinta. Davani ad un nano arrabbiato, o che piange, o che è spaventato, io non ho una porcedura standard, io mi muovo cercando di capire quel che gli sta passando per la zucca.
    E sì, è come dici tu, il sentimento "giusto" è normato da me, te, la società, dio, il posto dove vivi, la gente che hai intorno e chissà che altro... forse proprio per questo i cambiamenti sociali e culturali sono lenti, perchè vengono fatti sulla base non delle emozioni, ma della logica, della dialettica e della ragione, che le accompagna, penso. Uh! Sorry se sono andata per le lunghe, nè!

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  15. Marica: Come dicevo prima, azioni ed emozioni si influenzano a vicenda, e nel tuoi esempi tu hai già risposta:
    Ami, ma ti allontani; hai paura, ma continui; ti incazzi, ma ti controlli; deridi, ma dai una mano.
    Non ti fermi all'emozione e ne resti in balia, perchè?
    Perchè non continui imperterrita a inseguire chi non è giusto per te, perchè non ti chiudi in casa e ti rifiuti di dare l'esame, perchè non mandi a cagare la tipa, o perchè on stai a guardare la scema pieni di aghi?
    Se pensi che le tue emozioni siano "giuste", perchè non le segui e assecondi? Perchè qualcuno, qualcosa, il tempo, l'esperienza o non so che ti ha insegnato che no, non sono "giuste", e usi la tua razionalità, provi a metterti nei panni altrui e in qualche modo imbrigli quello che provi per renderlo più accettabile a te o agli altri. E no, non sei schizofrenica :-P

    A.nro 2 :) Grazie!

    Ladoratrice :-D! Va là che non ne val la pena! IL rpossimo posto lo faccio sulle bustine da tè :-P

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  16. Dora, grazie dei link! ora me li guardo con calma...

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  17. Accipicchia, la menzione speciale!! Bé grazie! In realtà ci sarebbe da dire parecchio altro, ma è un ragionamento complesso e mica ce la faccio a quest'ora!!
    Però amplierò.

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edddaì, blatera un po' con me!