Wednesday, March 27, 2013

Dis-Educational Sistem

 Da un post  quaggiu' che in realta' discuteva di asili nidi negli USA e' nata nei commenti un'appassionata discussione riguardo all'universita', all'istruzione e ai costi  qui negli Stati Uniti.
Alice voleva scrivere di un bellissimo documentario, che si chiama "Waiting for Superman", che affronta proprio il problema dell'abissale differenza di qualita' che c'e' nelle high school, e di come sia difficilissimo, per chi nasce in un quartiere povero, riuscire ad uscirne, riscattarsi ed ottenere un'educazione di qualita'. E' spietato, onesto e bellissimo, guardatelo se vi capita!



Voleva scrivere di come qui ci sia una forbice molto piu' larga tra ricchi e poveri, e a dispetto del mito dell'uomo che si fa la propria fortuna da solo, la vita per chi nasce, cresce e vive in un quartiere difficile e' spesso segnata.
Come le cose sono molto piu' facili e lisce per "noi" expat auropei, che arriviamo dall'Italia e pur avendo un inglese orribile, e nessun tipo di contatto o raccomandazione, brandiamo lauree che non sono costate nulla, abbiamo alle spalle una preparazione universitaria spesso migliore e piu' approfondita... e troviamo qui porte aperte e opportunita' che sono invece impensabili per chi e' nato e cresciuto nei projects.

Poi ha pensato che non occorre nemmeno fare un esempio cosi' estremo, con Alice  e la sua laurea da una parte ed un povero senza high school dall'altra, o uno di quei ragazzi dei documentari il cui futuro e' legato ad un biglietto della lotteria...
In fondo basta guardare come se la passa Alice e come se la passano le sue "simili", e le e' venuta subito in mente una chiacchierata che ha avuto un paio di settimane fa con una collega, proprio a proposito di università e differenze tra l'Ammeriga e l'Italia.

Ora lei lo sa che va tantissimo di moda sputare sull'università pubblica italiana, sui baroni, sulle classi sovraffollate, la mancanza di spazi, soldi risorse e tecnologie... eppure non c'è niente da fare, lei pensa di aver avuto un culo pazzesco a nascere e studiare in Italia.
Per intanto perchè considerato il ceto di appartenenza di Alice e la sua storia familiare (fatevi un filmino, una sorta di telenovela brasiliana ambientato in Piemonte, ecco), lei negli Usa non sarebbe mai andata oltre la high school. Forse manco quella.
Invece all'ombra della mole ha potuto studiare a gratis, anzi con borsa di studio, in una facoltà dove ha avuto abbastanza tempo libero tra le mani per poter lavorare, mantenersi, imparare cose, vedere ggente.
Quando ha finito l'università aveva alle spalle 6 anni di lavoro (si si, ci ha messo un'eternita' ad uscire dalle sabbie mobili universitarie!) e una barcata di esami, molti fatti da professori stanchi, svogliati e incompetenti, pochi fatti da soggetti professionali e preparati ed un paio di corsi che sono stati invece vere e proprie folgorazioni, tenuti da professori appassionati, contagiosi e pieni di energia. Già averne avuti due del genere le è sembrato un culo pazzesco.
Poi ha ricominciato a lavorare.

La sua collega ammerigana ha passato 3 anni in un'università (buona, privata e rinomata) dove non le è MAI stato richiesto di leggere un testo integrale di un pedagogista (si va avanti per sunti, dispense, articoli... 20 paginette e via, dicci la tua opinione su quel che hai letto). Si è scelta il suo curriculum, quindi ha fatto bellissime classi di fotografia, di danza e di arte tribale anzichè beccarsi metodologia della ricerca, o pedagogia speciale, o tecnologie dell'istruzione.
Le classi erano a frequenza obbligatoria, quindi la collega non ha esperienze lavorative nel curriculum per tutta la durata dell'università.
Ma soprattutto, quando ha finito l'università aveva alle spalle 150 mila dollari di debito.
Poi ha cominciato a lavorare.

Questo fa sì che adesso che lavorano alla scuoletta, e percepiscono lo stesso stipendio, Alice vive, la collega sopravvive.

Alice italianizzatrice

7 comments:

  1. Tutto questo è davvero incredibile. Ancora non mi capacito...
    Anch'io come te mi ritengo soddisfatta del mio percorso tutto italiano anche se ora, qui, da questa parte del mondo, mi trovo a difendere il nostro sistema dalle critiche. Gli americani lo considerano un sistema mafioso, corrotto, che ruota attorno alle amicizie.
    Mi scontro quindi col pregiudizio e con una visione solo in parte veritiera del sistema italiano che, per lo meno in questa parte d'America, viene percepito così.

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  2. Bisognerebbe mettere assieme il best of both worlds.

    Bisognerebbe mettere il sistema italiano dell'università "per tutti" (o quasi) con le infrastrutture delle università americane.

    Comunque la visione che gli yankee hanno del sistema italiano è dovuta al fatto che, culturalmente, una grande parte di loro sono portati a ritenere la ricchezza come qualcosa di meritato; se sei ricco è perché hai lavorato sodo, se sei povero è perché non ti sei impegnato abbastanza.
    Questo ai nostri occhi non è vero; sappiamo come ha detto Alice che se nasci in un quartiere povero ben difficilmente potrai venirne fuori, frequentare scuole prestigiose ed avere accesso a professioni ben retribuite (salvo rare e brillanti eccezioni). Però il mito americano è quello ed è difficile da demolire.

    Del resto anche da noi non è che sia tutto rose&fiori, molto dipende dall'università/facoltà che si frequenta; alcune sono ok ma altre sono semplicemente impossibili.

    ---Alex

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  3. eh. gli iuessei son nati nel 18esimo secolo e si sente che la concezione sociale che propongo è ispirata alle idee economiche in voga all'epoca, cioè: se ciascun individuo persegue l'ottimo per se, ottieni anche l'ottimo per la collettività, che si traduce,tra l'altro, in minimizzare l'intervento dello stato (chiedere al Grinta ulteriori dettagli).
    il punto è che l'assioma è semplicemente falso.

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  4. Proprio questo mese sono ospite a stata a Niu Iork da una architetta amerriggana di circa la mia età. Parlando, le ho detto che io sono ingegnere e le ho spiegato che in Italia non c'è lavoro anche se hai la laurea et blah blahblah. Tanto per scambio culturale, le ho detto quanto costa l'università italiana se la paghi per intero, e lei s'è quasi messa a ridere. Credo he per lei il fatto che costasse così poco volesse anche dire che "allora non vale niente". Putroppo l'ammeriga si fonda tutta sui soldi (che hai, che vorresti, che gli altri hanno, che potresti avere, che servono a comprarti un'istruzione e il riscatto sociale, etc). E' un po' difficile discutere con loro sul tema educazione se noi italiani lo astraiamo dal discorso economico e la mettiamo interamente sul piano culturale.

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  5. questa cosa del debito universitario mi angoscia :-/

    bel post, brava!

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  6. Sabina:) allora siamo in due a ricordare le (poche) cose positive del sistema educativo italiano! :-D

    Pam&amp :)

    Alx: hai beccato il segno... E' il mite del "Felf-made man" che è duro a morire, e che rende l'essere povero, o non educato, una colpa e una vergogna.
    E' vero anche che in Italia università che vai mondo che trovi...

    Kino: credi che prima o poi lo ammetteranno? Che è falso, dico?

    Pola: E' vero. L'idea è che se non costa non vale :(

    Marica: no, perchè?! Non ti angosciare! Little D. andrà a studiare in Italia e poi tornerà negli USA per farsi un bel dottorato ;)

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edddaì, blatera un po' con me!