Friday, February 1, 2008

basta un poco di zucchero e.....

Ieri sera el Grinta, preso da un raptus di socialita' declama: "Andiamo a cena fuori!"
IO "Che bella idea! Dove andiamo?"
Grinta: "Lo so io, lo so!!.. Al Giapponese che mi piace tanto!"
IO: ....
Adesso, qui urge una premessa.
Una lunghissima premessa.
Che intitolero':
"I Toposkevicz e l'alimentazione".

Per intanto io son vegetariana.
Oh, ben inteso, non rompo le balle a nessuno, trovo che la carne sia una roba strepitosa e i primi anni di vegetarianesimo mi sognavo le costine che sfrigolavano sulla griglia... ma in ogni caso son vegetariana, una vegetariana discreta, ma pur sempre vegetariana... non stresso con la "contaminazione del cibo": se sono a cena, e qualcuno ha preparato la carbonara, io mi limito a vivisezionare il piatto, convoglio i pezzi di pancetta da un lato e li getto al Grinta alla fine del pasto come biscottino premio.
Tuttavia, lo preciso ancora una volta, va', non mangio carne... e non mangio pesce.
El Grinta ha origini argentine. Nel suo sangue scorre lo spirito carnivoro del sudato gaucho argentino. El Grinta adora mangiare qualsiasi cosa che abbia vissuto: vitelli, tortore, porcelli, molluschi, cuccioli di foca, renne in via di estinzione... non importa. Dal plancton al bufalo, basta che abbian respirato e lui li magna. Se poi sanno ancora di sangue e pelo meglio.
Capirete che il desco e' un luogo in cui l'affinita' di coppia va un po' a farsi fottere.
A rendere ulteriormente delicato e critico il momento del pasto c'e' pure un'altro problema.
Io sono un palato ignorante. A me piacciono quelle 4 cose che mangio da una vita, le mie 5 P:
Pasta
Pane
Philadelphia (sono Philadelphia addicted... ho gia' anche chiesto i danni ma niente)
Patate
Pasticcini al cioccolato (di qualsiasi tipo).
Dammi anche solo una di 'ste robe e io sto contenta.
E' che non sono abbastanza coraggiosa per avventurarmi in nuovi sapori. Sono un'incompetente culinaria. Le mie papille gustative sanno a stento distinguere un pezzo di pietra pomice da un tartufo, per capirci.
El Grinta e' un palato fine. El Grinta Riconosce le spezie, adora le mescolanze e gli piace un sacco provare cose nuove. Mangerebbe ogni giorno una roba diversa e soffre quando il menu' del pranzo e quello della cena son uguali tra loro. El Grinta, poi, adora la cucina etnica.
Pensate sia finita qui?
NO.
Perche' oltre ad essere un palato atrofizzato, io sono anche un cuoco orrendo.
Essendo un animale goffo, pasticcione, privo di metodo, organizzazione o ordine, la cucina e' per me solo e soltanto un luogo di frustrazioni.
Se provo a preparare qualcosa in genere:
Lo brucio,
Sbaglio il sale
In ogni caso, ammazzo la ricetta in pochissime mosse ( e anche per questo che spesso e volentieri sbircio da Alga...).
La questione per me e' molto semplice: La cucina mi odia. E io odio la cucina.
El Grinta NO.
El Grinta , quando cucina, non sta semplicemente preparando da mangiare, ma sta' CREANDO... sta dando libero sfogo alla sua vena divina.
El Grinta, quando prepara il suo polletto al forno, lo lardella con amore e lo adagia nella teglia come fosse un bebe'. El Grinta mentre spalma il suddetto polletto con un intruglio di olio ed erbette, gli sussurra parole d'amore! (Guarda quanto sei bello... adesso dimmi se non e' uno spettacolo...).
E questo fa si che il cuoco della coppia sia lui. Indubbiamente lui. Indissolubilmente lui. Gloria a lui nell'alto del cielo della nuvelle cousine! Amen!

Ecco, adesso torniamo a quel dannato ristorante giapponese, dove:
non c'eran le forchette e quindi o sparpagliato micro spaghettini in giro per tutto il pavimento; ovviamente non ti danno il pane (... io non son capace a mangiare senza il pane... ci provo, ma poi, quando arrivo a casa, sento il l'impulso compensativo di addentare una baguette);
il dolcetto era una sorta di cremina di gelato verde fosforescente avvolta nella pasta di un tortellino cruda (ma la pasta cruda non fa male?);
il riso era avvolto in alghe verdi che avevano il sapore del polipropene espanso;
El Grinta ha spazzolato con avidita' un intera pentola di carnazza e di pesce, e non contento ha persino provato il "Bull penis" (che tra l'altro non e' mica cosi' esteso come pensassi, eh!).
Ecco.
Alla fine della serata il mio stomaco e' semi vuoto, il mio umore e' tendente al grigio, i miei nervi sono un po' tesi (se non mangio mi trasformo in una tritamarroni di primo livello!) ma poi arriva il premio di consolazione.
Alla fine della cena (lauta per il Grinta, inesistente per me) il cameriere ci porta 2 micro bicchierini di plastica con dentro una polverina violetta.
Una sostanze psicotropa?
Una grappa liofilizzata?
El Grinta, con fare da uomo-vissuto-e-navigato mi porta verso l'uscita, dove c'e' un grosso baraccone rumoroso: e' una macchina per lo zucchero filato! Te ci butti la polverina, e poi, con lo stecchetto, ti fai il tuo gomitolo glicemico.
Ohh!
OhOhhh!
E ancora ohh!
Mi e' passato tutto lo scazzo della mancata cena, mi sono scofanata il mio puciu rosa shocking e, appiccicosa e pink come non mai, son tornata a casa felice e soddisfatta..
Viva il ristorante giapponese!!
Alice degustatrice

2 comments:

  1. w le 5 p!
    io però sostituisco il philadelphia con una fantastica pizza (anche surgelata va bene, basta che sia made in italy!)
    silvia

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  2. Gasp! La pizza!
    Che idiota!
    L'avevo completamente dimenticata!
    Ecco, adesso ti tocca di nuovo darmi uno dei tuoi fazzolettini, che ho la salivazione indotta tipo cagnatto di Pavlov!

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edddaì, blatera un po' con me!