Questo Alice se l'è perso, che la pediatra, con il suo simpatico divieto di prendere subways ha esiliato lei e lo gnomo da giardino nel bel mezzo di broccolino... ma tanto sarebbe stata uguale uguale alla tipa con il vestitino a righe che saltella invasata, tranquilli.
E voi?
Alice orchestratrice
Tuesday, September 24, 2013
Friday, September 20, 2013
Il Grinta, con piglio scientifico, naviga ormai da giorni su internet, tra siti pediatrici, forum per mamme e pagine di wikipedia, e tra poco probabilmente gli verrà il colostro. Recentemente ha scoperto che le filastrocche ricopro un ruolo importante nello sviluppo emotivo e neuronale del neonato (Dottor Google crea dei mostri, sappiatelo), quindi sta cercando di espandere il suo repertorio (inesistente).
Ieri, mentre il nano ululava al tramonto (a quell'ora ultimamente si leva il cappellino elfico, appende al chiodo i vestiti gnomici e davanti agli occhi allibiti di Alice e il Grinta si trasforma. In Adriano Pappalardo. Per circa un'oretta, alle volte anche due, eh, e nessuno direbbe mai, considerando la potenza canora, che al mini-Pappalardo manchino due terzi di un polmone. Vabbè, fine digressione) porpora in faccia, teso come una corda di violino, viene portato in giro per casa dal Grinta tenta di ammansirlo con cantando Mercedes Sosa e tentando una filastrocca:
"Stella stellina,
La notte si avvicina... Poi come fa?" (Alice suggerisce dalla buca)
"Ah, si si, la so... La fiamma traballa,
la mucca è nella stalla... e... poi? Chicazzoc'ènellastalla?" (Alice suggerisce dalla buca)
"Ah, gia! La mucca è l'asinello,
la pecora e l'agnello... (il Grinta sembra andare sciolto...)
Ognuno ha la sua mamma...
E brucian nella stallaaa!
Mhua ah ah ahhh"
Vabbè, sui finali lavoreremo ancora.
Alice filastroccatrice
Ieri, mentre il nano ululava al tramonto (a quell'ora ultimamente si leva il cappellino elfico, appende al chiodo i vestiti gnomici e davanti agli occhi allibiti di Alice e il Grinta si trasforma. In Adriano Pappalardo. Per circa un'oretta, alle volte anche due, eh, e nessuno direbbe mai, considerando la potenza canora, che al mini-Pappalardo manchino due terzi di un polmone. Vabbè, fine digressione) porpora in faccia, teso come una corda di violino, viene portato in giro per casa dal Grinta tenta di ammansirlo con cantando Mercedes Sosa e tentando una filastrocca:
"Stella stellina,
La notte si avvicina... Poi come fa?" (Alice suggerisce dalla buca)
"Ah, si si, la so... La fiamma traballa,
la mucca è nella stalla... e... poi? Chicazzoc'ènellastalla?" (Alice suggerisce dalla buca)
"Ah, gia! La mucca è l'asinello,
la pecora e l'agnello... (il Grinta sembra andare sciolto...)
Ognuno ha la sua mamma...
E brucian nella stallaaa!
Mhua ah ah ahhh"
Vabbè, sui finali lavoreremo ancora.
Alice filastroccatrice
Wednesday, September 18, 2013
Pirati e Bucanieri
Piccola Buddha, amica di Alice da circa un ventennio, spirito guida e pilastro esistenziale del mondo Alicifero, spiega al Piccolo Bucaniere suo figlio, di 8 anni, che il nano da giardino di cui stanno guardando le foto sul computer è stato in ospedale perchè era malato, e non respirava bene.
Il Piccolo Bucaniere anche è stato in ospedale da piccolo, per un'operazione al cuore, ed ha una lunga cicatrice sul petto che lo fa sembrare un pirata d'altri tempi e che attira gli sguardi e le domande curiose dei suoi compagni di giochi.
Piccola Buddha: "... e quindi gli hanno fatto un taglio e gli hanno aggiustato i polmoni, ecco"
Piccolo Bucaniere: "Che bello, mammma!!"
Piccola Buddha: "Ma, beh, amore, insomma..."
Piccolo Bucaniere: "... Ma quindi avrà una cicatrice, no? Proprio come me!? Saremo uguali!... Yeeehhh!!... "
In un futuro un po' remoto si possono già intravedere un pirata e un bucaniere in spiaggia, a dar sfoggio delle loro battaglie chirurgiche inventandosi morsi di squalo e duelli di cappa e spada ai fini di broccolare fanciulle innnocenti.
Alice piratizzatrice
Il Piccolo Bucaniere anche è stato in ospedale da piccolo, per un'operazione al cuore, ed ha una lunga cicatrice sul petto che lo fa sembrare un pirata d'altri tempi e che attira gli sguardi e le domande curiose dei suoi compagni di giochi.
Piccola Buddha: "... e quindi gli hanno fatto un taglio e gli hanno aggiustato i polmoni, ecco"
Piccolo Bucaniere: "Che bello, mammma!!"
Piccola Buddha: "Ma, beh, amore, insomma..."
Piccolo Bucaniere: "... Ma quindi avrà una cicatrice, no? Proprio come me!? Saremo uguali!... Yeeehhh!!... "
In un futuro un po' remoto si possono già intravedere un pirata e un bucaniere in spiaggia, a dar sfoggio delle loro battaglie chirurgiche inventandosi morsi di squalo e duelli di cappa e spada ai fini di broccolare fanciulle innnocenti.
Alice piratizzatrice
Monday, September 16, 2013
E allora... e intanto... Pezzetti a Posteriori
- E allora torni finalmente a casa e scopri che non solo hai un nano nuovo da trattare un po' con i guanti (che diamine, l'abbiamo appena portato a casa, vorremo mica ammaccarlo subito?!), ma tra l'altro Garibaldi, la micro-rana acquatica, l'anfibio immortale, è stoicamente sopravvissuto a 3 settimane di abbandono, e ti guarda con aria furibonda da dentro le due dita d'acqua rimasta nella sua vasca (deve essersi mangiato i sassolini del fondale per non crepare di fame, non c'è altra spiegazione).
- E allora dopo un giorno arriva il socero, che per indicibile culo si trova da questo lato dell'oceano per una conferenza e bigia un paio di giorni per venire a vedere il nuovo arrivato:
"Ho un po' di raffreddore, ma pochissimo, quasi niente. Però so che non si può ammalare... allora ho preso le mascherine da chirurgo al supermercato, per non contagiarlo!"
Abbiamo foto in cui il nano da giardino è tenuto in braccio da uno strano bandito a volto coperto.
- E allora tre giorni dopo l'incazzometro, il piccolo enfisema sottocutaneo dove c'è la cicatrice, anzichè scomparire ha raggiunto dimensioni inquietanti e surreali ed ora è grande quanto una pallina da tennis...
Alice e il Grinta ripassano dal pronto soccorso, ma questa volta vanno sciolti e rilassati come due professionisti, questa vola sono loro i Fonzie Fonzarelli!
Conoscono il posto, la trafila, scambiano battute con il radiologo di turno, incrociano infermiere che già conscono, e fanno gli amiconi... Si rifiutano di pensare che se l'enfisema si gonfia potrebbe essere perchè c'è un dannato buchino nel lobo e il nano potrebbe stare perdendo aria come un palloncino lasciato sul cruscotto al sole perchè cacchio, c'è pure un limite, anche solo dal punto di vista statistico, alla sfiga, giusto?!
Quindi il verdetto è: non è aria, è liquido. Clap Clap! Tirate fuori l'Armagnac che si brinda!
Il nano perde liquido dai polmoni, che è una roba fastidiosa, sì ma non terribile. La pediatra di turno, con al seguito 4 apprendisti, drena e ricalibra l'incazzometro... il Grinta diventa bianco come la ricotta fresca e prima che parta giù a terra la dottoressa gli intima di sedersi e guai a lui se sviene.
Il giorno dopo il chirurgo sgonfia di nuovo l'incazzometro e poi li manda a casa con la benedizione dicendogli "Se non si gonfia più potete stare ac asa. Tra un mese facciamo le lastre e vediamo se il lobino rimasto è cresciuto. Intanto voi non fatevi vedere fino al prossimo mese". Volentieri, caro, volentieri.
- E intanto si vedono con i genitori biologici per firmare il Sacro Pre-Accordo, che è quel momento in cui ci si siede tutti assieme con una squinza dell'agenzia di adozioni e si cerca di capire come funzionerà il resto della vita, ecco. Una robetta semplice.
Il Sacro Pre-Accordo è modificabile, ma ha comunque valore legale, e comprende robe del tipo:
Quanto ci si vede, dove, perchè, quanti fiorini?
Cosa succede a natale, ai compleanni, alla festa della mamma, per rosh hashanah?
Chi chiama per primo, ogni quanto?
Chi può mettere foto su facebook?
Si possono usare i cognomi oppure no?
Come verremo chiamati dal nano?
Chi potrà vedere il nano? Parentis tretti, famiglia allargata, vicini di casa, compagni di bocce?
Ogni quanto si mandano foto, email, messaggi?
Cosa succede se Alice e il Grinta vanno a vivere a Singapore?
Cosa succede se i genitori biologici si lasciano?
- E intanto Alice e il Grinta trovano una pediatra con un bellissimo accento british e l'aria rilassata, che compila il foglio voluto dall'agenzia e dichiara che il nano è sano e invincibile. E quindi adottabile.
E l'agenzia finalmente prende e parte per il nord, dove i genitori biologici firmano il relinquishment, i documenti ufficiali in cui rinunciano alla patria podestà del nano. Ed ora hanno 30 giorni di tempo per cambiare idea.
Alice naturalmente ha una lieve inquietudine, che poi diciamocelo 30 giorni sono tanti da far passare... ma la sera stessa dopo aver firmato i fogli la mamma biologica scrive ad Alice un'email dolce, terribile e bellissima. Alice piange per circa 24 ore.
E lava viva i sensi di colpa e i dubbi.
- E intanto Alice e il Grinta proseguono nell'operazione Inchiatta il Nano, che uscito dall'operazione sembrava un mucchietto di ossa. Il nano però non collabora, o meglio pende peso, eh, mangia come un purceddu, ma ingrassa solo in faccia e nei piedi e il resto del corpo resta secco secco.
Siamo al triplo mento e ancora ha le gambette da fenicottero.
Se ocntinua così più che un bebè, con la testa e i piedi così grandi, diventerà una caricatura.
- E intanto Alice è a casa, in maternità. Aspettate a far partire gli applausi, che qui maternità vuol dire che Alice sta a casa, per 12 settimane, non pagata. Anzi, passa sottobanco anche quei 580 dollari al mese alla capa perchè le estenda la copertura sanitaria, sennò si ritrova senza dottore e poi chi le prescrive i fiori di bach?!
Alice blateratrice
- E allora dopo un giorno arriva il socero, che per indicibile culo si trova da questo lato dell'oceano per una conferenza e bigia un paio di giorni per venire a vedere il nuovo arrivato:
"Ho un po' di raffreddore, ma pochissimo, quasi niente. Però so che non si può ammalare... allora ho preso le mascherine da chirurgo al supermercato, per non contagiarlo!"
Abbiamo foto in cui il nano da giardino è tenuto in braccio da uno strano bandito a volto coperto.
- E allora tre giorni dopo l'incazzometro, il piccolo enfisema sottocutaneo dove c'è la cicatrice, anzichè scomparire ha raggiunto dimensioni inquietanti e surreali ed ora è grande quanto una pallina da tennis...
Alice e il Grinta ripassano dal pronto soccorso, ma questa volta vanno sciolti e rilassati come due professionisti, questa vola sono loro i Fonzie Fonzarelli!
Conoscono il posto, la trafila, scambiano battute con il radiologo di turno, incrociano infermiere che già conscono, e fanno gli amiconi... Si rifiutano di pensare che se l'enfisema si gonfia potrebbe essere perchè c'è un dannato buchino nel lobo e il nano potrebbe stare perdendo aria come un palloncino lasciato sul cruscotto al sole perchè cacchio, c'è pure un limite, anche solo dal punto di vista statistico, alla sfiga, giusto?!
Quindi il verdetto è: non è aria, è liquido. Clap Clap! Tirate fuori l'Armagnac che si brinda!
Il nano perde liquido dai polmoni, che è una roba fastidiosa, sì ma non terribile. La pediatra di turno, con al seguito 4 apprendisti, drena e ricalibra l'incazzometro... il Grinta diventa bianco come la ricotta fresca e prima che parta giù a terra la dottoressa gli intima di sedersi e guai a lui se sviene.
Il giorno dopo il chirurgo sgonfia di nuovo l'incazzometro e poi li manda a casa con la benedizione dicendogli "Se non si gonfia più potete stare ac asa. Tra un mese facciamo le lastre e vediamo se il lobino rimasto è cresciuto. Intanto voi non fatevi vedere fino al prossimo mese". Volentieri, caro, volentieri.
- E intanto si vedono con i genitori biologici per firmare il Sacro Pre-Accordo, che è quel momento in cui ci si siede tutti assieme con una squinza dell'agenzia di adozioni e si cerca di capire come funzionerà il resto della vita, ecco. Una robetta semplice.
Il Sacro Pre-Accordo è modificabile, ma ha comunque valore legale, e comprende robe del tipo:
Quanto ci si vede, dove, perchè, quanti fiorini?
Cosa succede a natale, ai compleanni, alla festa della mamma, per rosh hashanah?
Chi chiama per primo, ogni quanto?
Chi può mettere foto su facebook?
Si possono usare i cognomi oppure no?
Come verremo chiamati dal nano?
Chi potrà vedere il nano? Parentis tretti, famiglia allargata, vicini di casa, compagni di bocce?
Ogni quanto si mandano foto, email, messaggi?
Cosa succede se Alice e il Grinta vanno a vivere a Singapore?
Cosa succede se i genitori biologici si lasciano?
- E intanto Alice e il Grinta trovano una pediatra con un bellissimo accento british e l'aria rilassata, che compila il foglio voluto dall'agenzia e dichiara che il nano è sano e invincibile. E quindi adottabile.
E l'agenzia finalmente prende e parte per il nord, dove i genitori biologici firmano il relinquishment, i documenti ufficiali in cui rinunciano alla patria podestà del nano. Ed ora hanno 30 giorni di tempo per cambiare idea.
Alice naturalmente ha una lieve inquietudine, che poi diciamocelo 30 giorni sono tanti da far passare... ma la sera stessa dopo aver firmato i fogli la mamma biologica scrive ad Alice un'email dolce, terribile e bellissima. Alice piange per circa 24 ore.
E lava viva i sensi di colpa e i dubbi.
- E intanto Alice e il Grinta proseguono nell'operazione Inchiatta il Nano, che uscito dall'operazione sembrava un mucchietto di ossa. Il nano però non collabora, o meglio pende peso, eh, mangia come un purceddu, ma ingrassa solo in faccia e nei piedi e il resto del corpo resta secco secco.
Siamo al triplo mento e ancora ha le gambette da fenicottero.
Se ocntinua così più che un bebè, con la testa e i piedi così grandi, diventerà una caricatura.
- E intanto Alice è a casa, in maternità. Aspettate a far partire gli applausi, che qui maternità vuol dire che Alice sta a casa, per 12 settimane, non pagata. Anzi, passa sottobanco anche quei 580 dollari al mese alla capa perchè le estenda la copertura sanitaria, sennò si ritrova senza dottore e poi chi le prescrive i fiori di bach?!
Alice blateratrice
Friday, September 13, 2013
Grazie!
Ecco, gli strappi nel tessuto spazio temporale sono quasi finiti, ed a questo punto Alice ci teneva a lasciare qui un grande, grandissimo grazie.
Che in effetti a guardarlo da fuori sembra essere stata una roba sadica e crudele, aver aspettato tutto questo tempo prima di dire "Hey! Ce l'abbiamo a casa! Abbiamo acchiappato il nano da giardino!"... Il fatto è che Alice voleva scriverla esattamente come l'ha vissuta, questa cosa, e l'ha vissuta senza nessuna garanzia che alla fine del giro di giostra tutto sarebbe finito bene, l'ha vissuta andando parecchio alla cieca, senza riuscire a vedere più in là di 24 ore, oscillando ogni 5 minuti tra ottimismo e terrore. Ci teneva a scriverla così come è stata, perchè spera di poter tornare qui un giorno, leggere, e ridere, o almeno sorridere, e pensare che le cose sono andate proprio come dovevano andare, che dopo un inizio così rocambolesco i prossimi scossoni che inevitabilmente arriveranno dovranno sembrare quisquille e pinzillacchere. Insomma, voleva ricordarsela proprio così, ecco.
Quindi grazie, o pazienti lettori, per i commenti, e i messaggi, e l'ondata di macumbe propiziatorie e pensieri positivi che avete lasciato qui... ci volevano tutti!
Alice ringraziatrice
Che in effetti a guardarlo da fuori sembra essere stata una roba sadica e crudele, aver aspettato tutto questo tempo prima di dire "Hey! Ce l'abbiamo a casa! Abbiamo acchiappato il nano da giardino!"... Il fatto è che Alice voleva scriverla esattamente come l'ha vissuta, questa cosa, e l'ha vissuta senza nessuna garanzia che alla fine del giro di giostra tutto sarebbe finito bene, l'ha vissuta andando parecchio alla cieca, senza riuscire a vedere più in là di 24 ore, oscillando ogni 5 minuti tra ottimismo e terrore. Ci teneva a scriverla così come è stata, perchè spera di poter tornare qui un giorno, leggere, e ridere, o almeno sorridere, e pensare che le cose sono andate proprio come dovevano andare, che dopo un inizio così rocambolesco i prossimi scossoni che inevitabilmente arriveranno dovranno sembrare quisquille e pinzillacchere. Insomma, voleva ricordarsela proprio così, ecco.
Quindi grazie, o pazienti lettori, per i commenti, e i messaggi, e l'ondata di macumbe propiziatorie e pensieri positivi che avete lasciato qui... ci volevano tutti!
Alice ringraziatrice
Wednesday, September 11, 2013
29 agosto. A posteriori
Poi ci sono gli altri aspetti della faccenda.
Tipo le telefonate con l'assicurazione sanitaria per riuscire a mettere il nano da giardino sulla copertura del Grinta, con l'assicurazione che gioca alla morra cinese e prima prende i soldi dal conto, poi li rimette, poi li riprende, poi li prende due volte e poi cambia idea, fa una giravola e salta un turno... ci si impiegha quasi un mese a tirare un sospiro di sollievo e a ricevere il via libera.
Che vuol dire che ci saranno cifre a 3 zeri da sborsare, eh, che come sempre qui la salute si paga, e pure cara... ma almeno si dovrebbe essere al riparo dai cifroni a 4 zeri.
Ci sono le telefonate alla dinamite con l'agenzia, che non solo non poteva attraversare il confine del Vermont e quindi non era con noi e i genitori biologici in ospedale mentre tutti assieme sbattevamo la capa contro i muri a vetro della NICU, ma ora inizia a fare come Pilato e prova a lavarsene le mani, dicendo che:
- Fino a quando il nano non viene dimesso dall'ospedale non partiranno le pratiche, vogliono essere sicuri che il nano sia sano, sanissimo, invincibile. Quindi fino a quando siamo in NICU, anche se siamo stati tecnicamente dimessi dall'Ospedalino del Vermont, e siamo in una nuova NICU, qui non si muove foglia.
- Il nano deve avere un certificato che ne attesti la forte e indistruttibile costituzione, possibilmente una pergamena in copto firmata dai chirurghi che l'hanno operato che dica che tutto va a puffaviglia e non verrà operato mai più, sennò loro fanno un passo indietro e dovremo fare l'adozione usando un avvocato esterno come garante.
Alice perde un pelino la tramontana, ma come? Ma se lo sapevate da subito che il nano aveva le bolle, se ci avete contattato VOI prima della mamma biologica... ora secondo voi dove lo si trova un chirurgo disposto a scrivere una roba del genere? Per un nano di 3 settimane che ha appena lasciato sul tavolo operatorio due terzi di un polomone?!
L'agenzia spiega il suo dilemma:
Nel momento in cui i genitori biologici firmano e rinunciano alla patria podestà, il nano è in carico a loro, e noi saremo i genitori affidatari fino alla conclusione delle pratiche, che impiegano circa 6 mesi.
Il che vuol dire che, se ad un certo punto noi ci tiriamo indietro e diciamo "Sai che c'è? Sto nano mi annoia, e poi mi ha persino rigurgitato sulla maglietta buona... non lo voglio più, vado a comprarmi un'iguana" loro si ritrovano con un nano difettoso, difficile da piazzare in un'altra famiglia.
Quindi a meno che il nano non abbia il bollino Chiquita, si sta tutti fermi e in attesa.
Alle perplessità di Alice spiegano che ci sono ALTRE agenzie che si occupano di adozioni di nani difettosi, ma che loro lavorano solo con merce certificata, e quindi il nano deve procacciarsi la certificazione.
Quindi Alice e il Grinta premono per una dimissione post-operatoria veloce e indolore.
Poi ci sono i genitori biologici che prendono macchine, treni e autobus e vengono a vedere il nano da giardino prima dell'operazione. E Alice che si sente in colpa per non essere riuscita a tenerlo fuori da un ospedale per più di 6 ore. E sebbene Alice e il Grinta siano irrimediabilmente innamorati dei genitori biologici del nanod a giardino, a lei partono in quarta tutta una serie di paranoie esistenziali del tipo: "Penseranno siamo degli irresponsabili, dei piagnoni, delle mezze cartucce... Vedranno quando è gnomico lo gnomo e decideranno di riprenderselo... scopriranno che siamo un bluff e che come genitori faccamo cagare...".
Intanto Alice e il Grinta hanno un nuovo impegnativo passatempo: litigare con le infermiere.
- Litigano con quelle che dopo che loro dicono: "Siamo qui fuori... ci chiami se si sveglia-piange-deve mangiare?" rispondono "Certo certo"... poi te arrivi e il nano è lì che ulula nel cocchio da solo da talmente tanto che è slittato giù ed ha i piedi che penzolano nel vuoto manco fosse un funambolo. Che io dico, ma se non ti chiedo manco di far nulla, solo chiamarmi, ma chiamami, balenga, no?!?
- Litigano con LA infermiera del turno di notte che, nonnostante le indicazioni dei chirurghi, la sera prova a propinare morfina extra al nano. Che io guarda, fino ad un certo punto ti capisco anche, o te infermiera pro-morfina. Io lo capisco, che il nano da giardino che urla disperato la notte ti disturba, e rompe le balle, e mi guardi con aria truce mentre le provo tutte e manca solo che mi metta a suonare la grancassa ma non riesco a calmarlo... e scuoti la testa e mi dici:
"Mammina, tuo figlio soffre... lo vuoi vedere soffrire?" ed hai già in mano la siringa pronta e me la sventoli davanti al naso.
No, bella di mammà, non lo voglio vedere soffrire, ma non lo voglio vedere manco intubato come un bioler, se permetti! "Infermiera cara, c'eri anche tu quando l'intera equipe di chirughi ha detto di non eccedere con la morfina ed anzi di provare a toglierla del tutto, sennò poi lo intubano, perchè gli indebolisce e mozza il respiro, e invece deve esercitare il lobo rimasto che è tutto rattrappito eun po' collassato, giusto? C'eri, no? E' scritto nella sua cartella"
"Sì, è vero... Ma senti come piange, mammina, soffre..."
"Sta piangendo da 10 minuti, fammi provare a calmarlo, magari ha fame, magari va cambiato, magari se gli canto i ricchi e i poveri..."
"E te, pensi di saperlo calmare, mammina? Perchè mi sembrate entrambi un po' stressati"
"Maddai?!? Va là che qui stiamo un fiore, bellina! Penso di volerci provare, infermierina, prima di sparargli un'altra dose di antidolorifico da cavallo che me lo manda a ballare nell'Olimpo con Pollon".
- Litigano con le infermiere del turno di giorno che quando passa il round di chirurghi e dice: "Toglietegli le canule e il tubo del cibo. Così starà un po' più comodo e e soprattutto vediamo come se la cava a mangiare da solo e respirare senza aiuto", dicono "sì si certo o Santo Chirurgo"... e poi si rifiutano di levare cavi e tubini per ulteriori 24 ore perchè loro vogliono "aspettare ancora un po'. E' bene fare le cose con calma e gradualmente, che fretta hai te?" "Scusa, ma sei infermiera o chirurgo, fammi capire?". Boh.
Litigano talmente tanto che, presi dalla disperazione, ma soprattutto grazie al fatto che il nano da giardino dimostra una velocità di recupero pari a quella del fagiolo magico di Giovannino, udite udite...
Vengono dimessi.
Hanno una lista infinita di appuntamenti e controlli, perchè il sopravvissuto lobino del nano ancora non è cresciuto, e prima di mandarli via con le bolle papali l'intero reparto ripete ad Alice e la Bestia come un mantra: "Mi raccomando! Non deve ammalarsi. Per nessun motivo. Guai se si prende un raffreddore, un influenza, un bubù".
Va bene.
Il nano da giardino ha cerotti lungo tutto il fianco, dove c'è la cicatrice dell'operazione c'è una pallina che sbuca fuori quando si arrabbia (un enfisema sottocutaneo che sembra un incazzometro, al momento), ha una faccia un po' corrucciata e molto diffidente (e te credo!) e energia da vendere.
Alice e il Grinta sono esausti.
Alice in realtà è così esausta che si dimentica persino di essere felice, e dopo appena 20 minuti fuori dall'ospedale, si fa prendere da un attacco di panico, iperventila, diventa verde, vomita, e crolla addormentata per le successive 3 ore.
Fortuna che invece di portare il nano da giardino alla topaia (non mettono piede nella topaia da circa 3 settimane, da quando sono partiti per il Vermont in fretta e furia... c'è probabilmente una rana morta, innumerevoli piante essicate, l'immondizia sarà esplosa per combustione, una polis greca di blatte avrà creato un acropoli nel lavandino della cucina e chissà che altro... non esattamente l'ambiente sano e asettico che ci si aspetta per un nano post-operato, ecco) sono andati a farsi coccolare e rimettere in sesto dai loro angeli custodi, che li rifocillano di attenzioni, pasta fatta in casa e braccia extra per ninnare il nano mentre Alice perde i sensi e si fa prendere dal furor panico.
Poi si ripiglia.
E tira il fiato.
Ma poco.
Che è bene non abbassare mai la guardia.
E' il 29 agosto. Il nano da giardino è libero da cavi e sondini.
Per la prima volta dorme in una stanza senza bippini e senza monitor, senza aghi e senza tubi.
Potrà sgambettare senza far partire allarmi e sirene.
E per la prima volta dormono TUTTI e tre assieme tra le stesse quattro mura.
Alice festeggiatrice
Tipo le telefonate con l'assicurazione sanitaria per riuscire a mettere il nano da giardino sulla copertura del Grinta, con l'assicurazione che gioca alla morra cinese e prima prende i soldi dal conto, poi li rimette, poi li riprende, poi li prende due volte e poi cambia idea, fa una giravola e salta un turno... ci si impiegha quasi un mese a tirare un sospiro di sollievo e a ricevere il via libera.
Che vuol dire che ci saranno cifre a 3 zeri da sborsare, eh, che come sempre qui la salute si paga, e pure cara... ma almeno si dovrebbe essere al riparo dai cifroni a 4 zeri.
Ci sono le telefonate alla dinamite con l'agenzia, che non solo non poteva attraversare il confine del Vermont e quindi non era con noi e i genitori biologici in ospedale mentre tutti assieme sbattevamo la capa contro i muri a vetro della NICU, ma ora inizia a fare come Pilato e prova a lavarsene le mani, dicendo che:
- Fino a quando il nano non viene dimesso dall'ospedale non partiranno le pratiche, vogliono essere sicuri che il nano sia sano, sanissimo, invincibile. Quindi fino a quando siamo in NICU, anche se siamo stati tecnicamente dimessi dall'Ospedalino del Vermont, e siamo in una nuova NICU, qui non si muove foglia.
- Il nano deve avere un certificato che ne attesti la forte e indistruttibile costituzione, possibilmente una pergamena in copto firmata dai chirurghi che l'hanno operato che dica che tutto va a puffaviglia e non verrà operato mai più, sennò loro fanno un passo indietro e dovremo fare l'adozione usando un avvocato esterno come garante.
Alice perde un pelino la tramontana, ma come? Ma se lo sapevate da subito che il nano aveva le bolle, se ci avete contattato VOI prima della mamma biologica... ora secondo voi dove lo si trova un chirurgo disposto a scrivere una roba del genere? Per un nano di 3 settimane che ha appena lasciato sul tavolo operatorio due terzi di un polomone?!
L'agenzia spiega il suo dilemma:
Nel momento in cui i genitori biologici firmano e rinunciano alla patria podestà, il nano è in carico a loro, e noi saremo i genitori affidatari fino alla conclusione delle pratiche, che impiegano circa 6 mesi.
Il che vuol dire che, se ad un certo punto noi ci tiriamo indietro e diciamo "Sai che c'è? Sto nano mi annoia, e poi mi ha persino rigurgitato sulla maglietta buona... non lo voglio più, vado a comprarmi un'iguana" loro si ritrovano con un nano difettoso, difficile da piazzare in un'altra famiglia.
Quindi a meno che il nano non abbia il bollino Chiquita, si sta tutti fermi e in attesa.
Alle perplessità di Alice spiegano che ci sono ALTRE agenzie che si occupano di adozioni di nani difettosi, ma che loro lavorano solo con merce certificata, e quindi il nano deve procacciarsi la certificazione.
Quindi Alice e il Grinta premono per una dimissione post-operatoria veloce e indolore.
Poi ci sono i genitori biologici che prendono macchine, treni e autobus e vengono a vedere il nano da giardino prima dell'operazione. E Alice che si sente in colpa per non essere riuscita a tenerlo fuori da un ospedale per più di 6 ore. E sebbene Alice e il Grinta siano irrimediabilmente innamorati dei genitori biologici del nanod a giardino, a lei partono in quarta tutta una serie di paranoie esistenziali del tipo: "Penseranno siamo degli irresponsabili, dei piagnoni, delle mezze cartucce... Vedranno quando è gnomico lo gnomo e decideranno di riprenderselo... scopriranno che siamo un bluff e che come genitori faccamo cagare...".
Intanto Alice e il Grinta hanno un nuovo impegnativo passatempo: litigare con le infermiere.
- Litigano con quelle che dopo che loro dicono: "Siamo qui fuori... ci chiami se si sveglia-piange-deve mangiare?" rispondono "Certo certo"... poi te arrivi e il nano è lì che ulula nel cocchio da solo da talmente tanto che è slittato giù ed ha i piedi che penzolano nel vuoto manco fosse un funambolo. Che io dico, ma se non ti chiedo manco di far nulla, solo chiamarmi, ma chiamami, balenga, no?!?
- Litigano con LA infermiera del turno di notte che, nonnostante le indicazioni dei chirurghi, la sera prova a propinare morfina extra al nano. Che io guarda, fino ad un certo punto ti capisco anche, o te infermiera pro-morfina. Io lo capisco, che il nano da giardino che urla disperato la notte ti disturba, e rompe le balle, e mi guardi con aria truce mentre le provo tutte e manca solo che mi metta a suonare la grancassa ma non riesco a calmarlo... e scuoti la testa e mi dici:
"Mammina, tuo figlio soffre... lo vuoi vedere soffrire?" ed hai già in mano la siringa pronta e me la sventoli davanti al naso.
No, bella di mammà, non lo voglio vedere soffrire, ma non lo voglio vedere manco intubato come un bioler, se permetti! "Infermiera cara, c'eri anche tu quando l'intera equipe di chirughi ha detto di non eccedere con la morfina ed anzi di provare a toglierla del tutto, sennò poi lo intubano, perchè gli indebolisce e mozza il respiro, e invece deve esercitare il lobo rimasto che è tutto rattrappito eun po' collassato, giusto? C'eri, no? E' scritto nella sua cartella"
"Sì, è vero... Ma senti come piange, mammina, soffre..."
"Sta piangendo da 10 minuti, fammi provare a calmarlo, magari ha fame, magari va cambiato, magari se gli canto i ricchi e i poveri..."
"E te, pensi di saperlo calmare, mammina? Perchè mi sembrate entrambi un po' stressati"
"Maddai?!? Va là che qui stiamo un fiore, bellina! Penso di volerci provare, infermierina, prima di sparargli un'altra dose di antidolorifico da cavallo che me lo manda a ballare nell'Olimpo con Pollon".
- Litigano con le infermiere del turno di giorno che quando passa il round di chirurghi e dice: "Toglietegli le canule e il tubo del cibo. Così starà un po' più comodo e e soprattutto vediamo come se la cava a mangiare da solo e respirare senza aiuto", dicono "sì si certo o Santo Chirurgo"... e poi si rifiutano di levare cavi e tubini per ulteriori 24 ore perchè loro vogliono "aspettare ancora un po'. E' bene fare le cose con calma e gradualmente, che fretta hai te?" "Scusa, ma sei infermiera o chirurgo, fammi capire?". Boh.
Litigano talmente tanto che, presi dalla disperazione, ma soprattutto grazie al fatto che il nano da giardino dimostra una velocità di recupero pari a quella del fagiolo magico di Giovannino, udite udite...
Vengono dimessi.
Hanno una lista infinita di appuntamenti e controlli, perchè il sopravvissuto lobino del nano ancora non è cresciuto, e prima di mandarli via con le bolle papali l'intero reparto ripete ad Alice e la Bestia come un mantra: "Mi raccomando! Non deve ammalarsi. Per nessun motivo. Guai se si prende un raffreddore, un influenza, un bubù".
Va bene.
Il nano da giardino ha cerotti lungo tutto il fianco, dove c'è la cicatrice dell'operazione c'è una pallina che sbuca fuori quando si arrabbia (un enfisema sottocutaneo che sembra un incazzometro, al momento), ha una faccia un po' corrucciata e molto diffidente (e te credo!) e energia da vendere.
Alice e il Grinta sono esausti.
Alice in realtà è così esausta che si dimentica persino di essere felice, e dopo appena 20 minuti fuori dall'ospedale, si fa prendere da un attacco di panico, iperventila, diventa verde, vomita, e crolla addormentata per le successive 3 ore.
Fortuna che invece di portare il nano da giardino alla topaia (non mettono piede nella topaia da circa 3 settimane, da quando sono partiti per il Vermont in fretta e furia... c'è probabilmente una rana morta, innumerevoli piante essicate, l'immondizia sarà esplosa per combustione, una polis greca di blatte avrà creato un acropoli nel lavandino della cucina e chissà che altro... non esattamente l'ambiente sano e asettico che ci si aspetta per un nano post-operato, ecco) sono andati a farsi coccolare e rimettere in sesto dai loro angeli custodi, che li rifocillano di attenzioni, pasta fatta in casa e braccia extra per ninnare il nano mentre Alice perde i sensi e si fa prendere dal furor panico.
Poi si ripiglia.
E tira il fiato.
Ma poco.
Che è bene non abbassare mai la guardia.
E' il 29 agosto. Il nano da giardino è libero da cavi e sondini.
PRIMA |
Potrà sgambettare senza far partire allarmi e sirene.
E per la prima volta dormono TUTTI e tre assieme tra le stesse quattro mura.
Alice festeggiatrice
DOPO |
Monday, September 9, 2013
22 agosto. A posteriori
Sono giorni lenti, che puzzano di purell e disinfettante.
Giorni in cui il round dei chirurghi passa e dice "Oohh... Sta proprio bene questo nano da giardino! Ma varda che bei valori vitali! Che bel colorito! Non può mica essere considerato un'emergenza... aspettiamo un paio di giorni eh? Bene bene, buone cose". E Alice continua a chiedersi ma non le vedono le lastre? Non parlavano di collasso dei polmoni? Di due lobi totalmente non funzionanti e anzi un po' sbandati che funzionano male e intrappolano aria?!
Boh!
Al martedì sera il chirurgo Fonzarelli compare vestito casual, con un paio di jeans attillati e una camicia bianca sbottonata a mostrare un po' di petto glabro, è pronto per lo struscio sotto i portici di via Roma, ma prima si fa il giro dei cocchi e dice ad Alice e il Grinta: "Domani, lo operiamo domani alle due del pomeriggio!"
Va bene.
Poi il giorno dopo, alle due del pomeriggio, dicono no, scusate, l'operazione precedente è stata più lunga del previsto... famo domani, dai!
Va bene.
Lo slittamamento fa sì che non opererà Fonzarelli, il giovane leone rampante di chirurgia, che lui al giovedì va a fare il provolone in discoteca, ma la vecchia leva, il 60enne che sembra il nonno di una sitcom americana anni '80. Di poche parole e con l'aria di uno che non vede l'ora di andare a pescare con la mosca. Il primario di chirurgia neonatale.
Il Grinta è triste, che voleva il giovane rampante, Alice invece quasi stappa il San Simone e si dà alla pazza gioia, che a lei i capelli bianchi rassicurano.
Alice spende le successive ventiquattro ore strafocando il nano da giardino di cibo, nella delirante convinzione che "se ingrassa un po' poi l'operazione andrà meglio".
Il giorno dopo lo accompagna fino alla porta della sala operatoria, stringe la mano all'anestesista che sembra un angelo biondo e avrà forse 30 anni e piange un po', finchè l'infermiera non la acchiappa per le spalle e le dice "Hey, eravate qui per questo, now we will fix him! Be happy".
Va bene.
Fa in tempo a tornare sotto nella sala d'attesa e parte l'allarme antincendio del reparto. Le porte anitpanico si chiudono. Lei pensa che è davvero una beffa grandiosa, poi compare un tizio armato di computerini che scuote le spalle e commenta: "Nah, esercitazione, tutto okkey bella".
Va bene.
Passano 3 ore. Lei, il Grinta e il loro angelo custode, che è comparso armato di riviste, catalogo Ikea e argomenti di conversazione pescati da chissà dove in qualche modo riescono a non crepare d'attesa.
Quando il chirurgo ricompare sembra che anzichè a fare una lobectomia sia stato a comprare le susine al mercato. "Bon, tutto bene, erano proprio due lobi malmessi eh! Che roba! Comunque tutto bene e tutto bello. Ora lo sistemiamo in NICU, nel cocchio nuovo... dateci 15 minuti, stiamo vedendo se riusciamo a stubarlo subito dall'ossigeno".
Dopo 15 minuti arriva l'infermiera, che tenta in qualche modo di preparare Alice e i Grinta: "E' MOLTO pallido, ed è sofferente, e sta ancora cercando di capire come respirare vista la sua nuova situazione, quindi strattona molto... ed ha MOLTI cavi attorno... vi ricordate? Ve l'avevamo detto che sarebbe stato peggio..."
Alice e il Grinta si avvicinano al cocchio, ancora circondato da 4 camici che vanno e vengono.
Il nano è bianco come un gelato alla vaniglia, avviluppato in millemila cavi, semicosciente (è sotto morfina) fa fatica a respirare e a piangere, ha flebo alle mani e nei piedi, il tubo di drenaggio nel fianco, il cerotto della cicatrice, la canula dell'ossigeno... non c'è un solo lato che non abbia un sensore, un ago, un tubo. Un nano bionico. E i medici avevan fatto bene, a provare a prepararli, ma tanto preparati non lo sarebbero stati mai... il nano che 3 ore fa mangiava, piangeva e guardava in giro ora sembra un dipinto della pietà.
E' giovedì 22 agosto. Alice piange ancora, eh, ma pensa anche che ora non potrà che andare meglio, perchè questo è il fondo.
E' giovedì 22 agosto e il nano da giardino entra ufficialmente nella lista di quelli che: "Se fossero nati 50 anni fa non ci sarebbero".
E' giovedì 22 agosto ed Alice e il Grinta vedono la luce al fondo del tunnel. Sperano non sia il faro di un tir impazzito. E procedono.
Alice operatrice
Giorni in cui il round dei chirurghi passa e dice "Oohh... Sta proprio bene questo nano da giardino! Ma varda che bei valori vitali! Che bel colorito! Non può mica essere considerato un'emergenza... aspettiamo un paio di giorni eh? Bene bene, buone cose". E Alice continua a chiedersi ma non le vedono le lastre? Non parlavano di collasso dei polmoni? Di due lobi totalmente non funzionanti e anzi un po' sbandati che funzionano male e intrappolano aria?!
Boh!
Al martedì sera il chirurgo Fonzarelli compare vestito casual, con un paio di jeans attillati e una camicia bianca sbottonata a mostrare un po' di petto glabro, è pronto per lo struscio sotto i portici di via Roma, ma prima si fa il giro dei cocchi e dice ad Alice e il Grinta: "Domani, lo operiamo domani alle due del pomeriggio!"
Va bene.
Poi il giorno dopo, alle due del pomeriggio, dicono no, scusate, l'operazione precedente è stata più lunga del previsto... famo domani, dai!
Va bene.
Lo slittamamento fa sì che non opererà Fonzarelli, il giovane leone rampante di chirurgia, che lui al giovedì va a fare il provolone in discoteca, ma la vecchia leva, il 60enne che sembra il nonno di una sitcom americana anni '80. Di poche parole e con l'aria di uno che non vede l'ora di andare a pescare con la mosca. Il primario di chirurgia neonatale.
Il Grinta è triste, che voleva il giovane rampante, Alice invece quasi stappa il San Simone e si dà alla pazza gioia, che a lei i capelli bianchi rassicurano.
Alice spende le successive ventiquattro ore strafocando il nano da giardino di cibo, nella delirante convinzione che "se ingrassa un po' poi l'operazione andrà meglio".
Il giorno dopo lo accompagna fino alla porta della sala operatoria, stringe la mano all'anestesista che sembra un angelo biondo e avrà forse 30 anni e piange un po', finchè l'infermiera non la acchiappa per le spalle e le dice "Hey, eravate qui per questo, now we will fix him! Be happy".
Va bene.
Fa in tempo a tornare sotto nella sala d'attesa e parte l'allarme antincendio del reparto. Le porte anitpanico si chiudono. Lei pensa che è davvero una beffa grandiosa, poi compare un tizio armato di computerini che scuote le spalle e commenta: "Nah, esercitazione, tutto okkey bella".
Va bene.
Passano 3 ore. Lei, il Grinta e il loro angelo custode, che è comparso armato di riviste, catalogo Ikea e argomenti di conversazione pescati da chissà dove in qualche modo riescono a non crepare d'attesa.
Quando il chirurgo ricompare sembra che anzichè a fare una lobectomia sia stato a comprare le susine al mercato. "Bon, tutto bene, erano proprio due lobi malmessi eh! Che roba! Comunque tutto bene e tutto bello. Ora lo sistemiamo in NICU, nel cocchio nuovo... dateci 15 minuti, stiamo vedendo se riusciamo a stubarlo subito dall'ossigeno".
Dopo 15 minuti arriva l'infermiera, che tenta in qualche modo di preparare Alice e i Grinta: "E' MOLTO pallido, ed è sofferente, e sta ancora cercando di capire come respirare vista la sua nuova situazione, quindi strattona molto... ed ha MOLTI cavi attorno... vi ricordate? Ve l'avevamo detto che sarebbe stato peggio..."
Alice e il Grinta si avvicinano al cocchio, ancora circondato da 4 camici che vanno e vengono.
Il nano è bianco come un gelato alla vaniglia, avviluppato in millemila cavi, semicosciente (è sotto morfina) fa fatica a respirare e a piangere, ha flebo alle mani e nei piedi, il tubo di drenaggio nel fianco, il cerotto della cicatrice, la canula dell'ossigeno... non c'è un solo lato che non abbia un sensore, un ago, un tubo. Un nano bionico. E i medici avevan fatto bene, a provare a prepararli, ma tanto preparati non lo sarebbero stati mai... il nano che 3 ore fa mangiava, piangeva e guardava in giro ora sembra un dipinto della pietà.
E' giovedì 22 agosto. Alice piange ancora, eh, ma pensa anche che ora non potrà che andare meglio, perchè questo è il fondo.
E' giovedì 22 agosto e il nano da giardino entra ufficialmente nella lista di quelli che: "Se fossero nati 50 anni fa non ci sarebbero".
E' giovedì 22 agosto ed Alice e il Grinta vedono la luce al fondo del tunnel. Sperano non sia il faro di un tir impazzito. E procedono.
Alice operatrice
Sunday, September 8, 2013
NICU
Neonatal Intensive Care Unit.
E' una sorta di girone dantesco, ma a voler guardare il bicchiere mezzo pieno è anche un posto pieno di miracoli.
E' un posto fatto di cose trasparenti e fragilissime, in cui i nani sono spesso dentro scrigni di vetro, e alcuni sono piccolissimi, quanto un gattino della Barilla.
Altri sono avviluppati in metri di cavi, sonde, flebo, sensori, come dei piccoli spiderman, e prenderli in braccio è un po' come giocare con i bastoncini di Shanghai, devi fare attenzione a non toccare il cavo sbagliato o partono gli allarmi, i bippini e le sirene.
E' un posto dove si bisbiglia e ci si muove in punta di piedi, ma non c'è mai silenzio perchè le macchine pulsano e suonano di continuo.
E un posto dove i genitori tessono reti di sicurezza fatte di parole, storie e promesse, e raccontano un futuro che all'improvviso non sembra più così certo, fatto di vacanze, gelati, domeniche al parco e aquiloni, mentre stanno aggrappati ai bordi delle culle, impotenti, a guardarsi mani che sembrano così grandi rispetto ad esserini così piccoli.
E un posto dove trovi dottori e infermiere con mani salde e cuori immensi che non solo si prendono cura dei nani nelle loro teche e nelle loro ragnatele, ma pure dei genitori, che anche loro sono un po' ammaccati, e si tengono su con rappezzi di spago, giri di nastro adesivo e caffè.
E' un posto dove trovi i bambini miracolo, quei bambini che anche solo 50 anni fa non sarebbero mai stati, e sembrano fragilissimi, fatti di carta velina e cristallo, eppure hanno un attaccamento ed una tenacia alla vita da far venire i brividi.
E' dove il nano da giardino ha passato le sue prime settimane.
Ed è dove Alice, in un modo o nell'altro e non sa nemmeno bene quando, è diventata mamma.
Alice l'ha odiata, la NICU, ma se non fosse per quel posto che odora di disinfettante e risuona sempre come un videogioco arcade degli anni '80, il nano da giardino non sarebbe.
E allora, a malincuore e a denti stretti, la ringrazia.
E' una sorta di girone dantesco, ma a voler guardare il bicchiere mezzo pieno è anche un posto pieno di miracoli.
E' un posto fatto di cose trasparenti e fragilissime, in cui i nani sono spesso dentro scrigni di vetro, e alcuni sono piccolissimi, quanto un gattino della Barilla.
Altri sono avviluppati in metri di cavi, sonde, flebo, sensori, come dei piccoli spiderman, e prenderli in braccio è un po' come giocare con i bastoncini di Shanghai, devi fare attenzione a non toccare il cavo sbagliato o partono gli allarmi, i bippini e le sirene.
E' un posto dove si bisbiglia e ci si muove in punta di piedi, ma non c'è mai silenzio perchè le macchine pulsano e suonano di continuo.
E un posto dove i genitori tessono reti di sicurezza fatte di parole, storie e promesse, e raccontano un futuro che all'improvviso non sembra più così certo, fatto di vacanze, gelati, domeniche al parco e aquiloni, mentre stanno aggrappati ai bordi delle culle, impotenti, a guardarsi mani che sembrano così grandi rispetto ad esserini così piccoli.
E un posto dove trovi dottori e infermiere con mani salde e cuori immensi che non solo si prendono cura dei nani nelle loro teche e nelle loro ragnatele, ma pure dei genitori, che anche loro sono un po' ammaccati, e si tengono su con rappezzi di spago, giri di nastro adesivo e caffè.
E' un posto dove trovi i bambini miracolo, quei bambini che anche solo 50 anni fa non sarebbero mai stati, e sembrano fragilissimi, fatti di carta velina e cristallo, eppure hanno un attaccamento ed una tenacia alla vita da far venire i brividi.
E' dove il nano da giardino ha passato le sue prime settimane.
Ed è dove Alice, in un modo o nell'altro e non sa nemmeno bene quando, è diventata mamma.
Alice l'ha odiata, la NICU, ma se non fosse per quel posto che odora di disinfettante e risuona sempre come un videogioco arcade degli anni '80, il nano da giardino non sarebbe.
E allora, a malincuore e a denti stretti, la ringrazia.
Friday, September 6, 2013
Nuova NICU, nuova corsa
Un nano da giardino di 5 giorni all'emergency room non passa inosservato.
Alice vorrebbe picchiare tutti gli infermieri, i dottori e il personale ospedaliero che le si avvicinano sorridento e mugulando, prenderli a sberle e urlare "Dacci una mano, cretino, che non è che sto al concorso di bellezza... non me ne frega di quanto lo vedi bellino, just fucking fix him!".
Un nano da giardino di 5 giorni, roseo e apparentemente sano, assieme ad un'Alice disperata che non riesce a smettere di piangere, passano ancora meno inosservati. Le infermiere la prendono per pazza. Manca poco che i valori vitali li controllino a lei invece che al nano da giardino.
Alice si guarda attorno:
Nella stanza delle visite con loro c'è un tizio ubriaco riverso sulla sedia, c'è un enorme omone con gli elettrocardiogrammi e un signore pallido pallido... Alice vede germi ovunque, potesse avvolgerebbe il nano da giardino nel domopack. Tutto le sembra terribile, sporco e tristissimo, e ripensa all'ospedalino del Vermont, e pensa anche che magari sarebbe il caso di riprendere la macchina e guidare in direzione ostinata e contraria, lassù nei monti di Heidi dove le infermierine sorridono e ti chiamano zuccherino.
Qui invece le infermiere si dimenticano di loro per 40 minuti (e Alice piange), poi devono aspettare un tizio scazzatisismo con una sedia a rotelle perchè non si può camminare con un bebè in braccio, poi li portano al 16esimo piano, dove condividono la stanza con un donnone enorme che piange, mentre i medici continuano a ripeterle che tanto i dolorifici non glieli danno... (e Alice piange)
Poi arriva un altro tizio scazzatisismo con una nuova carrozzella che li porta a fare le lastre. Alice resta dentro, a tenere steso sul lettino un nano da giardino disperato, mentre lei (indovinate un po'?!) piange e non sa come consolarlo visto che, con addosso un camice che pesa 10 chili, non riesce manco a stringerlo a sè.
Infine compare lui, il chirurgo.
Sembra un Fonzie Fonzarelli un po' più grassotto. Ha i capelli neri e ingellati, occhi con ciglia lunghissime e sembra che anzichè in un'emergency room stia a farsi un martini al quadrilatero: sorridente, sciolto, rilassato... Se Alice fosse meno stanca apprezzerebbe il tutto, invece le sembra solo una visione parecchio surreale. Anche dicesi un coglione. Ma lei con le prime impressioni non ci azzecca poi molto.
"Abbiamo visto i raggi, avete fatto bene a venire... lui sembra stare benissimo, eh, però in effetti la massa si è ingrossata, e preme sul polmone sano, quindi ora lo teniamo qui in NICU, facciamo passare il weekend e lo monitoriamo e poi vediamo di trovare un giorno in settimana per operarlo... tranquilli bella gente!". E come è comparso se ne va (Alice giurerebbe di avergli visto un ombrellino da cocktail tra le dita).
Aspetteranno un'altra oretta, (e intanto Alice... diciamolo tutti assieme, dai! Piange) assieme alla donnona che geme, poi verranno trasferiti nella NICU dell'ospedale.
Tra i tre, il nano da giardino è effettivamente quello che sembra passarsela meglio...Alice e il Grinta sono due bozzetti in bianco e nero.
Si buttano a turno sui divanetti della sala d'aspetto e stanno a controllare che il nuovo cocchio del nano funzioni a dovere. Le infermiere li ignorano con discrezione e si passano parola... a quel nuovo nano non c'è bisogno di dargli da mangiare o di cambiarlo, ha quei due pallidi zombie ai lati che si ostinano a voler fare tutto e non si levano dalle balle.
Ci vorranno altre 24 ore prima che i due smettano di disperarsi, si ripiglino e si convincano di essere nel posto giusto, perchè anche se l'ospedalino nei monti era tanto pulito e luminoso, ed erano tutti più carini e più umani qui c'è un equipe di chirurghi con le mani d'oro, e loro quello vogliono, mica le coccole e le pacche sulle spalle (oddio, non farebbero male, eh, ma vabbè).
Ci vorranno poi ferme e suadenti mani e voci amiche per convincerli ad uscire dall'ospedale, almeno a turno, e ci vorranno la capa infermiera e il pediatra che gli ordinano di andare a casa, telefonare ad amici e darsi una ripigliata, prima che i due si decidano a lasciare il cocchio totalmente incustodito per almeno due ore.
Piano piano imparano di nuovo i nomi delle infermiere, gli orari dei dottori, i tempi strani stretti e dilatatissimi delle stanze di ospedale, fanno pure qualche battuta, provano a darsi un contegno.
E aspettano.
E scattano foto come due giapponesi impazziti: il nano che dorme, il nano che dorme ancora, il nano che mangia, il nano che piange, il nano che dorme, il nano che ride ubriaco di latte come un beone all'osteria, il nano che fa gli occhi strabici, il nano che dorme, i cavetti del nano, le sondine del nano, il naso del nano... e insomma, avete capito, dai.
Scattan foto perchè i chirurghi li hanno già avvisati: "Ora sta bene, dopo l'operazione starà molto peggio. Sarà sofferente, e probablimente intubato. Preparatevi". E allora ti prepari. In modi tortuosi. A qualcosa a cui tanto preparato no sarai mai. Scattando foto. E vegliando il cocchio.
Alice NICU-izzatrice
Alice vorrebbe picchiare tutti gli infermieri, i dottori e il personale ospedaliero che le si avvicinano sorridento e mugulando, prenderli a sberle e urlare "Dacci una mano, cretino, che non è che sto al concorso di bellezza... non me ne frega di quanto lo vedi bellino, just fucking fix him!".
Un nano da giardino di 5 giorni, roseo e apparentemente sano, assieme ad un'Alice disperata che non riesce a smettere di piangere, passano ancora meno inosservati. Le infermiere la prendono per pazza. Manca poco che i valori vitali li controllino a lei invece che al nano da giardino.
Alice si guarda attorno:
Nella stanza delle visite con loro c'è un tizio ubriaco riverso sulla sedia, c'è un enorme omone con gli elettrocardiogrammi e un signore pallido pallido... Alice vede germi ovunque, potesse avvolgerebbe il nano da giardino nel domopack. Tutto le sembra terribile, sporco e tristissimo, e ripensa all'ospedalino del Vermont, e pensa anche che magari sarebbe il caso di riprendere la macchina e guidare in direzione ostinata e contraria, lassù nei monti di Heidi dove le infermierine sorridono e ti chiamano zuccherino.
Qui invece le infermiere si dimenticano di loro per 40 minuti (e Alice piange), poi devono aspettare un tizio scazzatisismo con una sedia a rotelle perchè non si può camminare con un bebè in braccio, poi li portano al 16esimo piano, dove condividono la stanza con un donnone enorme che piange, mentre i medici continuano a ripeterle che tanto i dolorifici non glieli danno... (e Alice piange)
Poi arriva un altro tizio scazzatisismo con una nuova carrozzella che li porta a fare le lastre. Alice resta dentro, a tenere steso sul lettino un nano da giardino disperato, mentre lei (indovinate un po'?!) piange e non sa come consolarlo visto che, con addosso un camice che pesa 10 chili, non riesce manco a stringerlo a sè.
Infine compare lui, il chirurgo.
Sembra un Fonzie Fonzarelli un po' più grassotto. Ha i capelli neri e ingellati, occhi con ciglia lunghissime e sembra che anzichè in un'emergency room stia a farsi un martini al quadrilatero: sorridente, sciolto, rilassato... Se Alice fosse meno stanca apprezzerebbe il tutto, invece le sembra solo una visione parecchio surreale. Anche dicesi un coglione. Ma lei con le prime impressioni non ci azzecca poi molto.
"Abbiamo visto i raggi, avete fatto bene a venire... lui sembra stare benissimo, eh, però in effetti la massa si è ingrossata, e preme sul polmone sano, quindi ora lo teniamo qui in NICU, facciamo passare il weekend e lo monitoriamo e poi vediamo di trovare un giorno in settimana per operarlo... tranquilli bella gente!". E come è comparso se ne va (Alice giurerebbe di avergli visto un ombrellino da cocktail tra le dita).
Aspetteranno un'altra oretta, (e intanto Alice... diciamolo tutti assieme, dai! Piange) assieme alla donnona che geme, poi verranno trasferiti nella NICU dell'ospedale.
Tra i tre, il nano da giardino è effettivamente quello che sembra passarsela meglio...Alice e il Grinta sono due bozzetti in bianco e nero.
Si buttano a turno sui divanetti della sala d'aspetto e stanno a controllare che il nuovo cocchio del nano funzioni a dovere. Le infermiere li ignorano con discrezione e si passano parola... a quel nuovo nano non c'è bisogno di dargli da mangiare o di cambiarlo, ha quei due pallidi zombie ai lati che si ostinano a voler fare tutto e non si levano dalle balle.
Ci vorranno altre 24 ore prima che i due smettano di disperarsi, si ripiglino e si convincano di essere nel posto giusto, perchè anche se l'ospedalino nei monti era tanto pulito e luminoso, ed erano tutti più carini e più umani qui c'è un equipe di chirurghi con le mani d'oro, e loro quello vogliono, mica le coccole e le pacche sulle spalle (oddio, non farebbero male, eh, ma vabbè).
Ci vorranno poi ferme e suadenti mani e voci amiche per convincerli ad uscire dall'ospedale, almeno a turno, e ci vorranno la capa infermiera e il pediatra che gli ordinano di andare a casa, telefonare ad amici e darsi una ripigliata, prima che i due si decidano a lasciare il cocchio totalmente incustodito per almeno due ore.
Piano piano imparano di nuovo i nomi delle infermiere, gli orari dei dottori, i tempi strani stretti e dilatatissimi delle stanze di ospedale, fanno pure qualche battuta, provano a darsi un contegno.
E aspettano.
E scattano foto come due giapponesi impazziti: il nano che dorme, il nano che dorme ancora, il nano che mangia, il nano che piange, il nano che dorme, il nano che ride ubriaco di latte come un beone all'osteria, il nano che fa gli occhi strabici, il nano che dorme, i cavetti del nano, le sondine del nano, il naso del nano... e insomma, avete capito, dai.
Scattan foto perchè i chirurghi li hanno già avvisati: "Ora sta bene, dopo l'operazione starà molto peggio. Sarà sofferente, e probablimente intubato. Preparatevi". E allora ti prepari. In modi tortuosi. A qualcosa a cui tanto preparato no sarai mai. Scattando foto. E vegliando il cocchio.
Alice NICU-izzatrice
Thursday, September 5, 2013
16 agosto. A posteriori
Durante le prime 3 ore del viaggio Alice e il Grinta scoprono che:
1) Lo gnomo da giardino apprezza la macchina. Una volta intrappolato nel seggiolino perde i sensi e non fiata per tutto il tempo, tranne qualche lieve miagolio quando è il momento di tirare fuori il latte per un picnic improvvisato dentro una macchina che improvvisamente si rivela piccolissima e piena di spigoli.
2) Il Vermont è la Valle di Oz, con colline brillanti, fienili rossi e mucche la pascolo... mancano solo lo spaventapasseri e l'omino di latta.
3) Il navigatore satellitare della macchina ha uno spirito bucolico, e decide da solo che, invece di fare la veloce autostrada a 4 corsie verso lo stato di NY, è meglio andare per funghi nel mezzo del niente... Alice e il Grinta guidano (no, anzi, Alice guida, perchè il Grinta non ha la patente e non sa guidare manco un motorino, quindi fa quello-che-bestemmia-al-navigatore e il monitoratore-di-nani-da-giardino) per oltre un'ora su una stradina minuscola dove ci sono solo loro e tanto tanto verde. Sembra di stare dentro un quadro.
Quando ritornano alla civiltà, e ricompare la copertura telefonica, ricevono una telefonata dall'ospedale del Lower East Side: "Dove siete? Come sta il nano? Abbiamo visto le immagini e le analisi solo ora... volevamo dirvi che no, che va operato subito anche secondo noi!"
"Siamo in mezzo al cazzo di nulla, siamo. A 3 ore di New York e a 3 ore dall'Ospedalino del Vermont... E ora?"
"E ora venite giù, vi aspettiamo lunedì mattina e decidiamo il da farsi! Intanto fate attenzione a questi 5-10 campanellini d'allarme che potrebbero voler dire che il nano ha difficoltà respiratorie e sta per avere un collasso del polmone..."
Alice e il Grinta dopo la telefonata si fermano ad un autogrill, respirano, e decidono di restare calmi.
Decisione che dura tipo 5 minuti, perchè poi entrambi vedono lo gnomo da giardino muovere un po' troppo le spalle e la testa ad ogni respiro (campanellino d'allarme numero 27B).
Risalgono in macchina e richiamano il chirurgo che a quel punto dice "Venite direttamente in pronto soccorso" e ripartono.
Nelle successive 3 ore di viaggio Alice e il Grinta scoprono che:
1) La paura e il terrore acuiscono i sensi. Alice preme il pedale un po' più del dovuto, ma le sembra di avere occhi anche dietro la testa, vede e sente tutto e tutto la travolge.
2) Si può giudare stringendo il volante talmente forte che pure respirare fa male. Eppure si può continuare a guidare e, in qualche modo, pure a respirare.
3) La vista dall'autostrada dell'Empire State Building, che piccino svetta davanti nella notte, in alcuni casi molto particolari può quasi portare alle lacrime.
Quando Alice lascia il Grinta e lo gnomo da giardino all'ingresso dell'emergency room, e va a buttare la macchina nel primo (esosisssssimo) garage, ci impiega qualche secondo prima di riuscire a staccare finalmente le mani dal volante e scoppiare finalmente a piangere davanti allo sguardo confuso del garagista. Poi entra nell'Ospedalone del Lower East Side. Da lì in poi, complice anche la stanchezza, il terrore, i sensi di colpa e la sensazione di sconfitta, saranno solo lacrime per il resto della notte.
Alice guidatrice
1) Lo gnomo da giardino apprezza la macchina. Una volta intrappolato nel seggiolino perde i sensi e non fiata per tutto il tempo, tranne qualche lieve miagolio quando è il momento di tirare fuori il latte per un picnic improvvisato dentro una macchina che improvvisamente si rivela piccolissima e piena di spigoli.
2) Il Vermont è la Valle di Oz, con colline brillanti, fienili rossi e mucche la pascolo... mancano solo lo spaventapasseri e l'omino di latta.
3) Il navigatore satellitare della macchina ha uno spirito bucolico, e decide da solo che, invece di fare la veloce autostrada a 4 corsie verso lo stato di NY, è meglio andare per funghi nel mezzo del niente... Alice e il Grinta guidano (no, anzi, Alice guida, perchè il Grinta non ha la patente e non sa guidare manco un motorino, quindi fa quello-che-bestemmia-al-navigatore e il monitoratore-di-nani-da-giardino) per oltre un'ora su una stradina minuscola dove ci sono solo loro e tanto tanto verde. Sembra di stare dentro un quadro.
Quando ritornano alla civiltà, e ricompare la copertura telefonica, ricevono una telefonata dall'ospedale del Lower East Side: "Dove siete? Come sta il nano? Abbiamo visto le immagini e le analisi solo ora... volevamo dirvi che no, che va operato subito anche secondo noi!"
"Siamo in mezzo al cazzo di nulla, siamo. A 3 ore di New York e a 3 ore dall'Ospedalino del Vermont... E ora?"
"E ora venite giù, vi aspettiamo lunedì mattina e decidiamo il da farsi! Intanto fate attenzione a questi 5-10 campanellini d'allarme che potrebbero voler dire che il nano ha difficoltà respiratorie e sta per avere un collasso del polmone..."
Alice e il Grinta dopo la telefonata si fermano ad un autogrill, respirano, e decidono di restare calmi.
Decisione che dura tipo 5 minuti, perchè poi entrambi vedono lo gnomo da giardino muovere un po' troppo le spalle e la testa ad ogni respiro (campanellino d'allarme numero 27B).
Risalgono in macchina e richiamano il chirurgo che a quel punto dice "Venite direttamente in pronto soccorso" e ripartono.
Nelle successive 3 ore di viaggio Alice e il Grinta scoprono che:
1) La paura e il terrore acuiscono i sensi. Alice preme il pedale un po' più del dovuto, ma le sembra di avere occhi anche dietro la testa, vede e sente tutto e tutto la travolge.
2) Si può giudare stringendo il volante talmente forte che pure respirare fa male. Eppure si può continuare a guidare e, in qualche modo, pure a respirare.
3) La vista dall'autostrada dell'Empire State Building, che piccino svetta davanti nella notte, in alcuni casi molto particolari può quasi portare alle lacrime.
Quando Alice lascia il Grinta e lo gnomo da giardino all'ingresso dell'emergency room, e va a buttare la macchina nel primo (esosisssssimo) garage, ci impiega qualche secondo prima di riuscire a staccare finalmente le mani dal volante e scoppiare finalmente a piangere davanti allo sguardo confuso del garagista. Poi entra nell'Ospedalone del Lower East Side. Da lì in poi, complice anche la stanchezza, il terrore, i sensi di colpa e la sensazione di sconfitta, saranno solo lacrime per il resto della notte.
Alice guidatrice
Wednesday, September 4, 2013
Sempre a posteriori
Il cocchio del piccolo elfo si ferma davanti ad Alice e il Grinta, lo salutano, piangono un po', lo accarezzano con un misto di stupore e terrore e poi, mentre il cocchio riparte, un'infermiera anzi, LA infermiera (quella che ha coccolato loro e la birth mother con un occhio molto particolare, quella che 6 anni fa ha adottato la sua, di bambina, tramite un'open adoption), tira fuori due braccialetti per permettere ai due di andare e venire come i gatti del colosseo in lungo e in largo nella NICU.
La NICU è la Neonatal Intensive Care Unit, che poi in italia è la TIN, terapia intensiva neonatale... possono cambiare le sigle, quel che si trova dentro non cambia.
Il piccolo elfo, con la sua testa a puntissima e la faccia da pugile ammaccato, viene avviluppato in una rete di cavi, fili e sensori per verificarne e monitorarne il fattore elfico, e il primo round (perchè non solo i pugili, ma anche i medici fanno i rounds) di dottori (per l'occasione davanti al cocchio arriva una folla che manco alla Upim durante i saldi) manca poco che suoni le nacchere e faccia partire i trenini: "Respira senza bisogno di ossigeno, è asintomatico, tutto è bellissimo".
Il chirurgo arriva dopo, e invece non si sbottona manco un po' e dice "Martedì gli facciamo l'esamone, poi vi dirò".
L'esamone è un bombardamento di raggi X per vedere i polmoni da ogni angolo e inclinazione, dur circa un paio d'ore e poi l'elfo torna su che quasi quasi è fluorescente e profuma di criptonite... Poi il chirurgo chiama sia Alice e il Grinta e i genitori biologici e tira fuori la bomba:
"Va operato, presto. Subito, anche domani".
Poi prende carta e penna e inizia a giocare a pictionary:
"Il polmone destro ha 3 lobi, quello superiore e quello di mezzo sono pieni di cisti al punto che non funzionano proprio e tra l'altro premono sul lobo inferiore che infatti è già tutto schiacchiato e rattrappito e non fa il suo dovere. Le bolle premono e sono pesanti, rischiano di spingere gli altri organi in giro, tra cui il cuore.
Se l'operazione va bene tolgo solo due lobi (crocetta sui due lobi) , l'altro ricresce come un seme di fagiolo magico, e farà poi il lavoro degli altri due... ma se quando apro trovo bolle anche nel terzo lobo allora bisogna rimuovere l'intero polmone (grossa croce e via)".
Alice torna davanti al crocchio, dove l'elfo dorme beato. Lo guarda appannarsi mentre gli piange sopra e non le sembra vero che stia usando solo un polmone e un quarto.
Decidono di chiedere una seconda e una terza opinione, in due ospedali di NYC, ed alla fine si ritovano con 3 pareri. Tutti diversi.
In Vermont dicono: "Operate Subbito".
Dall'Upper West Side di New York dicono: "Ma scherzate? Noi non facciamo manco il super-esame prima dei due mesi... no no, occorre vedere, aspettare e valutare... e poi se si aspetta un paio di mesi si fa microchirurgia, molto meno invasiva e con un post operatorio velocissimo! Dovete venire giù, dobbiamo vederlo, perchè delle analisi e dei referti non ce ne facciamo nulla, dobbiamo vedere in faccia il nano".
Dal Lower East Side diNew York dicono: "Mah, vediamo, noi possiamo fare sia l'operazione subito che magari aspettare... se si può aspettare possiamo fare la microchirurgia, che è meno invasiva e blablabla... voi mandateci i risulatati delle analisi, venite qui e facciamo un piano".
Alice, che ha problemi a scegliere persino la bustina da thè del mattino, sbatte la testa contro gli spigoli vivi...
Finchè il primario di pediatra non guarda lei e il Grinta (pure lui confuso e amletico come non mai) e dice: "Ma scusate, mica sono pareri discordanti... avete un sacco di ottime opportunità, e poi, se a NY fanno microchirurgia, ancora meglio, no? Cosa fate ancora qui?".
E allora loro partono.
E' venerdì, e per la prima volta il prode cavaliere lascia il cocchio, la NICU e l'ospedale e vede il cielo. Ha 5 giorni e tante bolle nei polmoni ma lui respira bene e se ne fotte.
Alice e il Grinta hanno già preso appuntamento in entrambi gli ospedali di New York, al lunedì e al martedì, perchè sono un pelino ansiolitici e non intendono aspettare troppo.
Salutano la NICU del Vermont, caricano lo gnomo da giardino nel car seat e partono per il loro primo viaggio in tre.
Durate prevista: sei ore emmezza senza contare le pause lattoidi e pannolinesche. Ma il tempo è bello, è pomeriggio, c'è il sole e quando la chiave gira nel quadro e la macchina si accende c'è un lampo di eccitazione e aspettativa.
E' l'inzio di un viaggio, ma anche di un sacco di altre cose.
Alice viaggiatrice
La NICU è la Neonatal Intensive Care Unit, che poi in italia è la TIN, terapia intensiva neonatale... possono cambiare le sigle, quel che si trova dentro non cambia.
Il piccolo elfo, con la sua testa a puntissima e la faccia da pugile ammaccato, viene avviluppato in una rete di cavi, fili e sensori per verificarne e monitorarne il fattore elfico, e il primo round (perchè non solo i pugili, ma anche i medici fanno i rounds) di dottori (per l'occasione davanti al cocchio arriva una folla che manco alla Upim durante i saldi) manca poco che suoni le nacchere e faccia partire i trenini: "Respira senza bisogno di ossigeno, è asintomatico, tutto è bellissimo".
Il chirurgo arriva dopo, e invece non si sbottona manco un po' e dice "Martedì gli facciamo l'esamone, poi vi dirò".
L'esamone è un bombardamento di raggi X per vedere i polmoni da ogni angolo e inclinazione, dur circa un paio d'ore e poi l'elfo torna su che quasi quasi è fluorescente e profuma di criptonite... Poi il chirurgo chiama sia Alice e il Grinta e i genitori biologici e tira fuori la bomba:
"Va operato, presto. Subito, anche domani".
Poi prende carta e penna e inizia a giocare a pictionary:
"Il polmone destro ha 3 lobi, quello superiore e quello di mezzo sono pieni di cisti al punto che non funzionano proprio e tra l'altro premono sul lobo inferiore che infatti è già tutto schiacchiato e rattrappito e non fa il suo dovere. Le bolle premono e sono pesanti, rischiano di spingere gli altri organi in giro, tra cui il cuore.
Se l'operazione va bene tolgo solo due lobi (crocetta sui due lobi) , l'altro ricresce come un seme di fagiolo magico, e farà poi il lavoro degli altri due... ma se quando apro trovo bolle anche nel terzo lobo allora bisogna rimuovere l'intero polmone (grossa croce e via)".
Alice torna davanti al crocchio, dove l'elfo dorme beato. Lo guarda appannarsi mentre gli piange sopra e non le sembra vero che stia usando solo un polmone e un quarto.
Decidono di chiedere una seconda e una terza opinione, in due ospedali di NYC, ed alla fine si ritovano con 3 pareri. Tutti diversi.
In Vermont dicono: "Operate Subbito".
Dall'Upper West Side di New York dicono: "Ma scherzate? Noi non facciamo manco il super-esame prima dei due mesi... no no, occorre vedere, aspettare e valutare... e poi se si aspetta un paio di mesi si fa microchirurgia, molto meno invasiva e con un post operatorio velocissimo! Dovete venire giù, dobbiamo vederlo, perchè delle analisi e dei referti non ce ne facciamo nulla, dobbiamo vedere in faccia il nano".
Dal Lower East Side diNew York dicono: "Mah, vediamo, noi possiamo fare sia l'operazione subito che magari aspettare... se si può aspettare possiamo fare la microchirurgia, che è meno invasiva e blablabla... voi mandateci i risulatati delle analisi, venite qui e facciamo un piano".
Alice, che ha problemi a scegliere persino la bustina da thè del mattino, sbatte la testa contro gli spigoli vivi...
Finchè il primario di pediatra non guarda lei e il Grinta (pure lui confuso e amletico come non mai) e dice: "Ma scusate, mica sono pareri discordanti... avete un sacco di ottime opportunità, e poi, se a NY fanno microchirurgia, ancora meglio, no? Cosa fate ancora qui?".
E allora loro partono.
E' venerdì, e per la prima volta il prode cavaliere lascia il cocchio, la NICU e l'ospedale e vede il cielo. Ha 5 giorni e tante bolle nei polmoni ma lui respira bene e se ne fotte.
Alice e il Grinta hanno già preso appuntamento in entrambi gli ospedali di New York, al lunedì e al martedì, perchè sono un pelino ansiolitici e non intendono aspettare troppo.
Salutano la NICU del Vermont, caricano lo gnomo da giardino nel car seat e partono per il loro primo viaggio in tre.
Durate prevista: sei ore emmezza senza contare le pause lattoidi e pannolinesche. Ma il tempo è bello, è pomeriggio, c'è il sole e quando la chiave gira nel quadro e la macchina si accende c'è un lampo di eccitazione e aspettativa.
E' l'inzio di un viaggio, ma anche di un sacco di altre cose.
Alice viaggiatrice
Monday, September 2, 2013
... Ti chiamerò Giuggiolo!
Figlio salito da strani reami
Ora ho capito come ti chiami
Ora è fiorito il tuo nome segreto
E nelle notti io te lo ripeto
Passano i giorni, passeri lenti
Più io ti chiamo più lo diventi
E ora nessuno si sbaglierà più
Ora sei Tu
(Scritta da Bruno Tognolini, Poeta per bambini, neonati... e per chi ne ha voglia)
Eh, a legger la poesia sembra facile, invece col cavolo!
Alice e il Grinta avevano tantissimi bellissimi nomi femminili che entusiasmavano entrambi, ma così tanti che avrebbero potuto battezzare tutti i team europei di nuoto acrobatico femminile senza avere alcuno screzio o discussione:
I nomi maschili invece erano tutto un altro paio di maniche.
Tutti i nomi dati ai bambini da genitori normali e normodotati venivano inesorabilmente scartati dal Grinta, che a quanto pare ha avuto un ingresso nel mondo scolastico travagliato e turbolento e quindi tutti i Luca, Andrea, Matteo, Pietro, Simone, Giulio e Marco gli evocano traumi infantili, chè uno lo prendeva per i fondelli, l'altro gli rubava la merendina e gli altri gli appiccicavano le caccole alla sedia e gli spaccavano la punta delle matite apposta.
Quindi impossibile ripiegare su un nome normale.
Alice puntava a nomi che secondo il Grinta erano o da nonno partigiano o da friccehttone new age.
Difficile anche trovare un nome pronunciabile senza problemi in Italiano, Spagnolo, Inglese.
Possibilmente non chilometrico visto che il nano in questione ha già un cognome con dentro 13 vocali e 4 consonanti, poi finisce che non gli basta l'inchiostro della bic per firmare un assegno (sennò Aureliano Buendìa sarebbe stato perfetto) .
Alla fine erano saltati fuori 3 nomi, ma la reazione del pubblico variava di poco:
Facevano abbastanza cagare agli amici italiani, e facevano cagarissimo agli amici inglesi.
Quando durante una telefonata con i genitori biologici loro hanno chiesto "Che nomi avreste in mente" Alice aveva quasi pensato di glissare e fare finta di nulla, poi, con una premessa di 10 minuti, aveva sparato fuori i 3 nomi e si era preparata ai conati, invece salta fuori che gli unici altri esseri umani che apprezzano le doti antropomastiche di Alice e il Grinta son proprio loro!
Avevano comunque deciso di scegliere quale tra i tre nomi sarebbe stato davvero quello giusto solo una volta guardato in faccia il nano (metti che poi lo chiamiamo Eustachio ed ha una faccia da Asdrubale?!).
Quando è nato, ed è uscito dalla sala parto dentro il suo cocchio di vetro, accompagnato da 11 camici blu incappucciati e ammantellati, aveva la testa a punta, a puntissima, come un elfo della terra di mezzo ed una faccia seria, un po' concentrata, come a dire "Dov'è il mio bianco destriero?".
E quindi il nome se lo è scelto da solo.
Un nome che ricorda un personaggio mezzo elfico che tanto piace sia ad Alice che alla mamma biologica, un nome da cavaliere medioevale romanticone, perchè ci serve un mezzo elfo valoroso, pronto a lanciarsi in battaglia e sconfiggere le bolle, ma con un cuore grande grande.
E allora Tri$tan sia.
Ma pure Bolliccino e Soffietto e Sospiro ed Eliseo (sì, in famiglia tendiamo a fare battute di pessimo gusto).
Alice nominatrice.
P.s. Alice legge i commenti, e sorride e ringrazia di cuore... e come riemerge dal buco spazio temporale spera anche di trovare il tempo di rispondere!
Ora ho capito come ti chiami
Ora è fiorito il tuo nome segreto
E nelle notti io te lo ripeto
Passano i giorni, passeri lenti
Più io ti chiamo più lo diventi
E ora nessuno si sbaglierà più
Ora sei Tu
(Scritta da Bruno Tognolini, Poeta per bambini, neonati... e per chi ne ha voglia)
Eh, a legger la poesia sembra facile, invece col cavolo!
Alice e il Grinta avevano tantissimi bellissimi nomi femminili che entusiasmavano entrambi, ma così tanti che avrebbero potuto battezzare tutti i team europei di nuoto acrobatico femminile senza avere alcuno screzio o discussione:
I nomi maschili invece erano tutto un altro paio di maniche.
Tutti i nomi dati ai bambini da genitori normali e normodotati venivano inesorabilmente scartati dal Grinta, che a quanto pare ha avuto un ingresso nel mondo scolastico travagliato e turbolento e quindi tutti i Luca, Andrea, Matteo, Pietro, Simone, Giulio e Marco gli evocano traumi infantili, chè uno lo prendeva per i fondelli, l'altro gli rubava la merendina e gli altri gli appiccicavano le caccole alla sedia e gli spaccavano la punta delle matite apposta.
Quindi impossibile ripiegare su un nome normale.
Alice puntava a nomi che secondo il Grinta erano o da nonno partigiano o da friccehttone new age.
Difficile anche trovare un nome pronunciabile senza problemi in Italiano, Spagnolo, Inglese.
Possibilmente non chilometrico visto che il nano in questione ha già un cognome con dentro 13 vocali e 4 consonanti, poi finisce che non gli basta l'inchiostro della bic per firmare un assegno (sennò Aureliano Buendìa sarebbe stato perfetto) .
Alla fine erano saltati fuori 3 nomi, ma la reazione del pubblico variava di poco:
Facevano abbastanza cagare agli amici italiani, e facevano cagarissimo agli amici inglesi.
Quando durante una telefonata con i genitori biologici loro hanno chiesto "Che nomi avreste in mente" Alice aveva quasi pensato di glissare e fare finta di nulla, poi, con una premessa di 10 minuti, aveva sparato fuori i 3 nomi e si era preparata ai conati, invece salta fuori che gli unici altri esseri umani che apprezzano le doti antropomastiche di Alice e il Grinta son proprio loro!
Avevano comunque deciso di scegliere quale tra i tre nomi sarebbe stato davvero quello giusto solo una volta guardato in faccia il nano (metti che poi lo chiamiamo Eustachio ed ha una faccia da Asdrubale?!).
Quando è nato, ed è uscito dalla sala parto dentro il suo cocchio di vetro, accompagnato da 11 camici blu incappucciati e ammantellati, aveva la testa a punta, a puntissima, come un elfo della terra di mezzo ed una faccia seria, un po' concentrata, come a dire "Dov'è il mio bianco destriero?".
E quindi il nome se lo è scelto da solo.
Un nome che ricorda un personaggio mezzo elfico che tanto piace sia ad Alice che alla mamma biologica, un nome da cavaliere medioevale romanticone, perchè ci serve un mezzo elfo valoroso, pronto a lanciarsi in battaglia e sconfiggere le bolle, ma con un cuore grande grande.
E allora Tri$tan sia.
Ma pure Bolliccino e Soffietto e Sospiro ed Eliseo (sì, in famiglia tendiamo a fare battute di pessimo gusto).
Alice nominatrice.
P.s. Alice legge i commenti, e sorride e ringrazia di cuore... e come riemerge dal buco spazio temporale spera anche di trovare il tempo di rispondere!
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