Sunday, April 28, 2013

equivoci culturali

Pippi Calzelunghe ha quasi 3 anni ed è danese.
Come le sue 2 sorelle e la sua mamma anche lei è biondissima, minuta e con occhi da gatto.
La mamma è alta quanto una betulla, il padre è una quercia secolare, sono tutti sempre sorridenti, gentili, accomodanti... ed hanno un sacco di piccole manie alcune molto europee altre molto personali:

Per intanto Pippi è l'unica che si cambia le scarpe prima di entrare nella classetta, perchè la mamma non si capacita che i nani stiano dentro con le scarpe sporche e gli stivalacci zozzi.

Poi è una delle poche nane a venire a scuola vestita "da scuola", con sempre le stesse 4-5 robe addosso facili da lavare e comode da portare, mentre il resto della classetta alle volte è vestito come il jet set degli Oscar.

E sin dal primo giorno la madre ha portato un sapone apposta per Pippi ,da utilizzare invece del solito sapone liquido, perchè gli agenti profumati che si celano nei saponi possono nuocere la pelle e chissà che altro.
 
Infine, Pippi inizia la sua giornata sempre allo stesso modo, aprendo una piccola lunch box con dentro frutta e formaggio e passando i primi 15 minuti di scuola organizzando un piccolo pic nic privato.

Insomma, sono bizzarri, è vero, ma inoffensivi ed estremamente premurosi.

Epperò l'altra settimana a madre è stata minacciata dal custone del palazzo e da una passante al grido di "Si vergogni! La prossima volta chiamo la polizia!"... e la scuoletta ha ricevuto un paio di telefonate focose e furenti di gente che si lamentava... della madre di Pippi.
Che è successo?

E' successo che al mattino, quando la mamma porta Pippi a scuola, lascia Mini-Pippi, la nanetta piccola di 9 mesi, nel passeggino, davanti alla scuola, incustodita.

Ora.
Non è che la smolla in mezzo ai prati di ortiche, eh, la lascia, per un tempo che varia dai 30 secondi ai 5 minuti (a seconda dell'umore di Pippi al mattino) davanti ad una scuola, con madri che vanno e vengono.
Non la lascia nemmeno in mezzo alla strada, che uno dice magari intralcia il traffico pedonale dei banchieri in doppio petto di Wall Street, no, perchè la scuola ha un deck, ci sono tre gradini ed una piattaforma rialzata che portano all'ingresso della scuoletta e lei parcheggia la carrozzina lì, sul balconcino.

Che è effettivamente una roba inconcepibile per un ammerigano, terrorizzato da rapimenti, incidenti, sparizioni e quant'altro...
Ma lei è danese.
Lei viene dal posto dei pisolini sotto zero.
Perchè in Danimarca e nei vari paesi nordici vige l'idea è che ai nani faccia un sacco bene dormire all'aria fredda (dal punto di vista medico credo sia perchè il respiro rallenta, e quindi non si risvegliano così di frequente). A quanto pare non è infrequente passare davanti a negozi e ristoranti e vedere, parcheggiate fuori, carrozzine con dentro nani avvoltolati e addormentati, mentre i genitori si sorseggiano un caffè o un birrozzo dentro il locale.
(Qui e qui ci sono un paio di articoli ai riguardo)

Quindi quando il passante ha sbraitato alla mamma di Pippi che la prossima volta "chiamerà la polizia e i servizi sociali, perchè qui si tratta di abbandono di minore" la mamma di Pippi ha sgranato i suoi occhi da gatta e non si è capacitata di cotanta follia!

Alice rifletteva che deve essere proprio bello crescere e vivere in un paese dove si possono lasciare i neonati in carrozzina davanti alle porte senza che nessuno presupponga che siano abbandonati o che verranno rapiti...
E pensava anche che se il paese in quesitone fosse pure con un bel clima caraibico beh, allora sarebbe proprio Alicelandia!

Alice Danimarchizzatrice






16 comments:

  1. Ora, è vero che forse questa madre dovrebbe fare più attenzione, perché insomma siamo in America, non in Alicelandia, ma magari urlarle "Si vergogni" e minacciarla di chiamare la polizia mi sembra esagerato. Uno può anche spiegarle lentamente e a bassa voce la questione, no?

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  2. Vorrei prendere residenza ad alicelandia. Scommetto che non dovrei nemmeno preoccuparmi di green card e roba simile ;)))))))

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  3. ho già le valige pronte ... alicelandia ... arriviamooooooooo

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  4. povera mamma di Pippi pensare che proprio oggi ho ricevuto l'emergency alert dello smarrimento/rapimento di un bambino, non avevo idea esistesse questo "servizio" in america. PS ma quindi i bambini restano con le scarpe in classe? non giocano scalzi?

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  5. Ah il meraviglioso mondo delle mamme nordiche...! Ce ne vorrebbe una di default in ogni classe.

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  6. ah, il nord europa... se non fosse per il clima!!

    cmq in uno dei nostri primi viaggi eravamo proprio in danimarca, e guardavamo i bambini danesi con profonda ammirazione: non piangevano mai!!

    cmq a quanto ho capito a NY non si puo' lasciare nemmeno il passeggino vuoto, figuriamoci con una nanetta di 9 mesi e pure danese!!

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  7. la mia mamma e' tedesca. a 5 anni, quando finalmente si trovo' un posto, ebbe la folle idea di mandarmi all'asilo da sola, in provincia di milano, a piedi. 300 metri senza attraversamenti. a momenti chiamano gli assistenti sociali.
    mia mamma ancora non si capacita.
    :o)

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  8. ecco Ofelia ha gia` detto quello che volevo dire io: qua ad Amburgo (che pure e` 1.8 milioni di abitanti, non un paesino di campagna), vedo bambini in eta` elementari prendere tranquillamente da soli il bus alla mattina (magari con il fratellino piu` piccolo a manina) o bambini dell'asilo in gita: due maestre, una davanti, l'altra dietro, i bambini in file per due a manina e via andare, si prende la metro ...
    non so magari e` la citta` che lo permette, pero` boh ...

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  9. Ma non c'era del marcio, in Danimarca?!

    @ MarKino: Vista la stessa cosa a Stoccolma

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  10. Pippi bionda cellabbiamo anche noi! Vai su Facciabbuco e troverai prova fotografica :-)

    - Boston

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  11. Confermo! Quando sono stata a Copenhagen qualche anno fa, in una gelida sera dicembrina, ho visto una coppia lasciare fuori dal locale il loro bimbetto dormiente nella carrozzina. Loro dentro, piazzati di fronte alla finestra da cui vedevano la carrozzina lungo il canale. Io sono rimasta sconvolta! Ma loro erano davvero tranquillissimi...
    Il bello della multiculturalità?
    Mi chiedo solo una cosa: ma quanto pesa la nostra cultura lasciati i confini del nostro Paese?

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  12. @Markino,
    quando andavo alle elementari, mi facevo da solo 15 minuti a piedi.
    Alle medie mi facevo 30 minuti da solo in autobus. Erano gli anni 60 (si', sono "vecchio, e allora?).
    O dopo in Italia siamo rinco e in Germania siete ancora messi cosi' bene, o anch'io non so dire di meglio che boh...

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  13. @fraankbat: non ne ho idea, io scrivo di quello che vedo qui ad amburgo. vediamo di affrontare il problema allora. partiamo dai dati.
    prendiamo una citta` con circa lo stesso numero di abitanti, milano ad esempio: e` cosi` anche li?
    uhm, pero` magari e` la densita` di abitanti che va comparata (ad amburgo sono circa 2400/km2), il dato e` un po' tricky, perche` non ci dice nulla sulla reale dimensione della citta`, quindi io direi che per comparare, dovremmo scegliere una citta` italiana con la stessa densita` e circa lo stesso numero di abitanti: roma ad esempio. a roma com'e` la situazione?
    il problema non mi sembra di semplice soluzione, pero` direi cha abbiamo un buon punto di partenza ...

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  14. MarKino, la citta' piu' grande in cui ho vissuto ha circa 100k abitanti, gli episodi a cui mi riferisco sono relativi a cittadine MOLTO piu' piccole, per cui, effettivamente, ho scritto una cavolata, perche' ho confrontato realta' oggettivamente non confrontabili.
    Pero' rimane, IMHO, il fatto che Hamburg, come molte altre citta' germaniche, ha uno stato sociale molto bello.
    P.S.: io il tedesco lo parlo, non e' che dalle tue parti ti serve un collaboratore? (scherzo, natuerlich)

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  15. Ale: Eh, ma a Niù Iorche vorrai mica perder tempo con le buone maniere? Qui tocca correre al lavoro, si caccia un paio di urla e di minacce e poi via, di nuovo al trotto per strada :-(

    Vale e Monica: Va bene, allora siete le prima cittadine onorarie, sappiatelo :-D

    Hacas: no, hanno le scarpe... e se vogliono possono togliersele, ma non hanno "pantofole"... credo sia per una questione di sicurezza in caso di evacuazione, ma non sono mica sicura!

    Why: :-D Vero!

    Marica: Infatti! Qui guai a intralciare i passanti... è proibitissimo inciampare o cadere!

    Ofelia: Adoro tua mammaaaa!!! :-D

    Kino: Credo sia davvero un fattore culturale... quanto e come il rischio e il pericolo viene percepito dalla comunità. Qui negli USA il mondo esterno è percepito nel complesso pericoloso e ostile per i nani.

    Baol: vero. Marcissimo...Ma oltre al marcio ci sono pure le mamme danesi. Per compensare :-D

    Boston: mitica! E' UGUALE!!!

    Sabina: Bella domanda! Credo dipenda un po' da che vita si fa... Per me che sono tutti i giorni a contatto con bambini, madri e sistemi educativi... TANTO! :)

    Frankbat e Kino: io voto "fattore culturale", indipendentemente dalla dimensione della città. Nel senso che in luoghi dove i bambini girano più liberi e indipendenti, gli adulti attorno sono più attenti, se succede qualcosa intervengono pur non essendo figlio loro, c'è una sorta di "senso di responsabilità collettivo" nei confronti dei bambini.
    Urge uno studio, con dati e interviste! Lo facciamo?!

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  16. "io voto "fattore culturale""
    mi sa che hai ragione, e' una buona spiegazione, mi pare valida.
    "Urge uno studio, con dati e interviste! Lo facciamo?!" Why not?

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edddaì, blatera un po' con me!