Sopravvissuta!
Ho parlato il meno possibile.
Eppure son riuscita a classificarmi come la Quarta Chiacchierona del gruppo, quindi fate un po' voi...
Il premio alla parlantina inarrestabile va a Futura Collega Coreana, che è una radiolina, gesticola mentre parla e commenta ogni virgola (e meno male che c'era lei, sennò sarebbero state 7 ore di silenzi ansiogeni). Già la amo, che pare una me in versione asiatica (se solo avessi il suo controllo dell'inglese).
La scuola (datemi ancora un paio di giorni e troverò il nomignolo adatto) ha in tutto 5 classi: 2 classi di nani di 2 anni, 2 classi di nani di 3 anni ed una classe di nani di 4.
Due aule sono totalmente nuove, ancora da arredare e da inventare perchè hanno appena comprato un altro pezzo dell'edificio.
Siamo un totale di 15 insegnanti.
Non ci dicono quale sarà la nostra classe, che età avranno i bambini che teniamo e quali saranno le nostre colleghe perchè "Se vi dico che lavorerete con pinca e pallina poi mi passate le due settimane di training a socializzare solo con loro, e io invece voglio che facciate squadra e lavoro di gruppo".
Delle 15 insegnanti, noi nuove arrivate siamo...
rullo di tamburi...
14.
Cioè, hanno licenziato tutte le insegnati del primo anno ad eccezione di una, la coordinatrice didattica, perchè "We decided to star fresh".
'sti cazzi.
L'aneddoto del giorno è:
"Qualcuna di voi vuole raccontare un' esperienza didattica che ricorda particolarmente significativa?"
Una manina si alza, si tratta di una fanciullina bionda che non ha ancora aperto bocca e che tacerà per il resto della giornata: "Io ho avuto modo di sperimentare l'efficacia di un progetto didattico con le lumachine, sono molto resistenti, i bambini le adorano e sono dei perfetti animaletti da tenere in classe. Ho iniziato con 10 lumachine ed ora nella scuola ce ne sono oltre 100"
... a proposito, ogni classe deve avere una bestiola.
L'animale deve essere resistente (e sopravvivere a 28 mani nane che lo toccano), non richiedere cure eccessive (perchè saranno i genitori a prendersene cura durante la chiusura della scuola) e possibilimente essere toccabile e almeno un pochino manipolabile, quindi niente pesce rosso, che è un po' come una tv.
Suggerimenti?
Alice cacciatrice
p.s. vi ricordate la super-fica-organizzata con cui ho fatto il colloquio collettivo?
C'è pure lei.
E già il fatto che sia venuta con i capelli sporchi mela rende più umana e simpatica...
Monday, August 31, 2009
Saturday, August 29, 2009
tic tac... tic tac...
Questo lunedì Alice inizia il suo nuovo lavoro.
Per quasi due settimane, dalle 9 del mattino alle 4 del pomeriggio verrà educata e istruita, assieme alle sue future colleghe, sui precetti e sulle metodologie pedagogiche da utilizzare o meno nella scuola per nani... ma sospetta già che le cinghiate sui dentini da latte e il mattone nell'asciugamano non siano strumenti contemplati dal "metodo Reggio Emilia".
Da un po' di giorni, i pensieri che rimbalzano come palline da squash tra le spoglie pareti del cervello di Alice sono:
-ansia
-ma cosa avranno mai da dirmi per oltre 7 ore
-ansia
-ma cosa avranno da dirmi per oltre 7 ore per oltre 5 giorni
-ansia!
-ma non penseranno mica che io mi metta a disquisire di massimi sistemi educativi in inglese
-ansia!!
-vuoi vedere che mi becco già i genitori...
-ansia!!!
-devo ricordarmi di spruzzarmi una bomboletta di deodorante sotto ogni ascella, che quando mi vien l'ansia sudo come un pollo della rosticceria
Ecco.
Alice già sa che per le 8.59 di lunedì mattina un onda-tzunami di ANSIA, sconforto, senso di inadeguatezza, ansia da prestazione e iper-sudorazione la renderà muta, ma di quel mutismo selettivo (ben noto ad Alex Drastico) che le permetterà di aprire la bocca solo a sproposito e per dire solo minchiate pazzesche.
Alice Ansiogenizzatrice
Per quasi due settimane, dalle 9 del mattino alle 4 del pomeriggio verrà educata e istruita, assieme alle sue future colleghe, sui precetti e sulle metodologie pedagogiche da utilizzare o meno nella scuola per nani... ma sospetta già che le cinghiate sui dentini da latte e il mattone nell'asciugamano non siano strumenti contemplati dal "metodo Reggio Emilia".
Da un po' di giorni, i pensieri che rimbalzano come palline da squash tra le spoglie pareti del cervello di Alice sono:
-ansia
-ma cosa avranno mai da dirmi per oltre 7 ore
-ansia
-ma cosa avranno da dirmi per oltre 7 ore per oltre 5 giorni
-ansia!
-ma non penseranno mica che io mi metta a disquisire di massimi sistemi educativi in inglese
-ansia!!
-vuoi vedere che mi becco già i genitori...
-ansia!!!
-devo ricordarmi di spruzzarmi una bomboletta di deodorante sotto ogni ascella, che quando mi vien l'ansia sudo come un pollo della rosticceria
Ecco.
Alice già sa che per le 8.59 di lunedì mattina un onda-tzunami di ANSIA, sconforto, senso di inadeguatezza, ansia da prestazione e iper-sudorazione la renderà muta, ma di quel mutismo selettivo (ben noto ad Alex Drastico) che le permetterà di aprire la bocca solo a sproposito e per dire solo minchiate pazzesche.
Alice Ansiogenizzatrice
addendum
... la Pippi ha vinto! Il gatto se ne va e lei resta padrona indiscussa dell'appartamento... ora non resta che sperare che le nuove coinquiline non siano delle sporcelle...
P.s. emmeno male che la Pippi non viene nella topaia, che se scopre caos primordiale in cui viviamo capace che scappa e mi abbandona al mio tragico destino!
Alice sporcellatrice
P.s. emmeno male che la Pippi non viene nella topaia, che se scopre caos primordiale in cui viviamo capace che scappa e mi abbandona al mio tragico destino!
Alice sporcellatrice
Friday, August 28, 2009
quando salta il gatto al naso...
La Pippi, il mio balsamo esistenziale, sta affrontando momenti difficili.
PREMESSA
La coinquilina zozzona della Pippi se ne è andata, come tutte noi speravamo da tempo, e lei ha finalmente preso possesso della sua stanza, un antro invaso da peli di gatto, con sigarette spente per terra, sacchetti dell'immondizia abbandonati, mobili rotti e una potente puzza di urina, fumo e vomito felino (si è anche dimenticata l'affitto di agosto, le bollette e un paio di altre facezie, ma vabbè).
La Pippi non si è scoraggiata, ha comprato la confezione di amuchina per usi industriali, ha svuotato la stanza ed ha iniziato la Disinfestazione dalla Puzzona. Ha lavato muri e pavimenti, ha aspirato peli, ha buttato cataste di roba e finalmente ha trasformato l'immondezzaio in un posto Pippi-frendly "In fondo, sono un po' come i gatti... loro fan pipì per marcare il territorio e io pure, battezzo il mio spazio cospargendo amuchina e disinfettante".
Subito dopo, per far sparire qualsiasi traccia dell'esistenza della Zozzona, la Pippi ha lustrato il bagno, la sala e la cucina, scoprendo colonie di scarafaggi, resti fossilizzati di crocchette vomitate e cespugli di peli selvatici.
Ci sono voluti oltre 3 giorni ed ora la casa è uno specchio "in realtà ci sono ancora le mosche che ronzano in giro, e il materasso della coinquilina che arriverà a settembre puzza ancora di piscio di gatto... ma va bene eh!".
Peccato che lo Sfregiato, l'unico gatto rimasto (perchè la Pippi è stata categorica e si è rifiutata di tenerli tutti e due) insista nel cagare e vomitare in giro.
Peccato che lo sfregiato salga dapertutto, ed alla Pippi venga l'esaurimento nervoso quando lo vede sui fornelli o sul piano della cucina "dove io taglio il mio pomodoro e basilico, dove io faccio i miei meravigliosi soffritti! Questo stronzo mi riempie tutto di peli!"
La Pippi quindi decide di cercare uno di quegli spruzzini chimici gatto-repellenti e di provarlo sul piano cucina.
IL FATTACCIO
Un giovedì, dopo le sue brave 10 ore di lavoro in mezzo ai nani sclerotici dell'Upper West Side, entra nel Ikea dei Cani, un negozio di 4 piani odoroso di crocchette, alla ricerca dello spruzzo-repellente. Visto che è stanca, e non vuole vagabondare per ore tra gli scaffali, ferma una commessa e chiede informazioni:
"Ciao, cerco lo spruzzino repellente per gatti, mi dici dove si trova?"
"Ma tu ci giochi con il gatto?"
"Come?"
"Dico, tu ci giochi con il gatto? Perchè il gatto è un essere vivente, ha dei sentimenti, e può imparare... non hai bisogno dello spruzzino, basta che tu dia al tuo gatto tanto amore e una buona educazione"
"..."
"..."
(Si tratta chiaramente dell'incontro tra due individui che non parlano la stessa lingua)
"... guarda, la storia è complicata, io con il gatto non ci gioco, non lo tocco nemmeno perchè mi fa schifo e poi non ho tempo, passo la mia giornata a pulire culi e cambiare pannolini, figurati se quando torno a casa ho voglia di educare il gatto... mi dici dove si trova lo struzzino?"
"Come che non ci giochi? Come che non lo tocchi? Ma allora, se non hai tempo, cosa ti sei presa un gatto a fare?!"
"Il gatto non è mio, mi tocca tenerlo, non lo volevo e ho anche pensato di ammazzarlo o di buttarlo per strada"
"..."
"per me è solo un inquilino sporco e rumoroso, che per di più non paga l'affitto"
"..."
"io voglio solo mangiare le penne con pomodoro e basilico senza peli nel mezzo, questo gatto sale ovunque, caga e piscia in giro e io sono esaurita... mi dici dove si trova questo benedetto spruzzino?!"
"Allora, lo spruzzino è tossico, quindi non puoi metterlo in cucina, e poi guarda, basta che te, quando il gatto sale sul gas, lo prendi, lo metti a terra, gli dici che non si fa e gli fai un po' di coccole"
"..."
"E lui impara"
"..."
LE CONSEGUENZE
Così, visto che la Pippi ha trovato una commessa new age e visto che nell'ultima settimana ha tirato su 4 defezioni feline e 3 rigurgiti, ed ha raggiunto la soglia di sopportazione, e le è partito il tappo e si è lanciata alla carica, ed all'apice della furia omicida ha chiamato la Zozzona, proprietaria del gatto non chè intestataria del contratto di affitto (che parte per la Scozia a vivere con il suo fidanzato conosciuto su internet tra 4 giorni) minacciandola: "Ora basta, hai fatto la furba, ti sei intascata i soldi, dovevi andartente due mesi fa e mi sei stata sulle croste con il tuo sporco per tutta l'estate, volevi rifilarmi i tuoi gatti zozzoni ma io ora ne ho abbastanza! Adesso pure io cambio le regole! Oh si si! Ora o ti prendi il gatto cagone o salta tutto l'accordo, io in due giorni impacchetto la mia roba e me ne vado da questo schifo di casa! O il gatto cagone o me, non c'è spazio per tutti e due in questo appartamento"....
Ecco.
Visto tutto questo può darsi che la Pippi venga a stare nella topaia.
Alice accoglitrice
PREMESSA
La coinquilina zozzona della Pippi se ne è andata, come tutte noi speravamo da tempo, e lei ha finalmente preso possesso della sua stanza, un antro invaso da peli di gatto, con sigarette spente per terra, sacchetti dell'immondizia abbandonati, mobili rotti e una potente puzza di urina, fumo e vomito felino (si è anche dimenticata l'affitto di agosto, le bollette e un paio di altre facezie, ma vabbè).
La Pippi non si è scoraggiata, ha comprato la confezione di amuchina per usi industriali, ha svuotato la stanza ed ha iniziato la Disinfestazione dalla Puzzona. Ha lavato muri e pavimenti, ha aspirato peli, ha buttato cataste di roba e finalmente ha trasformato l'immondezzaio in un posto Pippi-frendly "In fondo, sono un po' come i gatti... loro fan pipì per marcare il territorio e io pure, battezzo il mio spazio cospargendo amuchina e disinfettante".
Subito dopo, per far sparire qualsiasi traccia dell'esistenza della Zozzona, la Pippi ha lustrato il bagno, la sala e la cucina, scoprendo colonie di scarafaggi, resti fossilizzati di crocchette vomitate e cespugli di peli selvatici.
Ci sono voluti oltre 3 giorni ed ora la casa è uno specchio "in realtà ci sono ancora le mosche che ronzano in giro, e il materasso della coinquilina che arriverà a settembre puzza ancora di piscio di gatto... ma va bene eh!".
Peccato che lo Sfregiato, l'unico gatto rimasto (perchè la Pippi è stata categorica e si è rifiutata di tenerli tutti e due) insista nel cagare e vomitare in giro.
Peccato che lo sfregiato salga dapertutto, ed alla Pippi venga l'esaurimento nervoso quando lo vede sui fornelli o sul piano della cucina "dove io taglio il mio pomodoro e basilico, dove io faccio i miei meravigliosi soffritti! Questo stronzo mi riempie tutto di peli!"
La Pippi quindi decide di cercare uno di quegli spruzzini chimici gatto-repellenti e di provarlo sul piano cucina.
IL FATTACCIO
Un giovedì, dopo le sue brave 10 ore di lavoro in mezzo ai nani sclerotici dell'Upper West Side, entra nel Ikea dei Cani, un negozio di 4 piani odoroso di crocchette, alla ricerca dello spruzzo-repellente. Visto che è stanca, e non vuole vagabondare per ore tra gli scaffali, ferma una commessa e chiede informazioni:
"Ciao, cerco lo spruzzino repellente per gatti, mi dici dove si trova?"
"Ma tu ci giochi con il gatto?"
"Come?"
"Dico, tu ci giochi con il gatto? Perchè il gatto è un essere vivente, ha dei sentimenti, e può imparare... non hai bisogno dello spruzzino, basta che tu dia al tuo gatto tanto amore e una buona educazione"
"..."
"..."
(Si tratta chiaramente dell'incontro tra due individui che non parlano la stessa lingua)
"... guarda, la storia è complicata, io con il gatto non ci gioco, non lo tocco nemmeno perchè mi fa schifo e poi non ho tempo, passo la mia giornata a pulire culi e cambiare pannolini, figurati se quando torno a casa ho voglia di educare il gatto... mi dici dove si trova lo struzzino?"
"Come che non ci giochi? Come che non lo tocchi? Ma allora, se non hai tempo, cosa ti sei presa un gatto a fare?!"
"Il gatto non è mio, mi tocca tenerlo, non lo volevo e ho anche pensato di ammazzarlo o di buttarlo per strada"
"..."
"per me è solo un inquilino sporco e rumoroso, che per di più non paga l'affitto"
"..."
"io voglio solo mangiare le penne con pomodoro e basilico senza peli nel mezzo, questo gatto sale ovunque, caga e piscia in giro e io sono esaurita... mi dici dove si trova questo benedetto spruzzino?!"
"Allora, lo spruzzino è tossico, quindi non puoi metterlo in cucina, e poi guarda, basta che te, quando il gatto sale sul gas, lo prendi, lo metti a terra, gli dici che non si fa e gli fai un po' di coccole"
"..."
"E lui impara"
"..."
LE CONSEGUENZE
Così, visto che la Pippi ha trovato una commessa new age e visto che nell'ultima settimana ha tirato su 4 defezioni feline e 3 rigurgiti, ed ha raggiunto la soglia di sopportazione, e le è partito il tappo e si è lanciata alla carica, ed all'apice della furia omicida ha chiamato la Zozzona, proprietaria del gatto non chè intestataria del contratto di affitto (che parte per la Scozia a vivere con il suo fidanzato conosciuto su internet tra 4 giorni) minacciandola: "Ora basta, hai fatto la furba, ti sei intascata i soldi, dovevi andartente due mesi fa e mi sei stata sulle croste con il tuo sporco per tutta l'estate, volevi rifilarmi i tuoi gatti zozzoni ma io ora ne ho abbastanza! Adesso pure io cambio le regole! Oh si si! Ora o ti prendi il gatto cagone o salta tutto l'accordo, io in due giorni impacchetto la mia roba e me ne vado da questo schifo di casa! O il gatto cagone o me, non c'è spazio per tutti e due in questo appartamento"....
Ecco.
Visto tutto questo può darsi che la Pippi venga a stare nella topaia.
Alice accoglitrice
Tuesday, August 25, 2009
traslochi apparenti
E' tempo di traslochi.
La mater, all'ombra della Mole, sta sbaraccando casa e lotta con chiave inglese e strofinacci contro gli allacciamenti dell'acqua ai lavandini, carica il Nano come un mulo da soma utilizzandolo come carpentiere tutto-fare e gioca a tetris con gli scatoloni.
Gli abitanti di Dog-ville, ovvero i nostri amici dai quali ci accampiamo ogni tanto con la scusa di fare dog-sitting, si sono trasferiti 2 fermate di metropolitane più in giù, in uno strano stranissimo posto che non è un'appartamento, non è una casa occupata, non è una comune di artisti ma è un pochetto di tutte queste cose qui, ecco.
Il dottor Piotr, che se ne va sulla costa Ovest a fare a bella vita, sta abbandonando il suo appartamento, raccogliendo forsennatamente le ultime cose e chiudendo le vaigie, perchè domani è il suo ultimo giorno in suolo newyorkese.
Pure la Pippi si è finalmente trasferita nella stanza che le spetta di diritto: ha scacciato la zozzona, ha disinfestato la stanza lanciando secchiate di amuchina contro i muri, ha lottato contro il puzzo di piscio di gatto bruciando pire di incenso e sta persino insegnando alla gatta stronza a non cagare più nella doccia ma dentro la lettiera.
Gli unici che non si schiodano, che non straslocano (con sommo rammarico del Grinta) e che restano appiccicati alla loro topaia lontanta da tutto e da tutti...
siamo noi.
Eppure, visto che non ci facciam mancare mai nulla, grazie agli "scarti" dei traslochi altrui ed ad una capatina alla Santa Madre Ikea, stiam messi così:

Alice sbaraccatrice
La mater, all'ombra della Mole, sta sbaraccando casa e lotta con chiave inglese e strofinacci contro gli allacciamenti dell'acqua ai lavandini, carica il Nano come un mulo da soma utilizzandolo come carpentiere tutto-fare e gioca a tetris con gli scatoloni.
Gli abitanti di Dog-ville, ovvero i nostri amici dai quali ci accampiamo ogni tanto con la scusa di fare dog-sitting, si sono trasferiti 2 fermate di metropolitane più in giù, in uno strano stranissimo posto che non è un'appartamento, non è una casa occupata, non è una comune di artisti ma è un pochetto di tutte queste cose qui, ecco.
Il dottor Piotr, che se ne va sulla costa Ovest a fare a bella vita, sta abbandonando il suo appartamento, raccogliendo forsennatamente le ultime cose e chiudendo le vaigie, perchè domani è il suo ultimo giorno in suolo newyorkese.
Pure la Pippi si è finalmente trasferita nella stanza che le spetta di diritto: ha scacciato la zozzona, ha disinfestato la stanza lanciando secchiate di amuchina contro i muri, ha lottato contro il puzzo di piscio di gatto bruciando pire di incenso e sta persino insegnando alla gatta stronza a non cagare più nella doccia ma dentro la lettiera.
Gli unici che non si schiodano, che non straslocano (con sommo rammarico del Grinta) e che restano appiccicati alla loro topaia lontanta da tutto e da tutti...
siamo noi.
Eppure, visto che non ci facciam mancare mai nulla, grazie agli "scarti" dei traslochi altrui ed ad una capatina alla Santa Madre Ikea, stiam messi così:
Alice sbaraccatrice
Sunday, August 23, 2009
il pomodoro sul tetto che scotta
Visto che nella Grande Mela ci sono circa 7 milioni di persone, e visto che, a parte una manciata di grandi parchi, è sostanzialmente una infinita colata di cemento, asfalto e bitume, i suoi abitanti da anni si ingegnano per trovare un buchino di verde, una crepa tra un palazzone e l'altro in cui piantare un po' di rosmarino e qualche rapa. E quando ci riescono se la tengono stretta.
Sparpagliati per la città ci sono infatti i Community Garden; pezzetti di verde gestiti dalla gente del quartiere che ha voglia di giocare con l'innaffiatoio e di darci dentro con pala e rastrello.
Alcuni sono caotici e colorati, una sorta di jungla con liane di pomodorini pachino, enormi girasoli e tante verdure seminate un po' a caso, altri sono artistici, con strane decorazioni di arte povera appese in giro.

In genere in ogni Community Garden c'è una zona comune gestita dalla collettività e poi un'area lottizzata, in cui ciascuno ha il suo pezzetto per seminare cosa vuole: zucchini, peperoncini piccanti, margherite, carote, cavoli...
Vicino alla topaia non abbiamo nessun Community Garden, anche perchè siamo a pochi isolati da uno dei rari parchi della città; ma a Manhattan e a Broccolino abbondano...
Oggi ne abbiamo scoperto uno nuovo.
Nascosto.
Per trovarlo bisogna entrare in un palazzone, salire in alto in alto, arrivare sul tetto

salire ancora (dove vedete quegli omini lassù) e...

Ti ritrovi in un orto sul tetto.
Un'isola di verdurine super organizzata, in cui ciascuna pianta viene seminata assieme a qualche pianta amica compatibile, così da ottimizzare lo spazio senza impoverire il terreno; e visto che vengono coltivati pure dei fiori, e i volontari vogliono essere sicuri che i semini viaggino in giro e si moltiplichino come da precetto biblico, hanno anche allestito due alveari pieni di apine laboriose. Ah, e per non buttare via nulla fanno loro il concime facendo macerare i rifiuti (che ogni tanto esplodono come i miniciccioli di capodanno per accidentali produzioni di gas).
Alla domanica hanno pure il banchetto e vendono la frutta di stagione... le contadine son simpatiche...

peccato, i pomodori sono SOLO 9 euro al chilo...

Ragazzi, si tratta di un pomodorino organico, sanissimo e naturale, costa quanto l'oro e per di più si gode pure la vista dell'Empire State Building...
eh.
... oh, possibile che un vegetale fa una vita migliore della nostra?
Alice coltivatrice
Addendum: se volete saperne di più potete andare qui
Sparpagliati per la città ci sono infatti i Community Garden; pezzetti di verde gestiti dalla gente del quartiere che ha voglia di giocare con l'innaffiatoio e di darci dentro con pala e rastrello.
Alcuni sono caotici e colorati, una sorta di jungla con liane di pomodorini pachino, enormi girasoli e tante verdure seminate un po' a caso, altri sono artistici, con strane decorazioni di arte povera appese in giro.
In genere in ogni Community Garden c'è una zona comune gestita dalla collettività e poi un'area lottizzata, in cui ciascuno ha il suo pezzetto per seminare cosa vuole: zucchini, peperoncini piccanti, margherite, carote, cavoli...
Vicino alla topaia non abbiamo nessun Community Garden, anche perchè siamo a pochi isolati da uno dei rari parchi della città; ma a Manhattan e a Broccolino abbondano...
Oggi ne abbiamo scoperto uno nuovo.
Nascosto.
Per trovarlo bisogna entrare in un palazzone, salire in alto in alto, arrivare sul tetto
salire ancora (dove vedete quegli omini lassù) e...
Ti ritrovi in un orto sul tetto.
Un'isola di verdurine super organizzata, in cui ciascuna pianta viene seminata assieme a qualche pianta amica compatibile, così da ottimizzare lo spazio senza impoverire il terreno; e visto che vengono coltivati pure dei fiori, e i volontari vogliono essere sicuri che i semini viaggino in giro e si moltiplichino come da precetto biblico, hanno anche allestito due alveari pieni di apine laboriose. Ah, e per non buttare via nulla fanno loro il concime facendo macerare i rifiuti (che ogni tanto esplodono come i miniciccioli di capodanno per accidentali produzioni di gas).
Alla domanica hanno pure il banchetto e vendono la frutta di stagione... le contadine son simpatiche...
peccato, i pomodori sono SOLO 9 euro al chilo...
Ragazzi, si tratta di un pomodorino organico, sanissimo e naturale, costa quanto l'oro e per di più si gode pure la vista dell'Empire State Building...
eh.
... oh, possibile che un vegetale fa una vita migliore della nostra?
Alice coltivatrice
Addendum: se volete saperne di più potete andare qui
Saturday, August 22, 2009
tesoro, mi si sono ristretti i bagagli!
Visto che la partenza è prevista per le 7 del mattino da Malpensa, e visto che l'autobus per l'aereoporto parte alle tre del mattino dalla stazione della Bela Turin, il Grinta e Alice aspettano l'ora X svegli, ingozzandosi di cibo a casa dei suoceri che per l'occasione hanno allestito un banchetto imperiale a base di cosine leggere tipo lardo di Colonnata, formaggi stagionati, fiumi di barbera e barbaresco, piramidi di gelato e teglie di tiramisù.
All'abbuffata partecipano una quindicina di invitati, tra cui il Pater e la Mater di Alice, che dopo un paio di bicchieri diventano immancabilmente i leader della fiesta perchè gli schizzan via i freni inibitori (oh, in senso buono eh!).
Alle 3 del mattino, quando il pullman parte, sotto i portici con gli occhi rossi e il cappello in mano ci sono la Mater, il Nano (il fratellino dodicenne che nel frattempo ha raggiunto il metro e 70 ma che Alice si ostina a chiamare così) e i suoceri.
A causa di una faticosa digestione, nonchè di una galoppante sindrome pre-mestruale (che noi durante i viaggi non ci facciamo mancare mai nulla, ed io ho delle mestruiazioni che AMANO l'avventura) Alice tiene duro fino al primo semaforo, poi si scioglie in lacrime soffiandosi il naso dentro il cappuccio della felpa, spara un paio di singhiozzi che confondono il resto dei passeggeri ed entra in un esausto coma sonnacchioso per tutta la durata del viaggio.
L'arrivo al terminal di Malpensa coglie la coppia impreparata, sonnolenta e un po' confusa:
Il Grinta si butta giù dall'autobus al grido di "Quale terminal è? Quale? Quale? Quale? Quale?" e si avventa a caccia delle valigie, Alice si stacca a fatica dal sedile e pradipamente scende per ultima.
I nostri eroi viaggiano con:
La solita valigia rigida rossa, infarcita di cibo + uno zaino da montagna, rubato al Pater, in cui sono compressi tutti i beni di Alice.
Il Grinta, che si è svegliato frenetico e polemico, marcia a 20 metri di distanza trascinando eroicamente entrambi i bagagli e sembra quasi che voglia seminare la moglie per strada: saetta, va a zigo zago, cerca il check in e non lo trova.
Quando finalmente trovano lo sportello giusto, mostrano i documenti giusti e ricevono il biglietto giusto, il Grinta scaraventa lo zaino sul rullo e i neuroni di Alice improvvisamente si svegliano e notano qualcosa...
"questo non è il nostro zaino"
"Come?" (dicono in coro il Grinta e la tizia del check in)
"Questo non è il nostro zaino!"
"Sei sicura?"
Alice fissa sgomenta il ridicolo zainetto sconosciuto, che la fissa a sua volta beffardo.
Sì. A meno che il suo Salewa da alta quota non si sia mascherato da Invicta e si sia rimpicciolito del 50%, a meno che non abbia perso circa 12 chili e che non abbia cambiato colore... no, lei direbbe proprio che questo non è il loro fottuto zaino.
Il Grinta agguanta il bagaglio sconosciuto e inizia a correre per il Terminal 1 alla ricerca:
Dell'autobus (che non c'è più perchè è andato al Terminal 2)
Di un taxi (che però non può portarlo al terminal 2 perchè non fanno servizio interno)
Della navetta (per andare al terminal 2)
Alice nel frattempo chiama la compagnia degli autobus, che a sua volta prova a chiamare l'autista che però non risponde.
Nel frattempo il tempo stringe, iniziano ad imbarcare e l'autobus, con l'autista e (forse) lo zaino di Alice è scomparso in un buco spazio temporale, una tempesta elettromagnetica ha fuso il suo cellulare e non si sa se sia vivo o morto.
Il Grinta ritorna, con al seguito lo zainetto maledetto, ed improvvisamente i vostri eroi si rendon conto che hanno tra le mani una magana non da poco: Hanno uno zaino che non gli appartiene... e nessuno a cui darlo:
la polizia è chiusa
L'ufficio oggetti smarriti è chiuso
La tizia del reparto informazioni non ne vuole sapere
("Cercate agli imbarchi una pattuglia dei carabinieri e dateglielo... boh!"
"No, mi faccia, capire, quindi se io adesso le dico che dentro sto zaino ho un Uzi e un grappolo di bombe a mano... lei non ha un numero o qualcuno a cui chiedere aiuto?! Se io tiro fuori una Magnum e la minaccio di farle saltare le cevella? Lei sta qui e non chiama nessuno?!"
"Signorina, insomma, sono le 6 del mattino!"
"...")
Mancano 5 minuti alla partenza quando trovano un gruppo di poliziotti al metal detector che però vogliono fermarli per capire bene la storia, nel frattempo l'altoparlante annuncia che la signorina Alice Alinipe e consorte sono attesi urgentemente all'imbarco, loro danno i dati ai poliziotti sonnolenti, abbandonano lo zainetto sconosciuto, corrono sudati e nevrotici e si lanciano dentro l'aereo.
Appena allacciate le cinture, mentre il Grinta si fa piccolo piccolo e suda per la corsa ma soprattutto per i sensi di colpa, Alice prende coscienza di un paio di cose:
Lo zaino non ha alcuna etichetta, nome, numero di telefono (perchè Alice non sospettava di perderlo PRIMA dell'imbarco ed utilizza di solito le etichette delle compagnie aeree)
nello zaino c'erano TUTTI i libri di didattica e pedagogia che aveva selezionato (per poter arrivare nella scuola nuova facendo la splendida, citando Rousseau, Dewey e Stainer), c'erano i libri per bambini ricevuti in dono dalla Mater, c'era un chilo emmezzo di parmigiano ed il cappotto che le aveva regalato l'amica del cuore.
Alice apre le dighe, e lungo l'intero volo Milano-Bruxelles singhiozza convulsamente sgridandosi ad alta voce "... Lo so che sono scema, snif, lo so che son solo cose, sob, epperò... Buuuuh..." mentre il Grinta le promette torri di albi illustrati e Piramidi di parmigiano, tentando di trovare nel tutto un lato positivo ("Dai, almeno non abbiam perso l'aereo, no?").
Stremata, trascorre le 8 ore di volo indiano in un sonno profondo; con la bavetta ai lati della bocca e gli occhi gonfi è probabilmente il ritratto di una mucca indù e quindi nessuno la disturba.
Insomma, siamo qui.
Fortuna che nella valigia rigida erano stipati i pandistelle e i gianduiotti, che almeno posso tirare avanti con una terapia cioccolatologica, vè.
Alice smarritrice
All'abbuffata partecipano una quindicina di invitati, tra cui il Pater e la Mater di Alice, che dopo un paio di bicchieri diventano immancabilmente i leader della fiesta perchè gli schizzan via i freni inibitori (oh, in senso buono eh!).
Alle 3 del mattino, quando il pullman parte, sotto i portici con gli occhi rossi e il cappello in mano ci sono la Mater, il Nano (il fratellino dodicenne che nel frattempo ha raggiunto il metro e 70 ma che Alice si ostina a chiamare così) e i suoceri.
A causa di una faticosa digestione, nonchè di una galoppante sindrome pre-mestruale (che noi durante i viaggi non ci facciamo mancare mai nulla, ed io ho delle mestruiazioni che AMANO l'avventura) Alice tiene duro fino al primo semaforo, poi si scioglie in lacrime soffiandosi il naso dentro il cappuccio della felpa, spara un paio di singhiozzi che confondono il resto dei passeggeri ed entra in un esausto coma sonnacchioso per tutta la durata del viaggio.
L'arrivo al terminal di Malpensa coglie la coppia impreparata, sonnolenta e un po' confusa:
Il Grinta si butta giù dall'autobus al grido di "Quale terminal è? Quale? Quale? Quale? Quale?" e si avventa a caccia delle valigie, Alice si stacca a fatica dal sedile e pradipamente scende per ultima.
I nostri eroi viaggiano con:
La solita valigia rigida rossa, infarcita di cibo + uno zaino da montagna, rubato al Pater, in cui sono compressi tutti i beni di Alice.
Il Grinta, che si è svegliato frenetico e polemico, marcia a 20 metri di distanza trascinando eroicamente entrambi i bagagli e sembra quasi che voglia seminare la moglie per strada: saetta, va a zigo zago, cerca il check in e non lo trova.
Quando finalmente trovano lo sportello giusto, mostrano i documenti giusti e ricevono il biglietto giusto, il Grinta scaraventa lo zaino sul rullo e i neuroni di Alice improvvisamente si svegliano e notano qualcosa...
"questo non è il nostro zaino"
"Come?" (dicono in coro il Grinta e la tizia del check in)
"Questo non è il nostro zaino!"
"Sei sicura?"
Alice fissa sgomenta il ridicolo zainetto sconosciuto, che la fissa a sua volta beffardo.
Sì. A meno che il suo Salewa da alta quota non si sia mascherato da Invicta e si sia rimpicciolito del 50%, a meno che non abbia perso circa 12 chili e che non abbia cambiato colore... no, lei direbbe proprio che questo non è il loro fottuto zaino.
Il Grinta agguanta il bagaglio sconosciuto e inizia a correre per il Terminal 1 alla ricerca:
Dell'autobus (che non c'è più perchè è andato al Terminal 2)
Di un taxi (che però non può portarlo al terminal 2 perchè non fanno servizio interno)
Della navetta (per andare al terminal 2)
Alice nel frattempo chiama la compagnia degli autobus, che a sua volta prova a chiamare l'autista che però non risponde.
Nel frattempo il tempo stringe, iniziano ad imbarcare e l'autobus, con l'autista e (forse) lo zaino di Alice è scomparso in un buco spazio temporale, una tempesta elettromagnetica ha fuso il suo cellulare e non si sa se sia vivo o morto.
Il Grinta ritorna, con al seguito lo zainetto maledetto, ed improvvisamente i vostri eroi si rendon conto che hanno tra le mani una magana non da poco: Hanno uno zaino che non gli appartiene... e nessuno a cui darlo:
la polizia è chiusa
L'ufficio oggetti smarriti è chiuso
La tizia del reparto informazioni non ne vuole sapere
("Cercate agli imbarchi una pattuglia dei carabinieri e dateglielo... boh!"
"No, mi faccia, capire, quindi se io adesso le dico che dentro sto zaino ho un Uzi e un grappolo di bombe a mano... lei non ha un numero o qualcuno a cui chiedere aiuto?! Se io tiro fuori una Magnum e la minaccio di farle saltare le cevella? Lei sta qui e non chiama nessuno?!"
"Signorina, insomma, sono le 6 del mattino!"
"...")
Mancano 5 minuti alla partenza quando trovano un gruppo di poliziotti al metal detector che però vogliono fermarli per capire bene la storia, nel frattempo l'altoparlante annuncia che la signorina Alice Alinipe e consorte sono attesi urgentemente all'imbarco, loro danno i dati ai poliziotti sonnolenti, abbandonano lo zainetto sconosciuto, corrono sudati e nevrotici e si lanciano dentro l'aereo.
Appena allacciate le cinture, mentre il Grinta si fa piccolo piccolo e suda per la corsa ma soprattutto per i sensi di colpa, Alice prende coscienza di un paio di cose:
Lo zaino non ha alcuna etichetta, nome, numero di telefono (perchè Alice non sospettava di perderlo PRIMA dell'imbarco ed utilizza di solito le etichette delle compagnie aeree)
nello zaino c'erano TUTTI i libri di didattica e pedagogia che aveva selezionato (per poter arrivare nella scuola nuova facendo la splendida, citando Rousseau, Dewey e Stainer), c'erano i libri per bambini ricevuti in dono dalla Mater, c'era un chilo emmezzo di parmigiano ed il cappotto che le aveva regalato l'amica del cuore.
Alice apre le dighe, e lungo l'intero volo Milano-Bruxelles singhiozza convulsamente sgridandosi ad alta voce "... Lo so che sono scema, snif, lo so che son solo cose, sob, epperò... Buuuuh..." mentre il Grinta le promette torri di albi illustrati e Piramidi di parmigiano, tentando di trovare nel tutto un lato positivo ("Dai, almeno non abbiam perso l'aereo, no?").
Stremata, trascorre le 8 ore di volo indiano in un sonno profondo; con la bavetta ai lati della bocca e gli occhi gonfi è probabilmente il ritratto di una mucca indù e quindi nessuno la disturba.
Insomma, siamo qui.
Fortuna che nella valigia rigida erano stipati i pandistelle e i gianduiotti, che almeno posso tirare avanti con una terapia cioccolatologica, vè.
Alice smarritrice
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