Oggi, dopo aver elemosinato per giorni e giorni stressando il Super Manager Gayo e tentando di impietosirlo e muoverlo a un gesto di bontà...
Ce 'ho fatta.
E vado qui.
Ovviamente con un pass preso in prestito, e teoricamente in missione lavorativa (vedere le case editrici straniere, prendere contatti e non so bene che cosa)... in sostanza vado a rifarmi gli occhi, a consolarmi per essermi persa questa e a allungare la lista dei libri per bambini che "Quandosaròriccamenecomprounacopia".
E ringraziate che ho lasciato la macchina fotografica in prestito alla Pippi, che sennò vi massacravo con un foto reportage di almeno 500 scatti!
Alice intrufolatrice
Sunday, May 31, 2009
Saturday, May 30, 2009
la pedagogia dell'economista
In un momento di incoscienza ho tentato di spiegare al Grinta, a grandi linee, quattro ma proprio quattro cacate pedagogiche, tipo che cosa sia il metodo Montessori e quello di Reggio Emila.
Alla spiegazioncina didattica (che vi risparmio perchè sono buona) seguono 2 minuti di silenzio, in cui si sentono gli artritici neuroni del Grinta che si stiracchiano.
Dopo di che il coniuge esterna la sua preziosa riflessione:
"Interessante. Però, se quindi l'ambiente e il materiale didattico sono così importanti... io vorrei provare una mia pedagogia. La Pedagogia dell'Oscuro e del'Informe"
"?"
"Per intanto basta con i giochi sessisti: alle bambine le bambole e ai bambini le macchinine... no non no! E basta con i gingilli rosa confetto o azzurro pastello, noi Pedagogisti dell'Oscuro e dell'Informe, ai nostri bambini gli compriamo tutto"
"Bene!"
"Sì. Tuutto Nero."
"..."
"La classe è una bella stanza nera, e i bambini li vestiamo tutto nero, e magari tentiamo di dargli da mangiare solo cose scure..."
"..."
"Ah, e in realtà sarebbe bene far giocare i bambini solo con oggetti dalla forma non definita... tipo... che so... La plastilina! Per ogni bambino sono disponibili 25 chili di plastilina nera, così si modella i giochi che vuole"
"..."
"Aaah, appena avrò un figlio, donna, potrò finalmente sperimentare le mie ipotesi pedagogiche! E la Pedagogia dell'Oscuro e dell'Informe diventerà la metodologia del Futuro!...
Oh, E per apparire autorevole agli occhi dei miei figliuoli mi travestirò da Sempre!... tu potresti travestirti da BarbaBarba così mimetiziamo pure quei baffi che ti ostini a non strappare via..."
"!!.."
Ecco. Sono questi i momenti in cui penso all'allacciamento delle tube.
Alice educatrice
Alla spiegazioncina didattica (che vi risparmio perchè sono buona) seguono 2 minuti di silenzio, in cui si sentono gli artritici neuroni del Grinta che si stiracchiano.
Dopo di che il coniuge esterna la sua preziosa riflessione:
"Interessante. Però, se quindi l'ambiente e il materiale didattico sono così importanti... io vorrei provare una mia pedagogia. La Pedagogia dell'Oscuro e del'Informe"
"?"
"Per intanto basta con i giochi sessisti: alle bambine le bambole e ai bambini le macchinine... no non no! E basta con i gingilli rosa confetto o azzurro pastello, noi Pedagogisti dell'Oscuro e dell'Informe, ai nostri bambini gli compriamo tutto"
"Bene!"
"Sì. Tuutto Nero."
"..."
"La classe è una bella stanza nera, e i bambini li vestiamo tutto nero, e magari tentiamo di dargli da mangiare solo cose scure..."
"..."
"Ah, e in realtà sarebbe bene far giocare i bambini solo con oggetti dalla forma non definita... tipo... che so... La plastilina! Per ogni bambino sono disponibili 25 chili di plastilina nera, così si modella i giochi che vuole"
"..."
"Aaah, appena avrò un figlio, donna, potrò finalmente sperimentare le mie ipotesi pedagogiche! E la Pedagogia dell'Oscuro e dell'Informe diventerà la metodologia del Futuro!...
Oh, E per apparire autorevole agli occhi dei miei figliuoli mi travestirò da Sempre!... tu potresti travestirti da BarbaBarba così mimetiziamo pure quei baffi che ti ostini a non strappare via..."
"!!.."
Ecco. Sono questi i momenti in cui penso all'allacciamento delle tube.
Alice educatrice
Wednesday, May 27, 2009
rivoluzioni esterne e sommosse interne
Ho. Firmato. Il Contratto.
E son contenta, eh.
Ora pero' vado a smaltire il cagotto somatico, che lo so che dopo mesi e mesi che sminuzzo i marroni "e voglio un altro lavoro e voglio un altro lavoro e uffa e sgrung e mumble mumble e che misera e mieschina e che disperazione e me tapina e derelitta" dovrei solo stare zitta, esser contenta e andare a leccare i vetri della scuola fica per mostrare la mia riconoscenza all'intera struttura scolastica...
Eppero' al momento mi cago un po' addosso.
E visto che ci tengo ad essere una donna tutta di un piezzo mi cago addosso sia spiritualmente e metafisicamente che sul piano piu'biologico materiale.
Dalla tazza, a voi la linea,
Alice somatizzatrice
E son contenta, eh.
Ora pero' vado a smaltire il cagotto somatico, che lo so che dopo mesi e mesi che sminuzzo i marroni "e voglio un altro lavoro e voglio un altro lavoro e uffa e sgrung e mumble mumble e che misera e mieschina e che disperazione e me tapina e derelitta" dovrei solo stare zitta, esser contenta e andare a leccare i vetri della scuola fica per mostrare la mia riconoscenza all'intera struttura scolastica...
Eppero' al momento mi cago un po' addosso.
E visto che ci tengo ad essere una donna tutta di un piezzo mi cago addosso sia spiritualmente e metafisicamente che sul piano piu'biologico materiale.
Dalla tazza, a voi la linea,
Alice somatizzatrice
Tuesday, May 26, 2009
location location location
10 minuti a central park sono:
un gigante dalla faccia triste che fa bolle giganti:
La cugina di Maga Magò in vacanza & il pattinatore stanco
"Me stò a sposà" e le 40 damigelle
Un film in corso...
un uccellino rosso (c'era anche un uccellino blu che però non ha collaborato e non si è lasciato fotografare)
Un pirata con la fisarmonica (soggetto che alcuni di voi forse conoscon già)
e poi la macchina fotografica è morta, ma c'erano anche:
2 violiniste in pantaloncini e cappello di paglia
6 cinesi che ballavano una strana danza popolare con dei cappellini che avevano un nastro colorato sulla punta: loro scuotevano la testa e il nastro girava facendogli da aureola...
1 musicista di uno strano strumento musicale corde, con il petto nudo e i capelli neri avvolti in una treccia
...
...
Manchiamo solo io e la Pippi.
Ma ancora per poco, gente.
Che qui c'è un progettino in corso per l'estate....
Ora, provate a visualizzare con me...
(Immaginate la voce nasale e un po' monotona del furgoncino dell'arrotino che grida:)
Alice & Pippi, le tue maestrine di italiano al Parco! Venghino signori venghino, 10 dollàri e ve famo pure la divina commedia con le marionette, altro che Benigni, siori! Lasciate che i bambini vengano a noi, mamme e tate, nun ve preoccupate! Apriteci il vostro cuore e il vostro portafoglio, e noi vi apriamo la mente con l'italiano zen, la lettura animata, la pasta e l'insalata!
Non saremmo perfette?
Piazzate tra maga magò e il pirata.
Alice pianificatrice
un gigante dalla faccia triste che fa bolle giganti:
La cugina di Maga Magò in vacanza & il pattinatore stanco
"Me stò a sposà" e le 40 damigelle
Un film in corso...
un uccellino rosso (c'era anche un uccellino blu che però non ha collaborato e non si è lasciato fotografare)
Un pirata con la fisarmonica (soggetto che alcuni di voi forse conoscon già)
e poi la macchina fotografica è morta, ma c'erano anche:
2 violiniste in pantaloncini e cappello di paglia
6 cinesi che ballavano una strana danza popolare con dei cappellini che avevano un nastro colorato sulla punta: loro scuotevano la testa e il nastro girava facendogli da aureola...
1 musicista di uno strano strumento musicale corde, con il petto nudo e i capelli neri avvolti in una treccia
...
...
Manchiamo solo io e la Pippi.
Ma ancora per poco, gente.
Che qui c'è un progettino in corso per l'estate....
Ora, provate a visualizzare con me...
(Immaginate la voce nasale e un po' monotona del furgoncino dell'arrotino che grida:)
Alice & Pippi, le tue maestrine di italiano al Parco! Venghino signori venghino, 10 dollàri e ve famo pure la divina commedia con le marionette, altro che Benigni, siori! Lasciate che i bambini vengano a noi, mamme e tate, nun ve preoccupate! Apriteci il vostro cuore e il vostro portafoglio, e noi vi apriamo la mente con l'italiano zen, la lettura animata, la pasta e l'insalata!
Non saremmo perfette?
Piazzate tra maga magò e il pirata.
Alice pianificatrice
Sunday, May 24, 2009
Love story
La Alice Production è lieta di presentarvi questo cortometraggio artistico.
Un'allegoria potente, direbbe Ghezzi, un documentario di vita vissuta, aggiungerebbe Piero Angela, una cosa che parla al cuore dell'ammore (con due M) direbbe una finalista di Uomini e Donne.
Insomma.
Mica poca roba, eh.
Alice filmatrice.
P.s. non so perchè ma non son riuscita a metterlo a schermo piccolo e si mangia il testo... andatevelo a vedere sul tutubo, che qui fa un po' schifo mi sa...
P.p.s. ma voi non lo subite il fascino dell'artista di strada?!
Un'allegoria potente, direbbe Ghezzi, un documentario di vita vissuta, aggiungerebbe Piero Angela, una cosa che parla al cuore dell'ammore (con due M) direbbe una finalista di Uomini e Donne.
Insomma.
Mica poca roba, eh.
Alice filmatrice.
P.s. non so perchè ma non son riuscita a metterlo a schermo piccolo e si mangia il testo... andatevelo a vedere sul tutubo, che qui fa un po' schifo mi sa...
P.p.s. ma voi non lo subite il fascino dell'artista di strada?!
Saturday, May 23, 2009
addendum: Yes, I Can!!
Habemus Lavoro!!
Ebbene sì.
A sorpresa.
Al colloquio eravamo in quattro:
Una 50enne confusa e stordita, che non aveva ben chiaro cosa ci stesse facendo lì, e che, qualunque fosse il tema o il problema da affrontare, proponeva come panacea di tutto una visita al Metropolitan Museum (Oh, bello il Met, eh... ma non so quanto ci azzecchi con "Hai un bambino che ne ha spinto un'altro, te che fai?")
Una 35enne con capelli cortissimi biondo-bianchi, simpatica, con una voce molto dolce ma anche lei un po' svampita ("Scusa, non mi ricordo più la domanda"... "Di cosa stavamo parlando?" "Posso pensarci? Adesso sto ancora digerendo quanto ho osservato")
Una 23enne strafica, con tacco 10, preparatissima e con una parlantina strepitosa (l'avrei voluta uccidere).
Io. Vestita da figlia dei fiori. Che mugugnavo e gesticolavo furiosamente. e non vi dico le stalattitti di sudore ghiacciato che mi decoravano le ascelle.
40 minuti di osservazione in classe.
Una classe bellissima, con i tavoli luminosi e i proiettori, con un sacco di specchi, con uno spazio per la merenda apparecchiato (!), con piatti veri e bicchieri veri (!!).
Con i bagni a dimensione di bambino e senza porte (!!!).
Con i bambini che si muovevano da una postazione all'altra come pareva a loro.
Con insegnanti tranquille, dolci, sorridenti.
Insomma, bello.
Ho preso appunti come una forsennata per 40 minuti. Poi, al momento della discussione me li sono scordati.
Non so manco più cosa ho detto.
So che ad un certo punto è spuntato fuori il "Gun problem":
Durante l'osservazione uno dei bambini aveva preso un tubo e girava per la classe facendo Bang Bang, al che la bionda dice "Io probabilmente sarei intervenuta, perchè sono contro i giochi con le armi o intrisi di violenza".
Seguono a ruote le altre due: "Sì, è un argomento delicato, magari avrei suggerito un gioco diverso, avrei spostato l'attenzione del bambino... avrei..." "Io li avrei portati al Met a guardare le armature" (...).
"E lei?"
E a me verrebbe da dire "e 'sti cazzi". E visto che il filtro tra il cervello e la lingua non lavora bene da un po' di giorni a questa parte... l'ho dico, anche se in maniera un po' più argomentata, eh. Più o meno.
Insomma, alla fine pare che abbia vinto il "sti cazzi-Figlia-dei-Fiori" Style!
Ancora non ho firmato il contratto, e visto che sono una scaramantica e tendente al pessimismo cosmico aspetto a stappare la bottiglia di Brut e a prendere a schiaffi i colleghi della Supplì... ma come avrò vergato il mio nome con il sangue su quel pezzo di carta darò spettacolo gente... e magari mi licenzio già per luglio, che qui abbiam diritto a un po' di sano far niente!
Alice felice
Ebbene sì.
A sorpresa.
Al colloquio eravamo in quattro:
Una 50enne confusa e stordita, che non aveva ben chiaro cosa ci stesse facendo lì, e che, qualunque fosse il tema o il problema da affrontare, proponeva come panacea di tutto una visita al Metropolitan Museum (Oh, bello il Met, eh... ma non so quanto ci azzecchi con "Hai un bambino che ne ha spinto un'altro, te che fai?")
Una 35enne con capelli cortissimi biondo-bianchi, simpatica, con una voce molto dolce ma anche lei un po' svampita ("Scusa, non mi ricordo più la domanda"... "Di cosa stavamo parlando?" "Posso pensarci? Adesso sto ancora digerendo quanto ho osservato")
Una 23enne strafica, con tacco 10, preparatissima e con una parlantina strepitosa (l'avrei voluta uccidere).
Io. Vestita da figlia dei fiori. Che mugugnavo e gesticolavo furiosamente. e non vi dico le stalattitti di sudore ghiacciato che mi decoravano le ascelle.
40 minuti di osservazione in classe.
Una classe bellissima, con i tavoli luminosi e i proiettori, con un sacco di specchi, con uno spazio per la merenda apparecchiato (!), con piatti veri e bicchieri veri (!!).
Con i bagni a dimensione di bambino e senza porte (!!!).
Con i bambini che si muovevano da una postazione all'altra come pareva a loro.
Con insegnanti tranquille, dolci, sorridenti.
Insomma, bello.
Ho preso appunti come una forsennata per 40 minuti. Poi, al momento della discussione me li sono scordati.
Non so manco più cosa ho detto.
So che ad un certo punto è spuntato fuori il "Gun problem":
Durante l'osservazione uno dei bambini aveva preso un tubo e girava per la classe facendo Bang Bang, al che la bionda dice "Io probabilmente sarei intervenuta, perchè sono contro i giochi con le armi o intrisi di violenza".
Seguono a ruote le altre due: "Sì, è un argomento delicato, magari avrei suggerito un gioco diverso, avrei spostato l'attenzione del bambino... avrei..." "Io li avrei portati al Met a guardare le armature" (...).
"E lei?"
E a me verrebbe da dire "e 'sti cazzi". E visto che il filtro tra il cervello e la lingua non lavora bene da un po' di giorni a questa parte... l'ho dico, anche se in maniera un po' più argomentata, eh. Più o meno.
Insomma, alla fine pare che abbia vinto il "sti cazzi-Figlia-dei-Fiori" Style!
Ancora non ho firmato il contratto, e visto che sono una scaramantica e tendente al pessimismo cosmico aspetto a stappare la bottiglia di Brut e a prendere a schiaffi i colleghi della Supplì... ma come avrò vergato il mio nome con il sangue su quel pezzo di carta darò spettacolo gente... e magari mi licenzio già per luglio, che qui abbiam diritto a un po' di sano far niente!
Alice felice
Friday, May 22, 2009
fortunella io che sto tra le favole!
Terzo piano della Supplì.
Un signore sulla cinquantina, vestito elegante, con un panama bianco, passeggia verso la zona dei libri per bambini, vi si ferma davanti, esclama smarrito "Oh Mmio Ddio!" e fa rapidamente dietro dietro front. Mentre passa davanti al mio sguardo interrogativo spiega precipitosamente:
"... cercavo la sezione porno e sono finito in quella per bambini. Non è inquietante?! Terribile, terribile! Fortuna che non mi ha visto nessuno!... acqua in bocca signorina!" e calandosi il Panama discende sollevato verso il secondo piano, regno della lussuria e dell'erotica.
Alice sghignazzatrice
P.s. vado a fare il colloquio di gruppo alla scuola fica.
Oggi.
Tra circa 2 ore.
Quindi vendete di darvi da fare laggiù, che mi serve un tzunami di pensiero positivo e un bel po' di Makumbe di gruppo.
Alice agitatrice
Un signore sulla cinquantina, vestito elegante, con un panama bianco, passeggia verso la zona dei libri per bambini, vi si ferma davanti, esclama smarrito "Oh Mmio Ddio!" e fa rapidamente dietro dietro front. Mentre passa davanti al mio sguardo interrogativo spiega precipitosamente:
"... cercavo la sezione porno e sono finito in quella per bambini. Non è inquietante?! Terribile, terribile! Fortuna che non mi ha visto nessuno!... acqua in bocca signorina!" e calandosi il Panama discende sollevato verso il secondo piano, regno della lussuria e dell'erotica.
Alice sghignazzatrice
P.s. vado a fare il colloquio di gruppo alla scuola fica.
Oggi.
Tra circa 2 ore.
Quindi vendete di darvi da fare laggiù, che mi serve un tzunami di pensiero positivo e un bel po' di Makumbe di gruppo.
Alice agitatrice
Thursday, May 21, 2009
la Prima Donna
E' arrivata.
Gentilmente offerta in leasing da uno dei cervelloni economisti.
Blu, sportiva, con una ruota un po' storta ma per il resto in ottimo stato.
E da quando ha varcato la soglia di casa la nostra vita non è stata più la stessa.
La prima sera il Grinta l'ha rovesciata ruote all'aria e ha smanettato fino alle due di notte.
A quel punto, sporco di grasso e contento come un gigiolo ha dichiarato:
"Esco a fare un giretto"
"Ora?"
"Sì"
"Scusa. Forse sei scivolato sul fuso orario di Tokio, ma ORA, QUI, sono le due di notte, e te molli quella ferraglia e vieni a dormire con me"
"No, no, te non capisci! Il bello di essere un adulto è che puoi giocare con il tuo giochino nuovo quando e quanto ti pare, quindi io adesso voglio uscire e provarla!"
"Tu adesso invece fili nel letto, che non hai manco le lucine e non ho nessuna intenzione di passare la notte a raschiare i tuoi resti dall'asfalto perchè un SUV ti ha investito sulla Park Avenue!"
"Allora domattina mi sveglio prestissimo e faccio un giro!"
"..."
"E poi devo ASSOLUTAMENTE comprarmi un sacco di cose... la catena, e i guantini, e la borraccia, la cartina con le piste ciclabili... "
"..."
"Ah, Clettina, vedrai, diventerai bellissima", sospira il Grinta accarezzando con aria libidinosa il sellino in acrilico.
"Possiamo almeno levarla da in mezzo alle scatole? Dai che dà fastidio, mettiamola nell'angolino!"
"No! Nooo!! Voglio poterne vedere il profilo mentre mangiamo..."
"..."
E poi non stupitevi se una di queste mattine, avvelenata dal morbo della gelosia, le buco le gomme e le manometto la catena...
Alice minacciatrice
Gentilmente offerta in leasing da uno dei cervelloni economisti.
Blu, sportiva, con una ruota un po' storta ma per il resto in ottimo stato.
E da quando ha varcato la soglia di casa la nostra vita non è stata più la stessa.
La prima sera il Grinta l'ha rovesciata ruote all'aria e ha smanettato fino alle due di notte.
A quel punto, sporco di grasso e contento come un gigiolo ha dichiarato:
"Esco a fare un giretto"
"Ora?"
"Sì"
"Scusa. Forse sei scivolato sul fuso orario di Tokio, ma ORA, QUI, sono le due di notte, e te molli quella ferraglia e vieni a dormire con me"
"No, no, te non capisci! Il bello di essere un adulto è che puoi giocare con il tuo giochino nuovo quando e quanto ti pare, quindi io adesso voglio uscire e provarla!"
"Tu adesso invece fili nel letto, che non hai manco le lucine e non ho nessuna intenzione di passare la notte a raschiare i tuoi resti dall'asfalto perchè un SUV ti ha investito sulla Park Avenue!"
"Allora domattina mi sveglio prestissimo e faccio un giro!"
"..."
"E poi devo ASSOLUTAMENTE comprarmi un sacco di cose... la catena, e i guantini, e la borraccia, la cartina con le piste ciclabili... "
"..."
"Ah, Clettina, vedrai, diventerai bellissima", sospira il Grinta accarezzando con aria libidinosa il sellino in acrilico.
"Possiamo almeno levarla da in mezzo alle scatole? Dai che dà fastidio, mettiamola nell'angolino!"
"No! Nooo!! Voglio poterne vedere il profilo mentre mangiamo..."
"..."
E poi non stupitevi se una di queste mattine, avvelenata dal morbo della gelosia, le buco le gomme e le manometto la catena...
Alice minacciatrice
Tuesday, May 19, 2009
qui manco Mary Poppins ce la può fare
Bene, ho 6 madri che vogliono una maestra.
Una maestra itinerante, per tre giorni alla settimana.
Che vada ogni settimana in una casa diversa.
A fare lezione nel loro soggiorno.
A 6 nani di 3 anni.
Ogni settimana, la madre ospitante fa da assistente.
Ogni settimana vogliono un tema diverso, e possibilmente anche un mini programmino di alfabetizzazione, perchè insomma, l'anno prossimo i nani avranno 4 anni e serebbe bello che potessero già leggiucchiare un po' il New Yorker.
Vogliono che gli scriva:
Un curriculum per l'anno a venire.
La lista dei temi e delle attività.
La scansione settimanale.
La struttura delle tre ore di lezione.
I miei fondamenti pedagogici.
Epperò ancora non si sa per quanta grana io sia tenuta a fare tutto sto ambaradan.
Poi c'è una scuola che segue il metodo Reggio Emilia, e che prima del "colloquio osservativo", in cui con le altre candidate dovrò osservare 40 minuti di attività in classe, 20 minuti di video e poi commentare, fare inferenze e suggerire attività alternative, bene, prima di tutto questo mi manda un questionario con domande del tipo:
Who is a child?
What is childhood?
How do we learn?
How does a child learn?
What is the relationship between theory and practice?
And between school and education?
What is the role of school in society?
Ora, io capisco che è la grande Mela, ma qualcuno un pelino normale tra 'ste 7 milioni di anime, lo posso trovare?
Alice sospiratrice
P.s Peccato comunque che il Grinta mi abbia corretto il questionario apportando drastiche censure... avevo fatto tutta una tirata sulla funzione rivoluzionaria della scuola (e su come tutte le dittature come prima cosa mettono le mani sui programmi scolastici) che era bellerrima... cioè loro posson delirare e io no???!!
Una maestra itinerante, per tre giorni alla settimana.
Che vada ogni settimana in una casa diversa.
A fare lezione nel loro soggiorno.
A 6 nani di 3 anni.
Ogni settimana, la madre ospitante fa da assistente.
Ogni settimana vogliono un tema diverso, e possibilmente anche un mini programmino di alfabetizzazione, perchè insomma, l'anno prossimo i nani avranno 4 anni e serebbe bello che potessero già leggiucchiare un po' il New Yorker.
Vogliono che gli scriva:
Un curriculum per l'anno a venire.
La lista dei temi e delle attività.
La scansione settimanale.
La struttura delle tre ore di lezione.
I miei fondamenti pedagogici.
Epperò ancora non si sa per quanta grana io sia tenuta a fare tutto sto ambaradan.
Poi c'è una scuola che segue il metodo Reggio Emilia, e che prima del "colloquio osservativo", in cui con le altre candidate dovrò osservare 40 minuti di attività in classe, 20 minuti di video e poi commentare, fare inferenze e suggerire attività alternative, bene, prima di tutto questo mi manda un questionario con domande del tipo:
Who is a child?
What is childhood?
How do we learn?
How does a child learn?
What is the relationship between theory and practice?
And between school and education?
What is the role of school in society?
Ora, io capisco che è la grande Mela, ma qualcuno un pelino normale tra 'ste 7 milioni di anime, lo posso trovare?
Alice sospiratrice
P.s Peccato comunque che il Grinta mi abbia corretto il questionario apportando drastiche censure... avevo fatto tutta una tirata sulla funzione rivoluzionaria della scuola (e su come tutte le dittature come prima cosa mettono le mani sui programmi scolastici) che era bellerrima... cioè loro posson delirare e io no???!!
Monday, May 18, 2009
visual meme. il tavolo della vergogna.
Io e il Grinta siamo due spiriti disordinati.
Io e il Grinta spargiamo vestiti sporchi in giro per la topaia come coriandoli, collezioniamo torri di piatti sporchi nel lavello della cucina, passeggiamo imperturbabili a piedi scalzi sulla moquette di polvere e tra i cespugli nomadi di capelli che rotolano come nel deserto texano.
Insomma, siamo due sporcelli.
e poi io e il Grinta non abbiamo una vera e proprio scrivania.
Abbiamo un tavolo Ikea (di seconda mano) che fa da:
piano di lavoro (per i momenti in cui il Grinta Gioca a fare Mimì Metallurgico)
atellier artistico (in cui i paciocco come un duenne con pastelli o plastilina)
zona studio
desco familiare
sala riunioni
zona cinema
catalizzatore di schifi
Insomma, un tavolo multi funzione, ecco.
Quindi mi vergogno un po' (e già sento la suocera commentare "E fai bene, fai!, Guarda che indecenza, due zozzoni!"), ma se Nonsisamai chiede io rispondo, gente:
La versione in bianco e nero forse forse, ci salva...
Ma la verità è questa:
Volete giocare un po'? Avete già finito la settimana enigmistica e vi annoiate?
Trovate, nell'immagine:
l'unica tazza con dentro ancora del thè
una penna
il cavatappi
il botticino con l'essenza pachuli per sovrastare il tanfo di chiuso
le chiavi di casa (ok, adesso sono in vista, ma vi assicuro che non appena dovrò uscire useranno un'antica formula shamanica e si nasconderanno da qualche parte)
la carta dell'ultima tavoletta di cioccolata
un coltello che non taglia.
... e forse, se guardate bene... chissà, magari beccate pure una blatta a passeggio, non so.
Ah, e per cortesia lasciam perdere la massa gelatinosa di vestiti che sta prendendo vita sul divano, che quella è un'altra faccenda...
E voi?!
Alice incasinatrice
Io e il Grinta spargiamo vestiti sporchi in giro per la topaia come coriandoli, collezioniamo torri di piatti sporchi nel lavello della cucina, passeggiamo imperturbabili a piedi scalzi sulla moquette di polvere e tra i cespugli nomadi di capelli che rotolano come nel deserto texano.
Insomma, siamo due sporcelli.
e poi io e il Grinta non abbiamo una vera e proprio scrivania.
Abbiamo un tavolo Ikea (di seconda mano) che fa da:
piano di lavoro (per i momenti in cui il Grinta Gioca a fare Mimì Metallurgico)
atellier artistico (in cui i paciocco come un duenne con pastelli o plastilina)
zona studio
desco familiare
sala riunioni
zona cinema
catalizzatore di schifi
Insomma, un tavolo multi funzione, ecco.
Quindi mi vergogno un po' (e già sento la suocera commentare "E fai bene, fai!, Guarda che indecenza, due zozzoni!"), ma se Nonsisamai chiede io rispondo, gente:
La versione in bianco e nero forse forse, ci salva...
Ma la verità è questa:
Volete giocare un po'? Avete già finito la settimana enigmistica e vi annoiate?
Trovate, nell'immagine:
l'unica tazza con dentro ancora del thè
una penna
il cavatappi
il botticino con l'essenza pachuli per sovrastare il tanfo di chiuso
le chiavi di casa (ok, adesso sono in vista, ma vi assicuro che non appena dovrò uscire useranno un'antica formula shamanica e si nasconderanno da qualche parte)
la carta dell'ultima tavoletta di cioccolata
un coltello che non taglia.
... e forse, se guardate bene... chissà, magari beccate pure una blatta a passeggio, non so.
Ah, e per cortesia lasciam perdere la massa gelatinosa di vestiti che sta prendendo vita sul divano, che quella è un'altra faccenda...
E voi?!
Alice incasinatrice
Sunday, May 17, 2009
indovina l'oggetto
Ciao, Cosa sono?
Sì,
esatto.
Sono la Fu-folta capigliatura del Grinta.
Alice mi adorava, trovava che gli conferisse un non so che di Lancillotto e un'aria da figlio dei fiori... eppure sono finito così, sul pavimento, tagliato via in malo modo.
La dura vita del pelo superfluo.
I tempi in cui facevo il mio dovere il Grinta appariva così:
Ora, senza di me, il Grinta ha quella che definirei una capigliatura a funghetto elettrico.
Insomma, è un po' una...
E già grazie che con le forbici arrugginite e senza lama non gli sia venuto in testa un ananas esploso.
E sì, si sarebbe pure potuto decidere di investire 20-30 dollari in un parrucchiere, ma vuoi mettere il brivido?
E poi c'è la recessione.
E poi Alice si diverte a sforbiciare il Grinta.
(Gente, li ho pure "sfoltiti e scalati in alto" come su richiesta di mister Pignolo. Se mi butta male con le scuole o le librerie mi lancio come shampista e faccio il botto)
E comunque speriamo che si sbrighino a ricrescere, che con i capelli corti il Grinta è quasi scambiabile per una persona seria.
Alice tagliuzzatrice
Sì,
esatto.
Sono la Fu-folta capigliatura del Grinta.
Alice mi adorava, trovava che gli conferisse un non so che di Lancillotto e un'aria da figlio dei fiori... eppure sono finito così, sul pavimento, tagliato via in malo modo.
La dura vita del pelo superfluo.
I tempi in cui facevo il mio dovere il Grinta appariva così:
Ora, senza di me, il Grinta ha quella che definirei una capigliatura a funghetto elettrico.
Insomma, è un po' una...
E già grazie che con le forbici arrugginite e senza lama non gli sia venuto in testa un ananas esploso.
E sì, si sarebbe pure potuto decidere di investire 20-30 dollari in un parrucchiere, ma vuoi mettere il brivido?
E poi c'è la recessione.
E poi Alice si diverte a sforbiciare il Grinta.
(Gente, li ho pure "sfoltiti e scalati in alto" come su richiesta di mister Pignolo. Se mi butta male con le scuole o le librerie mi lancio come shampista e faccio il botto)
E comunque speriamo che si sbrighino a ricrescere, che con i capelli corti il Grinta è quasi scambiabile per una persona seria.
Alice tagliuzzatrice
Friday, May 15, 2009
Spaninglish, I'm coming!!
Ora, visto che sono ormai in modalità "ricerca compulsiva", e sparo curriculum come Spiderman le ragnatele (alla cacchio di cane ma simulando il completo controllo della situazione) alle volte capita che mi ritrovo a fare un colloquio per qualcosa che non so assolutamente fare.
E, lo confesso, questi sono a mio modesto parere i colloqui migliori:
Perchè sai che tanto non hai manco mezza possibilità e quindi vai all'appuntamento
serena,
già pronta ad incassare con il sorriso,
vestita da profuga, che mica vorrai metterti in tiro per farti dare un calcio nel culo?! Puoi tranquillamente prenderlo con addosso un paio jeans,
con ancora le caccole agli occhi,
senza portarti ampresso i moduli che dovevi compilare,
senza avere con te i documenti che dovevi portare,
con i capelli sporchi e dei ciuffi rasta che svettano come i serpentelli di Medusa.
Non ti sei manco strappata quei dannati peli superfui che ombreggiano e dondolano sopra il tuo labbro superiore e, sì, insomma, hai dei baffazzi che manco Magnum P.I. (e il Grinta, ovviamente, perde l'ennesima occasione per ingoiarsi la lingua e te lo fa notare con il suo solito tatto: "Amore, vuoi che li impomatiamo? Li preferisci alla Dalì o alla Groucho marx?").
ed è così che mi presento per un posto come (vi lascio lo spazio bianco così potete ridere assieme a me!)
traduttrice
e
interprete
free
lance
.... finito di ridere?
No? Fate con comodo, che pure io mi sto spanciando.
Arrivo e già so cosa mi aspetta; ci sarà un tizio incravattato con i capelli leccati e le scarpe di vernice che con accento british che dirà qualcosa del tipo "Buongiorno, traduca questo brano di 500 parole dall'italiano all'inglese. Come? Non sa lo spelling? Grazie. Arrivederla. E buona fortuna".
E allora entro, un po' ma serena, nella suite del ventesimo piano di un edificio tutto luccicoso.
E mi ritrovo davanti un tizio giovane, con il capello scompigliato, una maglietta che lascia in mostra il tribale sul bicipite e le scarpe da ginnastica: "Ciau io sono il capo, siediti e raccontami di te"
e improvvisamente mi vedo riflessa negli occhi di questo giovine belloccio... i baffi, i capelli rasta e le scarpe da ginnastica e penso "Ohmmerda". Invece dico:
"bene, io sono Alice, non so bene che ci faccio qui, non ho mai fatto traduzioni e il massimo che ho interpretato sono le istruizioni del mio letto Ikea... "
"bene, allora ti mettiamo nella lista dei nostri free lance"
"?"
"Noi, quando abbiam bisogno ti chiamiamo. Con un paio di giorni di anticipo. Ti diciamo dove andare e il nome del tuo contatto, che sarà il tuo referente per la giornata di lavoro. In genere noi lavoriamo con le scuole: c'è una grande comunità ispanica, e i professori e i presidi non sanno come comunicare con i genitori dei ragazzi, perchè spesso non parlano inglese... te vai lì e traduci dall'inglese allo spagnolo e viceversa, dal vivo"
"??"
"Non fargli dire più di 2 o 3 frasi per volta... se corrono interrompili, traduci e falli riprendere a parlare. Traduci esattamente quello che dicono, non modificare in alcun modo la conversazione. Sii neutrale, non partecipare alla conversazione, non dare le tue opinioni e non lasciar trasparire il tuo giudizio. Quando traduci, tu sei l'altra persona: se quello dice"devo andare in bagno" tu traduci "tengo que ir al aseo". Ciascun lavoro è di minimo 2 ore, alle volte 5. Non garantiamo un minimo nè un massimo di telefonate: magari lavorerai una volta al mese, magari tutte le settimane. Hai domande?"
"?"
"Mbè?"
"Cioè mi stai assumendo?"
"Che, non lo vuoi il lavoro?"
"Si?"
"Ooook! Domande?"
"No?"
"Ottimo. Firma qui. Benvenuta in famiglia"
"grazie?"
"Se poi ti piace il lavoro, te la cavi bene e te la senti ti spostiamo negli ospedali e magari pure nel settore avvocatizio, vediamo, ok?"
"ok? Ok."
Quindi.
Potrebbero chiamarmi per andare a fare l'interprete dall'inglese allo spagnolo e dallo spagnolo all'inglese.
Cioè da una lingua che sto dimenticando a una che sto cercando di imparare.
Probabilmente a tradurre cose del tipo "Suo figlio ha dato fuoco all'insegnante di chimica, signora, la prossima volta gli faccia lasciare il lanciafiamme a casa".
Ma se me la cavo bene andrò a tradurre cose del tipo: "E' la febbre del Lemming, signor Pancho. Il dottor House dice che dobbiamo legarla al letto e amputarle le gambe, perchè tra poco un istinto atavico la spingerà a lanciarsi giù dal ponte di Brooklyn"
E se poi divento una strafica potrò cimentarmi con frasi del tipo: "la scientifica ha individuato le sue impronte sul luogo del delitto, Carmencita, credo che dovremmo patteggiare... in fondo 20 anni passano in fretta".
Non sto nella pelle!
Alice interpretatrice
E, lo confesso, questi sono a mio modesto parere i colloqui migliori:
Perchè sai che tanto non hai manco mezza possibilità e quindi vai all'appuntamento
serena,
già pronta ad incassare con il sorriso,
vestita da profuga, che mica vorrai metterti in tiro per farti dare un calcio nel culo?! Puoi tranquillamente prenderlo con addosso un paio jeans,
con ancora le caccole agli occhi,
senza portarti ampresso i moduli che dovevi compilare,
senza avere con te i documenti che dovevi portare,
con i capelli sporchi e dei ciuffi rasta che svettano come i serpentelli di Medusa.
Non ti sei manco strappata quei dannati peli superfui che ombreggiano e dondolano sopra il tuo labbro superiore e, sì, insomma, hai dei baffazzi che manco Magnum P.I. (e il Grinta, ovviamente, perde l'ennesima occasione per ingoiarsi la lingua e te lo fa notare con il suo solito tatto: "Amore, vuoi che li impomatiamo? Li preferisci alla Dalì o alla Groucho marx?").
ed è così che mi presento per un posto come (vi lascio lo spazio bianco così potete ridere assieme a me!)
traduttrice
e
interprete
free
lance
.... finito di ridere?
No? Fate con comodo, che pure io mi sto spanciando.
Arrivo e già so cosa mi aspetta; ci sarà un tizio incravattato con i capelli leccati e le scarpe di vernice che con accento british che dirà qualcosa del tipo "Buongiorno, traduca questo brano di 500 parole dall'italiano all'inglese. Come? Non sa lo spelling? Grazie. Arrivederla. E buona fortuna".
E allora entro, un po' ma serena, nella suite del ventesimo piano di un edificio tutto luccicoso.
E mi ritrovo davanti un tizio giovane, con il capello scompigliato, una maglietta che lascia in mostra il tribale sul bicipite e le scarpe da ginnastica: "Ciau io sono il capo, siediti e raccontami di te"
e improvvisamente mi vedo riflessa negli occhi di questo giovine belloccio... i baffi, i capelli rasta e le scarpe da ginnastica e penso "Ohmmerda". Invece dico:
"bene, io sono Alice, non so bene che ci faccio qui, non ho mai fatto traduzioni e il massimo che ho interpretato sono le istruizioni del mio letto Ikea... "
"bene, allora ti mettiamo nella lista dei nostri free lance"
"?"
"Noi, quando abbiam bisogno ti chiamiamo. Con un paio di giorni di anticipo. Ti diciamo dove andare e il nome del tuo contatto, che sarà il tuo referente per la giornata di lavoro. In genere noi lavoriamo con le scuole: c'è una grande comunità ispanica, e i professori e i presidi non sanno come comunicare con i genitori dei ragazzi, perchè spesso non parlano inglese... te vai lì e traduci dall'inglese allo spagnolo e viceversa, dal vivo"
"??"
"Non fargli dire più di 2 o 3 frasi per volta... se corrono interrompili, traduci e falli riprendere a parlare. Traduci esattamente quello che dicono, non modificare in alcun modo la conversazione. Sii neutrale, non partecipare alla conversazione, non dare le tue opinioni e non lasciar trasparire il tuo giudizio. Quando traduci, tu sei l'altra persona: se quello dice"devo andare in bagno" tu traduci "tengo que ir al aseo". Ciascun lavoro è di minimo 2 ore, alle volte 5. Non garantiamo un minimo nè un massimo di telefonate: magari lavorerai una volta al mese, magari tutte le settimane. Hai domande?"
"?"
"Mbè?"
"Cioè mi stai assumendo?"
"Che, non lo vuoi il lavoro?"
"Si?"
"Ooook! Domande?"
"No?"
"Ottimo. Firma qui. Benvenuta in famiglia"
"grazie?"
"Se poi ti piace il lavoro, te la cavi bene e te la senti ti spostiamo negli ospedali e magari pure nel settore avvocatizio, vediamo, ok?"
"ok? Ok."
Quindi.
Potrebbero chiamarmi per andare a fare l'interprete dall'inglese allo spagnolo e dallo spagnolo all'inglese.
Cioè da una lingua che sto dimenticando a una che sto cercando di imparare.
Probabilmente a tradurre cose del tipo "Suo figlio ha dato fuoco all'insegnante di chimica, signora, la prossima volta gli faccia lasciare il lanciafiamme a casa".
Ma se me la cavo bene andrò a tradurre cose del tipo: "E' la febbre del Lemming, signor Pancho. Il dottor House dice che dobbiamo legarla al letto e amputarle le gambe, perchè tra poco un istinto atavico la spingerà a lanciarsi giù dal ponte di Brooklyn"
E se poi divento una strafica potrò cimentarmi con frasi del tipo: "la scientifica ha individuato le sue impronte sul luogo del delitto, Carmencita, credo che dovremmo patteggiare... in fondo 20 anni passano in fretta".
Non sto nella pelle!
Alice interpretatrice
Wednesday, May 13, 2009
asian style
La Pippi, oltre a fare la tata-schiava al servizio della Peppa e di Biella, la piccola modella, ha trovato un nuovo eccitante lavoro.
Insegna inglese agli immigrati coreani e indiani.
E si spancia dalle risate.
Visto che l'ultima lezione era sul cibo, e visto che i coreani parlavano di cibo coreano, e visto che le dicevano "tu il vero cibo coreano, oh donna dell'Occidente, non lo conosci, tu devi provare quello che fa la mia mammà, altro che polenta e tortellini in brodo" ha accettato un'uscita serale ed è andata, con tre coreani alti una mela o poco più, in un vero ristorante coreano.
Al tavolo i tre si son trasformati in gourmet della Slow Food, le han spiegato per filo e per segno ogni piatto e poi hanno ordinato per lei.
All'arrivo delle 7 portate e delle 14 salsine, zuppette e spezie le hanno preparato amorevolmente i piattini:
"no no no... la salsa rossa va con il riso, quella verde con la carne, questo è per le verdurine, quest'altro è per dopo, prima si mangia questo, poi quello e quell'altro..."
Improvvisamente catapultata nel cuore di Seul la Pippi ha cercato di dare il meglio di sè, ma la cena si è rivelata complicatissima già dall'inizio:
"Ma come tieni quelle bacchette???!"
"No, no, si fa così, guarda me"
"Riprova per bene"
"Stringi, rilassa, è questione di polso"
"Sembri spastica"
"hai problemi di artrosi in famiglia?"
Dopo 10 minuti di fallimentari tentativi in cui la Pippi ha lottato tentando di domare i bastoncini imbizzarriti i coreani sono arresi e le hanno ordinato una forchetta.
All'arrivo dello strumento occidentale hanno confabulato tra di loro in coreano e poi un portavoce ha detto:
"Sai, secondo me non è colpa tua se fai schifo con le bacchette.
Mi sa proprio che voi occidentali avete una falange in meno"
Ora, mica per dire, ma sentire il proprio allievo, che si incasina con il bancomat che gli parla inglese, ricordarsi una parola come "phalanx" deve essere un'emozione che non ha prezzo.
Al termine della cena i tre coreani affrontano un argomento delicato: "Ma che cosa pensate voi occidentali di noi asiatici? No, perchè noi vorremmo delle fidanzate occidentali, ma chissà se l'Asian Style piace? Ci trovate belli? Siamo troppo bassi?"
A quel punto la Pippi ha avuto una delle sue folgoranti illuminazioni (Uh, quanto amo questa donna!) ed ha iniziato un esperimento didattico, e mentre si preparavano per uscire dal ristorante ha dichiarato "bene, allora adesso, per rispondere alla vostra domanda antropologica, facciamo un'esperimento didattico!"
Ha tirato fuori carta e penna, ha scarabocchiato qualche tabella e qualche grafico e ha dato le istruzioni:
"Pronti? Sulla strada di casa noi fermiamo tutte le ragazze che incontriamo, le diciamo che stiamo facendo una ricerca sugli stereotipi e gli chiediamo che cosa pensano quando vedono un asiatico! Osservazione sul campo, ragazzi, forza! E scrivete le risposte che poi vi correggo lo spelling"
Durante la notte, la Pippi e quattro coreani esaltatissimi hanno intervistato decine di ragazze.
E se ve lo state chiedendo, sappiate che la maggioranza del campione trova che gli asiatici siano fichissimi, ritiene gli occhi a mandorla molto sexy e pensa subito a Bruce Lee, alla pace interiore e alla meditazione Zen.
I tre coreani sono tornati a casa con una botta di autostima che levatevi!
Alice coreanizzatrice
Insegna inglese agli immigrati coreani e indiani.
E si spancia dalle risate.
Visto che l'ultima lezione era sul cibo, e visto che i coreani parlavano di cibo coreano, e visto che le dicevano "tu il vero cibo coreano, oh donna dell'Occidente, non lo conosci, tu devi provare quello che fa la mia mammà, altro che polenta e tortellini in brodo" ha accettato un'uscita serale ed è andata, con tre coreani alti una mela o poco più, in un vero ristorante coreano.
Al tavolo i tre si son trasformati in gourmet della Slow Food, le han spiegato per filo e per segno ogni piatto e poi hanno ordinato per lei.
All'arrivo delle 7 portate e delle 14 salsine, zuppette e spezie le hanno preparato amorevolmente i piattini:
"no no no... la salsa rossa va con il riso, quella verde con la carne, questo è per le verdurine, quest'altro è per dopo, prima si mangia questo, poi quello e quell'altro..."
Improvvisamente catapultata nel cuore di Seul la Pippi ha cercato di dare il meglio di sè, ma la cena si è rivelata complicatissima già dall'inizio:
"Ma come tieni quelle bacchette???!"
"No, no, si fa così, guarda me"
"Riprova per bene"
"Stringi, rilassa, è questione di polso"
"Sembri spastica"
"hai problemi di artrosi in famiglia?"
Dopo 10 minuti di fallimentari tentativi in cui la Pippi ha lottato tentando di domare i bastoncini imbizzarriti i coreani sono arresi e le hanno ordinato una forchetta.
All'arrivo dello strumento occidentale hanno confabulato tra di loro in coreano e poi un portavoce ha detto:
"Sai, secondo me non è colpa tua se fai schifo con le bacchette.
Mi sa proprio che voi occidentali avete una falange in meno"
Ora, mica per dire, ma sentire il proprio allievo, che si incasina con il bancomat che gli parla inglese, ricordarsi una parola come "phalanx" deve essere un'emozione che non ha prezzo.
Al termine della cena i tre coreani affrontano un argomento delicato: "Ma che cosa pensate voi occidentali di noi asiatici? No, perchè noi vorremmo delle fidanzate occidentali, ma chissà se l'Asian Style piace? Ci trovate belli? Siamo troppo bassi?"
A quel punto la Pippi ha avuto una delle sue folgoranti illuminazioni (Uh, quanto amo questa donna!) ed ha iniziato un esperimento didattico, e mentre si preparavano per uscire dal ristorante ha dichiarato "bene, allora adesso, per rispondere alla vostra domanda antropologica, facciamo un'esperimento didattico!"
Ha tirato fuori carta e penna, ha scarabocchiato qualche tabella e qualche grafico e ha dato le istruzioni:
"Pronti? Sulla strada di casa noi fermiamo tutte le ragazze che incontriamo, le diciamo che stiamo facendo una ricerca sugli stereotipi e gli chiediamo che cosa pensano quando vedono un asiatico! Osservazione sul campo, ragazzi, forza! E scrivete le risposte che poi vi correggo lo spelling"
Durante la notte, la Pippi e quattro coreani esaltatissimi hanno intervistato decine di ragazze.
E se ve lo state chiedendo, sappiate che la maggioranza del campione trova che gli asiatici siano fichissimi, ritiene gli occhi a mandorla molto sexy e pensa subito a Bruce Lee, alla pace interiore e alla meditazione Zen.
I tre coreani sono tornati a casa con una botta di autostima che levatevi!
Alice coreanizzatrice
Monday, May 11, 2009
autodistruzione
E sei reduce dal colloquio.
In una scuola normale.
Anzi, proprio bella: spaziosa, luminosa, con tanti giochi, un salone, un angolo pittura e uno spazio per lo story telling.
Con bambini normali.
Anzi, proprio simpatici, vivaci ma non isterici, nessun frignone, nessun iper-cinetico, nessun lamentoso. Un gruppo sveglio e curioso.
Con insegnanti normali.
Anzi, proprio bravi: pazienti, autorevoli, ironici, aperti, pieni di idee. I colleghi dei tuoi sogni.
Bellissimo.
Tutto
Eppeccato che hai fatto cagarissimo.
In breve: al primo colloquio la preside aveva detto "bel curriculum, vieni a trovarci un altro giorno, quando c'è la sezione, così vedi come lavoriamo"
Almeno, questo è quello che tu avevi capito.
Invece la preside aveva detto: "bel curriculum, vieni a fare UN'ATTIVITA' un altro giorno, quando c'è la sezione, così vediamo come lavori"
E te arrivi e non hai una mazza. Non hai preparato nesun Art Project, nemmeno una lettura, niente.
A così frughi nella borsa e l'unica cosa che trovi è il nuovo libro per bambini che ti sei complusivamente comprata e ti dici "Eccheccazzo, ho fatto laboratori di lettura per 5 anni di seguito, vuoi che non sia capace di acchiappare questa dozzina di nani con un bel libro?!"
E dimentichi che il libro è in una lingua a te ostica se non ostile, e che prima di una lettura ad alta voce ci si deve preparare, e finisci a balbettare davanti ai nani frasi palesemente sgrammaticate, a sudare peggio che in una sauna svedese e ad annaspare.
E non riesci a ricordarti i nomi di nessuno, perchè sono nomi incomprensibili, e quindi nel dubbio stai zitta.
E non sai dove siano le cose, e anzichè chiedere resti lì seduta e cerchi di mimetizzarti tra i duenni, con cui tra l'altro condividi il QI.
E senti le occhiate perplesse delle insegnanti e della preside e vorresti gridare "C'è uno sbaglio, questa non sono io, davvero!" e invece continui a startene dannatamente muta e sempre più in imbarazzo.
E quando il colloquio finisce con un politicamente corretto "Grazie, se saremo interessati le faremo sapere" te non sai se sorridere di sollievo perchè questa figura meschina è finalmente finita o piangere di disperazione perchè per una dannata volta che il lavoro lo volevi davvero e ti piaceva sei riuscita a rovinare tutto con le tue fottute mani.
Ora mi ripiglio, eh, giuro, ma nel frattempo temo che mi fumerò una sigaretta consolatoria.
Pensatemi così, avvolta in una nube di fumo depressivo a guardare nel vuoto e interrogarmi: "perchè sei così imbecille? Perchè?"
Alice rovinatrice
In una scuola normale.
Anzi, proprio bella: spaziosa, luminosa, con tanti giochi, un salone, un angolo pittura e uno spazio per lo story telling.
Con bambini normali.
Anzi, proprio simpatici, vivaci ma non isterici, nessun frignone, nessun iper-cinetico, nessun lamentoso. Un gruppo sveglio e curioso.
Con insegnanti normali.
Anzi, proprio bravi: pazienti, autorevoli, ironici, aperti, pieni di idee. I colleghi dei tuoi sogni.
Bellissimo.
Tutto
Eppeccato che hai fatto cagarissimo.
In breve: al primo colloquio la preside aveva detto "bel curriculum, vieni a trovarci un altro giorno, quando c'è la sezione, così vedi come lavoriamo"
Almeno, questo è quello che tu avevi capito.
Invece la preside aveva detto: "bel curriculum, vieni a fare UN'ATTIVITA' un altro giorno, quando c'è la sezione, così vediamo come lavori"
E te arrivi e non hai una mazza. Non hai preparato nesun Art Project, nemmeno una lettura, niente.
A così frughi nella borsa e l'unica cosa che trovi è il nuovo libro per bambini che ti sei complusivamente comprata e ti dici "Eccheccazzo, ho fatto laboratori di lettura per 5 anni di seguito, vuoi che non sia capace di acchiappare questa dozzina di nani con un bel libro?!"
E dimentichi che il libro è in una lingua a te ostica se non ostile, e che prima di una lettura ad alta voce ci si deve preparare, e finisci a balbettare davanti ai nani frasi palesemente sgrammaticate, a sudare peggio che in una sauna svedese e ad annaspare.
E non riesci a ricordarti i nomi di nessuno, perchè sono nomi incomprensibili, e quindi nel dubbio stai zitta.
E non sai dove siano le cose, e anzichè chiedere resti lì seduta e cerchi di mimetizzarti tra i duenni, con cui tra l'altro condividi il QI.
E senti le occhiate perplesse delle insegnanti e della preside e vorresti gridare "C'è uno sbaglio, questa non sono io, davvero!" e invece continui a startene dannatamente muta e sempre più in imbarazzo.
E quando il colloquio finisce con un politicamente corretto "Grazie, se saremo interessati le faremo sapere" te non sai se sorridere di sollievo perchè questa figura meschina è finalmente finita o piangere di disperazione perchè per una dannata volta che il lavoro lo volevi davvero e ti piaceva sei riuscita a rovinare tutto con le tue fottute mani.
Ora mi ripiglio, eh, giuro, ma nel frattempo temo che mi fumerò una sigaretta consolatoria.
Pensatemi così, avvolta in una nube di fumo depressivo a guardare nel vuoto e interrogarmi: "perchè sei così imbecille? Perchè?"
Alice rovinatrice
Sunday, May 10, 2009
addendum
Riguardo al post di ieri, ed alla dipendenza da computer... abbiamo trovato il giochino-totemico.
Il passatempo virtuale che più si confà al Grinta.
Non so come si chiami, e non so come abbia fatto il Grinta a scovarlo, comunque si tratta di un giochino simile al buon vecchio Mario Bross: quadri da superare che si fanno via via più difficili.
Il protagonista è una sorta di fantasmino nuvoletta, un feto paffuto, sorridente e coccoloso che quando muore esplode in una nube di sangue e ossa.
E per saltare, per muoversi, per superare gli ostacoli più difficili, ha una sola e unica arma segreta.
Il suo vomito.
Il fantasmino svomitazza peggio della bambina dell'esorcista e la pressione del getto gli permette acrobazie incredibili.
Visto che il vomito però è limitato, e lungo il cammino non c'è cibo con cui alimentare i suoi succhi gastrici... dopo una potente svomitazzata il fantasmino si rimangia gioioso il suo prodotto interno lordato.
Il Grinta ovviamente ha già completato tutti i quadri, ma continua a giochicchiarci estasiato, anche perchè questo stupido coso gli dà l'pportuità di scandire frasi del tipo:
"Forse devo vomitare verso l'alto"
"Ecco, lo sapevo, non ho mangiato abbastanza vomito"
"Amore, tu dove vomiteresti?"
e via discorrendo.
Giuro, vorrei tanto vedere in faccia il padre di cotanta idea.
Alice videogiocatrice
Il passatempo virtuale che più si confà al Grinta.
Non so come si chiami, e non so come abbia fatto il Grinta a scovarlo, comunque si tratta di un giochino simile al buon vecchio Mario Bross: quadri da superare che si fanno via via più difficili.
Il protagonista è una sorta di fantasmino nuvoletta, un feto paffuto, sorridente e coccoloso che quando muore esplode in una nube di sangue e ossa.
E per saltare, per muoversi, per superare gli ostacoli più difficili, ha una sola e unica arma segreta.
Il suo vomito.
Il fantasmino svomitazza peggio della bambina dell'esorcista e la pressione del getto gli permette acrobazie incredibili.
Visto che il vomito però è limitato, e lungo il cammino non c'è cibo con cui alimentare i suoi succhi gastrici... dopo una potente svomitazzata il fantasmino si rimangia gioioso il suo prodotto interno lordato.
Il Grinta ovviamente ha già completato tutti i quadri, ma continua a giochicchiarci estasiato, anche perchè questo stupido coso gli dà l'pportuità di scandire frasi del tipo:
"Forse devo vomitare verso l'alto"
"Ecco, lo sapevo, non ho mangiato abbastanza vomito"
"Amore, tu dove vomiteresti?"
e via discorrendo.
Giuro, vorrei tanto vedere in faccia il padre di cotanta idea.
Alice videogiocatrice
nuove tecnologie
Un computer non basta.
Quando siamo a casa sia io che il Grinta un computer non basta:
Io voglio passare ore e ore su Skype, in infiniti monologhi con il resto dell'italico mondo, voglio cercarmi i video scemi sul tutubo, voglio ficcare in naso in millanta blogz e voglio ascoltarmi le canzoni; Il Grinta vuole giocare ai giochini (e battere e ribattere il suo record personale), vuole leggersi i giornali italiani on-line, vuole guardarsi il meteo e i video di discussioni politiche... alle volte vuole addirittura STUDIARE.
Quindi un pc non basta. Allora pensavo di prendere questo nuovo cosino qui: il Mac-Moleskine, che tra l'altro mi risoverebbe un sacco di problemi!
Alice computerizzatrice
P.s. Che poi, il video è buffo, ma non è mica chissà che idea originale eh, è presa principlamente da qui:
Quando siamo a casa sia io che il Grinta un computer non basta:
Io voglio passare ore e ore su Skype, in infiniti monologhi con il resto dell'italico mondo, voglio cercarmi i video scemi sul tutubo, voglio ficcare in naso in millanta blogz e voglio ascoltarmi le canzoni; Il Grinta vuole giocare ai giochini (e battere e ribattere il suo record personale), vuole leggersi i giornali italiani on-line, vuole guardarsi il meteo e i video di discussioni politiche... alle volte vuole addirittura STUDIARE.
Quindi un pc non basta. Allora pensavo di prendere questo nuovo cosino qui: il Mac-Moleskine, che tra l'altro mi risoverebbe un sacco di problemi!
Alice computerizzatrice
P.s. Che poi, il video è buffo, ma non è mica chissà che idea originale eh, è presa principlamente da qui:
Friday, May 8, 2009
l'impronta Inglese
L'inglese, il nuovo collega al terzo piano della Supplì, è un caso umano estremamente interessante.
"Questo lavoro è stancante" ha dichiarato ieri dopo una dura giornata trascorsa con le chiappe sedute a leggere.
"Dici?" Ho ansimato mentre trasportavo carrelli zeppi di nuovi arrivi e sploveravo gli scaffali come una forsennata
"Sì, insomma, per 8 dollari all'ora... è proprio stancante"
"Forse se, dico così per dire, provassi a FARE qualcosa, anzichè vegetare lì seduto... chissà, magari la giornata ti passerebbe più velocemente" proseguo mentre batto scontrini, cambio la disposizione dei libri e invio gli ordini mensili
"Ma non c'è nulla da fare" Sorride lui serafico mentre sorseggia il caffè
E ha ragione.
Perchè il lavoro lo fò io.
Perchè sono scema.
Perchè vado su e giù come un'indemoniata, e invece dovrei lasciare che montagne di libri si accumulino nel magazzino, che si formino sugli scaffali spugne e cespugli di polvere, che una fila infinita di clienti si formi davanti alla cassa... e allora, magari, l'Inglese si risveglierebbe dal suo torpore, muoverebbe il culo, si darebbe una mossa e io mi sentirei meno Cenerentola.
Così ho provato.
E mentre mettevo a posto i nuovi arrivi, con voce suadente gli ho detto: "Ti spiace andare a riordinare un po' la sezione dei cd?"
"Certo" ha sospirato abbandonando a malincuore il suo libro e scollando le chiappe dal tavolo della cassa.
Quando sono tornata davanti alla cassa, 20 minuti (e tre carrelli di libri) dopo, lui non c'era più e tra gli scaffali del reparto musica spuntava la sua testa da Topo Gigio.
Era ancora lì.
In mezzo ai cd ancora in disordine.
Appoggiato ad un pilastro e impegnato a smanettare sul suo iphone.
In compenso, davanti alla cassa, aleggiava ancora la sua presenza.
Davanti al tavolo c'erano le sue scarpe.
Non avevo notato che, quando si mette comodo per leggere se le leva.
Per il resto della giornata è andato in giro per il terzo piano scalzo, sfoggiando sereno i suoi calzettini a rombi marroni e neri.
E per il resto della giornata non ha capito perchè mai ogni tanto io scoppiassi a ridere guardandolo.
Oh, aiutare non aiuta, ma almeno dà un tocco di surreale alla mia giornata, eh.
Alice pazientatrice
"Questo lavoro è stancante" ha dichiarato ieri dopo una dura giornata trascorsa con le chiappe sedute a leggere.
"Dici?" Ho ansimato mentre trasportavo carrelli zeppi di nuovi arrivi e sploveravo gli scaffali come una forsennata
"Sì, insomma, per 8 dollari all'ora... è proprio stancante"
"Forse se, dico così per dire, provassi a FARE qualcosa, anzichè vegetare lì seduto... chissà, magari la giornata ti passerebbe più velocemente" proseguo mentre batto scontrini, cambio la disposizione dei libri e invio gli ordini mensili
"Ma non c'è nulla da fare" Sorride lui serafico mentre sorseggia il caffè
E ha ragione.
Perchè il lavoro lo fò io.
Perchè sono scema.
Perchè vado su e giù come un'indemoniata, e invece dovrei lasciare che montagne di libri si accumulino nel magazzino, che si formino sugli scaffali spugne e cespugli di polvere, che una fila infinita di clienti si formi davanti alla cassa... e allora, magari, l'Inglese si risveglierebbe dal suo torpore, muoverebbe il culo, si darebbe una mossa e io mi sentirei meno Cenerentola.
Così ho provato.
E mentre mettevo a posto i nuovi arrivi, con voce suadente gli ho detto: "Ti spiace andare a riordinare un po' la sezione dei cd?"
"Certo" ha sospirato abbandonando a malincuore il suo libro e scollando le chiappe dal tavolo della cassa.
Quando sono tornata davanti alla cassa, 20 minuti (e tre carrelli di libri) dopo, lui non c'era più e tra gli scaffali del reparto musica spuntava la sua testa da Topo Gigio.
Era ancora lì.
In mezzo ai cd ancora in disordine.
Appoggiato ad un pilastro e impegnato a smanettare sul suo iphone.
In compenso, davanti alla cassa, aleggiava ancora la sua presenza.
Davanti al tavolo c'erano le sue scarpe.
Non avevo notato che, quando si mette comodo per leggere se le leva.
Per il resto della giornata è andato in giro per il terzo piano scalzo, sfoggiando sereno i suoi calzettini a rombi marroni e neri.
E per il resto della giornata non ha capito perchè mai ogni tanto io scoppiassi a ridere guardandolo.
Oh, aiutare non aiuta, ma almeno dà un tocco di surreale alla mia giornata, eh.
Alice pazientatrice
addendum
Qualcuno può comprarmi un calendario?
No, perchè ho di nuovo sbagliato giorno, e il colloquio alla scuola con i nani di 2 anni è lunedì.
E ho confuso il turno della Food Coop.
E due giorni fa mi sono svegliata sicura che fosse sabato.
E già sapete che sono inciampata in una piega spazio-temporale riguardo alla festa della mamma, no?
Ecco, se qualcuno mi regala un calendario, o ancora meglio una segretaria, io forse riesco a stare ancorata al qui e ora e a non svolazzare via a cavallo dell'Alzheimer.
Alice deliratrice
No, perchè ho di nuovo sbagliato giorno, e il colloquio alla scuola con i nani di 2 anni è lunedì.
E ho confuso il turno della Food Coop.
E due giorni fa mi sono svegliata sicura che fosse sabato.
E già sapete che sono inciampata in una piega spazio-temporale riguardo alla festa della mamma, no?
Ecco, se qualcuno mi regala un calendario, o ancora meglio una segretaria, io forse riesco a stare ancorata al qui e ora e a non svolazzare via a cavallo dell'Alzheimer.
Alice deliratrice
Thursday, May 7, 2009
voglio un nuovo lavoro
voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro.
No, è che domani ho un colloquio in una scuola per una classe piena di nani di 2 anni... ed o pensato che se alle tecniche di visualizzazione suggerite dalla Pippi ci aggiungo pure un po' di verbalizzazione e di ripetizione complusiva, magari è la volta buona che mi levo dal covo di pazzi e che trovo uno stipendio vero... voi, magari, ripetete con me:
voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro
voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro
Alice sclerotizzatrice
No, è che domani ho un colloquio in una scuola per una classe piena di nani di 2 anni... ed o pensato che se alle tecniche di visualizzazione suggerite dalla Pippi ci aggiungo pure un po' di verbalizzazione e di ripetizione complusiva, magari è la volta buona che mi levo dal covo di pazzi e che trovo uno stipendio vero... voi, magari, ripetete con me:
voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro
voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro voglio un nuovo lavoro
Alice sclerotizzatrice
Tuesday, May 5, 2009
Verbale del party
Il vantaggio di una festa INTER-COOL(tural), ovvero con un sacco di gente proveniente dai quattro angoli del globo, è lo scaglionamento.
Spiego:
Tu dai appuntamento alle 7.30 di sera, no?
Bene, gli americani e i canadesi spaccano il minuto secondo, a seguire, dopo una ventina di minuti, arrivano i turchi, seguiti dai russi, gli israeliani e i tedeschi; verso le 8.30 compaiono i primi italiani, e dopo le nove spuntan gli spagnoli, magari scusandosi pure che sono un po' in anticipo, eh; i latino-americani li davi quasi per dispersi ma poi arrivano pure loro, con calma.
Inoltre, l'amena locazione della topaia fa si che parecchia gente si smarrisca lungo il cammino, giungendo distrutta e in ritardo.
Tutto ciò rende possibile una festa nella topaia con più di 20 persone, perchè quando i canadesi se ne vanno gli spagnoli sono appena arrivati e si passano il bicchiere-di-vino-staffetta.
Per ovvie ragioni di privaccì non posso mostrarvi il branco di economisti ballerini, nè le performance canterine che sono avvenute... ma qualcosa ancora lo possiam raccontare:
MENU'
Torta salata di cavolo rosso, torta salata di zucchini, torta salata di broccoli (fatte con una sfoglia sbagliata, ma buone uguali)
Bruschetta e pane tostato (che qui palpitano cori piemontesi)
Penne rigate con scelta di sugo (pesto oppure sugo rosso con olive nere, entrambi fatti in casa)
Questo quanto messo a disposizione dai padroni di casa (la futura padrona del ristorante Limonte sarebbe stata fiera di noi, eh!).
Poi sono arrivati come rinforzo: formaggi assortiti
antipasti turchi e yogurt acido
torte, dolcini, dolcetti
insalata di pasta
brownies
un sacco di altra roba che però non ricordo.
Abbiamo ancora il frigo pieno di cherry pie, gorgonzola e di baklava, un mix meraviglioso!!
IL PIRLA DELLA FESTA.
C'è sempre. E' quello che ad un certo punto rompe i marroni a tutti i presenti e si attira il fastidio e a volte pure l'odio silente o plateale della massa.
Il nostro pirla è stato Italo, il vicono di casa musicista, italiano di seconda generazione. Un 50enne dall'aria gentile che abbiamo invitato un po' per caso un po' per cortesia e che è comparso alla porta della topaia ale 10.00.
Italo ha broccolato con qualunque cosa avesse le tette.
Platealmente e insistentemente.
Incurante del fatto che la fanciulla più attempata avesse manco 30 anni.
Italo ad un certo punto è uscito per poi ricomparire con la sua chitarra del '77 ed ha attaccato a strimpellare.
Le sue canzoni.
Sconosciute.
Tristissime.
Reclamando attenzione o quantomeno silenzio.
Italo ha proseguito inarrestabile nella sua performance e nonnostante parte degli invitati abbia iniziato a fuggire precipitosamente abbandonando la festa lui ha continuato, imperturbabile, accompagnato da un gruppo di apprendisti percussionisti che scuoteva a mò di maracas un pacco di pasta barilla e il barattolo del sale grosso e da un manipolo di stoici che miagolava e ruggiva tentando di partecipare all'evento canoro.
Per sfuggirgli, alle 3.00, abbiamo spostato la festa nel parco vicino a casa.
Senza rancore, Italo, ma alla prossima festa metteremo sulla porta una tua foto con la faccia sbarrata.
I DONI
Si è ampliata la nostra sezione Jungla nella topaia, sono arrivate due piantine nuove bellerrime, ma ve le presento in foto prossimamente perchè sono ancora da battezzare.
Una è un bel vaso di tulipani rossi-gialli, l'altra non ho idea. Sembra una piantina grassa (ha le foglie spesse) ma ha dei fiori. Fuxia. Boh.
La mattina la Super, la maledetta nana portinaia, è venuta a riportare le lamentele del vicinato per gli schiamazzi notturni.
Alla luce di tutto ciò dichiaro la festa riuscita.
La seduta è chiusa.
Ci si rivede il prossimo anno.
Amen.
Alice celebratrice
Spiego:
Tu dai appuntamento alle 7.30 di sera, no?
Bene, gli americani e i canadesi spaccano il minuto secondo, a seguire, dopo una ventina di minuti, arrivano i turchi, seguiti dai russi, gli israeliani e i tedeschi; verso le 8.30 compaiono i primi italiani, e dopo le nove spuntan gli spagnoli, magari scusandosi pure che sono un po' in anticipo, eh; i latino-americani li davi quasi per dispersi ma poi arrivano pure loro, con calma.
Inoltre, l'amena locazione della topaia fa si che parecchia gente si smarrisca lungo il cammino, giungendo distrutta e in ritardo.
Tutto ciò rende possibile una festa nella topaia con più di 20 persone, perchè quando i canadesi se ne vanno gli spagnoli sono appena arrivati e si passano il bicchiere-di-vino-staffetta.
Per ovvie ragioni di privaccì non posso mostrarvi il branco di economisti ballerini, nè le performance canterine che sono avvenute... ma qualcosa ancora lo possiam raccontare:
MENU'
Torta salata di cavolo rosso, torta salata di zucchini, torta salata di broccoli (fatte con una sfoglia sbagliata, ma buone uguali)
Bruschetta e pane tostato (che qui palpitano cori piemontesi)
Penne rigate con scelta di sugo (pesto oppure sugo rosso con olive nere, entrambi fatti in casa)
Questo quanto messo a disposizione dai padroni di casa (la futura padrona del ristorante Limonte sarebbe stata fiera di noi, eh!).
Poi sono arrivati come rinforzo: formaggi assortiti
antipasti turchi e yogurt acido
torte, dolcini, dolcetti
insalata di pasta
brownies
un sacco di altra roba che però non ricordo.
Abbiamo ancora il frigo pieno di cherry pie, gorgonzola e di baklava, un mix meraviglioso!!
IL PIRLA DELLA FESTA.
C'è sempre. E' quello che ad un certo punto rompe i marroni a tutti i presenti e si attira il fastidio e a volte pure l'odio silente o plateale della massa.
Il nostro pirla è stato Italo, il vicono di casa musicista, italiano di seconda generazione. Un 50enne dall'aria gentile che abbiamo invitato un po' per caso un po' per cortesia e che è comparso alla porta della topaia ale 10.00.
Italo ha broccolato con qualunque cosa avesse le tette.
Platealmente e insistentemente.
Incurante del fatto che la fanciulla più attempata avesse manco 30 anni.
Italo ad un certo punto è uscito per poi ricomparire con la sua chitarra del '77 ed ha attaccato a strimpellare.
Le sue canzoni.
Sconosciute.
Tristissime.
Reclamando attenzione o quantomeno silenzio.
Italo ha proseguito inarrestabile nella sua performance e nonnostante parte degli invitati abbia iniziato a fuggire precipitosamente abbandonando la festa lui ha continuato, imperturbabile, accompagnato da un gruppo di apprendisti percussionisti che scuoteva a mò di maracas un pacco di pasta barilla e il barattolo del sale grosso e da un manipolo di stoici che miagolava e ruggiva tentando di partecipare all'evento canoro.
Per sfuggirgli, alle 3.00, abbiamo spostato la festa nel parco vicino a casa.
Senza rancore, Italo, ma alla prossima festa metteremo sulla porta una tua foto con la faccia sbarrata.
I DONI
Si è ampliata la nostra sezione Jungla nella topaia, sono arrivate due piantine nuove bellerrime, ma ve le presento in foto prossimamente perchè sono ancora da battezzare.
Una è un bel vaso di tulipani rossi-gialli, l'altra non ho idea. Sembra una piantina grassa (ha le foglie spesse) ma ha dei fiori. Fuxia. Boh.
La mattina la Super, la maledetta nana portinaia, è venuta a riportare le lamentele del vicinato per gli schiamazzi notturni.
Alla luce di tutto ciò dichiaro la festa riuscita.
La seduta è chiusa.
Ci si rivede il prossimo anno.
Amen.
Alice celebratrice
Monday, May 4, 2009
mum life
Obnubilata dai fumi dell'alcool e con un post-sbornia che levatevi (quando la cucina smetterà di girare arriverà un dettagliato resoconto della festad el Grinta, eh..) mi ero quasi dimenticata della festa della mater...
Auguri a voi tutte, ma soprattutto alla mia, di mater, che sfida le leggi dell'equilibrio psico-fisico tutti i giorni ma che, visto che c'è da ballare, continua a farlo. Ed alla grande.
Alice celebratrice della progenitrice
Addendum: e ci ha ragione Drewes, ci ha. Il mamma-day è il 10.
Ma lo dicevo io che i fumi dell'alcol e il post-sbornia erano intenzi, roba da smagliatura nel tessuto spazio temporale... Fate finta che questo post non esista fino alla prossima settimana, si? Grazie.
Alice pasticciatrice
Auguri a voi tutte, ma soprattutto alla mia, di mater, che sfida le leggi dell'equilibrio psico-fisico tutti i giorni ma che, visto che c'è da ballare, continua a farlo. Ed alla grande.
Alice celebratrice della progenitrice
Addendum: e ci ha ragione Drewes, ci ha. Il mamma-day è il 10.
Ma lo dicevo io che i fumi dell'alcol e il post-sbornia erano intenzi, roba da smagliatura nel tessuto spazio temporale... Fate finta che questo post non esista fino alla prossima settimana, si? Grazie.
Alice pasticciatrice
Saturday, May 2, 2009
alice, il pesce in scatola!
Fervono i preparativi.
In onore del Grinta, la topaia (Camera e cucina, metratura calpestabile attorno ai 30 metri quadri contando il bagno) si appresta ad ospitare questa sera una sporca trentina di economisti.
A cena.
Ora, la parte più divertente sarà riuscire a sfidare la legge fisica della conservazione della massa e stipare tutti questi cervelloni dentro il nostro tugurio, ma magari usiamo la Japanise Strategy, e famo come questi qui:
;-)
Alice festeggiatrice e pigiatrice
In onore del Grinta, la topaia (Camera e cucina, metratura calpestabile attorno ai 30 metri quadri contando il bagno) si appresta ad ospitare questa sera una sporca trentina di economisti.
A cena.
Ora, la parte più divertente sarà riuscire a sfidare la legge fisica della conservazione della massa e stipare tutti questi cervelloni dentro il nostro tugurio, ma magari usiamo la Japanise Strategy, e famo come questi qui:
;-)
Alice festeggiatrice e pigiatrice
Friday, May 1, 2009
La Grande Mela commestibile
Quando io e Il Grinta siamo arrivati a Niu Iorc il primo shock culturale, il primo grande sconvolgimento, non è stato davanti alla vista del ponte di Brooklyn, o ai palazzi della city, bensì di fronte al chiosco della frutta e della verdura.
La prima volta che siamo entrati in un supermercato e ci siam resi conto che i limoni costavano 2 dollari (a limone), e che gli zucchini si aggiravano attorno ai 3 dollari (allo zucchino), ci e' rotolata la mascella sotto il bancone delle banane (almeno quelle ad una cifra ragionevole).
Amici fidati e migranti veterani ci avevano inoltre avvertito:
"Attenzione a prendere frutta, verdura o carne non certificata come organica, perche' qui ci van giu' di pesticidi, agenti chimici vari, ormoni e antibiotici, e se non ti spuntano le antenne o una proboscide per gli OGM, mangi comunque roba che sa di plastica"
Peccato che nella grande mela, una spesa di roba Organic costi quanto un trapianto di cornea.
Panico.
Come fare per sopravvivere senza mangiare il polistirolo, il polipropene espanso o la penicillina?
E poi abbiam trovato la soluzione.
Che a mio parere è geniale, e ve la racconto anche perchè magari qualcuno con un sacco di soldi passa di qui e apre un posto simile pure in Italia.
Si chiama Food Coop.
E' un supermercato.
E funziona cosi'.
Per intanto vendono solo roba certificata.
Ma mica ti vendon solo frutta e verdura eh! Qui ci trovi il parmigiano, i pomodori pachino, la pasta Barilla (a 1 dollaro e 25), la cara igienica biodegradabile, il pollo, il tofu, il seitan, la roba per la cucina thai, le spezie (vendute nei sacchettini) i cereali (in grossi contenitori da cui ti riempi il tuo sacchetto), la frutta secca, l'hummus, le medicine omeopatiche, le erbe...
Tutto a prezzi, se non stracciati, bassi, se non bassi, comunque accessibili.
Come e' possibile?
Dov'e' il trucco?
Come fanno?
Il fatto e' che funziona davvero come una cooperativa. Quindi, se vuoi compare lì ti devi iscrivere.
Paghi 125 dollari (che ti vengono ridati se annulli la tua adesione) e diventi socio.
E a quel punto ci devi lavorare.
Mica tanto, solo 2 ore e mezzo al mese.
Quando vuoi te.
Puoi scegliere anche cosa fare, eh! Se vuoi fai la cassiera, senno' stai a riempire gli scaffali, oppure stai in ufficio, o al baby parking, o alle pulizie o allo scaricamento e confezionamento merce, o ancora, come il fanciullo che fa la linguaccia qui sotto, puoi fare l'accompagnatore-spingitore di carrelli per quelli che han parcheggiato la macchina lontano:
Ed ecco che, se non si devon pagare i cassieri, ne' i magazzinieri, ne' gli scaricatori... si posson abbassare i prezzi.
Quindi la Food Coop rincara la merce meno di qualsiasi altro supermercato, e permette pure a dei pezzenti come noi di mangiare roba decente.
E la cosa bella della Food Coop è che, non essendoci una distinzione netta tra cliente e lavoratore, si e' tutti più gentili e ben disposti con il prossimo. E allora fare la spesa diventa pure divertente, che e' un modo per conoscere gente, e per chiacchierare: "Ah, guarda, ho visto che hai preso il caffe' del Guatemala, se ti piace quello puoi provare pure questo qui dal Brasile, che lo beve sempre mio cugino e me va maaatto" "Ti serve quella scatola lassu'? Aspetta, io son alto, gioco a basket no problem, te la acciuffo in un battibaleeeno! Oh, la prossima settimana ho una partita sai..."
Persino le cassiere chiacchierano! Ed e' cosi' bello, che in una città di nevrastenici frettolosi come New York ci sia un posto in cui la gente si concede un po' di tempo!
La fila per la cassa è lunghissima, e per ingannare l'attesa alcuni membri della Food Coop pubblicano un giornaletto con le news che puoi prendere e leggerti mentre aspetti il tuo turno... oppure puoi sfogliare uno dei libri di cucina che ci sono da consultare e copiarti una ricetta.
Ma per me la parte migliore è il turno di lavoro.
El Grinta, essendo un intellettuale, si e' messo nel settore ufficio, che ti pareva, quello non si affatica manco per 2 ore e mezza, e' tutto massa neuronale e potenza cerebrale ma voglia di sudare un po' e farsi venire un callo nianca a parlene.
Io, che sono una scaricatrice di porto, mi son messa nel gruppo servi della gleba, dove ci sguazzo che e' un piacere. Son quelli che fanno un po' di tutto, ma principalmente scaricano, spingono, sollevano, ruggiscono e scatarrano.
Passo 2 ore emmezza a riempire gli scaffali, a scaricare cassette di mele, a impilare ciuffi di rapanello e mazzi di basilico e a spaccare scatole di cartone a morsi.
E che ci crediate o no, quando a mettere a posto le uova e ad ammassare le banane sei stata proprio tu... la spesa dà tutta un'altra soddisfazione!
Alice (Food) Cooperatrice
P.s.
La Food Coop è a 30 minuti di metropolitana dalla topaia, ed una volta ogni due settimane i vostri eroi partono, si caricano come muli e tornano a casa carichi come sherpa con borsette e borsoni straripanti ogni bendiddio (la Food Coop non dà sacchetti di plastica nè di carta: se vuoi usi delle scatole di cartone, sennò ti porti le tue borse da casa, che è una cosa bella e buona... ma rompe assai i marroni, eh)
La prima volta che siamo entrati in un supermercato e ci siam resi conto che i limoni costavano 2 dollari (a limone), e che gli zucchini si aggiravano attorno ai 3 dollari (allo zucchino), ci e' rotolata la mascella sotto il bancone delle banane (almeno quelle ad una cifra ragionevole).
Amici fidati e migranti veterani ci avevano inoltre avvertito:
"Attenzione a prendere frutta, verdura o carne non certificata come organica, perche' qui ci van giu' di pesticidi, agenti chimici vari, ormoni e antibiotici, e se non ti spuntano le antenne o una proboscide per gli OGM, mangi comunque roba che sa di plastica"
Peccato che nella grande mela, una spesa di roba Organic costi quanto un trapianto di cornea.
Panico.
Come fare per sopravvivere senza mangiare il polistirolo, il polipropene espanso o la penicillina?
E poi abbiam trovato la soluzione.
Che a mio parere è geniale, e ve la racconto anche perchè magari qualcuno con un sacco di soldi passa di qui e apre un posto simile pure in Italia.
Si chiama Food Coop.
E' un supermercato.
E funziona cosi'.
Per intanto vendono solo roba certificata.
Ma mica ti vendon solo frutta e verdura eh! Qui ci trovi il parmigiano, i pomodori pachino, la pasta Barilla (a 1 dollaro e 25), la cara igienica biodegradabile, il pollo, il tofu, il seitan, la roba per la cucina thai, le spezie (vendute nei sacchettini) i cereali (in grossi contenitori da cui ti riempi il tuo sacchetto), la frutta secca, l'hummus, le medicine omeopatiche, le erbe...
Tutto a prezzi, se non stracciati, bassi, se non bassi, comunque accessibili.
Come e' possibile?
Dov'e' il trucco?
Come fanno?
Il fatto e' che funziona davvero come una cooperativa. Quindi, se vuoi compare lì ti devi iscrivere.
Paghi 125 dollari (che ti vengono ridati se annulli la tua adesione) e diventi socio.
E a quel punto ci devi lavorare.
Mica tanto, solo 2 ore e mezzo al mese.
Quando vuoi te.
Puoi scegliere anche cosa fare, eh! Se vuoi fai la cassiera, senno' stai a riempire gli scaffali, oppure stai in ufficio, o al baby parking, o alle pulizie o allo scaricamento e confezionamento merce, o ancora, come il fanciullo che fa la linguaccia qui sotto, puoi fare l'accompagnatore-spingitore di carrelli per quelli che han parcheggiato la macchina lontano:
Ed ecco che, se non si devon pagare i cassieri, ne' i magazzinieri, ne' gli scaricatori... si posson abbassare i prezzi.
Quindi la Food Coop rincara la merce meno di qualsiasi altro supermercato, e permette pure a dei pezzenti come noi di mangiare roba decente.
E la cosa bella della Food Coop è che, non essendoci una distinzione netta tra cliente e lavoratore, si e' tutti più gentili e ben disposti con il prossimo. E allora fare la spesa diventa pure divertente, che e' un modo per conoscere gente, e per chiacchierare: "Ah, guarda, ho visto che hai preso il caffe' del Guatemala, se ti piace quello puoi provare pure questo qui dal Brasile, che lo beve sempre mio cugino e me va maaatto" "Ti serve quella scatola lassu'? Aspetta, io son alto, gioco a basket no problem, te la acciuffo in un battibaleeeno! Oh, la prossima settimana ho una partita sai..."
Persino le cassiere chiacchierano! Ed e' cosi' bello, che in una città di nevrastenici frettolosi come New York ci sia un posto in cui la gente si concede un po' di tempo!
La fila per la cassa è lunghissima, e per ingannare l'attesa alcuni membri della Food Coop pubblicano un giornaletto con le news che puoi prendere e leggerti mentre aspetti il tuo turno... oppure puoi sfogliare uno dei libri di cucina che ci sono da consultare e copiarti una ricetta.
Ma per me la parte migliore è il turno di lavoro.
El Grinta, essendo un intellettuale, si e' messo nel settore ufficio, che ti pareva, quello non si affatica manco per 2 ore e mezza, e' tutto massa neuronale e potenza cerebrale ma voglia di sudare un po' e farsi venire un callo nianca a parlene.
Io, che sono una scaricatrice di porto, mi son messa nel gruppo servi della gleba, dove ci sguazzo che e' un piacere. Son quelli che fanno un po' di tutto, ma principalmente scaricano, spingono, sollevano, ruggiscono e scatarrano.
Passo 2 ore emmezza a riempire gli scaffali, a scaricare cassette di mele, a impilare ciuffi di rapanello e mazzi di basilico e a spaccare scatole di cartone a morsi.
E che ci crediate o no, quando a mettere a posto le uova e ad ammassare le banane sei stata proprio tu... la spesa dà tutta un'altra soddisfazione!
Alice (Food) Cooperatrice
P.s.
La Food Coop è a 30 minuti di metropolitana dalla topaia, ed una volta ogni due settimane i vostri eroi partono, si caricano come muli e tornano a casa carichi come sherpa con borsette e borsoni straripanti ogni bendiddio (la Food Coop non dà sacchetti di plastica nè di carta: se vuoi usi delle scatole di cartone, sennò ti porti le tue borse da casa, che è una cosa bella e buona... ma rompe assai i marroni, eh)
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