Alice di quei primi giorni ricorda:
1) La paura della metropolitana. Le ci sono voluti mesi per abituarsi ai dondolii, le frenate e le inclinazioni e non lasciarsi prendere ogni volta da pensieri allegri del tipo:
L'autista è morto e nessuno se n'è accorto. Moriremo tutti.
Siamo stati dirottati. Moriremo tutti.
Si sono rotti i freni. Moriremo tutti.
La galleria è franata (questo sempre mentre era sotto il fiume tra Manhattan e Broccolino). Ah, e moriremo. Tutti.
2) Il suo spagnolo, che l'ha salvata per i primi due mesi quando era in difficoltà (perchè a NY fai un giro su te stesso, sbatti tre volte i tacchi e trovi di sicuro almeno una persona che parla spagnolo).
3) Le mille piccole cose che erano diverse e lei non avrebbe mai immaginato potessero essere diverse, perchè per lei semplicemente erano. Invece guarda un po', ci sono sciocchezze che cambiano il modo che abbiamo di stare in un posto, tipo:
Le tazze del cesso.
Il pane.
I termosifoni che ululano.
Le finestre che si aprono all'insù.
Il latte (ci impegò 20 minuti e una crisi di nervi prima di riuscire a trovare il latte al supermercato).
I piani delle case che si contano diversamente.
Le chiavi.
4) Ricorda l'ebrezza del trovare roba per strada. Quando fanno pulizia gli ammerigani mettono quel che non vogliono - ma ancora funziona - sul marciapiede, e il primo passante interessato tira su il bottino.
5) Ricorda la sensazione da tigre in gabbia mentre aspettava il visto di lavoro, chè era la prima volta da che aveva 16 anni che non lavorava e le sembrava dannatamente ingiusto, e l'unica consolazione erano le giornate passate in biblioteca ad uccidere i minuti tentando di acchiappare per il collo una lingua piena di acche e vocali biascicate.
A distanza di 5 anni:
Alle volte pensa ancora che la metro si possa rompere, ora soprattutto quando sta sui ponti.
Continua ad usare il suo spagnolo almeno una volta al giorno (se piazzi il tuo ordine in spagnolo sono molto più gentili, sapevatelo!).
Continua a trovare nuove piccole differenze tra qui e il suolo italico.
Una volta alla settimana, la domenica, fa il giro dell'isolato per vedere se c'è roba interessante sul marciapiede. La libreria di Alice e' al 60% fatta di libri salvati dal macero.
Ringrazia la scuoletta, e priam ancora la Libreria Suppli', e prima ancora il Diner Greco, e tutti quelli che se la sono pigliata a lavorare e le hanno permesso di imparare, sbagliare, arrabbiarsi, sghignazzare, arrivare stanca a casa, sbirciare dal di dentro questo folle paese. E ancora lotta con l'inglese con fervore, che vi credete?
Insomma. Alice ancora non ha capito se in questi 5 anni è cambiata o meno, e qualora fosse se in meglio o in peggio... ma sa che pur dopo 5 anni, e pur divertendosi un sacco dove si trova adesso... lei no, ancora NON vuo' fa' l-Americano!
Alice celebratrice
Alice, e all'occasione il Grinta, in questi 5 anni hanno onorato Bostoniano di una manciata di preziosi seppur troppo rari incontri. Bostoniano trova che il (suo) mondo sia migliore per questo. Senza ammerica, non succedeva. Spero che questo risponda almeno in parte agli interrogativi esistenziali che ti poni.
ReplyDeletebel post, alcune delle cose degli inizi ammericani in fin dei conti sono cose che capitano a tutti, quando si trasferiscono. e se ci si trasferisce al di là dell'oceano, fuori da mamma UE, sono tutte più amplificate, naturalmente.
ReplyDeleteche dirti se non congratulazioni? :)
Buon ameri-lustro!!!
ReplyDelete---Alex
Che bello, auguri!
ReplyDeleteE vogliamo parlare dei rubinetti del bagno e soprattutto di quelli della doccia? Io ancora adesso dopo ben 4 mesi di permanenza ammerigana faccio fatica ad aprirli nel verso giusto. Di buono c'è che anche la nostra libreria ospita una copiosa serie di libri salvati dal macero, anche "The new good vibration guide to sex", second edition (pensa un po'!), di cui mio marito non si vuole proprio sbarazzare.
ReplyDeleteMa se qualcuno lo volesse - e lancio qui il messaggio - siamo disposti a cederlo!!! O meglio... io lo cedo volentieri!!!
Yay! Che la cosa bella è che non si finisce mai stupirsi perchè questi se ne inventano almeno una al giorno!
ReplyDeleteBuon lustro carizzzzima :)
io ci aggiungo il "ciao come stai" quando saluti qualcuno tipo il commesso del supermercato. l'ultima volta in italia non sai che facce mi son presa, a chiedere come va a perfetti sconosciuti che volevano solo sentirsi dire "un etto di cotto per favore"...
ReplyDeleteCiao, ti ho scoperta non so come e ti trovo divertentissima! Mi paice il tuo approccio alle cose, alla vita oltreoceano e come ho detto altre volte, mi piacciono e stimo molto le perosne che lascaino il proprio suolo per volare altrove. Forse è perchè anche io vorrei ma non trovo il coraggio!
ReplyDeleteTornerò.
Auguri per i vostri 5 anni e un bacio a garibaldi, chissà che non si trasformi in un principe!
Raffaella
I piani delle case che si contano diversamente. Come, come?
ReplyDeleteG.
auguri Alice! da una tigre in gabbia.
ReplyDeleteE' bellissimo!!!
ReplyDeleteCongratulazioni di cuore, ragazzi! Non dev'essere stato facile, ma ce l'aveta fatta e dovete esserne fieri.
ReplyDeletePoi, siccome si tratta del *primo* lustro (come da titolo), vi invio il mio "in bocca al lupo" per il secondo! :)
che bello.... auguri!
ReplyDeleteil post e' bellissimo ed emozionante, e certo che l'america ti ha cambiata dentro... e anche se non vuoi fare l'americana, te ne porterai sicuramente un pezzetto dentro quando un giorno (tra n lustri) te ne andrai a vivere da qualceh altra parte del globo :-)
e grazie di questo blog!
complimenti!!!
ReplyDeleteps come si contano i piani a NY?
si ma non hai citato il grinta....sei grande dai, un' america raccontata proprio all' italiana ! baci
ReplyDeleteBoston: sei matto?! Un messaggio così senza preavviso?! Che qui già sto ututta emotional per per il lustro, e i quesiti esistenzieli... mo' mi prende la commozione a tradimento! Grazie mille, carizzimi
ReplyDeletenatalia e Alex e Silvia: grazie ragassuoli!
Sabina: hahaha! NO, non posso privarti di un tale tomo della cultura... semmai lo prenderò in prestito, dai! ;-P
Spicy:-) Quindi dici che dalle montagne russe non si scende mai?!
Sullepunte: Uff... pure tu?! Dai, allora menomale che non è capitato solo a me!
Raffaella: grazie grazie, arrossisco e mi gonfio come un tacchino ;)
G.: Il pianoterra lo chiamano primo piano.
Quindi io sto a un quarto piano, ma faccio solo 3 rampe di scale :)
mariantonietta: Dai dai, tieni duro che poi passa, non mollare!!
Baol: a parte la mia psicosi per la metropolitana... si! :)
Gianluca: Denchiù Denchiù! :)
marica: Vero! Chissà cosa arriverà dopo? :)
Zion: grazie! L'ingresso (pianterreno) è il primo piano, e vanna a salire da lì, quindi sono tutti sfasati di uno (per me:)
Ashram: perchè il Grinta (per fortuna!) sapeva da subito che ci stava a fare, ha avuto una rete di colleghi e relazioni sin dal primo giorno, parla inglese come un nativo, era già stato in ammeriga e non aveva molto tempo per fare altro a parte studiare, studiare, studiare e studiare... anche per lui all'arrivo ci sono state tante difficoltà, ma sono diverse :)
Mai! :)
ReplyDeleteBuon lustro! Ne avrai vissute di avventure! Io sono andato un po oltre il lsutro, poi sono tornato in Italia ma ora vorrei ritornare per un secondo lustro e oltre. (Arrivo a settembre a NY!)
ReplyDeleteAuguri!! Allora niente cittadinanza per te, eh? :)
ReplyDelete