Abbiamo un nuovo collega.
L'Inglese.
L'inglese ha tra i 30 e i 35 anni, porta occhiali tondi, ha i capelli spettinati, sorride sempre.
L'inglese lavorerà al terzo piano, quindi, per la prima volta nella storia suppliniana, avremo un collega maschio.
L'inglese, l'avreste mai detto? E' inglese, ha studiato a Bruxcellez, ha una laurea in Filosofia e una in Business, poi è venuto qui a tradurre libri New Age per una casa editrice che gli ha sponsorizzato la Green Card*.
Dopo 7 anni nella casa editrice, a tradurre di spiriti guida e lettura di fondi di caffè, appena ha ricevuto il pezzetto di carta che lo dichiarava "citizen" si è licenziato, ha fatto il fotografo per un po' di mesi e poi ha viaggiato.
Per 9 mesi se n'è andato a zonzo in giro tra Europa e Sud America.
Poi è tornato ed ha pensato "Magari mi trovo un lavoro", ed è venuto alla Supplì, dove ora necessitano di soggetti che parlino il francese.
L'Inglese appartiene la tipologia umana che più detesto.
L'inglese è uno di quelli che può permettersi il lusso di lavorare così, tanto per, perchè deve "ammazzare il tempo".
L'Inglese ieri sorrideva e mi spiegava che ha deciso di venire alla Supplì perchè il lavoro è leggero, e poi perchè lui vuole scrivere, e stare in un posto a contatto con la gente e i libri gli è parsa una cosa stimolante, quindi viene alla Supplì in cerca di ispirazione.
L'Inglese l'altro giorno sorrideva e mi spiegava che lui vive nel Quartiere da Sogno di Broccolino, in una casa enorme, piena di libri in edizione limitata.
L'Inglese l'altro giorno sorrideva e mi spiegava che da una settimana ha deciso di imparare a suonare la chitarra, quindi per non sbagliare se ne è comprate due, nel negozio di chitarre più chic della città.
L'Inglese l'altro giorno sorrideva e mi raccontava che si è comprato tutti questi libri qui, che partivano con un prezzo base di 400 dollàri l'uno (adesso, dopo nemmeno una settimana, valgono 6000 dollàri l'uno).
L'Inglese è un dannato riccazzo fricchettone naive che si sorprende che "Qui a NY tutti sono concentrati sui soldi"... forse perchè in questa città paghi pure per poter scorreggiare?!
Io penso che l'inglese, la sua dannata ispirazione, la potrebbe trovare giocando a fare il barbone su una panchina di Central Park, o quanto meno provando a vivere come una persona normale, eccheccacchio.
Alice invidiatrice (perchè poi, alla fin fine, mi sa che è quello, eh...)
*Allora, per lavorare negli USA ci sono varie possibilità:
1) Sei cittadino o hai un passaporto Ammericano (Come la Pippi). Bravo! Puoi lavorare, puoi andare e venire come e quanto ti pare!
2) Ottieni una Green Card grazie al Sorteggio. Ogni anno gli Stati Uniti dichiarano il numero di cittadini stranieri che sono disposti ad accettare da ciascuno stato. Chi vuole inserisce il suo nome e partecipa alla Lotteria, se vieni estratto puoi stare, lavorare, andare e venire per 10 anni eventualmente rinnovabili (Come la Patti, la Svizzera)
3) Ottieni una Green Card grazie ad uno sponsor, ovvero ad un datore di lavoro che dichiara che tu, proprio tu e nessun altro può fare il lavoro di cui ha bisogno. Il datore di lavoro spende anche un fracco di soldi in avvocati e pratiche burocratiche e dopo una lunga trafila (che non sempre si conclude davvero con il permesso), te ottieni la tua Green card (Come l'Inglese in questione)
4) Ti sposi con un americano, ottieni la cittadinanza e il permesso di lavoro (come la Sposina Italiana), veloce, rapido e indolore!
5) Vieni qui con un Grinta in possesso di Visa J per studiare all'Accademia dei Cervelloni e ottieni un permesso di lavoro a termine, vincolato dalla durata della Visa del Grinta (come la sottoscritta)
6) Vieni con una Visa chissiricordapiùlalettera espressamente rilasciata a scopi lavorativi, ma che ti vincola al tuo boss perchè è lui che te la "sponsorizza": se cambi lavoro o azienza, la nuova azienda deve rifarti il visto oppure te ne torni a casa (come un'altra italiana ingabbiata in un lavoro che non le piace da 4 anni)
7) Vieni con un visto turistico di 3 mesi, te ne freghi e ti trovi un lavoro anche se non potresti e quando scade resti qui. Sei illegale, non avrai mai un lavoro in regola o il permesso di soggiorno ma puoi lavorare in nero e mantenere la tua famiglia a distanza (come la mia vicina di casa russa. E come un alto numero di latino-americani).
Fine della nota e piè di pagina... se ho detto qualche boiata o ho dimenticato qualche opzione, correggetemi qui in basso nè!
Monday, March 30, 2009
Friday, March 27, 2009
vedo, vedo....
La Pippi, che con l'arrivo della primavera ha il suo momento New Age, afferma che il segreto per il successo è uno solo:
Visualizzazione.
Ora, io non sono capace, perchè se chiudo gli occhi l'unica cosa che riesco a visualizzare è una barretta di cioccolato o un albo illustrato.
Ho visualizzazioni di basso livello.
Da cervello infeltrito.
Che poi si avverano,certo, ma per il semplice fatto che, come dice Felipe (Mafalda, Quino, presente? Certo che avete presente, so che siete personcine per bene) "Persino le mie debolezze sono più forti di me".
"No, no, no" Dice la Pippi scuotendo la testa, "tu devi capire cosa vuoi, e devi visualizzarlo. Tipo io ho appena deciso che voglio vivere a Manhattan, e quindi visualizzo tutto il necessario: me stessa che guadagno 40 dollari all'ora e che trovo un monolocale nella city, capito?"
"E allora mi sa che il problema è che io non so cosa visualizzare, mi si mette sempre il cioccolato o un libro per bambini di mezzo!"
"Concentrazione! Ci vuole concentrazione cara mia... e poi devi anche visualizzare al momento giusto, cogliere l'attimo propizio! Per me il momento migliore è quando sto per addormentarmi: il mio inconscio è attivo, il mio conscio è pisoloso e io... zac! Colpisco con una visualizzazione potentissima!"
"Dovremmo fondare una setta: tipo " La Visualizzazione delle 7 sfere... o Le Visualizzatrici dello Zodiaco!"
"Ecco vedi? Questa potrebbe essere l'idea che ci frutterà il lavoro da 40 dollari all'ora! Potremmo aprire una scuola di visualizzazione per vecchie riccastre incartapecorite" dichiara la Pippi, che ha fiuto per gli affari.
Comunque alla Pippi la visualiz-action pare funzionare un sacco:
La famiglia della Peppa va in vacanza per 3 settimane in Italia e le lascia la casa nel West Side, compresa di cane bavoso da portare a pisciare 3 volte al giorno.
Una sua conoscente se ne va per 2 mesi e le ha offerto (gratuitamente) la sua casetta a Tribeca, nel Sud di Manhattan.
Insomma, per i prossimi tre mesi la Pippi vivrà per davvero nel cuore pulsante di Niù Iorc.
Abbiamo già pianificato una serie di pigiama party durante i quali mi svelerà i segreti della visualizzazione Pippiniana.
Nel frattempo, se volete una stanzetta ad Astoria ( Queens) e siete donne (la coinquilina peruviana è molto timida e non vuole maschi, quindi sorry boyz!) la Pippi subaffitta la sua stanzetta. 800 dollari al mese.
E se ci state simpatici, per soli 30 dollari all'ora vi offriamo una lezione di visualizzazione!
Alice promotrice
P.s. Non vi sto a dire cosa pensa il Grinta della Visualizzazione, che tanto ve lo potete ben visualizzare da voi!
Visualizzazione.
Ora, io non sono capace, perchè se chiudo gli occhi l'unica cosa che riesco a visualizzare è una barretta di cioccolato o un albo illustrato.
Ho visualizzazioni di basso livello.
Da cervello infeltrito.
Che poi si avverano,certo, ma per il semplice fatto che, come dice Felipe (Mafalda, Quino, presente? Certo che avete presente, so che siete personcine per bene) "Persino le mie debolezze sono più forti di me".
"No, no, no" Dice la Pippi scuotendo la testa, "tu devi capire cosa vuoi, e devi visualizzarlo. Tipo io ho appena deciso che voglio vivere a Manhattan, e quindi visualizzo tutto il necessario: me stessa che guadagno 40 dollari all'ora e che trovo un monolocale nella city, capito?"
"E allora mi sa che il problema è che io non so cosa visualizzare, mi si mette sempre il cioccolato o un libro per bambini di mezzo!"
"Concentrazione! Ci vuole concentrazione cara mia... e poi devi anche visualizzare al momento giusto, cogliere l'attimo propizio! Per me il momento migliore è quando sto per addormentarmi: il mio inconscio è attivo, il mio conscio è pisoloso e io... zac! Colpisco con una visualizzazione potentissima!"
"Dovremmo fondare una setta: tipo " La Visualizzazione delle 7 sfere... o Le Visualizzatrici dello Zodiaco!"
"Ecco vedi? Questa potrebbe essere l'idea che ci frutterà il lavoro da 40 dollari all'ora! Potremmo aprire una scuola di visualizzazione per vecchie riccastre incartapecorite" dichiara la Pippi, che ha fiuto per gli affari.
Comunque alla Pippi la visualiz-action pare funzionare un sacco:
La famiglia della Peppa va in vacanza per 3 settimane in Italia e le lascia la casa nel West Side, compresa di cane bavoso da portare a pisciare 3 volte al giorno.
Una sua conoscente se ne va per 2 mesi e le ha offerto (gratuitamente) la sua casetta a Tribeca, nel Sud di Manhattan.
Insomma, per i prossimi tre mesi la Pippi vivrà per davvero nel cuore pulsante di Niù Iorc.
Abbiamo già pianificato una serie di pigiama party durante i quali mi svelerà i segreti della visualizzazione Pippiniana.
Nel frattempo, se volete una stanzetta ad Astoria ( Queens) e siete donne (la coinquilina peruviana è molto timida e non vuole maschi, quindi sorry boyz!) la Pippi subaffitta la sua stanzetta. 800 dollari al mese.
E se ci state simpatici, per soli 30 dollari all'ora vi offriamo una lezione di visualizzazione!
Alice promotrice
P.s. Non vi sto a dire cosa pensa il Grinta della Visualizzazione, che tanto ve lo potete ben visualizzare da voi!
Thursday, March 26, 2009
ancora sulla cresta dell'onda... dopo un pericoloso naufragio nella birra
Dopo una notte densa di incubi, in cui ho faticato a prendere sonno, stamattina mi sono alzata e con le mani sudate ho acceso il computer innalzando una preghiera a San Mac.
E se ora vi scrivo è solo merito di qualche spirito buono che, dall'alto del Paradiso dei Macintòz è sceso a salvare il nostro processore interno.
Che io ieri sera ho innaffiato di birra.
Per l'esattezza Pilsner.
Durante la notte, mentre mi rigiravo come una rolatina nel sugo mi sono resa conto che, se si fulminasse sto cosino grande quanto una pizza, mi ritroverei senza skype, la mail, i blogz, il facciabuco e compagnia bella.
E la mia vita sociale si ridurrebbe del 70%.
Invece posso ancora sfrantumare i marroni a 6 ore di fuso orario da qui. E godo.
Per di più da un Mac che ora, oltre ad essere talmente lurido da aver cambiato colore (alcuni tasti virano al grigio-perla, altri proprio al marrone cammello) ha un leggero profumo di malto!
Alice ringraziatrice (dello destino clemente che ha impedito la tragedia)
E se ora vi scrivo è solo merito di qualche spirito buono che, dall'alto del Paradiso dei Macintòz è sceso a salvare il nostro processore interno.
Che io ieri sera ho innaffiato di birra.
Per l'esattezza Pilsner.
Durante la notte, mentre mi rigiravo come una rolatina nel sugo mi sono resa conto che, se si fulminasse sto cosino grande quanto una pizza, mi ritroverei senza skype, la mail, i blogz, il facciabuco e compagnia bella.
E la mia vita sociale si ridurrebbe del 70%.
Invece posso ancora sfrantumare i marroni a 6 ore di fuso orario da qui. E godo.
Per di più da un Mac che ora, oltre ad essere talmente lurido da aver cambiato colore (alcuni tasti virano al grigio-perla, altri proprio al marrone cammello) ha un leggero profumo di malto!
Alice ringraziatrice (dello destino clemente che ha impedito la tragedia)
Wednesday, March 25, 2009
R.i.p. suppliniano
La Supplì più che una libreria è un porto di mare.
Gente che va, gente che viene.
Da quando ho iniziato a lavorarci, ad aprile scorso, sono passati e scappati da qui un sacco di strani e affascinanti soggetti, alcuni dei quali non sono mai stati nominati su codesto blog.
Ebbene, oggi voglio fare qui un memoriale, un monumento a coloro che hanno provato il brivido della trincea libraria,
che possono raccontare di aver conosciuto lo sguardo impassibile di Super Manager Gayo ed esserne usciti vivi, che hanno sperimentato i metifici tanfi dei sotterraneo...
e che sono stati così matti da lavorare in questo covo di psicolabili per una paga ridicola.
Ma prima vi sfido: secondo voi, quante persone sono passate e fuggite dalla Supplì in questi 11 mesi? Provate un po' a indovinare, e poi ditemi se ci avete azzeccato!
Ecco qui la lista dei caduti:
La Pippi
Che ve lo dico a fare! La Pippi è la Pippi. E se c'è una cosa per la quale ringrazio la Supplì è proprio l'avermi regalato la Pippi, il mio angelo spirituale, la mia anima gemella cosmica e il mio balsamo esistenziale.
Alfredo
Abbandonò per pensionamento, dopo 11 anni di onorata carriera come manager. Alla vista del Ballerino Gayo promosso dopo solo 3 mesi al rango di boss, Alfredo raccolse le sue cose e uscì dalla porta sul retro.
American Girl
Follemente innamorata dell'Imbecille (non ho mai capito cosa ci trovasse), era una ragazza dalla psiche complicatissima. Per mesi mi parlò a monosillabi, mantenendo un riserbo da cortina di ferro. Poi passò 2 settimane a raccontarmi dei suoi gatti. Infine, un pomeriggio qualsiasi e senza preavviso, mi riversò addosso tutta la sua vita. Fuggì in un'altra libreria quando il fidanzato scoprì che tra lei e il Pirla c'erano sguardi di fuoco. Ora lavora per una radio e vive con i soldi di una rendita familiare.
Il Violinista.
Un caso disperato. Uno che per ricordarsi di usare il cervello doveva appiccicarsi in fronte un post-it. Uno di quelli che iniziava 3.000 cose e, quando erano tutte a metà, di guardava, sorrideva e diceva "vado in pausa".
Sparito dalla circolazione, voci dicono che sia finito a fare il cameriere(la paga è migliore), altri dicono che sia tornata nel Kentuchi, lui e il suo violino.
L'Italiano Bocconiano
futuro avvocato, venuto a lavorare qui durante le vacanze per poter aggiungere al suo curriculum il nome della Supplì. Boh. valla a capire, la gente.
Itala
Ve la ricordate?
Che San Leggìo, protettore dei librai, l'abbia in gloria. Una delle poche persone arrivate senza sapere una mazza ma con la miracolosa capacità di imparare!
L'attrice
Durò solo 3 mesi, poi si stufò e si licenziò mandando una mail. Prima però litigò con l'intera ciurma del primo piano, perchè si azzardò ad andare da una delle fancazziste a dirgli "Perchè non mi aiuti anche te a mettere a posto gli scaffali, visto che ti pagano comeamme?". Scoppiò un putiferio e venne ripresa da un manager perchè "La lamentele riguardo i tuoi colleghi vanno rivolte ad un tuo superiore, non ai diretti interessati".
Nuova Collega ancora senza nome
E non ne ebbe mai l'onore perchè venne licenziata prima...
il Marinaio
Lavorava nel magazzino, collezionava fumetti e portava jeans aderentissimi che non lasciavano nulla alla fantasia. Girava sempre con un cappello da Braccio di Ferro e arrivava cronicamente in ritardo e con le occhiaie da post-sbornia. A me è sempre stato simpatico, ma dopo l'ennesimo ritardo lo licenziarono in tronco.
Sovraeccitata
L'ipercinetica da cui siamo scampati per miracolo.
Donna manager
Ultimo baluardo, non resistette all'assunzione di Sovraeccitata, ebbe una crisi isterica e sparì per circa 5 giorni. Ora è nella Carolina del Sud, a passeggiare sulla spiaggia e a fare sculture con le conchiglie.
Fancazzista Angy
Una delle grosse chiappe del primo piano. Parlava così veloce e con una vocina così pigolosa che sembrava avesse mangiato elio. Io dovevo sempre chiederle tre volte "Cosa? Cosa hai detto? Eh? "
Bob, l'uomo dei giornali
Un'anima pia, uno dei pochi che non spaccava i marroni. passava la sua giornata nella polvere del sotterraneo, a contare i giornali e a impilare riviste patinate. Aveva la faccia da ragioniere, con gli occhiali quadrati, la camicia a quadretti e la corporatura da anforetta greca tipica dell'uomo medio americano.
A questi aggiungiamo l'ultima caduta in guerra.
Fancazzista C.
Licenziata questo lunedì, alle 7 di sera, alla fine della sua giornata di lavoro. Altra chiappa larga del primo piano, una che trovava stancante l'idea di dover mettere dei libri o dei cd in ordine alfabetico. A lungo è rimasta tra le beniamie del SuperManager, ma da un mesetto a questa parte l'idillio si era irrimediabilmente rotto a causa di una richiesta di aumento rifiutata.
Dulcis in fundo, a gran sorpresa, il morto-lampo!!
Il Sassofonista
Assunto per rimpiazzare Fancazzista C, di cui SuperManager era evidentemente stufo, Sassofonista parlava perfettamente italiano e francese oltre che inglese. Super Manager l'ha assunto con gli occhi che gli brillavano non appena ha saputo che Sassofonista amava il jazz e la musica classica. Due doti evidentemente considerate Fon-da-men-ta-li per il bravo libraio.
Sassofonista ha preso servizio nella trincea degli scaffali alle ore 9 di stamattina.
Alle ore 12.00 della medesima mattinata ha abbandonato il campo dicendo "Guarda, lasciamo perdere... Io per 8 dollari all'ora mi credevo che era un lavoro che non ci avevo mica cose da fare per davvero... che io già suono la sera, e sono un'artista, e devo coltivare il mio talento..."
Ebbene, a questi i caduti liberati dalle catene suppliniane, a loro che sono volati via, verso nuove forme di sfruttamento o verso nuovi lidi giunga tutta la mia comprensione... e magari pure un pizzichino di invidia, vè!
Alice commemoratrice
P.s.
E' un totale di 15 fuggiti.
In 11 mesi.
A me mi pare mica normale, eh... (ci avevate preso?)
Gente che va, gente che viene.
Da quando ho iniziato a lavorarci, ad aprile scorso, sono passati e scappati da qui un sacco di strani e affascinanti soggetti, alcuni dei quali non sono mai stati nominati su codesto blog.
Ebbene, oggi voglio fare qui un memoriale, un monumento a coloro che hanno provato il brivido della trincea libraria,
che possono raccontare di aver conosciuto lo sguardo impassibile di Super Manager Gayo ed esserne usciti vivi, che hanno sperimentato i metifici tanfi dei sotterraneo...
e che sono stati così matti da lavorare in questo covo di psicolabili per una paga ridicola.
Ma prima vi sfido: secondo voi, quante persone sono passate e fuggite dalla Supplì in questi 11 mesi? Provate un po' a indovinare, e poi ditemi se ci avete azzeccato!
Ecco qui la lista dei caduti:
La Pippi
Che ve lo dico a fare! La Pippi è la Pippi. E se c'è una cosa per la quale ringrazio la Supplì è proprio l'avermi regalato la Pippi, il mio angelo spirituale, la mia anima gemella cosmica e il mio balsamo esistenziale.
Alfredo
Abbandonò per pensionamento, dopo 11 anni di onorata carriera come manager. Alla vista del Ballerino Gayo promosso dopo solo 3 mesi al rango di boss, Alfredo raccolse le sue cose e uscì dalla porta sul retro.
American Girl
Follemente innamorata dell'Imbecille (non ho mai capito cosa ci trovasse), era una ragazza dalla psiche complicatissima. Per mesi mi parlò a monosillabi, mantenendo un riserbo da cortina di ferro. Poi passò 2 settimane a raccontarmi dei suoi gatti. Infine, un pomeriggio qualsiasi e senza preavviso, mi riversò addosso tutta la sua vita. Fuggì in un'altra libreria quando il fidanzato scoprì che tra lei e il Pirla c'erano sguardi di fuoco. Ora lavora per una radio e vive con i soldi di una rendita familiare.
Il Violinista.
Un caso disperato. Uno che per ricordarsi di usare il cervello doveva appiccicarsi in fronte un post-it. Uno di quelli che iniziava 3.000 cose e, quando erano tutte a metà, di guardava, sorrideva e diceva "vado in pausa".
Sparito dalla circolazione, voci dicono che sia finito a fare il cameriere(la paga è migliore), altri dicono che sia tornata nel Kentuchi, lui e il suo violino.
L'Italiano Bocconiano
futuro avvocato, venuto a lavorare qui durante le vacanze per poter aggiungere al suo curriculum il nome della Supplì. Boh. valla a capire, la gente.
Itala
Ve la ricordate?
Che San Leggìo, protettore dei librai, l'abbia in gloria. Una delle poche persone arrivate senza sapere una mazza ma con la miracolosa capacità di imparare!
L'attrice
Durò solo 3 mesi, poi si stufò e si licenziò mandando una mail. Prima però litigò con l'intera ciurma del primo piano, perchè si azzardò ad andare da una delle fancazziste a dirgli "Perchè non mi aiuti anche te a mettere a posto gli scaffali, visto che ti pagano comeamme?". Scoppiò un putiferio e venne ripresa da un manager perchè "La lamentele riguardo i tuoi colleghi vanno rivolte ad un tuo superiore, non ai diretti interessati".
Nuova Collega ancora senza nome
E non ne ebbe mai l'onore perchè venne licenziata prima...
il Marinaio
Lavorava nel magazzino, collezionava fumetti e portava jeans aderentissimi che non lasciavano nulla alla fantasia. Girava sempre con un cappello da Braccio di Ferro e arrivava cronicamente in ritardo e con le occhiaie da post-sbornia. A me è sempre stato simpatico, ma dopo l'ennesimo ritardo lo licenziarono in tronco.
Sovraeccitata
L'ipercinetica da cui siamo scampati per miracolo.
Donna manager
Ultimo baluardo, non resistette all'assunzione di Sovraeccitata, ebbe una crisi isterica e sparì per circa 5 giorni. Ora è nella Carolina del Sud, a passeggiare sulla spiaggia e a fare sculture con le conchiglie.
Fancazzista Angy
Una delle grosse chiappe del primo piano. Parlava così veloce e con una vocina così pigolosa che sembrava avesse mangiato elio. Io dovevo sempre chiederle tre volte "Cosa? Cosa hai detto? Eh? "
Bob, l'uomo dei giornali
Un'anima pia, uno dei pochi che non spaccava i marroni. passava la sua giornata nella polvere del sotterraneo, a contare i giornali e a impilare riviste patinate. Aveva la faccia da ragioniere, con gli occhiali quadrati, la camicia a quadretti e la corporatura da anforetta greca tipica dell'uomo medio americano.
A questi aggiungiamo l'ultima caduta in guerra.
Fancazzista C.
Licenziata questo lunedì, alle 7 di sera, alla fine della sua giornata di lavoro. Altra chiappa larga del primo piano, una che trovava stancante l'idea di dover mettere dei libri o dei cd in ordine alfabetico. A lungo è rimasta tra le beniamie del SuperManager, ma da un mesetto a questa parte l'idillio si era irrimediabilmente rotto a causa di una richiesta di aumento rifiutata.
Dulcis in fundo, a gran sorpresa, il morto-lampo!!
Il Sassofonista
Assunto per rimpiazzare Fancazzista C, di cui SuperManager era evidentemente stufo, Sassofonista parlava perfettamente italiano e francese oltre che inglese. Super Manager l'ha assunto con gli occhi che gli brillavano non appena ha saputo che Sassofonista amava il jazz e la musica classica. Due doti evidentemente considerate Fon-da-men-ta-li per il bravo libraio.
Sassofonista ha preso servizio nella trincea degli scaffali alle ore 9 di stamattina.
Alle ore 12.00 della medesima mattinata ha abbandonato il campo dicendo "Guarda, lasciamo perdere... Io per 8 dollari all'ora mi credevo che era un lavoro che non ci avevo mica cose da fare per davvero... che io già suono la sera, e sono un'artista, e devo coltivare il mio talento..."
Ebbene, a questi i caduti liberati dalle catene suppliniane, a loro che sono volati via, verso nuove forme di sfruttamento o verso nuovi lidi giunga tutta la mia comprensione... e magari pure un pizzichino di invidia, vè!
Alice commemoratrice
P.s.
E' un totale di 15 fuggiti.
In 11 mesi.
A me mi pare mica normale, eh... (ci avevate preso?)
Monday, March 23, 2009
per di qua perdi là per di su perdi giù
Oggi, con un certo anticipo, è arrivato il calcio nel sedere dal lavoro bellissimo.
"Grazie per aver perso tempo venendo al nostro colloquio, ma abbiamo trovato qualcuno più qualificato di lei".
Oggi ho fatto un colloquio in una libreria fricchettona, luminosa e con tanta luce naturale e solare (l'ho mai detto che il terzo piano della Supplì è fatto strano? E che non c'è praticamente luce naturale, ad eccezione della piccola saletta dello spazio ragazzi? E che quindi io e la Patti passiamo intere giornate senza sapere se c'è il sole, se piove o se un enorme disco volante sta occupando il cielo della Grande Mela? E che dopo un anno alla luce delle lampadine sto iniziando a sviluppare un disperato bisogno di aria fresca?).
"cerco qualcuno che faccia part-time" mi dice il capo libraio fricchettone
"Va bene. Non mi importa, basta che mi fai venire qui nel tuo regno di Luce"
"Tieni il mio biglietto da visita, scrivimi una e-mail e ti mando i giorni e gli orari, così mi dici se ti va bene"
Grandioso.
Non ho nemmeno chiesto riguardo alla paga, all'assicurazione sanitaria, niente. Ero come una falena ipnotizzata dalla lanterna; nel vuoto cosmico del mio cranio c'erano solo il mio neurone e il mio recettore ottico che, abbracciati l'uno all'altro, ripetevano estasiati "Luuuceee.... Luuuceee... uceee... ...uceee... ...uceee..."
Peccato che, in tutta quella euforia, il mio neurone si sia distratto e... insomma, non so come sia successo, ma ho perso il biglietto da visita com l'e-mail del capo libraio fricchettone.
Oggi, tornando dalla libreria Regno-di-Luce Fricchettona mi sono persa dentro la metropolitana, che, se mai capitate a Broccolino, per carità, state lontani dalla fermata di Court Street, che è come il bosco di Sleepy Hollow, ci entrate e non ne uscite più.
Insomma, oggi mentre tiravo le somme mi è venuta in mente questa cosa qui di Gianni Rodari:
Giovannino Perdigiorno
Ha perso il tram di mezzogiorno
Ha perso la voce, l’appetito,
ha perso la voglia di alzare un dito,
ha perso il turno, ha perso la quota,
ha perso la testa (ma era vuota),
ha perso le staffe, ha perso l’ombrello,
ha perso la chiave del cancello,
ha perso la foglia, ha perso la via:
Tutto è perduto fuorché l’allegria.
Che a me è sempre piaciuta tanto.
Ed ho pensato che anche Alice incasinatrice merita una poesia che la celebri degnamente:
Alice è sbadata e dimenticatrice
Ha il cervello infeltrito dalla lavatrice
Sognava il lavoro di grande successo
e invece l'han presto gettata nel c...
"Sei confusa e sbadata, sei pasticciatrice...
e pretendi di stare in una casa editrice?"
Alice, poretta, che ci ha solo un neurone
capisce e pian piano se ne fa una ragione
"E allora va bin, cambierò libreria!"
Ma... perse i contatti lungo la via!
E lei, che si perde in un bicchiere di niente
Oggi è stata per ore in un tunnel fetente
Cercando, stavolta, non il Bianconiglio
ma la dannata subway nel suo nascondiglio.
Quando infine ritorna lassù in superficie
è punto da capo, ma un po' più infelice.
Ed è a questo punto, che la meschina
decide di farsi una sorpresa carina
"Tre libri illustrati mi vado a comprare,
e il resto del mondo... che vada a cag..."
Alice compositrice
"Grazie per aver perso tempo venendo al nostro colloquio, ma abbiamo trovato qualcuno più qualificato di lei".
Oggi ho fatto un colloquio in una libreria fricchettona, luminosa e con tanta luce naturale e solare (l'ho mai detto che il terzo piano della Supplì è fatto strano? E che non c'è praticamente luce naturale, ad eccezione della piccola saletta dello spazio ragazzi? E che quindi io e la Patti passiamo intere giornate senza sapere se c'è il sole, se piove o se un enorme disco volante sta occupando il cielo della Grande Mela? E che dopo un anno alla luce delle lampadine sto iniziando a sviluppare un disperato bisogno di aria fresca?).
"cerco qualcuno che faccia part-time" mi dice il capo libraio fricchettone
"Va bene. Non mi importa, basta che mi fai venire qui nel tuo regno di Luce"
"Tieni il mio biglietto da visita, scrivimi una e-mail e ti mando i giorni e gli orari, così mi dici se ti va bene"
Grandioso.
Non ho nemmeno chiesto riguardo alla paga, all'assicurazione sanitaria, niente. Ero come una falena ipnotizzata dalla lanterna; nel vuoto cosmico del mio cranio c'erano solo il mio neurone e il mio recettore ottico che, abbracciati l'uno all'altro, ripetevano estasiati "Luuuceee.... Luuuceee... uceee... ...uceee... ...uceee..."
Peccato che, in tutta quella euforia, il mio neurone si sia distratto e... insomma, non so come sia successo, ma ho perso il biglietto da visita com l'e-mail del capo libraio fricchettone.
Oggi, tornando dalla libreria Regno-di-Luce Fricchettona mi sono persa dentro la metropolitana, che, se mai capitate a Broccolino, per carità, state lontani dalla fermata di Court Street, che è come il bosco di Sleepy Hollow, ci entrate e non ne uscite più.
Insomma, oggi mentre tiravo le somme mi è venuta in mente questa cosa qui di Gianni Rodari:
Giovannino Perdigiorno
Ha perso il tram di mezzogiorno
Ha perso la voce, l’appetito,
ha perso la voglia di alzare un dito,
ha perso il turno, ha perso la quota,
ha perso la testa (ma era vuota),
ha perso le staffe, ha perso l’ombrello,
ha perso la chiave del cancello,
ha perso la foglia, ha perso la via:
Tutto è perduto fuorché l’allegria.
Che a me è sempre piaciuta tanto.
Ed ho pensato che anche Alice incasinatrice merita una poesia che la celebri degnamente:
Alice è sbadata e dimenticatrice
Ha il cervello infeltrito dalla lavatrice
Sognava il lavoro di grande successo
e invece l'han presto gettata nel c...
"Sei confusa e sbadata, sei pasticciatrice...
e pretendi di stare in una casa editrice?"
Alice, poretta, che ci ha solo un neurone
capisce e pian piano se ne fa una ragione
"E allora va bin, cambierò libreria!"
Ma... perse i contatti lungo la via!
E lei, che si perde in un bicchiere di niente
Oggi è stata per ore in un tunnel fetente
Cercando, stavolta, non il Bianconiglio
ma la dannata subway nel suo nascondiglio.
Quando infine ritorna lassù in superficie
è punto da capo, ma un po' più infelice.
Ed è a questo punto, che la meschina
decide di farsi una sorpresa carina
"Tre libri illustrati mi vado a comprare,
e il resto del mondo... che vada a cag..."
Alice compositrice
Friday, March 20, 2009
freddo, muffa e puzza di piedi. Urge visualizzare
Alla Supplì la miseria incombe.
Nel break room, il tuguro del sotterraneo che puzza di piedi, talmente basso che sbatto la testa contro il soffitto, si è rotto il riscaldamento.
Al primo piano una tizia oggi si è spatarrata per le scale di marmo insanguinando la moquette (nulla di grave, per fortuna è stato più lo spavento che il danno e se ne è andata con le sue gambette promettendo di non denunciare la libreria).
Al secondo piano c'è un buco nel tetto che non viene riparato, così nella sala dei libri di architettura, quando piove, i miei colleghi si affannano come formichine operose, tirano fuori dei teli di plastica e impacchettano gli scaffali (anche perchè parliamo di libri che si aggirano attorno ai 100 dollàri per copia), trasformando la libreria in un cantiere.
Insomma, pare che il terzo piano sia al momento l'unico a cui manca un tocco di "miseria-design". Non abbiamo la muffa, non abbiamo il freddo, non abbiamo le macchie di sangue rappreso... urge rimediare!
Pensavo di compensare facendo pipì sul vecchio tappeto pulcioso del settore bambini.
Ma la notizia è un'altra.
Mentre la miseria incombe, e ci viene ordinato di risparmiare sulla cancelleria, e il SuperManagerGayo ci comunica "no way, non ci sono soldi per gli aumenti"...
Pare che stia facendo i colloqui per prendere una nuova persona al terzo piano.
Le possibilità sono dunque 3:
1) Ha deciso di licenziarmi. Gioia, giaudio e 2 mesi di stipendio gratis mentre mi cerco un nuovo lavoro
2) Ha deciso di licenziare la Patti. A quel punto sentirò il dovere morale di andare a minacciare il capo "se lei se ne va me ne vado pure io... ma prima faccio pipì nello spazio ragazzi e ti brucio la documentazione dell'ultimo anno".
3) Ha deciso che, piuttosto che dare l'aumento a noi pezzenti, aggiunge un terzo pezzente (che andrà ovviamente istruito, e al quale si dovrà spiegare il lavoro da capo, e che probabilmente tra 3 mesi, quando capirà l'andazzo della baracca, se ne andrà in fretta e furia).
Lunedì altri 2 colloqui. Una scuola e una libreria.
Voi state tutte incrociate. eh.
Vi voglio come un bel cestino di vimini portafortuna.
Io intanto visualizzo scene di successo (come suggerisce la Pippi):
io che divento manager di una libreria,
io che apro una casa editrice,
io che mi compro un parco e ci faccio un nido naturalistico artistico (selezionando minuziosamente SOLO bambini con genitori non-grattugia-marroni),
io che vado in vacanza su un'isola tropicale dove non c'è acqua ma solo mojitos...
Alice visualizzatrice
Nel break room, il tuguro del sotterraneo che puzza di piedi, talmente basso che sbatto la testa contro il soffitto, si è rotto il riscaldamento.
Al primo piano una tizia oggi si è spatarrata per le scale di marmo insanguinando la moquette (nulla di grave, per fortuna è stato più lo spavento che il danno e se ne è andata con le sue gambette promettendo di non denunciare la libreria).
Al secondo piano c'è un buco nel tetto che non viene riparato, così nella sala dei libri di architettura, quando piove, i miei colleghi si affannano come formichine operose, tirano fuori dei teli di plastica e impacchettano gli scaffali (anche perchè parliamo di libri che si aggirano attorno ai 100 dollàri per copia), trasformando la libreria in un cantiere.
Insomma, pare che il terzo piano sia al momento l'unico a cui manca un tocco di "miseria-design". Non abbiamo la muffa, non abbiamo il freddo, non abbiamo le macchie di sangue rappreso... urge rimediare!
Pensavo di compensare facendo pipì sul vecchio tappeto pulcioso del settore bambini.
Ma la notizia è un'altra.
Mentre la miseria incombe, e ci viene ordinato di risparmiare sulla cancelleria, e il SuperManagerGayo ci comunica "no way, non ci sono soldi per gli aumenti"...
Pare che stia facendo i colloqui per prendere una nuova persona al terzo piano.
Le possibilità sono dunque 3:
1) Ha deciso di licenziarmi. Gioia, giaudio e 2 mesi di stipendio gratis mentre mi cerco un nuovo lavoro
2) Ha deciso di licenziare la Patti. A quel punto sentirò il dovere morale di andare a minacciare il capo "se lei se ne va me ne vado pure io... ma prima faccio pipì nello spazio ragazzi e ti brucio la documentazione dell'ultimo anno".
3) Ha deciso che, piuttosto che dare l'aumento a noi pezzenti, aggiunge un terzo pezzente (che andrà ovviamente istruito, e al quale si dovrà spiegare il lavoro da capo, e che probabilmente tra 3 mesi, quando capirà l'andazzo della baracca, se ne andrà in fretta e furia).
Lunedì altri 2 colloqui. Una scuola e una libreria.
Voi state tutte incrociate. eh.
Vi voglio come un bel cestino di vimini portafortuna.
Io intanto visualizzo scene di successo (come suggerisce la Pippi):
io che divento manager di una libreria,
io che apro una casa editrice,
io che mi compro un parco e ci faccio un nido naturalistico artistico (selezionando minuziosamente SOLO bambini con genitori non-grattugia-marroni),
io che vado in vacanza su un'isola tropicale dove non c'è acqua ma solo mojitos...
Alice visualizzatrice
beee llezze della pastorizia
oggi ho scoperto che il mondo della pastorizia ha nuovi e inesplorati orizzonti, e che, nella già lunghissima lista delle cose che avrò quando sarò ricca, devo aggiungere un branco di pecore e dei cani da pastore.
Assolutamente.
E dopo aver guardato questo converrete con me che...
fare il pastore ha un suo perchè!
Alice pascolatrice
Assolutamente.
E dopo aver guardato questo converrete con me che...
fare il pastore ha un suo perchè!
Alice pascolatrice
Wednesday, March 18, 2009
schiacciata dal ferro da stiro
... naturalmente non ho ancora ricevuto il NO ufficiale dal posto di lavoro bellissimo, che arrivera' tra 2 settimane (hanno ancora tonnellate di colloqui da fare), ma il colloquio e' stato bello.
... che loro chiamano flatiron (ferro da stiro) ma che a me ricorda tanto una fetta di torta millefoglie.
Alice visitatrice (& potente sudoratrice)
Nel senso che mi sono divertita, ho detto un sacco di boiate, il mio inglese era orrido e orrorifico, ma io facevo la sborona tutta certezze e self-confidence. E così la prima parte, ovvero il pre-colloquio con la responsabile delle risorse umane, è stata con il botto. Sono stata splendida, ho sparato tutte le mie cartucce e tutto il mio charme. La tizia era mia. L'avevo conquistata.
Peccato che, dopo 20 minuti, quando la mia umidità ascellare aveva raggiunto il limite ma ormai sapevo di esser verso la fine e tiravo già un sospiro di sollievo... la tizia mi fa "bene, ora vai su di due piani, a parlare con il super manager".
E io, che ero stata splendida e grintosa per BEN 20 minuti, davanti al super manager ho avuto lo spirito brillante di una larva decerebrata, l'ho fatto parlare tutto il tempo, annuendo come le bamboline hawaiiane sul cruscotto dei macchinisti, ridendo istericamente e pensando alla potente sudorazione delle mie mani.
"graaazie, se saremo interessati ci faremo vivi"
Oh, vabbè.
La prossima volta mi preparo meglio e mi tengo la parte migliore dello show per il finale!
Peccato che, dopo 20 minuti, quando la mia umidità ascellare aveva raggiunto il limite ma ormai sapevo di esser verso la fine e tiravo già un sospiro di sollievo... la tizia mi fa "bene, ora vai su di due piani, a parlare con il super manager".
E io, che ero stata splendida e grintosa per BEN 20 minuti, davanti al super manager ho avuto lo spirito brillante di una larva decerebrata, l'ho fatto parlare tutto il tempo, annuendo come le bamboline hawaiiane sul cruscotto dei macchinisti, ridendo istericamente e pensando alla potente sudorazione delle mie mani.
"graaazie, se saremo interessati ci faremo vivi"
Oh, vabbè.
La prossima volta mi preparo meglio e mi tengo la parte migliore dello show per il finale!
L'aspetto migliore del tutto?
Che mi sono fatta un giro turistico in un monumento storico della Grande Mela, visto che la sede del lavoro bellissimo era in questo posto bellissimo:
Che mi sono fatta un giro turistico in un monumento storico della Grande Mela, visto che la sede del lavoro bellissimo era in questo posto bellissimo:
... che loro chiamano flatiron (ferro da stiro) ma che a me ricorda tanto una fetta di torta millefoglie.
che comunque, non per dire, ma nella patria del gianduiotto ci abbiamo la "fetta di polenta", che non scherza per niente e al flatiron ci fa un baffo:
Alice visitatrice (& potente sudoratrice)
Monday, March 16, 2009
un no dò e un no ricevo
Oggi, nel pomeriggio, devo chiamare la padrona della scuola del quartiere degli scippatori per dirle che rifiuto l'offerta di lavoro.
Per 3 motivi:
Pochi soldi
No assicurazione per 6 mesi (e anche dopo, andrebbe comunque co-pagata, che sono soldoni)
Teorie educativo pedagogiche diametralmente opposte alle mie.
(Per maturare tale decisione ho piallato i marroni a tutti quelli con cui sono entrata in contatto negli ultimi 3 giorni... ho anche avuto un momento mistico-wicca in cui mi sono fatta i tarocchi, i ching e mi sono pure interpretata i sogni, che a noi Don Nascimiento ci fa un pippero).
Ma prima, all'ora di pranzo, devo andare a fare farmi rifiutare da un posto di lavoro.
E' un posto di lavoro a cui ho mandato il curriculum in un momento di alta, altissima alterrima autostima.
Quando mi han telefonato per fissare il colloquio ho seriamente pensato di non andarci: "perchè alzarsi e scomodarsi per andare a farsi dare un calcio nel deretano? Tanto lo so che non mi prendono"
Poi però il Grinta, che da quando ha iniziato a fare yoga ha degli sconvolgenti lampi di saggezza, ha congiunto le mani all'altezza dello sterno, ha incorciato le gambe e in tale posizione meditativa, ha parlato: "Perchè devi prenderti a calci da sola? Lascia agli altri tale gradevole compito".
Che ci ha ragione, ci ha.
Quindi oggi, nelle lista delle cose da fare, c'è: farsi rifiutare ad un colloquio.
Ma col sorriso, eh.
Alice filosofeggiatrice
Per 3 motivi:
Pochi soldi
No assicurazione per 6 mesi (e anche dopo, andrebbe comunque co-pagata, che sono soldoni)
Teorie educativo pedagogiche diametralmente opposte alle mie.
(Per maturare tale decisione ho piallato i marroni a tutti quelli con cui sono entrata in contatto negli ultimi 3 giorni... ho anche avuto un momento mistico-wicca in cui mi sono fatta i tarocchi, i ching e mi sono pure interpretata i sogni, che a noi Don Nascimiento ci fa un pippero).
Ma prima, all'ora di pranzo, devo andare a fare farmi rifiutare da un posto di lavoro.
E' un posto di lavoro a cui ho mandato il curriculum in un momento di alta, altissima alterrima autostima.
Quando mi han telefonato per fissare il colloquio ho seriamente pensato di non andarci: "perchè alzarsi e scomodarsi per andare a farsi dare un calcio nel deretano? Tanto lo so che non mi prendono"
Poi però il Grinta, che da quando ha iniziato a fare yoga ha degli sconvolgenti lampi di saggezza, ha congiunto le mani all'altezza dello sterno, ha incorciato le gambe e in tale posizione meditativa, ha parlato: "Perchè devi prenderti a calci da sola? Lascia agli altri tale gradevole compito".
Che ci ha ragione, ci ha.
Quindi oggi, nelle lista delle cose da fare, c'è: farsi rifiutare ad un colloquio.
Ma col sorriso, eh.
Alice filosofeggiatrice
Saturday, March 14, 2009
libertè, mutandè, umiditè
Mattina, il Grinta è in ritardo e si aggira per la casa con scatti frenetici, ancora in costume adamitico integrale:
"E' tardi, è tardi... lo sapevo... lo sapevo..."
"Se magari iniziassi a vestirti..."
"Ho finito le mutande e l'asciugatrice del sotterraneo non ha ancora finito di girare!!"
"Cerca bene, hai eserciti di mutande, magari stanno solo facendo un'esercitazione mimetica nell'armadio... che non ci credo che non ne hai più..."
"E' tardi... è tardi... e vabbè. So cosa fare. Oggi dichiaro ufficialmente aperto...
il "Freeeedom daaay"
dichiara sculettando in giro con aria felice
"passami i pantaloni, donna, che è il Freedom Day, oggi lascio ampio respiro alle mie zone basse"
...
Inutile dire che sono scesa sotto (nel seminterrato dela morte) ho aperto l'asciugatrice a metà programma, ho acciuffato la mutanda meno zuppa ed ho dichiarato ufficilamente aperto l' "Humidity day". Il giorno in cui le zone basse stagnano in paludi di cotone mal asciugato.
Alice umidificatrice
"E' tardi, è tardi... lo sapevo... lo sapevo..."
"Se magari iniziassi a vestirti..."
"Ho finito le mutande e l'asciugatrice del sotterraneo non ha ancora finito di girare!!"
"Cerca bene, hai eserciti di mutande, magari stanno solo facendo un'esercitazione mimetica nell'armadio... che non ci credo che non ne hai più..."
"E' tardi... è tardi... e vabbè. So cosa fare. Oggi dichiaro ufficialmente aperto...
il "Freeeedom daaay"
dichiara sculettando in giro con aria felice
"passami i pantaloni, donna, che è il Freedom Day, oggi lascio ampio respiro alle mie zone basse"
...
Inutile dire che sono scesa sotto (nel seminterrato dela morte) ho aperto l'asciugatrice a metà programma, ho acciuffato la mutanda meno zuppa ed ho dichiarato ufficilamente aperto l' "Humidity day". Il giorno in cui le zone basse stagnano in paludi di cotone mal asciugato.
Alice umidificatrice
Thursday, March 12, 2009
art attack!
La sottoscritta e il Grinta sono stati parte attiva di una performance artistica.
Un manipolo di pazzi economisti, assieme ad un manipolo di scriteriati artisti, ha creato, per una sera, un micro-sistema economico.
Funzionava così:
Lo spettatore entrava e si trovava davanti un economista canadese in camice bianco che diceva:
"Ciao, io sono il capitalista. Ora ti darò del lavoro da fare. Dopo, controllerò che tu l'abbia fatto bene. Se il tuo lavoro sarà soddisfacente ci piazzerò sopra il mio timbro di approvazione e potrai andare in banca a ritirare i tuoi soldi"
I lavori da fare erano cose del tipo:
scrivi una storia
scrivi un poema
disegna una giraffa
fai un grafico
scrivi una prova o una dimostrazione
(le ultime due erano per l'alta massa di nerd matematico-complusivi che ovviamente proveniva dalle aule dell'università dei geniacci).
Se invece non avevi grande spirito di inventiva, c'erano sempre i lavori "manuali", e potevi ritagliare con la taglierina sagome di cartone (che, non so per quale motivo, erano solo di due tipi: un gelato stilizzato ed un mitra. Entrambi in scala 1:1. Boh)
Io, naturalmente, ho fatto un sacco di lavori bellissimi.
Ho ricevuto un sacco di timbrini e sono molto fiera di me.
Dopo aver ricevuto i timbrini si andava alla banca, dove un economista-banchiere con il camice bianco ti dava il tuo salario:
Ora, una volta avuto il tuo sudato stipendio, potevi scegliere:
A)
Potevi prendere il tuo salario e andare dal terzo economista con il camice bianco, quello responsabile del mercato, e comprarti della birra o dei biscotti al cioccolato (un sacchetto= una birra di cattiva qualità oppure 4 biscotti al cioccolato. 2 sacchetti = una birra di buona qualità)
B)
Potevi tentare la fortuna, andare di nuovo alla banca e chiedere di aprire il tuo sacchetto:
Dentro al sacchetto poteva esserci...
(RULLO DI TAMBURI E CORO DA STADIO, PLEAZE)
TARA TARA TA TA TATA TAAAA
OOOOOOOOOOH....
niente
grande delusione e senso di perdita. Ma almeno le piante aliene e geneticamente modificate come quelle che germogliano alla topaia possono essere felici per il nuovo concime in arrivo.
un occhio gommoso
grande delusione. Ma almeno l'amarezza e la frustrazione si possono scaricare sull'occhietto antistresss, ottimo da strizzare, schiacciare e sgnaccare.
una monetina d'oro vero (ummmh....) con la faccina di Obama che sorride
Grande gioia e prosperità! Un cimelio che verrà tramandato ai nipoti e ai bisnipoti, e un meraviglioso aneddoto che renderà indimenticabili le serate di inverno davanti al camino.
(io e il Grinta, nel corso della serata, abbiamo ovviamente sperimentato tutte le variabili combinatorie)
La performance è durata circa 3 ore, alla fine delle quali la sottoscritta era ubriaca e felice, straparlava in tutte le lingue e aveva ingurgitato un tale quantitativo di biscotti da avere nelle vene fiumi di cioccolato.
Durante la performance, mentre il Grinta, da perfido filo-capitalista quale è, giocava per i fatti suoi, facendo i suoi lavoretti e bevendosi le sue birre, la sottoscritta, assieme ad un altro manipolo di italiani sovversivi, ha tentato eroicamente la rivoluzione: il nostro obiettivo era chiaro:
accumulare talmente tanti sacchetti-moneta da mandare in fallimento la banca, a quel punto far craccare il mercato e tentare una ri-distribuzione proletaria delle birre e dei biscottini... ma il perfido capitalista canadese, accortosi del nucleo operativo rivoluzionario italiano, ha minacciato di non dare più lavoro agli italiani (cosa che, secondo me, non era in liena con le direttive della carta dei diritti umani) ed ha persino cambiato le condizioni del salario: per ricevere un timbrino-stipendio era necessario non solo lavorare ma anche sacrificare una lattina di birra al capitalista.
Vista la situazione, il nucleo rivoluzionario non ha potuto fare altro che tradurre in birra tutti i sacchetti moneta accumulati e darsi agli schiamazzi notturni.
Alice sovvertitrice
Un manipolo di pazzi economisti, assieme ad un manipolo di scriteriati artisti, ha creato, per una sera, un micro-sistema economico.
Funzionava così:
Lo spettatore entrava e si trovava davanti un economista canadese in camice bianco che diceva:
"Ciao, io sono il capitalista. Ora ti darò del lavoro da fare. Dopo, controllerò che tu l'abbia fatto bene. Se il tuo lavoro sarà soddisfacente ci piazzerò sopra il mio timbro di approvazione e potrai andare in banca a ritirare i tuoi soldi"
I lavori da fare erano cose del tipo:
scrivi una storia
scrivi un poema
disegna una giraffa
fai un grafico
scrivi una prova o una dimostrazione
(le ultime due erano per l'alta massa di nerd matematico-complusivi che ovviamente proveniva dalle aule dell'università dei geniacci).
Se invece non avevi grande spirito di inventiva, c'erano sempre i lavori "manuali", e potevi ritagliare con la taglierina sagome di cartone (che, non so per quale motivo, erano solo di due tipi: un gelato stilizzato ed un mitra. Entrambi in scala 1:1. Boh)
Io, naturalmente, ho fatto un sacco di lavori bellissimi.
Ho ricevuto un sacco di timbrini e sono molto fiera di me.
Dopo aver ricevuto i timbrini si andava alla banca, dove un economista-banchiere con il camice bianco ti dava il tuo salario:
Ora, una volta avuto il tuo sudato stipendio, potevi scegliere:
A)
Potevi prendere il tuo salario e andare dal terzo economista con il camice bianco, quello responsabile del mercato, e comprarti della birra o dei biscotti al cioccolato (un sacchetto= una birra di cattiva qualità oppure 4 biscotti al cioccolato. 2 sacchetti = una birra di buona qualità)
B)
Potevi tentare la fortuna, andare di nuovo alla banca e chiedere di aprire il tuo sacchetto:
Dentro al sacchetto poteva esserci...
(RULLO DI TAMBURI E CORO DA STADIO, PLEAZE)
TARA TARA TA TA TATA TAAAA
OOOOOOOOOOH....
niente
grande delusione e senso di perdita. Ma almeno le piante aliene e geneticamente modificate come quelle che germogliano alla topaia possono essere felici per il nuovo concime in arrivo.
un occhio gommoso
grande delusione. Ma almeno l'amarezza e la frustrazione si possono scaricare sull'occhietto antistresss, ottimo da strizzare, schiacciare e sgnaccare.
una monetina d'oro vero (ummmh....) con la faccina di Obama che sorride
Grande gioia e prosperità! Un cimelio che verrà tramandato ai nipoti e ai bisnipoti, e un meraviglioso aneddoto che renderà indimenticabili le serate di inverno davanti al camino.
(io e il Grinta, nel corso della serata, abbiamo ovviamente sperimentato tutte le variabili combinatorie)
La performance è durata circa 3 ore, alla fine delle quali la sottoscritta era ubriaca e felice, straparlava in tutte le lingue e aveva ingurgitato un tale quantitativo di biscotti da avere nelle vene fiumi di cioccolato.
Durante la performance, mentre il Grinta, da perfido filo-capitalista quale è, giocava per i fatti suoi, facendo i suoi lavoretti e bevendosi le sue birre, la sottoscritta, assieme ad un altro manipolo di italiani sovversivi, ha tentato eroicamente la rivoluzione: il nostro obiettivo era chiaro:
accumulare talmente tanti sacchetti-moneta da mandare in fallimento la banca, a quel punto far craccare il mercato e tentare una ri-distribuzione proletaria delle birre e dei biscottini... ma il perfido capitalista canadese, accortosi del nucleo operativo rivoluzionario italiano, ha minacciato di non dare più lavoro agli italiani (cosa che, secondo me, non era in liena con le direttive della carta dei diritti umani) ed ha persino cambiato le condizioni del salario: per ricevere un timbrino-stipendio era necessario non solo lavorare ma anche sacrificare una lattina di birra al capitalista.
Vista la situazione, il nucleo rivoluzionario non ha potuto fare altro che tradurre in birra tutti i sacchetti moneta accumulati e darsi agli schiamazzi notturni.
Alice sovvertitrice
Tuesday, March 10, 2009
l'apparizione del divino
Per l'8 marzo, il Grinta mi ha portato in uno dei miei posti preferiti.
Un posto pieno di libri.
Per l'esattezza pieno di libri per bambini.
Ero pronta per un lungo tour tra gli scaffali (perchè no, a me quelli della Supplì non bastano, e poi hanno un settore di libri per bambini piccolo come uno sputo), che tra l'altro nella libreria in questione hanno anche un bar che fa delle cup-cake al cioccolato che ti sparano i trigliceridi sull'ottovolante, e già ero contenta come una pasqua, saltellavo e blateravo felice... quando ho scoperto di aver vinto il bonus extra-felicità.
La libreria infatti è invasa da un sacco di persone, accampate per terra, con un numerino tra le mani.
Tutte queste persone, oltre al numerino, tengono tra le mani un libro.
I titoli sono diversi, ma l'autore è sempre lo stesso.
LUI.
L'unico.
Il solo.
Insomma, il mio sogno erotico-narrativo.
Che, a quanto pare, sta autografando, proprio qui, proprio oggi.
E' il destino.
Aveva ragione la Pippi, il segreto è la visualizzazione.
Il Grinta, anche lui sfegatato ammiratore del caro Neil (come già avevo raccontato qui) vacilla per l'emozione, ha gli occhi lucidi e pensa a tutti i libri che abbiamo a casa e che avremmo potuto fare autografare...
"Oddio, oddio... e te non lo sapevi! Come è possibile che te non lo sapessi?! Sei te l'appassionata di letteratura per l'infanzia! Ora è troppo tardi e non ci danno più il numerino!"
"Ssshh, non gridare, che disturbi il divino, andiamo a sbirciarlo da vicino, dai!"
"Guardalo, eccolo lì! Peccato che non possiamo parlarci, io saprei già cosa dirgli"
"A sì? Sentiamo"
"Neil, o sommo, noi ti amiamo! Ti amiamo così tanto che quando avremo un figlio lo chiameremo Neilgaiman, tuttoattaccato, in tuo onore!... o preferisci Gaimanneil?"
"..."
Ora, giusto per far morire di invidia la mater, che come me ha un debole per lui, e che durante il racconto dell'incontro ravvicinato commentava " E' bello e sexy come nelle quarte di copertina?! Che voce ha?... Ma l'hai visto da vicino? O da lontano?"
"Mbè... vicino... non saprei... 2 metri e 70 centimetri sono vicino per te?"
"Cooosa? Daaaaiii!!COSI' vicino??? Non è giustooo"
mbè, per lei, per noi, per tutti... eccolo qui:
Alice veneratrice
Un posto pieno di libri.
Per l'esattezza pieno di libri per bambini.
Ero pronta per un lungo tour tra gli scaffali (perchè no, a me quelli della Supplì non bastano, e poi hanno un settore di libri per bambini piccolo come uno sputo), che tra l'altro nella libreria in questione hanno anche un bar che fa delle cup-cake al cioccolato che ti sparano i trigliceridi sull'ottovolante, e già ero contenta come una pasqua, saltellavo e blateravo felice... quando ho scoperto di aver vinto il bonus extra-felicità.
La libreria infatti è invasa da un sacco di persone, accampate per terra, con un numerino tra le mani.
Tutte queste persone, oltre al numerino, tengono tra le mani un libro.
I titoli sono diversi, ma l'autore è sempre lo stesso.
LUI.
L'unico.
Il solo.
Insomma, il mio sogno erotico-narrativo.
Che, a quanto pare, sta autografando, proprio qui, proprio oggi.
E' il destino.
Aveva ragione la Pippi, il segreto è la visualizzazione.
Il Grinta, anche lui sfegatato ammiratore del caro Neil (come già avevo raccontato qui) vacilla per l'emozione, ha gli occhi lucidi e pensa a tutti i libri che abbiamo a casa e che avremmo potuto fare autografare...
"Oddio, oddio... e te non lo sapevi! Come è possibile che te non lo sapessi?! Sei te l'appassionata di letteratura per l'infanzia! Ora è troppo tardi e non ci danno più il numerino!"
"Ssshh, non gridare, che disturbi il divino, andiamo a sbirciarlo da vicino, dai!"
"Guardalo, eccolo lì! Peccato che non possiamo parlarci, io saprei già cosa dirgli"
"A sì? Sentiamo"
"Neil, o sommo, noi ti amiamo! Ti amiamo così tanto che quando avremo un figlio lo chiameremo Neilgaiman, tuttoattaccato, in tuo onore!... o preferisci Gaimanneil?"
"..."
Ora, giusto per far morire di invidia la mater, che come me ha un debole per lui, e che durante il racconto dell'incontro ravvicinato commentava " E' bello e sexy come nelle quarte di copertina?! Che voce ha?... Ma l'hai visto da vicino? O da lontano?"
"Mbè... vicino... non saprei... 2 metri e 70 centimetri sono vicino per te?"
"Cooosa? Daaaaiii!!COSI' vicino??? Non è giustooo"
mbè, per lei, per noi, per tutti... eccolo qui:
Alice veneratrice
piccoli americani crescono parte II
Dicevamo,
...
e mentre i nani, vestiti di tutto punto e buttati per terra sui materassini come i profughi dell'uragano Katrina intonano un ultimo inno al Buon Dio e chiudono gli occhi, la padrona della baracca mi chiama fuori per il colloquio.
"Allora, ti abbiamo osservato. E ci sei piaciuta, soprattutto alla mia mamma, che è la co-proprietaria della baracca"
Questa cosa, cioè "my mum likes you", la ripeterà circa 15 volte, facendomi dedurre che se anche piaccio alla madre a lei magari non faccio proprio schifo ma non la entusiasmo di certo!
"?!... ma come ha fatto a vederemi la tua mamma, che io non l'ho vista?"
"Ti abbiamo osservato dalle telecamere. Ogni classe è videocontrollata"
"..."
"Bene, tra l'altro la cosa che più abbiamo apprezzato è il fatto che hai toccato i bambini"
Ora, io giuro che, dopo tutto quello che avevo sentito circa la pedofilofobia americana, ho passato tutto il tempo facendo mooolta attenzione a ridurre il contatto fisico al minimo: mi sono limitata ad un paio di pat-pat sulla testa di qualche nano... ed a prenderene in braccio uno che piangeva come un disperato. Per il resto, ho assolutamente evitato gare di solletico o massaggi ayurvedici, ecco. Quindi resto un po' basita, ma la tizia continua:
"no, perchè ci sono maestre che non tocca i bambini, te invece ti lasciavi accarezzare da loro, che è bene"
"..."
"Comunque, quanto vorresti essere pagata?"
"Voglio tra i 10 e i 15 dollari all'ora"
"Posso offrirti 13 dollari. Lordi"
"Sempre meglio di quanto prendo adesso... e per l'assicurazione sanitaria?"
"Ti possiamo dare una mano e pagare il 50%, ma il resto te lo paghi te"
"Mmmh"
"Comunque, voglio farti vedere ancora un paio di cose"
Parte un giro turistico nel quale scopro che, nel centro della scuola, c'è un negozietto di cibo-spazzatura (sacchetti di patatine, barrette di cioccolata, caramelle commose, bibite colorate...) "nel caso ai bambini venisse fame", e scopro anche che la tipa ha una figlia che va alla scuola montessoriana, e vuole introdurre pezzetti del metodo motessoriano "così i bambini imparano a leggere e scrivere a 3-4 anni"
"..."
E a questo punto, visto che sono in questo covo di matti da 2 ore, saluto, ringrazio e resto con un enorme punto di domanda sulla zucca:
Ma davvero?
Davvero le normali scuole americane son tutte così?
Boh.
Alice sospettatrice
...
e mentre i nani, vestiti di tutto punto e buttati per terra sui materassini come i profughi dell'uragano Katrina intonano un ultimo inno al Buon Dio e chiudono gli occhi, la padrona della baracca mi chiama fuori per il colloquio.
"Allora, ti abbiamo osservato. E ci sei piaciuta, soprattutto alla mia mamma, che è la co-proprietaria della baracca"
Questa cosa, cioè "my mum likes you", la ripeterà circa 15 volte, facendomi dedurre che se anche piaccio alla madre a lei magari non faccio proprio schifo ma non la entusiasmo di certo!
"?!... ma come ha fatto a vederemi la tua mamma, che io non l'ho vista?"
"Ti abbiamo osservato dalle telecamere. Ogni classe è videocontrollata"
"..."
"Bene, tra l'altro la cosa che più abbiamo apprezzato è il fatto che hai toccato i bambini"
Ora, io giuro che, dopo tutto quello che avevo sentito circa la pedofilofobia americana, ho passato tutto il tempo facendo mooolta attenzione a ridurre il contatto fisico al minimo: mi sono limitata ad un paio di pat-pat sulla testa di qualche nano... ed a prenderene in braccio uno che piangeva come un disperato. Per il resto, ho assolutamente evitato gare di solletico o massaggi ayurvedici, ecco. Quindi resto un po' basita, ma la tizia continua:
"no, perchè ci sono maestre che non tocca i bambini, te invece ti lasciavi accarezzare da loro, che è bene"
"..."
"Comunque, quanto vorresti essere pagata?"
"Voglio tra i 10 e i 15 dollari all'ora"
"Posso offrirti 13 dollari. Lordi"
"Sempre meglio di quanto prendo adesso... e per l'assicurazione sanitaria?"
"Ti possiamo dare una mano e pagare il 50%, ma il resto te lo paghi te"
"Mmmh"
"Comunque, voglio farti vedere ancora un paio di cose"
Parte un giro turistico nel quale scopro che, nel centro della scuola, c'è un negozietto di cibo-spazzatura (sacchetti di patatine, barrette di cioccolata, caramelle commose, bibite colorate...) "nel caso ai bambini venisse fame", e scopro anche che la tipa ha una figlia che va alla scuola montessoriana, e vuole introdurre pezzetti del metodo motessoriano "così i bambini imparano a leggere e scrivere a 3-4 anni"
"..."
E a questo punto, visto che sono in questo covo di matti da 2 ore, saluto, ringrazio e resto con un enorme punto di domanda sulla zucca:
Ma davvero?
Davvero le normali scuole americane son tutte così?
Boh.
Alice sospettatrice
Monday, March 9, 2009
piccoli americani crescono parte I
Reduce da un colloquio in una scuola per nani, dai 2 ai 4 anni.
La scuola non è nel quartiere degli assassini ma in quello degli scippatori, quindi direi che è senza dubbio un passo avanti.
Il quartiere è a predominanza nera, quindi la sottoscritta, già sul vagone della metropolitana sembrava un pallido cannellino in un barattolo di fagioli neri.
La padrona della baracca è nera.
Le insegnanti sono nere.
I bambini sono neri.
Insomma, la cosa si prospetta divertente.
La padrona della baracca, con cui ho appuntmento alle 11.30, scorre il curriculum e dichiara:
"Bene, bene. Adesso facciamo così: io ti lascio in una classe per un'oretta, che voglio vedere come stai in mezzo ai bambini... poi vediamo come è andata e ti faccio il colloquio"
"!... ah... Però! Va bene, buttami nell'arena... ma cosa dovrei fargli fare di preciso?"
"Niente, tra mezz'ora mangiano, quindi devi intrattenerli, seduti sul tappeto, possibilmente calmi, per circa mezz'ora"
Entro nella gabbia delle belve e mi ritrovo 'sti 20 scriccioli, tutti tra i 2 e i 4 anni... con la divisa.
La bambine hanno una gonnellina scozzese con fantasia tra il nero e il verde scuro, i bambini hanno pantaloni neri, cardian, camicetta e, un paio di stoici, persino la cravattina.
Poche cose mi stanno sui marroni come le divise per i bambini piccoli, ma vabbè.
A dispetto delle apparenze da piccoli lord e da giovani collegiali fiutano l'opportunità di fare casino non appena la padrona della baracca mi presenta: "Bimbi, questa è Alliccia, seduti tutti che ora vi canta qualcosa"
Ah ah ah ahh
Merda.
So tonnellate di filastrocche e canzoncine in italiano, ma non ne conosco manco una in inglese!
Un silenzio corico di aspettativa invade la stanza, e io prendo tempo:
"Prima facciamo un giro di nomi, così imparo come vi chiamate... cominciamo da te, nano, come ti chiami?"
"sbuuuooorgn"
"?!... ma che bel nome! E te"
"Schizstr"
"... emmmh... Interessante... te laggiù?"
"wuournot"
Non ho capito 1 solo nome. Anche perchè da precisini quali sono mi sparano nome e cognome assieme, e io non riesco a sgarbugiarli.
"bene, ora, visto che io di canzoni non ne so, facciamo che me ne insegnate qualcuna"
Urla di giubilo, han già capito che questo è il momento giusto della giornata per fare cagnara.
Parte una sorta di Zecchino d'Oro Americano Religioso e capisco in fretta che qui gesù va alla grande, seguito a ruota dalla canzoncina dell'alfabeto e da quella del ragnetto arrampicatore.
Dopo 20 melodici minuti i 20 nani iniziano a smaniare sul tappetone e ad aggrovigliarsi come le teste della medusa, quindi improvvisiamo e ci lanciamo in una italianissima vecchia fattoria che in realtà diventa una sorta di gioco dei mimi, con io che nitrisco, abbaio, sbatto ali immaginarie e striscio come un boa... e loro che urlano i nomi degli animali... ci prendono quasi sempre, che è notevole, perchè non so se lo sapete, ma la mucca qui non fa Muuu e il gallo non fa Chicchirichì... e pure il cane, mica fa bau da questo lato dell'oceano! Comunque, lasciamo perdere lo studio onomatopeico, alla fine siamo traghettati alla fine di questi surreali 30 minuti, ed arriva la parte più affascinante: il pranzo e la nanna.
Dunque.
I bambini vengono seduti ad un tavolo di plastica, non ci sono tovaglie, non ci sono tovaglioli.
Davanti ad ogni bambino c'è un piattino di plastica-polistirolo tripartito in cui giacciono:
10 orecchiette al ragù pallide pallide e asciutte
4 pezzettini di fagiolino che sembrano tronchetti di fil di ferro tanto sono magri
2 pezzetti di banana e un pezzetto di mela talmente sottile da essere trasparente.
Per mandare giù la sbobba a ciascun bambino viene datto un cartoccino di latte.
Quale stomaco può mangiare le orecchiette sbevazzando latte freddo?!
Prima del pranzo, occhi chiusi mani giunte, i 20 nani ringraziano il signore per il lauto pasto.
Durante il pasto non si parla, e non deve volare una mosca.
Un nano probabilmente ha un'allergia alimentare e gode di un piatto tripartito nel seguente modo:
Hamburger
patatine fritte
Ketchup
Il nano mangia le patatine affogandole ne ketchup e non dà nemmeno un morso al su hamburger.
Guardo questo branco di nani inappetenti (che, intendiamoci, il capisco, come cibo fa schifissimo) e chiedo alla maestra: "Scusa, ma ci sono 4 o 5 bambini che non hanno toccato nulla..."
"Eh, noi non ci possiamo fare niente! Lo diciamo ai genitori e quelli, se vogliono, gli preparano il pranzo da casa"
"..."
Durata del pranzo: 10 minuti.
Chi finisce di mangiare si alza e va a prepararsi per la nanna.
Ora, è vero che 'sto pranzo era fatto di niente... ma 10 minuti in posizione verticale, così, giusto il tempo per iniziare la digestione?!
La nanna viene fatta su dei materassini simili a quelli di yoga, un po' più spessi e un po' più plasticosi (anche perchè così, se qualcuno si lascia andare nel mezzo della pennica, il materassino non si impregna come una spugna) sparpagliati a terra sopra le bricioline del pranzo.
Non ci sono lenzuola, non ci sono cuscini... e chi vuole, ovvero la maggior parte dei nani, si porta da casa una coperta (in genere sono scintillanti e elettrostatiche copertine di pile).
I bambini si buttano su sti benedetti materassini vestiti, senza togliersi manco le scarpe. La maestra spegne la luce e loro chiudono gli occhi.
Fine?
Nooo... devo ancora raccontarvi del colloquio con la capa della baracca, ma per evitare di scrivere post-papiro, e per creare un po' di sana suspance, (e soprattutto perchè sono già in ritardo alla supplì e il Super Manager Gayo mi spezza le gambe)...
ve lo racconto stasera.
Ma voi potete pure fare qualche previsione, se volete, eh!
continua nel prossimo post!
Alice interrompitrice
La scuola non è nel quartiere degli assassini ma in quello degli scippatori, quindi direi che è senza dubbio un passo avanti.
Il quartiere è a predominanza nera, quindi la sottoscritta, già sul vagone della metropolitana sembrava un pallido cannellino in un barattolo di fagioli neri.
La padrona della baracca è nera.
Le insegnanti sono nere.
I bambini sono neri.
Insomma, la cosa si prospetta divertente.
La padrona della baracca, con cui ho appuntmento alle 11.30, scorre il curriculum e dichiara:
"Bene, bene. Adesso facciamo così: io ti lascio in una classe per un'oretta, che voglio vedere come stai in mezzo ai bambini... poi vediamo come è andata e ti faccio il colloquio"
"!... ah... Però! Va bene, buttami nell'arena... ma cosa dovrei fargli fare di preciso?"
"Niente, tra mezz'ora mangiano, quindi devi intrattenerli, seduti sul tappeto, possibilmente calmi, per circa mezz'ora"
Entro nella gabbia delle belve e mi ritrovo 'sti 20 scriccioli, tutti tra i 2 e i 4 anni... con la divisa.
La bambine hanno una gonnellina scozzese con fantasia tra il nero e il verde scuro, i bambini hanno pantaloni neri, cardian, camicetta e, un paio di stoici, persino la cravattina.
Poche cose mi stanno sui marroni come le divise per i bambini piccoli, ma vabbè.
A dispetto delle apparenze da piccoli lord e da giovani collegiali fiutano l'opportunità di fare casino non appena la padrona della baracca mi presenta: "Bimbi, questa è Alliccia, seduti tutti che ora vi canta qualcosa"
Ah ah ah ahh
Merda.
So tonnellate di filastrocche e canzoncine in italiano, ma non ne conosco manco una in inglese!
Un silenzio corico di aspettativa invade la stanza, e io prendo tempo:
"Prima facciamo un giro di nomi, così imparo come vi chiamate... cominciamo da te, nano, come ti chiami?"
"sbuuuooorgn"
"?!... ma che bel nome! E te"
"Schizstr"
"... emmmh... Interessante... te laggiù?"
"wuournot"
Non ho capito 1 solo nome. Anche perchè da precisini quali sono mi sparano nome e cognome assieme, e io non riesco a sgarbugiarli.
"bene, ora, visto che io di canzoni non ne so, facciamo che me ne insegnate qualcuna"
Urla di giubilo, han già capito che questo è il momento giusto della giornata per fare cagnara.
Parte una sorta di Zecchino d'Oro Americano Religioso e capisco in fretta che qui gesù va alla grande, seguito a ruota dalla canzoncina dell'alfabeto e da quella del ragnetto arrampicatore.
Dopo 20 melodici minuti i 20 nani iniziano a smaniare sul tappetone e ad aggrovigliarsi come le teste della medusa, quindi improvvisiamo e ci lanciamo in una italianissima vecchia fattoria che in realtà diventa una sorta di gioco dei mimi, con io che nitrisco, abbaio, sbatto ali immaginarie e striscio come un boa... e loro che urlano i nomi degli animali... ci prendono quasi sempre, che è notevole, perchè non so se lo sapete, ma la mucca qui non fa Muuu e il gallo non fa Chicchirichì... e pure il cane, mica fa bau da questo lato dell'oceano! Comunque, lasciamo perdere lo studio onomatopeico, alla fine siamo traghettati alla fine di questi surreali 30 minuti, ed arriva la parte più affascinante: il pranzo e la nanna.
Dunque.
I bambini vengono seduti ad un tavolo di plastica, non ci sono tovaglie, non ci sono tovaglioli.
Davanti ad ogni bambino c'è un piattino di plastica-polistirolo tripartito in cui giacciono:
10 orecchiette al ragù pallide pallide e asciutte
4 pezzettini di fagiolino che sembrano tronchetti di fil di ferro tanto sono magri
2 pezzetti di banana e un pezzetto di mela talmente sottile da essere trasparente.
Per mandare giù la sbobba a ciascun bambino viene datto un cartoccino di latte.
Quale stomaco può mangiare le orecchiette sbevazzando latte freddo?!
Prima del pranzo, occhi chiusi mani giunte, i 20 nani ringraziano il signore per il lauto pasto.
Durante il pasto non si parla, e non deve volare una mosca.
Un nano probabilmente ha un'allergia alimentare e gode di un piatto tripartito nel seguente modo:
Hamburger
patatine fritte
Ketchup
Il nano mangia le patatine affogandole ne ketchup e non dà nemmeno un morso al su hamburger.
Guardo questo branco di nani inappetenti (che, intendiamoci, il capisco, come cibo fa schifissimo) e chiedo alla maestra: "Scusa, ma ci sono 4 o 5 bambini che non hanno toccato nulla..."
"Eh, noi non ci possiamo fare niente! Lo diciamo ai genitori e quelli, se vogliono, gli preparano il pranzo da casa"
"..."
Durata del pranzo: 10 minuti.
Chi finisce di mangiare si alza e va a prepararsi per la nanna.
Ora, è vero che 'sto pranzo era fatto di niente... ma 10 minuti in posizione verticale, così, giusto il tempo per iniziare la digestione?!
La nanna viene fatta su dei materassini simili a quelli di yoga, un po' più spessi e un po' più plasticosi (anche perchè così, se qualcuno si lascia andare nel mezzo della pennica, il materassino non si impregna come una spugna) sparpagliati a terra sopra le bricioline del pranzo.
Non ci sono lenzuola, non ci sono cuscini... e chi vuole, ovvero la maggior parte dei nani, si porta da casa una coperta (in genere sono scintillanti e elettrostatiche copertine di pile).
I bambini si buttano su sti benedetti materassini vestiti, senza togliersi manco le scarpe. La maestra spegne la luce e loro chiudono gli occhi.
Fine?
Nooo... devo ancora raccontarvi del colloquio con la capa della baracca, ma per evitare di scrivere post-papiro, e per creare un po' di sana suspance, (e soprattutto perchè sono già in ritardo alla supplì e il Super Manager Gayo mi spezza le gambe)...
ve lo racconto stasera.
Ma voi potete pure fare qualche previsione, se volete, eh!
continua nel prossimo post!
Alice interrompitrice
Friday, March 6, 2009
pijate nà pasticca...
Qui, in questa valle di lacrime e disperazione a stelle e strisce il mio unico faro, la mia vera comprensiva anima gemella karmica, l'unico efficace balsamo per i miei patemi non è il Grinta, ma la Pippi.
La Pippi è il mio meccanico dell'anima.
Ci vediamo una volta alla settimana per controllare il reciproco stato mentale e psicofisico, e durante gli altri giorni sfidiamo le incommensurabili distanze che ci dividono (la Pippi abita a 2 ore di metropolitana dalla topaia) grazie alla tecnologia di Skype, che ci permette rinvigorenti chiacchierate gratuite.
Il livello di profondità e di serietà delle conversazioni varia, ma grossomodo si possono facilmente sentire frasi del tipo:
"Oggi mi sento come se ci fosse una patina di muco attorno ai miei neuroni"
"E' che devi visualizzare, il segreto è tutto nella visualizzazione"
"pinzare è italiano o dialettale?"
"ho trovato una bicicletta, ora sono padrona della città!"
"ho deciso che faccio esproprio proletario: ruberò libri per compensare il mio stipendio misero"
"Voglio fare una follia, sforare il mio budget mensile e farmi fare una ceretta in quei posti cerettosi, ce n'è uno vicino a casa mia pieno di brasiliane bellissime..."
Insomma, cose così.
Ma non è di questo che volevo parlare.
Il fatto è che la Pippi, per motivi che non stiamo certo a scrivere qui, ha deciso di prendere la pillola e quindi è andata a caccia di un ginecologus.
La Pippi, sebbene sia cresciuta tra i monti italiani, per motivi che non stiamo certo a scrivere qui (che sennò famo notte) gode della cittadinanza americana dalla nascita.
La Pippi tenta quindi di accedere ad un consultorio pubblico e ci regala un affascinante viaggio nel magico mondo dell'assistenza sanitaria per poveri.
Siete pronti?
Inizia tutto con una telefonata:
"buongiorno, sono la Pippi, sono cittadina, sono povera e vorrei la pillola... posso venire da voi?"
"Porta i 7 papiri del papa, una piuma della gallina dalle uova d'oro, la lampada di Aladino e una valangata di scartoffie, poi vediamo. Appuntamento tra una settimana, alle 13.00. Se non hai i papiri, la piuma, la lampada e le scartoffie non venire e stai a casa."
Alle 13.00 del giorno X la Pippi arriva, trascinando chili di carta che provino il fatto che è americana, che è povera, che vuole davvero la pillola.
La Pippi si accomoda nella sala d'aspetto, un seminterrato (basement) in cui le manifestazioni di vita sono:
3 ragazzine adolescenti del Qeens, che smanettano con i loro cellulari facendo grandi bolle con le
gomme da masticare.
4 donne indiane, con al seguito 6 bambini e due passeggini carichi di cappotti e borse della spesa.
2 donne completamente velate, da capo a piedi, con un burqa super rigido senza nemmeno la grata per gli occhi ma con solo due buchini come per i fantasmi con 4 bambini al seguito e un neonato avvolto in un foulard.
1 Pippi.
La Pippi aspetta paziente, e verso le 14.20 una voce possente la chiama e la invita in uno stanzino:
"Sei qui per l'interrogatorio"
"?"
"Dobbiamo controllare che quanto dici è vero. Davvero vivi solo con 800 dollari al mese?"
"Sì"
"Quando paghi di affitto?"
"350"
"quando a settimana per il cibo?"
"50 circa"
"luce, bollette.. quanto spendi al mese?"
"30 dollari più o meno"
"Per andare a lavoro usi la metropolitana? Compri la metrocard?"
"Faccio il mensile, da 81 dollari al mese"
"Hai un cellulare con abbonamento?"
"Sì, pago 29 dollari al mese"
La tipa smanetta con una calcolatrice e dichiara: "Quindi, a fine mese non ti resta praticamente niente!!"
"eh, brava"
"ok, sei elegibile. Vai fuori e aspetta"
Dopo 40 minuti la voce possente chiama di nuovo la Pippi, e le indica un nuovo ufficio con una nuova tizia scazzata
"Uff, allora, perchè sei qui?"
"Vorrei la pillola, o magari l'anellino anticoncezionale..."
"ALLORA. Mettiamo in chiaro una cosa: qui siamo in piena crisi economica, quindi: scordati l'anellino e scordati il cerotto, perchè non ce li mandano più. Noi ti diamo la pillola"
"...Va bene"
"Prima dobbiamo farti gli esami e le analisi: fai pipì qui dentro e poi io ti prelevo 4 litri di sangue"
"Va bene"
"fatto? Bene. Ora esci fuori e aspetta"
La Pippi è nuovamente in sala d'aspetto, accanto a lei una 17enne scazzata si sfoga: "Che palle oh, qui non hanno mai niente! Io prima prendevo gli anellini, ma poi li finivano sempre, allora ho scambiato e fatto i cerotti, ma pure quelli non c'erano quasi mai, ora alla fine prendo la pillola, ma è una palla oh, e poi faccio casino, me la scordo..."
La Pippi, ammirata da così tanta competenza in fatto di anticoncezionali, sta quasi per entrare in una fitta conversazione in stile Loveline MTV quando la voce possente la richiama, nuovo ufficio, nuova faccia. E questa pare esser la volta buona, visto che la tizia ha un camice.
"Allora, io sono la ginecologa"
"Bene. Finalmente"
"Vuoi la pillola?"
"Sì, vorrei quella che viene data alle donne che allattano, quella leggera..."
"no, quella non te la diamo"
"?"
"Te non allatti, quindi ti prendi quella solita"
"Ma io..."
"SENTI. Quella pillola lì tra l'altro è pe ri co lo si ssi ma. Se la prendi anche solo 3 ore dopo il momento in cui dovresti... resti in cinta!! Quindi non fa per te, fidati"
La Pippi non riesce a trattenere un certo velato scetticismo: sopracciglia alzate e
"Ma che cavolo dici?"
"Ascolta, cara mia, te da dove vieni?"
"dall'Italia"
"Ecco, qui è tutto diverso, fidati. Te non sai niente"
"Vabbè"
"Allora, hai fatto il pap-test?"
"no"
"Per darti la pillola dobbiamo farti il pat-test, perchè c'è la crisi, e dobbiamo documentare tutto..."
"Va bene, facciamolo"
"non si può.
Li abbiamo finiti"
"E quindi?"
"Torna la prossima settimana, facciamo il pap-test e ti dò le pillole"
Ora, sono le 16.30, la Pippi è qui dalle 13.00, sgrana l'occhio e, tentando di non sembrare troppo incazzata, spiega:
"Guarda, io lavoro, non posso prendere un'altra giornata libera!"
"Uff. Allora facciamo così. Ti dò due scatole. In genere ne diamo 3. Una volta ne davamo 6, ma ora c'è la crisi, e non ne abbiamo abbastanza. Io te ne dò due così te torni presto e io ti faccio il pap-test"
"va bene"
La ginecologa tira fuori un sacchetto di carta (quella per l'uva al mercato) lo riempie di gommosi perservativi e ci butta dentro due confezioni di pillole.
Le due confezioni sono esattamente come 2 pacchetti di m&m, le pillole sono lì, sciolte, grosse esattamente come gli m&m.
La Pippi le osserva, pensa alla botta ormonale a cui sta per sottoporsi ma non si arrende, ringrazia, fa per uscire quando al tipa la ferma:
"Aspetta, sai come funzionano?"
"Sì, ha già usato la pillola in Italia, comincio il primo giorno delle mie mestruazion..."
"NO!"
"?"
"No, ascolta, qui è tutto diverso, fidati"
Con uno sguardo serissimo agguanta un braccio della Pippi e le spiega:
"Te, non importa quando ti arrivano, te le prendi SEMPRE la prima DOMENICA dopo che ti sono arrivate"
"?!?"
"Mbè, perchè mi guardi così, cosa c'è di difficile da capire?"
"Cioè, se le mie mestruazioni arrivano al lunedì io inizio la pillola la domenica?"
"Sì. E bada che il primo mese non sei coperta, eh, devi continuare ad usare il preservativo!"
La Pippi si risiede, fissa la ginecologa nelle palle degli occhi e, con voce lenta e incredula:
"Quindi, fammi capire. Mi dai queste pillole enormi, grosse come m&m, che sono un'esplosione di ormoni, che devo prendere a cominciare da quando vuole l'almanacco... e non sono coperta per tutto il primo mese?"
"Uff... vabbè, diciamo che dopo le prime due settimane puoi. Ma le prime due no eh! Ora vattente, che è stato un giorno davvero busy e incasinato..."
Pippi, sbigottita e stremata, alle 17.15, dopo oltre 4 ore nel surreale seminterrato, rivede la luce del sole, e torna a casa con il suo sacchetto zeppo di preservativi e pasticconi verdi.
Noi stiamo ancora cercando di capire quale possa essere l'origine di questa teoria-della-domenica...
Che davvero reputino le donne talmente sceme da non capire quando cominciano le mestruazioni? Che reputino necessario terrorizzare anzichè spiegare per davvero come funzionano gli anticoncezionali?
Bah.
Alice sbigottitrice
La Pippi è il mio meccanico dell'anima.
Ci vediamo una volta alla settimana per controllare il reciproco stato mentale e psicofisico, e durante gli altri giorni sfidiamo le incommensurabili distanze che ci dividono (la Pippi abita a 2 ore di metropolitana dalla topaia) grazie alla tecnologia di Skype, che ci permette rinvigorenti chiacchierate gratuite.
Il livello di profondità e di serietà delle conversazioni varia, ma grossomodo si possono facilmente sentire frasi del tipo:
"Oggi mi sento come se ci fosse una patina di muco attorno ai miei neuroni"
"E' che devi visualizzare, il segreto è tutto nella visualizzazione"
"pinzare è italiano o dialettale?"
"ho trovato una bicicletta, ora sono padrona della città!"
"ho deciso che faccio esproprio proletario: ruberò libri per compensare il mio stipendio misero"
"Voglio fare una follia, sforare il mio budget mensile e farmi fare una ceretta in quei posti cerettosi, ce n'è uno vicino a casa mia pieno di brasiliane bellissime..."
Insomma, cose così.
Ma non è di questo che volevo parlare.
Il fatto è che la Pippi, per motivi che non stiamo certo a scrivere qui, ha deciso di prendere la pillola e quindi è andata a caccia di un ginecologus.
La Pippi, sebbene sia cresciuta tra i monti italiani, per motivi che non stiamo certo a scrivere qui (che sennò famo notte) gode della cittadinanza americana dalla nascita.
La Pippi tenta quindi di accedere ad un consultorio pubblico e ci regala un affascinante viaggio nel magico mondo dell'assistenza sanitaria per poveri.
Siete pronti?
Inizia tutto con una telefonata:
"buongiorno, sono la Pippi, sono cittadina, sono povera e vorrei la pillola... posso venire da voi?"
"Porta i 7 papiri del papa, una piuma della gallina dalle uova d'oro, la lampada di Aladino e una valangata di scartoffie, poi vediamo. Appuntamento tra una settimana, alle 13.00. Se non hai i papiri, la piuma, la lampada e le scartoffie non venire e stai a casa."
Alle 13.00 del giorno X la Pippi arriva, trascinando chili di carta che provino il fatto che è americana, che è povera, che vuole davvero la pillola.
La Pippi si accomoda nella sala d'aspetto, un seminterrato (basement) in cui le manifestazioni di vita sono:
3 ragazzine adolescenti del Qeens, che smanettano con i loro cellulari facendo grandi bolle con le
gomme da masticare.
4 donne indiane, con al seguito 6 bambini e due passeggini carichi di cappotti e borse della spesa.
2 donne completamente velate, da capo a piedi, con un burqa super rigido senza nemmeno la grata per gli occhi ma con solo due buchini come per i fantasmi con 4 bambini al seguito e un neonato avvolto in un foulard.
1 Pippi.
La Pippi aspetta paziente, e verso le 14.20 una voce possente la chiama e la invita in uno stanzino:
"Sei qui per l'interrogatorio"
"?"
"Dobbiamo controllare che quanto dici è vero. Davvero vivi solo con 800 dollari al mese?"
"Sì"
"Quando paghi di affitto?"
"350"
"quando a settimana per il cibo?"
"50 circa"
"luce, bollette.. quanto spendi al mese?"
"30 dollari più o meno"
"Per andare a lavoro usi la metropolitana? Compri la metrocard?"
"Faccio il mensile, da 81 dollari al mese"
"Hai un cellulare con abbonamento?"
"Sì, pago 29 dollari al mese"
La tipa smanetta con una calcolatrice e dichiara: "Quindi, a fine mese non ti resta praticamente niente!!"
"eh, brava"
"ok, sei elegibile. Vai fuori e aspetta"
Dopo 40 minuti la voce possente chiama di nuovo la Pippi, e le indica un nuovo ufficio con una nuova tizia scazzata
"Uff, allora, perchè sei qui?"
"Vorrei la pillola, o magari l'anellino anticoncezionale..."
"ALLORA. Mettiamo in chiaro una cosa: qui siamo in piena crisi economica, quindi: scordati l'anellino e scordati il cerotto, perchè non ce li mandano più. Noi ti diamo la pillola"
"...Va bene"
"Prima dobbiamo farti gli esami e le analisi: fai pipì qui dentro e poi io ti prelevo 4 litri di sangue"
"Va bene"
"fatto? Bene. Ora esci fuori e aspetta"
La Pippi è nuovamente in sala d'aspetto, accanto a lei una 17enne scazzata si sfoga: "Che palle oh, qui non hanno mai niente! Io prima prendevo gli anellini, ma poi li finivano sempre, allora ho scambiato e fatto i cerotti, ma pure quelli non c'erano quasi mai, ora alla fine prendo la pillola, ma è una palla oh, e poi faccio casino, me la scordo..."
La Pippi, ammirata da così tanta competenza in fatto di anticoncezionali, sta quasi per entrare in una fitta conversazione in stile Loveline MTV quando la voce possente la richiama, nuovo ufficio, nuova faccia. E questa pare esser la volta buona, visto che la tizia ha un camice.
"Allora, io sono la ginecologa"
"Bene. Finalmente"
"Vuoi la pillola?"
"Sì, vorrei quella che viene data alle donne che allattano, quella leggera..."
"no, quella non te la diamo"
"?"
"Te non allatti, quindi ti prendi quella solita"
"Ma io..."
"SENTI. Quella pillola lì tra l'altro è pe ri co lo si ssi ma. Se la prendi anche solo 3 ore dopo il momento in cui dovresti... resti in cinta!! Quindi non fa per te, fidati"
La Pippi non riesce a trattenere un certo velato scetticismo: sopracciglia alzate e
"Ma che cavolo dici?"
"Ascolta, cara mia, te da dove vieni?"
"dall'Italia"
"Ecco, qui è tutto diverso, fidati. Te non sai niente"
"Vabbè"
"Allora, hai fatto il pap-test?"
"no"
"Per darti la pillola dobbiamo farti il pat-test, perchè c'è la crisi, e dobbiamo documentare tutto..."
"Va bene, facciamolo"
"non si può.
Li abbiamo finiti"
"E quindi?"
"Torna la prossima settimana, facciamo il pap-test e ti dò le pillole"
Ora, sono le 16.30, la Pippi è qui dalle 13.00, sgrana l'occhio e, tentando di non sembrare troppo incazzata, spiega:
"Guarda, io lavoro, non posso prendere un'altra giornata libera!"
"Uff. Allora facciamo così. Ti dò due scatole. In genere ne diamo 3. Una volta ne davamo 6, ma ora c'è la crisi, e non ne abbiamo abbastanza. Io te ne dò due così te torni presto e io ti faccio il pap-test"
"va bene"
La ginecologa tira fuori un sacchetto di carta (quella per l'uva al mercato) lo riempie di gommosi perservativi e ci butta dentro due confezioni di pillole.
Le due confezioni sono esattamente come 2 pacchetti di m&m, le pillole sono lì, sciolte, grosse esattamente come gli m&m.
La Pippi le osserva, pensa alla botta ormonale a cui sta per sottoporsi ma non si arrende, ringrazia, fa per uscire quando al tipa la ferma:
"Aspetta, sai come funzionano?"
"Sì, ha già usato la pillola in Italia, comincio il primo giorno delle mie mestruazion..."
"NO!"
"?"
"No, ascolta, qui è tutto diverso, fidati"
Con uno sguardo serissimo agguanta un braccio della Pippi e le spiega:
"Te, non importa quando ti arrivano, te le prendi SEMPRE la prima DOMENICA dopo che ti sono arrivate"
"?!?"
"Mbè, perchè mi guardi così, cosa c'è di difficile da capire?"
"Cioè, se le mie mestruazioni arrivano al lunedì io inizio la pillola la domenica?"
"Sì. E bada che il primo mese non sei coperta, eh, devi continuare ad usare il preservativo!"
La Pippi si risiede, fissa la ginecologa nelle palle degli occhi e, con voce lenta e incredula:
"Quindi, fammi capire. Mi dai queste pillole enormi, grosse come m&m, che sono un'esplosione di ormoni, che devo prendere a cominciare da quando vuole l'almanacco... e non sono coperta per tutto il primo mese?"
"Uff... vabbè, diciamo che dopo le prime due settimane puoi. Ma le prime due no eh! Ora vattente, che è stato un giorno davvero busy e incasinato..."
Pippi, sbigottita e stremata, alle 17.15, dopo oltre 4 ore nel surreale seminterrato, rivede la luce del sole, e torna a casa con il suo sacchetto zeppo di preservativi e pasticconi verdi.
Noi stiamo ancora cercando di capire quale possa essere l'origine di questa teoria-della-domenica...
Che davvero reputino le donne talmente sceme da non capire quando cominciano le mestruazioni? Che reputino necessario terrorizzare anzichè spiegare per davvero come funzionano gli anticoncezionali?
Bah.
Alice sbigottitrice
Thursday, March 5, 2009
incroci cruciali
"15 orizzontale: Nome di un apostolo"
"..."
"Comincia per P, è Pietro!"
"Che ne sai? Potrebbe essere pure... che sò... Paolo!"
"Paolo è troppo corto, microcerebro, e poi te di apostoli non sai niente... andiamo avanti, 16 verticale... "
"Aspetta un po', fammi controllare!"
"Cosa?"
"Che cosa hai scritto lì? Al 9 orizzontale? Suste? Che vuol dire suste? E Tolda? Al 12 verticale? E Eculure, lì, nascosto al 64 orizzontale??? Ma cosa hai combinato???"
"Lasciami in pace! Sono le MIE parole crociate, se non ti piace come le faccio vai a spaccarti la testa contro gli spigoli di un Sudoku!"
"Stai barando! Donna senza vergogna! Stai completano con lettere a caso!"
"Va là... è 'sto sior Bartezzaghi che non capisce una mazza. E poi io le parole crociate le faccio in modo creativo e interattivo, l'importante è che gli incroci funonzino, e i miei, modestamente, funonziano assai."
"Ho sposato un truffatrice"
"... tipo, senti questa: "Un poeta greco i cui assassini furono presi grazie a uno stormo di gru"... come lo chiamiamo 'sto pirla? Ipico? Isido? Izifo? Quale ti piace di più?"
"Che vergogna"
"Dai, tanto le lettere che non sappiamo restano incastrate tra le caselline nere! E' divertente! E qui c'è n'è un'altra bellissima: la mitologica sorella di Ocipete e Cileno... che te ne pare di Zelgo? Melto? Pelio?"
"Me ne vado"
"Vattene allora, bigottone. Purista delle parole crociate. Non sai cosa ti perdi"
20 secondi dopo:
"Hey, senti qui il 23 verticale: un luogo di maltrattamenti e ingiustizie..."
"Matrimonio"
Alice Risolutrice
ps... ma che, non fate anche voi cosi'?
Alice indagatrice
"..."
"Comincia per P, è Pietro!"
"Che ne sai? Potrebbe essere pure... che sò... Paolo!"
"Paolo è troppo corto, microcerebro, e poi te di apostoli non sai niente... andiamo avanti, 16 verticale... "
"Aspetta un po', fammi controllare!"
"Cosa?"
"Che cosa hai scritto lì? Al 9 orizzontale? Suste? Che vuol dire suste? E Tolda? Al 12 verticale? E Eculure, lì, nascosto al 64 orizzontale??? Ma cosa hai combinato???"
"Lasciami in pace! Sono le MIE parole crociate, se non ti piace come le faccio vai a spaccarti la testa contro gli spigoli di un Sudoku!"
"Stai barando! Donna senza vergogna! Stai completano con lettere a caso!"
"Va là... è 'sto sior Bartezzaghi che non capisce una mazza. E poi io le parole crociate le faccio in modo creativo e interattivo, l'importante è che gli incroci funonzino, e i miei, modestamente, funonziano assai."
"Ho sposato un truffatrice"
"... tipo, senti questa: "Un poeta greco i cui assassini furono presi grazie a uno stormo di gru"... come lo chiamiamo 'sto pirla? Ipico? Isido? Izifo? Quale ti piace di più?"
"Che vergogna"
"Dai, tanto le lettere che non sappiamo restano incastrate tra le caselline nere! E' divertente! E qui c'è n'è un'altra bellissima: la mitologica sorella di Ocipete e Cileno... che te ne pare di Zelgo? Melto? Pelio?"
"Me ne vado"
"Vattene allora, bigottone. Purista delle parole crociate. Non sai cosa ti perdi"
20 secondi dopo:
"Hey, senti qui il 23 verticale: un luogo di maltrattamenti e ingiustizie..."
"Matrimonio"
Alice Risolutrice
ps... ma che, non fate anche voi cosi'?
Alice indagatrice
Monday, March 2, 2009
and the win(n)ter is....
Da tempo le previsioni annunciavano una tormenta di neve sulla grande mela.
E stamattina io, il Grinta e gli altri 8 milioni di pirla che abitano in questa città ci siamo risvegliati con la temperatura siberiale di MENO NOVE gradi.
Roba che se sorridi all'aperto ti si crepa la faccia.
Ma non era di questo che volevo scrivere.
Il fatto è che fuori dalla finestra c'era uno strano cosino, ancorato al nostro davanzale e incurante dei fiocchi di neve che vorticavano attorno a lui:
Il cosino ha richiamato l'attenzione sventolando furiosamente i seguenti cartelli:
...
...
Credo si riferisca a questa cosa qui...
Ora, in quanto giudice indiscusso di contanto contestato concorso dichiaro vincitore indiscusso e incontestato il signor Marzolino, che nonostante la sua minuscola statura e le sue abitudini nudiste (manco una sciarpina... o un pareo per coprire le pubenda) con stoica tenacia ha osato sfidare il calendario e gli squaglianti soli.
Ora, se 'sti squaglianti soli si facessero vedere, noi saremmo pure disposti a sacrificare sull'altare del davanzale la ghiacciolica vita di Marzolino in cambio di un po' di dannata primavera, ecco.
Alice giudicatrice
E stamattina io, il Grinta e gli altri 8 milioni di pirla che abitano in questa città ci siamo risvegliati con la temperatura siberiale di MENO NOVE gradi.
Roba che se sorridi all'aperto ti si crepa la faccia.
Ma non era di questo che volevo scrivere.
Il fatto è che fuori dalla finestra c'era uno strano cosino, ancorato al nostro davanzale e incurante dei fiocchi di neve che vorticavano attorno a lui:
Il cosino ha richiamato l'attenzione sventolando furiosamente i seguenti cartelli:
...
...
Credo si riferisca a questa cosa qui...
Ora, in quanto giudice indiscusso di contanto contestato concorso dichiaro vincitore indiscusso e incontestato il signor Marzolino, che nonostante la sua minuscola statura e le sue abitudini nudiste (manco una sciarpina... o un pareo per coprire le pubenda) con stoica tenacia ha osato sfidare il calendario e gli squaglianti soli.
Ora, se 'sti squaglianti soli si facessero vedere, noi saremmo pure disposti a sacrificare sull'altare del davanzale la ghiacciolica vita di Marzolino in cambio di un po' di dannata primavera, ecco.
Alice giudicatrice
Sunday, March 1, 2009
La compagnia della Scemolibreria Libro Secondo: che due torri!
La Lagna e la Fessa lavorano assieme, gomito a gomito.
Ora, la Lagna e la Fessa non si adorano, non sono nemmeno proprio amiche, ma si rispettano, perchè in fondo, ciascuna delle due fa il proprio lavoro, e in genere lo fa bene.
Se la Fessa odia intensamente il Pirla anche la Lagna ha, tra le mura della Scemolibreria, un suo personale acerrimo nemico, ed è il Super Imbecille.
La Lagna e Super Imbecille si odiano. Si odiano di un odio potente e viscerale, tentano di parlarsi il meno possibile, si sforzano per mantenere una patina di civile convivenza, si scambiano sorrisi falsi quanto una bancanota da 12 dollari, che paiono smorfie da coliche renali più che dimostrazioni di gioia (vi ricorda qualcosa? Mbè, rende l'idea della ciclicità della vita, dei sentimenti, delle relazioni umane... e di questo blog).
La Lagna, provetta conoscitrice della lingua aliena, si indigna perchè non è stata consultata, ed ha, in questo, tutta la solidarietà e l'appoggio della Fessa.
Ma la Lagna sa anche che arriverà il momento della resa dei conti, e che avrà la Fessa accanto a lei come alleata preziosa.
E le due eroine non devo attendere molto.
Un giorno Super Imbecille si rende conto che qualcuno dovrà chiamare Alienolandia, parlare in Alienese e prendere contatti per ricevere questi benedetti libri alieni.
"Fessa, chiama per telefono...."
"No, Super Imbecille io NON PARLO l'alienese, te lo ricordi? E lasciamo perdere il Pirla, che manco sa scrivere nella sua lingua di origine..."
"Bene. Allora chiedi alla Lagna di telefonare per noi"
Dopo un breve consulto con la lagna la Fessa, con aria diplomatica e serafica, torna giù e cinguetta al Super Imbecille:
" La Lagna ha detto che lei non chiama"
"Come?"
"Ho detto che la Lagna non chiamerà, perchè si sente trattata come una pezza da piedi, perchè lavora qui da quasi due anni e non ha mai visto un aumento, perchè l'hai scagata, non l'hai manco interpellata per tutto questo tempo, ed ora vuoi che ti risolva le magagne a gratis? Se vuoi il suo aiuto devi pagarla, e sinceramente, credo che abbia tutte le ragioni del mondo"
Con le vene del colle che pulsano, la faccia rossa come le chiappe di un babbuino, e gli occhi pericolosamente ai limiti delle loro orbite Super Imbecille fissa la Fessa con aria schifata e tenta una risposta:
"... ma... ma ... non ha mai chiesto un aumento... e poi non voglio che te stia in mezzo a questa questione! Cosa c'entri te?"
"vedi Super Imbecille io ti riporto la sua risposta perchè TE non ti sei preso la briga di chiedere a lei, ma se vuoi puoi parlarle, eh... comunque, riguardo alla questione dell'aumento c'entro eccome... forse è culturale, sai? Vedi, nemmeno io verrò mai a chiederti un aumento, perchè mi hanno insegnato che a venir premiata è la capacità di lavorare duro, non l'abilità di contrattazione, e che l'aumento viene dato a chi se lo merita, non a chi lo chiede! Qui, pare invece che a beccare più soldi sono quelli che danno più fiato alle trombe... e questo, Super Imbecille, a me e alla Lagna da un po' fastidio, quindi è comprensibile che poi passi la voglia di essere collaborative, no? Comunque, puoi parlarne con lei, caro, sempre che non ti partano le coronarie nei prossimi 2 minuti"
"Bene Fessa, quello che dici ha un senso, ma è solo una mera e stupida questione di principio.
Qui c'è una crisi economicia, qui dobbiamo fare Team Working, qui non c'è tempo per le vostre lamentele... Dille di venire nel mio ufficio"
La Lagna, opportunamente preparata dopo un rapido consulto con la Fessa, va nella tana del nemico, a cui esce esausta, terrorizzata ma silenziosamente soddisfatta: "Ovviamente non mi dà un bel niente. E ovviamente io gli ho detto che, se vuole la mia conoscenza delle lingue, deve sganciare una retribuzione decente, altrimenti io continuerò a fare il mio lavoro da 8 dollari lordi, per cui vengo pagata. Ha minacciato ripercussioni e licenziamenti"
"Chissenefrega, Lagna, tanto ce ne dobbiamo andare da qui..."
"Però gliele ho cantate per bene eh!"
"E se minaccia di licenziarti, gli dico che allora mi licenzio pure io, e che prima di andarmene gli cancello tutti gli incantesimi che ho fatto per loro in 10 mesi! Faccio una Makumba che vedi!! Faremo la rivoluzione dentro le mura della Scemolibreria!!" delira la Fessa in preda all'euforia.
Ecco.
Quindi ora siamo messe così.
E stiamo come sugli alberi le foglie.
In attesa.
Che mò Super Imbecille sta in vacanza fino a mercoledì.
Quindi fino a mercoledì lavoriamo ancora di sicuro.
Poi, chissà. Io per sicurezza mi porto ampresso i cerini mentali e la nitroglicerina dialettica, che se me ne vado me ne vado con il botto.
Dopo l'ultimo incontro il Super Imbecille ha tolto il saluto ad entrambe,
ed ha un colorito giallo itterizia che la dice lunga sulla salute del suo fegato...
Alice guerrigliatrice
Ora, la Lagna e la Fessa non si adorano, non sono nemmeno proprio amiche, ma si rispettano, perchè in fondo, ciascuna delle due fa il proprio lavoro, e in genere lo fa bene.
Se la Fessa odia intensamente il Pirla anche la Lagna ha, tra le mura della Scemolibreria, un suo personale acerrimo nemico, ed è il Super Imbecille.
La Lagna e Super Imbecille si odiano. Si odiano di un odio potente e viscerale, tentano di parlarsi il meno possibile, si sforzano per mantenere una patina di civile convivenza, si scambiano sorrisi falsi quanto una bancanota da 12 dollari, che paiono smorfie da coliche renali più che dimostrazioni di gioia (vi ricorda qualcosa? Mbè, rende l'idea della ciclicità della vita, dei sentimenti, delle relazioni umane... e di questo blog).
La Lagna, provetta conoscitrice della lingua aliena, si indigna perchè non è stata consultata, ed ha, in questo, tutta la solidarietà e l'appoggio della Fessa.
Ma la Lagna sa anche che arriverà il momento della resa dei conti, e che avrà la Fessa accanto a lei come alleata preziosa.
E le due eroine non devo attendere molto.
Un giorno Super Imbecille si rende conto che qualcuno dovrà chiamare Alienolandia, parlare in Alienese e prendere contatti per ricevere questi benedetti libri alieni.
"Fessa, chiama per telefono...."
"No, Super Imbecille io NON PARLO l'alienese, te lo ricordi? E lasciamo perdere il Pirla, che manco sa scrivere nella sua lingua di origine..."
"Bene. Allora chiedi alla Lagna di telefonare per noi"
Dopo un breve consulto con la lagna la Fessa, con aria diplomatica e serafica, torna giù e cinguetta al Super Imbecille:
" La Lagna ha detto che lei non chiama"
"Come?"
"Ho detto che la Lagna non chiamerà, perchè si sente trattata come una pezza da piedi, perchè lavora qui da quasi due anni e non ha mai visto un aumento, perchè l'hai scagata, non l'hai manco interpellata per tutto questo tempo, ed ora vuoi che ti risolva le magagne a gratis? Se vuoi il suo aiuto devi pagarla, e sinceramente, credo che abbia tutte le ragioni del mondo"
Con le vene del colle che pulsano, la faccia rossa come le chiappe di un babbuino, e gli occhi pericolosamente ai limiti delle loro orbite Super Imbecille fissa la Fessa con aria schifata e tenta una risposta:
"... ma... ma ... non ha mai chiesto un aumento... e poi non voglio che te stia in mezzo a questa questione! Cosa c'entri te?"
"vedi Super Imbecille io ti riporto la sua risposta perchè TE non ti sei preso la briga di chiedere a lei, ma se vuoi puoi parlarle, eh... comunque, riguardo alla questione dell'aumento c'entro eccome... forse è culturale, sai? Vedi, nemmeno io verrò mai a chiederti un aumento, perchè mi hanno insegnato che a venir premiata è la capacità di lavorare duro, non l'abilità di contrattazione, e che l'aumento viene dato a chi se lo merita, non a chi lo chiede! Qui, pare invece che a beccare più soldi sono quelli che danno più fiato alle trombe... e questo, Super Imbecille, a me e alla Lagna da un po' fastidio, quindi è comprensibile che poi passi la voglia di essere collaborative, no? Comunque, puoi parlarne con lei, caro, sempre che non ti partano le coronarie nei prossimi 2 minuti"
"Bene Fessa, quello che dici ha un senso, ma è solo una mera e stupida questione di principio.
Qui c'è una crisi economicia, qui dobbiamo fare Team Working, qui non c'è tempo per le vostre lamentele... Dille di venire nel mio ufficio"
La Lagna, opportunamente preparata dopo un rapido consulto con la Fessa, va nella tana del nemico, a cui esce esausta, terrorizzata ma silenziosamente soddisfatta: "Ovviamente non mi dà un bel niente. E ovviamente io gli ho detto che, se vuole la mia conoscenza delle lingue, deve sganciare una retribuzione decente, altrimenti io continuerò a fare il mio lavoro da 8 dollari lordi, per cui vengo pagata. Ha minacciato ripercussioni e licenziamenti"
"Chissenefrega, Lagna, tanto ce ne dobbiamo andare da qui..."
"Però gliele ho cantate per bene eh!"
"E se minaccia di licenziarti, gli dico che allora mi licenzio pure io, e che prima di andarmene gli cancello tutti gli incantesimi che ho fatto per loro in 10 mesi! Faccio una Makumba che vedi!! Faremo la rivoluzione dentro le mura della Scemolibreria!!" delira la Fessa in preda all'euforia.
Ecco.
Quindi ora siamo messe così.
E stiamo come sugli alberi le foglie.
In attesa.
Che mò Super Imbecille sta in vacanza fino a mercoledì.
Quindi fino a mercoledì lavoriamo ancora di sicuro.
Poi, chissà. Io per sicurezza mi porto ampresso i cerini mentali e la nitroglicerina dialettica, che se me ne vado me ne vado con il botto.
Dopo l'ultimo incontro il Super Imbecille ha tolto il saluto ad entrambe,
ed ha un colorito giallo itterizia che la dice lunga sulla salute del suo fegato...
Alice guerrigliatrice
Subscribe to:
Posts (Atom)